King Kobra (Carmine Appice)
In occasione dell’uscita dell’omonimo King Kobra, abbiamo scambiato due chiacchiere con il grande Carmine Appice.
Ciao e bentornati King Kobra! Soprattutto benvenuti su Truemetal.it! Puoi dirci cosa ha portato a questa reunion dopo così tanti anni? Quando avete deciso che i tempi erano maturi per una reunion?
In realtà non è stata programmata, è semplicemente successo in maniera molto spontanea. A dicembre 2009, io e Dave (David Michael-Philips, n.d.r.) ascoltavamo alcune tracce durante il mix di alcune tracce di Ron Keel, prodotte dal nostro amico Pat Regan… Così Pat mi chiese candidamente “Perché non fate un album King Kobra, ragazzi?”.
Abbiamo pensato che potesse essere divertente, eccoti spiegato come è nata l’idea.
Ho chiamato tutti i membri della band per sentire il loro parere… Hanno risposto di sì, ma avevamo bisogno di un cantante, perché sapevo che Marcie Free non avrebbe accettato (Mark lasciò la band nell’ ’86 perché considerava il sound troppo pesante), per cui pensai a Paul (Shortino, n.d.r.). Lo chiamai e accettò. Successivamente Adam Parson (il manager) ottenne un contratto con Frontiers Records e noi ci mettemmo al lavoro sull’album. Siamo molto contenti di come sia venuto fuori.
Ma vi siete rivisti per la prima volta dopo lo split o eravate comunque rimasti in contatto per ragioni personali?
Siamo rimasti in contatto negli anni… Vedevo ognuno degli altri regolarmente, per un motivo o per l’altro… Come dicevo prima, Dave venne con me nello studio di Pat Regan. Lui viene spesso a Los Angeles, quindi ci vediamo… Ho visto Johnny Rod e Mick (Sweda, n.d.r.) sempre a Los Angeles, l’unico era Mark Free che si trasferì in Michigan, ma comunque ci sentiamo per telefono…
Puoi dirci qualcosa in più circa la scelta di Shortino come nuovo cantante? Sappiamo tutti dell’ “indisponibilità” di Marcie Free a essere della partita, ma la voce di Paul è molto diversa da quella di Mark Free. Avete cercato appositamente qualcosa di così differente?
Non abbiamo cercato affatto. Il nome di Paul è uscito fuori in studio, quella volta al mix di Ron Keel. Paul haveva prodotto alcune linee vocali di Ron Keel a Las Vegas, per cui mi è venuto in mente. Quando Pat ha detto “perché non facciamo un CD”, ho subito detto a Dave che avremmo dovuto prendere Paul, perché è un grande singer. Ho pensato che avremmo avuto bisogno di qualcuno che il pubblico accettasse come sostituto di Free.
Quali sono le differenze/similitudini tra i King Kobra del 1985 e quelli del 2011? Pensate di essere compsitivamente più maturi?
Sì, siamo senza dubbio dei migliori compositori, ma anche produttori… La differenza è che siamo più vecchi e ovviamente più maturi nel registrare e scrivere, rispetto agli anni ’80. Il sound è più raffinato, la produzione migliore. Il processo di song writing è rimasto pressoché lo stesso di allora, quando si partiva con riff di chitarra e accordi, quindi venivano le melodie e le parole… Abbiamo persino usato alcune canzoni scritte negli anni ’80 e rivedute, come “Top Of The World”, “Midnight Woman”, “Screamin’ For More”… Questi sono tutti pezzi iniziati negli anni ’80 e finiti nel 2010.
Come stanno andando le vendite? Avete già i primi riscontri? Siete soddisfatti?
Penso che siamo stati fortunati con la scelta delle canzoni che abbiamo messo insieme. Il disco sta ricevendo recensioni magnifiche. E’ venuto meglio di quanto pensassimo. Sia chiaro, eravamo molto contenti del risultato, ma vederlo al numero 11 della classifica metal di Amazon è stata una grande soddisfazione…
Al momento, comunque, non abbiamo dati di vendita…
Cosa ci dici di Frontiers? E’ una label italiana e noi facciamo grande attenzione al lavoro dei nostri compatrioti nel music business hard’n’heavy.
Sono veramente appassionati di questo tipo di musica, e nonostante avessimo ricevuto altre offerte abbiamo scelto Frontiers, perché si occupa esclusivamente di questo genere. E lo fanno bene!
Mi sembra di aver letto che non farete tour per motivi economici. E’ così?
E’ corretto. Le offerte di live che abbiamo ricevuto sono state veramente basse. I King Kobra non erano una band enorme al momento dello split, ma comunque sul palco eravamo grandi. Eppure i soldi che ci offrivano per le date europee a stento coprivano i costi dei voli. A meno che le cose non cambino, e le offerte non salgano un po’, sarà impossibile fare un tour in Europa. Per ora ci accontentiamo di dollari e centesimi.
La vostra “Iron Eagle (Never Say Die)” nell’ ’86 fece parte della colonna sonora dell’omonimo film, e vi fece grande pubblicità. Pensi che questo tipo di operazioni oggi per le band hard rock siano esclusivo appannaggio di band da milioni di copie?
Stiamo parlando con un supervisore cinematografico, proprio per inserire i King Kobra in qualche film con le nuove canzoni, cosa che sicuramente aiuterebbe. I film e i videogame sono una grande fonte di introiti e pubblicità.
Carmine, quali sono i tuoi progetti presenti e futuri? So che di recente hai finito il tour con MSG… Stai lavorando anche per Vanilla Fudge (magari a un seguito di “Out Through The In Door”)? Abbiamo speranze per Blue Murder (l’omonimo è uno dei miei preferiti di sempre)?
Sto lavorando con i Vanilla Fudge per il nostro tour d’addio, e con Slamm, il mio drum ensemble. Blue Murder… Non so davvero se mai succederà… forse… sarebbe bello. MSG è un progetto sporadico: ho registrato due brani sull’ultimo album che uscirà ad agosto.
Faccio clinic e performance con Michael Angelo Batio, il chitarrista matto, e con Elliot Dean, delle Dean Guitars e Dean Drums, sono appena tornato da un tour in sud e centro America con lui, per cui come vedi sto suonando molto in questo periodo…
Ti/vi auguro il meglio! Chiudi pure l’intervista come preferisci. Ora sei a tu per tu con i lettori di Truemetal.it!
Vorrei ringraziarti per aver dato visibilità con questa intervista a me e ai King Kobra… Ringrazio anche tutti i fan che mi hanno seguito e supportato nella mia carriera, perché senza di voi non potrei parlare di carriera… Grazie ancora e fatevi un piattone di PASTA per me… Vi amo ragazzi!