Death

Live Report: Blood Incantation + Minami Deutsch @ Santeria Toascana 31, Milano – 09/05/2025

Di Jennifer Carminati - 10 Maggio 2025 - 11:52
Live Report: Blood Incantation + Minami Deutsch @ Santeria Toascana 31, Milano – 09/05/2025

Live Report: Blood Incantation + Minami Deutsch @ Santeria Toascana 31, Milano – 09/05/2025
a cura di Jennifer Carminati

Photo Report completo: Photo Report: Blood Incantation + Minami Deutsch @ Santeria Toscana 31, Milano – 09/05/2025

I Blood Incantation sono certamente il gruppo death metal del momento nonché una delle stelle nascenti del metal negli ultimi anni.

Originari di Denver, Colorado, la band nata nel 2011 ha pubblicato lo scorso anno un album a dir poco stellare intitolato “Absolute Elsewhere”. Per presentare e promuovere il loro acclamatissimo quarto lavoro in studio, il quartetto composto dal chitarrista e cantante Paul Riedl, dal batterista Isaac Faulk, dal chitarrista Morris Kolontyrsky e dal bassista Jeff Barrett, grazie al promoter e organizzatore di eventi MC² Live, è passato fortunatamente anche dalle nostre parti per un unico appuntamento previsto venerdì 9 maggio 2025 alla Santeria Toscana 31 di Milano.

Conosciuti per la grande capacità di fondere elementi progressive e psichedelici all’interno di una proposta death metal classica con “Absolute Elsewhere” hanno letteralmente fatto centro, scalando le classifiche di tutto il mondo.

Anche per questo, il concerto previsto questa sera è stato dichiarato tutto esaurito già da qualche settimana e non sono per questo più disponibili biglietti in cassa; un vero peccato non sia cambiata la Location in favore di un altro posto che potesse contenere molto più persone.

Arrivo al locale poco dopo l’apertura porte e noto con piacere che la fila defluisce tranquillamente all’interno del locale e posso quindi fermarmi al banco del merch con il mio compagno Luca a fare compere, e direi che due magliette un cd sono un ottimo bottino per questa serata carica di aspettative. Posso quindi entrare e prendere posto tra le prime file, dopo aver osservato con attenzione un palco riempito a dovere: ai lati sono posti due grandi obelischi con incisioni aliene e scritte in un alfabeto sconosciuto e sullo sfondo un telone gigante e il loro incomprensibile logo a caratteri cubitali.

Bando alle ciance, sappiamo benissimo come si chiamano, per cui non ci poniamo il problema di interpretare la scritta, scelta tipica del mondo black metal per altro quella di utilizzare caratteri indecifrabili per il nome.

Detto questo, come ripeto spesso nei miei Live Report, non mancare era d’obbligo, ma se non c’eravate, ora vi racconto com’è andata.

 

Minami Deutsch

In apertura, il gruppo krautrock giapponese, con sede a Berlino, Minami Deutsch. Non avevo mai sentito parlare di questi ragazzi prima del concerto di oggi e per questo ho studiato un po’ la loro storia: band fondata nel 2014 dal chitarrista e cantante Kyotaro Miula a Tokio, trasferitosi a Berlino poco dopo, avvantaggiando così la loro passione per un genere musicale molto particolare e decisamente di nicchia.

Anche se è venuto alla ribalta nei primi anni ’70 con band come i Kraftwerk, il genere krautrock è nato nella Germania Ovest durante le proteste studentesche della fine degli anni ’60. Si trattava di una forma musicale sperimentale che cercava di allontanarsi dal pop influenzato dal rhythm and blues a favore dell’avanguardia,  delle sonorità elettroniche e di un collage di suoni che rendano il meglio possibile. Si diffuse presto nel Regno Unito dove ispirò band come gli Hawkwind, e anche David Bowie e la sua trilogia di Berlino ne furono ampiamente influenzati.

Non trovo quindi così strano che una band giapponese, popolo estroso per eccellenza a mio parere, prenda in mano le redini di un genere di nicchia in modo così convincente e lo utilizzi come trampolino di lancio per esplorare nuovi territori musicali attraverso la loro produzione in studio.

In uno spazio piuttosto ridotto dalla strumentazione degli headliner, alle 20 spaccate la band appare vestita in pieno stile anni ’70. Con un suono che fonde il caldo space rock alla freddezza tipica tedesca, riff teutonici e algida psichedelia che si amalgamano alla perfezione, sembra che i Minami Deutsch abbiano incontrato i gusti di gran parte della folla già presente nel locale di viale Toscana.

Spinti da un ritmo incalzante, i Minami Deutsch hanno un suono simile a quello di un’astronave che viaggia in maniera imprevedibile nell’iperspazio, alimentando la setlist di soli 4 pezzi con ritmi e tempi non ortodossi. Una fusione di rock psichedelico con un tocco cosmico e la citata ispirazione krautrock che si palesa durante i 40 minuti a loro disposizione.

I ragazzi sono maestri della ripetizione, il che porta ad un’esperienza musicale quasi ipnotica per tutti: si ha quasi la sensazione di unirsi alla band durante una jam session, con tante parti soliste che sembrano non finire mai.

Poche chiacchiere e ampio spazio alla musica sono queste le esibizioni che mi piacciono, al di la di incontrare o meno i gusti personali di chi ascolta: i Minami Deutsch, che immagino abbiano nuovi fan in Italia dopo questo concerto, lasciano il palco avvolti da un grande e meritato applauso.

Lineup
  • Kyotaro Miula – voce, chitarra, sintetizzatori
  • Tatsuhiko Rauschenberg – chitarra
  • Keita Ise – basso
  • Takuya Nozaki – batteria
Setlist
  1. Futsu Ni Ikirenai
  2. Grumpy Joa
  3. Can’t Get There
  4. I’ve Seen a U.F.O.

 

Devo ammettere che mi sono sentita un poco stranita quando il set di questi “maniaci della ripetizione” è finito, ma nulla che una birra e quattro chiacchiere con Luca e gli amici Daniele, Davide e Giancarlo, non possano risolvere nell’attesa paziente del cambio palco prima che l’ ”incantesimo di sangue” venisse lanciato su tutti noi accorsi ad assiepare il Santeria Toscana in questo venerdì di inizio maggio segnato in rosso sul calendario di moltissimi metalheads già dalla scorsa stagione.

Blood Incantation

I Blood Incantation sono una band death metal americana di Denver, formatasi nel 2011 e venuta decisamente alla ribalta con il loro ultimo album: una vera e propria opera d’arte, e su questo, non credo ci siano dubbi. Gusti personali si, ci mancherebbe altro, ma non si può mettere in discussione la qualità eccelsa di “Absolute Elsewhere”.

Le premesse per una serata indimenticabile c’erano tutte: rivivere l’album, diviso in due movimenti tentacolari, “The Stargate” e “The Message”, tanto ingarbugliati quanto coinvolgenti, interamente dal vivo.

Un album prog degli anni ’70 suonato da una band death metal anni ’90 ma con uno sguardo al futuro” questo dicono di loro i Blood Incantation e noi qui presenti stasera al Santeria Toscana di Milano non possiamo che confermare di aver rivissuto appieno queste atmosfere.

È stato fantastico trovare nella band sul palco una sinergia bella da vedere e una musicalità perfetta da ascoltare: senza sbavatura alcuna hanno eseguito per intero una release che è ancora molto fresca in tutti noi e forse per questo, ancora più apprezzata.

I Blood Incantation costruiscono il loro spettacolo attorno alle due canzoni che costituiscono il lato A e il lato B dell’album “Absolute Elsewhere”, e che vengono suonate in ordine cronologico. Come nell’album, “The Message” e le sue tre parti seguono “The Stargate”. Sono le massicce esplosioni durante i tre capitoli di quest’ultima che rivelano tutta la pesantezza e l’aggressività tipiche del death metal.

“The Message” è, almeno per me, la parte più interessante con i momenti in stile Pink Floyd, che lasciano tutti letteralmente a bocca aperta, estasiati. È incredibile come la voce di Paul Riedl ben si adatti alla loro proposta e il contrasto tra il pulito di alcuni pezzi e il suo growl aggressivo nelle sezioni death metal crea una tensione pazzesca.

Tra i migliori album del 2024 in innumerevoli liste in tutto il mondo metal, ad ogni brano riproposto questa sera l’energia sprigionata dalla band saliva ulteriormente e il pubblico entusiasta reagiva di conseguenza.

I folli moshpit partiti durante qualche brano più tirato si muovevano freneticamente da una parte all’altra del Santeria Toscana mentre i Blood Incantation suonavano imperterriti e al di fuori dell'”occhio del ciclone” tutti gli altri fan si stavano semplicemente godendo l’ascolto di ogni singola nota suonata dalla band.

Non riesco a decidere quale parte dello show sia stata la migliore, posso dirvi quella che ho preferito di più anche su album, ovvero l’ultima parte, quando han suonato “The Message [Tablet III]”, è stato certamente uno dei momenti topici del concerto di questa sera.

Dopo aver terminato la riproduzione di “Absolute Elsewhere” c’è stato ancora tempo per altre due canzoni: la strumentale “Inner Paths (to Outer Space)” da “Hidden History Of The Human Race” con cui hanno concluso la prima parte del set e dopo pochi minuti di pausa, l’atteso finale “Obliquity of the Ecliptic”, dal maxi-singolo del 2023 “Luminescent Bridge”: entrambe impeccabili e rivelatesi un ottimo modo per concludere la loro esibizione, sembrata purtroppo troppo breve.

Mentre risuonano gli ultimi accordi si ha la sensazione quasi di essere appena tornati da un viaggio spaziale e psichedelico durato circa 80 minuti a dir poco straordinario, che si vorrebbe ripetere all’infinito.

Ne avremmo voluto ancora e ancora dei talentuosi Paul Riedl, Morris Kolontyrsky, Jeff Barrett e Isaac Faulk, oltre al musicista ospite Nicklas Malmqvist ai sintetizzatori e tastiere, venuti direttamente dallo Spazio questa sera per mettere in scena uno spettacolo che ha soddisfatto le più ampie aspettative, dando luogo a una performance più che convincente, assolutamente elettrizzante e incendiaria, piena di interludi spaziali abbinati a nodosi growl death metal che identificano il loro marchio di fabbrica.

L’ “incantesimo di sangue” è stato compiuto e ha avuto il suo risultato su tutti noi, in questo magico venerdì sera di inizio maggio davvero speciale, dove abbiamo assistito, per motivi diversi, a due emozionanti spettacoli, dove il rock ha incontrato il metal, prima che le luci notturne del traffico milanese ci riportassero dallo Spazio alla Realtà.

Lineup

  • Paul Riedl – voce, chitarra
  • Morris Kolontyrsky – chitarra
  • Jeff Barrett – basso fretless
  • Isaac Faulk – batteria
Setlist
  1. The Stargate [Tablet I]
  2. The Stargate [Tablet II]
  3. The Stargate [Tablet III]
  4. The Message [Tablet I]
  5. The Message [Tablet II]
  6. The Message [Tablet II]
  7. Inner Paths (to Outer Space)

Encore

  1. Obliquity of the Ecliptic

La loro interpretazione del rock psichedelico cosmico che si fonde perfettamente con il death metal è un qualcosa di veramente unico che non può lasciare indifferenti. I Blood Incantation possono piacere o meno, ma son certa che il loro ultimo lavoro in studio è passato dai giradischi della stragrande maggioranza dei metallari della Penisola, molti dei quali non hanno perso l’occasione di vederli dal vivo questa sera.

Dovremmo tutti ringraziare questi ragazzi per aver creato un album che si sforza di spingere i confini del death metal oltre l’asticella immaginaria che tutti noi abbiamo ben fissa nella nostra testa, perché in fondo, è cosi bello trasgredire non trovate anche voi?!.

Non vedo già l’ora di riascoltarli in cuffia e se ne avrò l’occasione la prossima estate, li rivedrò dal vivo molto volentieri.

Se potete, fatelo anche voi, non ve ne pentirete.

Ci si rivede prestissimo, sempre tra queste righe.

Stay tuned and Stay Metal.