Black

Live Report: Sólstafir @ Circolo Magnolia Segrate 28/11/2017

Di - 3 Dicembre 2017 - 12:00
Live Report: Sólstafir @ Circolo Magnolia Segrate 28/11/2017

Live Report: Sólstafir + Myrkur + Árstíðir

28/11/2017 @ Circolo Magnolia, Segrate

 

 

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Árstíðir

Dopo quattro anni gli Árstíðir tornano in Italia e, rispetto aal sestetto che accompagnò il tour acustico dei Pain Of Salvation, oggi si presentano con i soli tre membri fondatori. Daniel Auðunsson alla chitarra, Gunnar Már Jakobsson alla chitarra “baritonale” e Ragnar Ólafsson alle tastiere. Uno schermo alle loro spalle proietta un bosco avvolto da un costante velo di nebbia, dove lo spettatore, sulle note di una melodiosa Himinhvel, è invitato a immergersi per essere coinvolto dalle sonorità folk rock della band. I momenti più emozionanti si raggiungono quando le voci dei tre si fondono in una sola, e basta chiudere gli occhi per farsi trasportare dalle melodie che riescono a creare. Il genere proposto è ben lontano da quello cui siamo abituati, ma gli applausi che gli Árstíðir ricevono per tutta la durata della loro esibizione sono più che meritati e con la conclusiva Shades, arricchita e ispessita da una buona dose di violini, mettono decisamente tutti d’accordo sulle qualità di questa favolosa band.

Myrkur

Prima esibizione davanti a un pubblico italiano per i Myrkur, progetto black metal della polistrumentista danese Amalie Bruun, anch’essi freschi di pubblicazione del loro ultimo album, Mareridt.  I vocalizzi angelici di Amalie danno il via alle danze e ci mostra una cantante decisamente conscia delle sue possibilità vocali e capace di trasportare il pubblico attraverso visioni ancestrali con una prestazione degna delle migliori cantanti di musica celtica. La sua snella figura tenuta costantemente in ombra e le sue movenze, simili a quelle di un burattino manovrato da sottili fili invisibili, sono decisamente un bell’impatto scenico, ma quello che sorprende di più è il suo passaggio dal clean al growl durante le violente accelerazioni black, anche grazie all’ausilio di un doppio microfono e di qualche effetto. Il sapiente mix tra black, gothic e folk, fa decisamente presa su un pubblico che all’inizio arricciava il naso, ma in seguito si lascia convincere dalla prova della cantante danese e dai suoi gregari, lasciando ampi spazi di discussione su eventuali nuove frontiere per il black metal.

 

La strumentale Nàttfari segna l’inizio dell’esibizione più attesa della serata, ma è con la seguente Silfur–Refur che il pubblico viene trascinato nelle fredde, aspre e atmosferiche lande islandesi.  Aðalbjörn “Addi” Tryggvason  sembra più recitare che cantare, le sue tonalità sporche e sofferenti si mischiano con riff ripetuti e graffianti creando melodie così intense che si rivolgono direttamente al cuore e all’animo del pubblico del Magnolia. Le emozioni continuano con Ótta, dove Sæþór Maríus “Pjúddi” Sæþórsson imbraccia il banjo, mentre Addi suona parte del lungo assolo completamente curvo sulla sua chitarra, cosa che verrà ripetuta in molte delle lunghe parti strumentali che caratterizzano molti brani della band. Le accelerazioni black metal di Köld, ci ricordano da dove i nostri sono partiti per poi arrivare a Hula, brano completamente diverso, lento e ricco di melodia ma che convoglia un senso di angoscia che difficilmente può non essere avvertito da chi ascolta, ed è qui il vero punto di forza degli islandesi: trasmettere emozioni. Il post rock degli islandesi centra in pieno l’obbiettivo e gli applausi e le ovazioni del pubblico sono il giusto tributo che artisti di questo calibro meritano. Fjara e Bláfjall scorrono via come limpidi e freschi ruscelli d’acqua, nonostante una buona lunghezza di entrambi i brani, segnando la fine della prima parte del concerto. La pausa dura ben poco, perché è con Goddess Of The Ages che i Sólstafir si vogliono congedare dal loro pubblico. Oltre alla presentazione dei membri della band da parte di Aðalbjörn, lo show si chiude con una sua camminata in bilico sull’intera transenna che separa il palco dal locale, sostenuto dalle braccia dei presenti in prima fila. Una vera prova da funambolo per un uomo alto più di un metro ottanta costretto a rimanere curvo per tutto il percorso! La serata si conclude con gli inchini e i ringraziamenti da parte della band che ha regalato con la sua musica emotiva, potente, pesante in alcuni momenti ma viva e possente uno scorcio della magia unica che una terra lontana come l’Islanda può vantare.

 

Tracklist

Náttfari
1.Silfur-Refur
2.Ótta
3. Lágnætti
4. Ísafold
5. Köld
6. Hula
7. Fjara
8. Bláfjall
Encore:
9. Goddess of the Ages