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Lunarsea (Fabiano e Cristian)

Di - 2 Maggio 2005 - 8:54
Lunarsea (Fabiano e Cristian)

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con i laziali Lunarsea, autori di due demo brillantemente recensiti su queste pagine. Rispondono alle domande Fabiano Romagnoli e Cristian Antolini, rispettivamente chitarrista e bassista della band.

Quali sono le influenze dei compositori della band e come etichettereste il vostro genere, sempre che vogliate farlo?

Fabiano: Siamo cresciuti ascoltando veramente di tutto, passando per i vari step di ogni ragazzo che ascolta metal: c’è stato il periodo
heavy classico, il periodo power, quello death, progressive e via dicendo, e credo che tutti questi elemeti si possano riscontrare nelle nostre
composizioni.
Quando ci siamo chiesti cosa volevamo ottenere dai nostri lavori in termini di sonorità, abbiamo lasciato carta bianca ad ogni genere cercando di
fondere il maggior numero di sonorità possibili, nel limite del lecito.
Per questo nelle numerose recensioni che abbiamo letto, ci siamo resi conto con grande piacere, come per alcuni siamo etichettabili come death melodico,
per altri come power, altri ancora per pseudo black.
E’ assodato che nelle canzoni abbiamo tutti questi elementi che siamo riusciti a fondere in maniera professionale, ma non vogliamo definirci come avangardisti di un nuovo genere o creatori di una nuova corrente musicale.
La struttura di fondo è metal, il cantato è growling alternato a pulito, ci sono molte melodie e utilizzo di synth, quindi il tutto è riconducibile ad un melodic deathmetal con tutte quelle sfaccettature personali che si riconduco al nostro stampo.
Utilizzerei il termine datoci dalla nostra etichetta: technical e melodic deathmetal.
Per noi è fondamentale seguire la corrente dei grandi gruppi con cui siamo cresciuti ed ascoltare le loro utime fatiche, per non cadere nel grossolano errore di comporre musica già suonata 10 anni fa da qualcun altro.

Ci date qualche delucidazione riguardo il significato del monicker, le
liriche e gli artwork dei due demo?

Fabiano: Il monicker non ha una significato preciso o ricercato. Semplicemente suona bene, ha un suo alone di misticismo ma non ci sono retroscena o vicende particolari per cui lo abbiamo scelto. Anzi, ci siamo accorti in seguito che abbiamo due fratelli di monicker: i giapponesi Lunasea e gli irlandesi Lunarsea, che per fortuna non suonano il nostro genere.
Per quel che concerne le liriche lascio la parola al diretto interessato.
Cristian: Per quanto riguarda i testi di B.A.H. non vi è un concreto filo conduttore,
più che altro una serie di elementi che riportano a concetti simili. Io
mi diletto ogni giorno nella lettura di libri e nello scrivere. Ho migliaia
di libri e anche se ho un mio genere preferito non è detto che tutte le
song dei Lunarsea debbano avere la stessa impronta.
Infatti ascolto un pezzo centinaia di volte, aspettando che provochi in
me qualcosa di vero. In questo senso siamo riusciti ad avere un diversità
all’interno del nostro lavoro, qualcosa che rimane nella mente. Per esempio,
non è stato voluto affatto l’andamento ‘futuristico’ del songwriting.
Eppure le canzoni, che parlano ognuna di qualcosa di diverso, di solitudine,
di odio verso se stesssi, di restrizioni, di religione, del sociale in
modo così certosino, hanno quel sentiero che pare unirne i destini. Quel
senso di speranza e positività nel futuro, proprio il senso che i Lunarsea
hanno osservando loro stessi e i loro mezzi.
Non è detto che un gruppo per fare successo debba essere, o far finta di
essere, negativo e sprezzante. Ma non siamo neanche quelli che pensano
positivo e intascano i soldi come se fossero degli psichiatri! Noi siamo
quello che la canzone dice, a volte pessimisti, a volte energicamente positivi.
Fabiano: gli artwork sono stati realizzati interamente da Michele Giovannini (www.svender.com) un nostro caro amico e un grafico di tutto rispetto.
Abbiamo dato carta bianca alla sua creatività ed è riuscito a creare uno stile pseudo-meccanico, post-industriale di non immediata catalogazione, che
nel nostro modo di vedere la musica ci è piaciuto fin dall’inizio.
Le nostre 2 cover hanno avuto il pregio di non svelare nulla su cosa è stato inciso nel cd, fino al momento dell’ascolto.

L’alternanza di growl e parti serrate ad aperture ipermelodiche sui refrain è diventata ormai un marchio di fabbrica per i Lunarsea oppure dobbiamo
aspettarci delle novità in tal senso?

Fabiano: hai colto in pieno il nostro stampo musicale. Volevamo suonare del sincero death-metal, ma con il passare del tempo ci siamo resi conto che nelle canzoni realizzate con solo growling non c’è quasi mai un “punto di ritrovo” per l’ascoltatore, si ascolta la canzone e poi non rimane nulla in mente di quel che si è sentito.
Abbiamo iniziato ad utilizzare refrain puliti in Evolution Plan.TXT come supporto alle canzoni per poi implementarli in modo definitivo in Bio Ashes Halo, e devo dire che siamo rimasti stupiti nel sentire il risultato finale.
Abbiamo avuto molti complimenti sia dagli amanti del death-classico che ovviamente seguivano le parti growling e gli arrangiamenti, sia dagli estimatori di progressive o power, che ascoltavano le canzoni nell’attesa del fatidico ritornello per apprezzarne la melodia, e dopo l’ascolto anche noi che li avevamo realizzati ci ritrovavamo a canticchiarli la mattina appena svegli!!!!
Nelle nuove composizini, stiamo cercando di utilizzare le aperture melodiche sui refrain sia come punto di forza e di sbocco delle canzoni, sia come rifiniture all’interno delle strofe, ossia utilizzare diverse soluzioni per una stessa canzone, in modo da lasciare all’ascoltatore quel senso di deja-vu che farà ascoltare di nuovo il pezzo per capire quale sia la melodia portante.

Due demo autoprodotti che delineano in maniera precisa il sound della band, che fin da subito si è dimostrato personalissimo e originale. E’ qualcosa di estremamente raro, e ve lo dice uno che di emergenti ne ha ascoltati
davvero tanti. Qual è il segreto di questo successo?

Fabiano: successo!? Quale successo? ehehehe
Come dicevamo di band valide ce ne sono tante, ma la maggior parte sono cloni di act famosi e non si preoccupano di sperimentare un loro sound.
Nel nostro caso, il fato ha voluto che ci siamo ritrovati a formare i Lunarsea dopo anni di gavetta underground in cui ognuno di noi ha potuto “divertirsi” ad emulare i gruppi con cui siamo cresciuti in ambito musicale, e quindi, con un background musicale ampio alle spalle, ci siamo posti l’obbiettivo di iniziare questa avventura partendo con delle idee che mescolavano le carte in tavola. Volevamo mantenere una certa aggressività di base e unirla a soluzioni melodiche, il tutto condito da una certa tecnica di fondo. Comunque potrebbe sembrare di avere creato il nostro stile a tavolino, ma non è così, il tutto è nato in modo spontaneo e solo dopo avere composto le canzoni ci siamo detti: WOW, questa roba spacca!! 🙂 e fortunatamente non siamo stati i soli a pensarlo (sospiro di sollievo).

Coverizzare “Truth Hits Everybody” dei Police, soprattutto rivisitandola nel vostro stile,
non è da tutti. Quali sono i motivi di questa scelta?

Fabiano: io volevo coverizzare “Linchpin” dei Fear Factory, poi Cristian mi si presentò con “Truth Hits Everybody” già pre-registrata… lascio a lui la parola.
Cristian: sono sempre stato un fan dei The Police. Una volta ero in auto per
i fatti miei e stavo ascoltando appunto “Truth Hits Everybody e pensavo allegramente
su come Fabiano avesse potuto impostare il pezzo dei F.F.. Durante il ritornello,
preso da questo pensiero, mi sono messo a giocare, nel vero senso della
parola, con la fantasia. Così ho provato a immaginare come gli In Flames
avrebbero suonato una canzone del genere.
Sono dovuto correre a casa. Ero in stato di eccitazione e ho arrangiato
il tutto in poche ore; dopo neanche un giorno ero a casa di Fabiano per
fargli sentire che caspita era venuto fuori! Come hanno scritto in parecchie
recensioni, in pochi conoscevano il pezzo dei Police, sembrava una una nostra
creatura invece!

Il contratto discografico non si è fatto attendere molto. Cosa puoi dirci a riguardo? E’ già stata fissata una release date?

Fabiano: la collaborazione con la greca Burning-Star è avvenuta quasi per caso. Avevamo preparato un mandata di demo da spedire a varie etichette sia italiane che estere e con alcune di loro eravamo in trattativa fin dai tempi di Evolution Plan.TXT, ma non abbiamo avuto le condizioni necessarie per firmare, in quanto ci furono diversi ostacoli tra cui il più comune è stato quello di vederci imposto un stile musicale da intraprendere per la realizzazione dell full.
Mi chiedo: capisco le major, ma anche le etichette indipendenti ora ti impongono doveri e percorsi da seguire per poter firmare un contratto? (Ti imponessero solo quello…! n.d.r.)
Inoltre molte non ci garantivano un supporto mediatico adeguato o una proposta che andasse oltre la realizzazione di un album.
La Burning-Star ci contattò di sua iniziativa dopo avere letto la recensione di B.A.H. su una web-zine greca e subito siamo entrati in sintonia con loro.
Ci hanno proposto un contratto di 3 anni per 3 album, poi slittato a 2 in quanto realizzare un album ogni anno è troppo sacrificato in termini di qualità del prodotto. Si rischierebbe di registrare un disco che nulla ha di diverso dal precedente, per una maturità artistica credo debba passare un lasso di tempo maggiore. Inoltre la fase di registrazione sarebbe davvero risicata, siamo tutti dei metodici in fase di recording e stiamo attenti ad ogni minima sbavatura, diciamo che diamo lo stesso lasso di tempo tra registrtazione e missaggio (la cosa più importante a nostro modo di vedere).
La prima release è schedulata per dicembre e conterrà un po’ il sunto dei nostri precedenti lavori, ossia l’intero Bio Ashes Halo, 2 canzoni di Evolution Plan, e ben 4 nuove canzoni, mentre è ancora da decidere se includeremo la cover dei Police per evidenti problemi burocratici legati al copyright. Per questo siamo in mano alla Burning-Star.

Da qualche tempo si vocifera di un cambio nella line-up: la drum-machine, fin qui utilizzata e trattata alla stregua di una persona (cfr. il sito
ufficiale
) sembra essere destinata a trasformarsi in un batterista in carne ed ossa. C’è niente di ufficiale che volete comunicare?

Fabiano: innanzitutto tengo a precisare come l’utilizzo della drum machine (Laiorf), sia stata una scelta e non un ripiego per l’assenza di un batterista.
Il “progetto” Lunarsea nacque come una sfida per vedere se le nostre idee erano apprezzate e potevano dare qualcosa in più nel panorama musicale italiano.
Avevamo delle idee pronte e non volevamo modificarle in alcun modo, così abbiamo preferito utilizzare una drum machine per rispettare il più possibile quello che avevamo scritto, senza esagerare con le battute o le velocità, consci che prima o poi avremmo pensato all’inserimento di un batterista “umano”.
Visti i risultati e la possibilità di registrare un full entro quest’anno abbiamo iniziato il reclutamento di un battertista e grazie ad un nostro caro amico siamo arrivati a Claudio Testini, già I Suffer Inc. e Windseeker, un musicista lodevole per tecnica e personalità, con il quale siamo entrati subito in sintonia. Si è dimostrato da subito interessato alla band ed ha un modo di affrontare il processo di composizione molto professionale.

In un ipotetico festival in cui vi esibite, con quali altre band vorreste dividere il palco?

Fabiano:
la mia scaletta ideale sarebbe vedere noi come headliner (ehehehhe)… seguiti da Soilwork-In Flames e anche Children Of Bodom! Ma credo sia più semplice fare 6 al superenalotto piuttosto che vedere realizzato questo sogno, anzi, sogno è un termine fin troppo “reale”.
Diciamo che per il momento queste sono le band che seguo di più, probabilmente lo scorso anno avrei risposto con Shadow Gallery, Magellan, To Die For e noi come headliner (uahuha).

Esaminiamo in generale la situazione del metal in Italia: una scena vera e propria non è mai esistita, a parte due o tre nomi tutte le band non
possono dirsi definitivamente uscite dall’underground, con la conseguenza che si vive in un clima di invidia e dispetti reciproci. Come se ne esce?

Fabiano: semplicemente cambiando residenza all’estero o più realisticamente farsi gli affari propri.
L’invida che accumuna le band underground italiane è una realtà pazzesca, per ogni lavoro buono che esce c’è sempre qualcuno pronto a stroncarti, sia in ambito musicale che personale, invece di supportarti.
Ognuno crede che per emergere bisogna gettare i panni sporchi agli altri, ma non è così! Ci vuole solidarietà e obbiettività!
Nel nostro caso, abbiamo ricevuto più elogi all’estero che in italia, questa cosa non riusciamo a spiegarcela in alcun modo!
Siamo un po’ troppo prevenuti, e se NOI ITALIANI in primis non pensiamo di valere qualcosa in ambito musicale, figuriamoci gli altri!
I pochi gruppi che sono riusciti ad emergere lo hanno fatto anche grazie al loro modo di porsi nei confronti dell’italia, ossia si sono venduti (nel senso buondo del termine) prima all’estero e poi nel bel paese.

A questo punto entra in gioco il web, probabilmente uno dei pochi “media” veramente indipendenti da pressioni e giochi di potere. Truemetal.it è
dimostra questa sua indipendenza tramite la nuova rubrica “From The Depths”, spingendo sulle band che non possono certo permettersi di “comprare” voti o spazi
pubblicitari… Quanto credi nelle possibilità di un sito internet di invertire la tendenza o quantomeno di modificarne la rotta?

Fabiano: internet è vitale per farsi spazio nella melma di proposte musicali. Ognuno può avere una sua vetrina e un suo spazio per farsi conoscere.
Truemetal dà ampio spazio alle realtà underground e questa nuova rubrica potrebbe risultare davvero fondamentale per molte band che non hanno possibilità di farsi pubblicità se non attraverso il loro sito personale.

Siamo alla conclusione di rito: a voi lo spazio finale per dire quello
che volete.

Innanzitutto un grazie a Truemetal per questa intervista… Visitate il nostro sito www.lunarsea.it per tutte le novità che ci riguardano e soprattutto supportateci.