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Macbeth (Fabrizio)

Di Alessandro Calvi - 23 Giugno 2005 - 10:09
Macbeth (Fabrizio)

A poca distanza dall’uscita del loro terzo full-lenght intitolato “Malae Artes”, presso DragonHeart, abbiamo raggiunto i Macbeth, giovane band gothic milanese, per un’intervista.

Engash-Krul: Direi che naturalmente il miglior punto da cui cominciare è l’inizio, ovvio chiedervi di conseguenza da dove è nata l’ispirazione, l’idea di realizzare questo nuovo “Malae Artes”.

Macbeth: “Malae artes” è il nostro terzo album ed è sicuramente il più maturo e personale tra i nostri lavori.
Le musiche e i testi sono diretti così come la produzione che da all’album un sound moderno.
Il titolo è preso dalla tradizione latina, significa “arti infernali”; nessun significato occulto, semplicemente fa da filo conduttore, poiché il tema principale dell’album è quello del mentire…
I testi fanno riferimento alla vita quotidiana, sono reali. I nostri vecchi album sono anelli della catena evolutiva dei Macbeth, il sound attuale è una conseguenza diretta di quei lavori.

Engash-Krul: Potreste raccontarci, se c’è, qualche aneddoto riguardante il periodo della composizione e delle registrazioni di questo disco?

Macbeth: Le registrazioni di un album creano tensioni, per questo motivo quando entriamo in studio cerchiamo di creare un clima disteso… così si finisce sempre in episodi ridicoli e scherzi da caserma, quindi di aneddoti ce ne sarebbero moltissimi… trovo difficile sceglierne uno in particolare.

Engash-Krul: Riguardo al sound vero e proprio di questo “Malae Artes”, ho notato spesso l’uso dell’elettronica nelle composizioni. Un uso però mai soffocante nei confronti degli altri strumenti, che al contrario riesce a inserirsi molto bene nel songwriting donando alle canzoni un qualcosa in più. Come è nata, o da chi è venuta, la prima scintilla e la decisione di usarla?

Macbeth: Quando si cresce, ci si evolve… Cambiano i gusti, cambia il tuo modo di percepire ciò che ti circonda e di conseguenza cambia il tuo modo di fare arte.
Può sembrare un cambio di rotta dall’esterno, in realtà non è così… noi siamo “diventati” quello che sentite su “Malae Artes” e questo può piacere o meno, ma è inevitabile. Abbiamo lavorato in modo differente, cercando di comporre istintivamente ed evitando tutto ciò che poteva suonare come artefatto.
Non abbiamo esagerato nemmeno negli arrangiamenti, il disco doveva risultare essenziale.
Personalmente vedo la sintesi più vicina alla maturità.
Ho cominciato a lavorare con Max, il nuovo chitarrista, su alcuni loop e suoni campionati mentre componevamo Malae Artes…

Engash-Krul: Dopo tre dischi, un gruppo normalmente viene considerato piuttosto ben avviato, eppure ho l’impressione che i Macbeth non abbiano ancora conquistato l’attenzione che personalmente credo meritino sulla base delle loro qualità. Un fatto, questo, che a mio avviso è comune anche ad altri gruppi italiani, secondo voi a cosa può essere dovuto? Il mercato italiano è ancora legato alla vecchia mentalità che “straniero è sempre meglio”, o i motivi sono altri?

Macbeth: In Italia non ci sono mezzi perché nessuno investe, non c’è supporto da parte dei media. A livello internazionale le cose cambiano, ci sono più possibilità. Inoltre l’esterofilia qui raggiunge livelli impensabili… piuttosto che scommettere su un proprio artista, stampa compresa, si preferisce osannare qualche mediocre straniero.

Engash-Krul: Tra le altre cose, subito dopo l’uscita di “Malae Artes”, ho avuto occasione di vedervi dal vivo presso la comunità giovanile di Busto Arsizio, segno che il fatto di essere arrivati già a tre dischi, non vi ha per niente montato la testa. Purtroppo le condizioni in cui avete suonato non erano ovviamente le migliori, ma la vostra esibizione mi è ugualmente piaciuta, soprattutto per merito di una prova impressionante del vostro singer, cosa avete in programma per il futuro?

Macbeth: Grazie, questo è un bel complimento… trovo che l’umiltà sia una caratteristica essenziale 😉
La data in questione non è stata molto pubblicizzata poiché avevamo intenzione di testare un paio di pezzi nuovi versione live… quindi ci siamo adattati.
Comunque sia c’era molta gente e lo show è stato apprezzato.
Si, il fratellino è un gran frontman, oltre alle doti canore possiede un gran carisma…

Engash-Krul: L’intervista si sta avviando la conclusione, ancora una domanda, TrueMetal.it è un portale di musica metal che si trova su internet, cosa ne pensate quindi della rete e del fenomeno del file-sharing? Quanto questa pratica può danneggiare e quanto al contrario favorire i gruppi nel diffondere la loro musica e farli conoscere?

Macbeth: Ovviamente non può favorire in nessun modo gli artisti…
Sarebbe sufficiente poter scaricare samples dai siti ufficiali delle bands. Il file sharing danneggia il mercato discografico e non ci porta vantaggi. I Macbeth dalla loro parte cercano di mantenere grafiche accattivanti per cercare di far capire che vale la pena di acquistare gli originali anche se il prezzo dei cd sta diventando proibitivo.

Engash-Krul: Per finire, un po’ di spazio solo per voi, per i saluti o le comunicazioni ai nostri lettori…

Macbeth: Grazie Alex e Truemetal per lo spazio concesso e grazie ai fans della band! Compratevi “Male Artes” e venite a vederci dal vivo! Non saremmo nulla senza di voi 😉

Intervista di
Alex “Engash-Krul” Calvi