Megadeth: le canzoni più difficili al basso per David Ellefson
In una nuova intervista su Monsters, Madness And Magic, è stato chiesto a David Ellefson quali siano per lui i pezzi più difficili da suonare dei Megadeth. Questa la risposta del bassista:
Ci sono diverse canzoni… Sono tutte difficili, se le suoni nel modo corretto, è la verità, perché sono veloci. C’è molta intensità muscolare. Ti devi scaldare, per suonarle, e devi avere resistenza. Necessitano di destrezza. Holy Wars può essere difficile da suonare. Quando la mettevamo in fondo alla scaletta era molto più facile da suonare, perché avevamo avuto un’ora e mezza per scaldarci. Ma quando la mettevamo come primo pezzo, nei Novanta, nel tour di Rust In Peace, oh mio Dio, era pazzesco iniziare con quella. In pratica aspettavo a gloria il break in cui Marty Friedman suona quel pezzo tipo flamenco. Perché se ti irrigidisci ti viene il braccio tipo Popeye.
Un pezzo come My Last Word ha quella pazzesca scala pentatonica, ma non è poi così difficile da suonare. In fondo è una pentatonica. A volte quei pezzi che sembrano più difficili non lo sono, poi ci sono pezzi che hanno una notevole complessità, tipo Tornado Of Souls. Il downpicking di quel brano è notevole.
In ogni caso la complessità può cambiare anche a seconda del batterista con cui suoni. Quando c’era Shawn Drover stava molto più dietro al ritmo, come Chuck Behler. Dava questo feeling di relax; era veramente piacevole suonare con lui. Quando c’era Nick Menza spingeva sempre tutto e tutti al limite, per cui ci si teneva stretti disperatamente. Della serie: “Amico, rallenta un po’”. Ecco perché il batterista fa la differenza.