Metal Church (Kurdt Vanderhoof e Jeff Plate)
Intervista a cura di Vittorio Cafiero e Orso Comellini
D. E’ passato ormai qualche mese dall’uscita di “XI”: possiamo a questo punto dire che l’accoglienza è stata decisamente buona (sia in termini di critica che di vendite). Forse anche più di quanto fosse atteso? Siete sorpresi da questo caldo bentornato? Pensate che questo possa essere il punto di partenza per un nuovo inizio per i Metal Church?
(K.V.): Sì, assolutamente! Ma ero certo che con il ritorno di Mike (Howe n.d.r.) i fans sarebbero stati ben disposti. Il responso è stato eccezionale!
D.Quali sono i vostri pezzi preferiti da “XI” e perchè?
(K.V.): I miei sono “Sky Falls In” e “Signal Path”. Hanno un feeling old school Metal Church e sono molto melodici. Anche a livello di liriche, le trovo davvero significative, assieme a quelle di “Reset”, “Killing Your Time” e “No Tomorrow”.
D. Parliamo della fase di scrittura: come si è svolta, in sala prove come ai bei vecchi tempi oppure attraverso la condivisione di file e material composto in autonomia, come spesso accade oggi?
(J.P): E’ stato un processo abbastanza lungo e complesso. Kurdt ha atteso fino all’effettivo rientro di Mike prima di definire esattamente come sarebbe stato il nuovo disco. Con Mike nuovamente nelle nostre fila, e solo dopo molte discussioni a proposito della direzione da seguire, ha finalmente avuto una chiara idea di dove stavano andando. Dopo mesi di lavoro sugli arrangiamenti e modifiche, sui testi e sulle linee melodiche, Kurdt ha poi mandato a tutti i demo su cui lavorare, affinche lasciassimo il segno sulla musica anche noi. E poi, sì, certamente c’è stata una condivisione di file: del resto, io sono di New York, Kurdt, Steve e Rick dello stato di Washington e Mike è in California. Abbiamo ascoltato ogni cosa, le idee di ciascuno, prima di definire le tracce finali.
D. Perché Ronny Munroe ha lasciato la band e come è avvenuto il ritorno di Mike Howe? Una scelta precisa oppure un incontro casuale che ha portato al ritorno di fiamma?
(J.P.): Ron e i Metal Church si sono separati perché abbiamo capito da ambo le parti che non potevamo più lavorare insieme. Nonostante i bei momenti non siano stati pochi, su disco o sul palco, il suo comportamento alla fine era imprevedibile, disonesto ed insostenibile. Ha trovato una ragazza online, davvero ingestibile, e ha lasciato i Metal Church, il suo gruppo da solista, sua moglie e la sua famiglia perché era convinto che questo per lui fosse il meglio e che risolvesse tutti i suoi problemi. Per lo meno, fortunatamente, una settimana prima che tutto ciò si verificasse, Kurtdt aveva avuto la possibilità di parlare con Nigel Glockler dei Saxon a proposito di un possibile progetto insieme. L’idea era che Mike potesse esserne il cantante. Partendo dall’idea di tornare a lavorare insieme fino a rientrare nei Metal Church il passo è stato breve: dopo aver ascoltato la musica che Kurdt aveva tra le mani, Mike ne è rimasto tanto colpito dal potenziale da accettare la proposta di rientrare nel gruppo. Di meglio non sarebbe potuto succedere per la band.
D. Sappiamo che Kirk Arrington ha lasciato i Metal Church per problemi di salute. Puoi darci qualche aggiornamento riguardo la sua attuale condizione?
(J.P.): Abbiamo incontrato Kirk a Febbraio, ad un nostro show a Tacoma (Washington). Stava bene, di ottimo umore e ci è sembrato godersi lo show. Era molto contento di vedere nuovamente Mike sul palco con la band. Per quanto riguarda il suo stato di salute, non penso che tocchi a noi lasciare qualche commento a tal proposito. Personalmente, sono un suo grande fan, suonare queste canzoni e le sue parti è una bella sfida, ma anche un onore. Gli auguriamo il meglio.
D. Siete ancora in contatto con Craig Wells, Duke Erickson e John Marshall? Che fanno ultimamente?
(K.V.): Sì, di tanto in tanto. Hanno una vita normale: lavoro, famiglia, figli…
D. Qual è la prima cosa che vi viene in mente pensado a David Wayne?
(K.V.): Un peccato che non ci sia più.
D. Siete considerati tra i padri dell’US Power Metal, assieme a band come Riot e Vicious Rumors, gruppi con cui avete condiviso il palco durante l’Ultimate Power Force tour più di vent’anni fa (noi c’eravamo n.d.r.): quali sono i vostri ricordi a proposito di due eroi dell’heavy metal come Mark Reale e Carl Albert?
(K.V.): All’epoca non ero nella band, personalmente, ma sono un grande fan dei Riot e sono stati una grande influenza per i Metal Church.
D. Eravamo presenti anche al vostro spettacolo di ritorno a Wacken qualche anno fa. Cosa ricordate a proposito di quello show, oltre alla pioggia? Sensazioni, emozioni, aneddoti?
(K.V.): Mi ricordo solo dell’intero periodo di Masterpeace come molto deludente. Non funzionò come avevamo programmato e per certi versi non si sarebbe mai dovuto verificare.
D. Quest’estate verrete a suonare in Italia in tour, dopo diversi anni (o molti anni, nel caso di Mike). Quali sono le vostre aspettative? Conservate particolari ricordi delle vostre precedenti date qui da noi?
(K.V.): Ci è sempre piaciuto suonare da voi. E ricordo ancora la primissima volta, fu fantastico. Non vedo l’ora di essere lì.
D. La vostra setlist sarà concentrate sugli album dell’era Mike Howe più qualche altro classico (come la maggior parte dei vostri fans si augura) o suonerete anche qualcosa degli ultimi album con Ronny alla voce?
(K.V.): No, niente dal periodo Munroe. Ci focalizzeremo sul periodo con Mike Howe più ovviamente qualche pezzo dal nuovo album.
D. Durante le registrazioni di “Hanging In The Balance” avete avuto la possibilità di lavorare con il famoso Paul O’Neil (Savatage, Trans Siberian Orchestra, Aerosmith e molti altri) in veste di produttore, autore e coordinatore artistico. Come siete entrati in contatto con lui e come vedreste la possibilità di lavorare di nuovo insieme?
(K.V.): Era un buon amico del nostro management all’epoca. Ma da ora in avanti ci occuperemo dei nostri album da soli.
D. Qual è il più grande vostro rimpianto e quale il più grande traguardo raggiunto nella vostra carriera?
(K.V.): Non ho veri e propri rimpianti, ma sono molto deluso da come i Metal Church furono trattati nei primi anni ’90 dalle case discografiche…ma la scena era cambiata all’epoca e forse noi eravamo solo delle vittime di tutto ciò.
D. E’ tutto per questa volta. Come salutereste i lettori di TrueMetal.it e come dareste appuntamento ai vostri fans italiani?
(K.V.): Non possiamo neanche dirvi quanto apprezziamo il vostro supporto nel corso di tutti questi anni, significa davvero tantissimo per noi. Vi vogliamo bene!!