Quando hanno cominciato a registrare le batterie per la quarta fatica «Exul» a marzo 2020, i Ne Obliviscaris – prog estremo australiano fagocitante elementi death e melodic metal, jazz e avanguardismo – non sapevano che il mondo stesse per cambiare irrimediabilmente.
Intrappolati nel limbo fra Australia e Stati Uniti, i Ne Obliviscaris iniettano il proprio soffocamento e la frustrazione in «Exul», personificazione dell’obliterazione di limiti e confini, una miscela maestosa e intimorente di generi dalla sofisticatezza compositiva impressionante. Un contratto con Season of Mist, svettamenti nelle ARIA charts e riconoscimenti economici internazionali ben oltre il doppio delle loro aspettative non sono che ennesime conferme di quanto han dimostrato per anni: i Ne Obliviscaris sono uno sconvolgimento sonoro che è criminale prendere alla leggera.