Night Ranger (Joel Hoekstra)
La prima volta in Italia per i Night Ranger coincide con la prima calata nel BelPaese dei Journey, vale a dire il 21 giugno 2011, un giorno prima che i Judas Priest mettano a ferro e fuoco il Gods Of Metal. L’Arena Fiere di Rho (Mi) attende trepidante un grande show e, se i convenuti al banchetto del rock melodico non saranno poi tantissimi, i Night Ranger daranno comunque spettacolo mostrandosi in grandissima forma a quasi 30 anni dall’esordio discografico. Joel Hoekstra, chitarrista entrato nei ranghi del gruppo solo da qualche anno, si è gentilmente sottoposto alle domande di TrueMetal per un’intervista che ha toccato argomentazioni di ampio respiro. In un backstage blindatissimo, ecco il resoconto di una piacevole chiacchierata.
Sono passati ben 4 anni dall’uscita di Hole In The Sun. Che cosa è accaduto in casa Night Ranger durante questo lasso di tempo?
Forse la cosa più importante è stato il fatto che io ho fatto il mio ingresso nella band. Per il resto direi che il tutto è ruotato intorno alle date dal vivo, le quali sono aumentate sempre di più durante il corso degli anni. Pensa che, se prima del mio arrivo, si trattava di fare 30/50 show all’anno, nel 2011 abbiamo un’agenda con più di 100 concerti! In questo tempo che ho passato con i ragazzi dei Night Ranger ho suonato tantissimo e mi sono anche divertito un sacco, soprattutto nei tour in compagnia di Journey, Reo Speedwagon e Styx, tutti grandi musicisti e persone stupende.
Somewhere In California è il decimo album della carriera dei Night Ranger. Come è stato scelto il titolo?
Jack (Blades, basso e voce, nda), Brad (Gillis, chitarra, nda) e Kelly (Keagy, batteria e voce, nda) vivono in California, così come Eric (Levy, tastiere, nda), vive a Santa Rosa ed io ho passato la mia adolescenza a Los Angeles, quindi abbiamo tutti avuto a che fare con quei posti e quel modo di vivere tipico della zona. Le canzoni sono nate con quel feeling ben in testa, così è stato naturale dare all’album il nome di Somewhere In California.
E cosa credi rappresenti questo disco per i Night Ranger?
Beh, credo sia la continuazione del cerchio iniziato ormai quasi 30 anni fa. In effetti Somewhere In California è un ritorno al sound tipico dei Night Ranger, pur avendo gli elementi base di una produzione moderna, ma comunque si focalizza molto sulle due chitarre, su grandi ritornelli e su tutti i marchi di fabbrica di casa Ranger. Diciamo che, in fase di songwriting, ci siamo concentrati su tutto quello che rappresenta la band ed abbiamo semplicemente cercato di fare ancora una volta ciò che sappiamo fare meglio: rock ‘n’ roll.
Hai accennato alla stesura dei pezzi. Come avviene questo processo? C’è un compositore principale all’interno della band?
In realtà ci troviamo molto in sala prove a jammare ed è così che vengono fuori le nostre canzoni. Brad, Jack e Kelly sono il nucleo principale ed io ed Eric diamo il nostro contributo, proprio come quando avevo 16 anni ed ero alle prese con la mia prima band. Non c’è, quindi, un procedimento standard, ma ci troviamo insieme e partiamo dalle idee di qualcuno: Brad ha un riff, Jack una melodia o Kelly un ritmo particolare che viene sviluppato fino a formare una canzone. Trovo che questo sia un ottimo modo per creare ed aumentare sempre di più l’affiatamento tra i membri di un gruppo ed è esattamente così che ci sentiamo, una vera band.
Di cosa parlano i testi?
A questo proposito Jack e Brad sarebbero le persone più indicate a rispondere in maniera completa, ma comunque loro sono inclini a scrivere di proprie esperienze e di sensazioni che vivono o hanno vissuto. In ogni caso il comune denominatore delle liriche è quello di poter portare un messaggio positivo a chi ci ascolta, ma anche di onestà verso sé stessi. C’è molto lavoro in questo senso perché Jack e Brad vogliono sempre che il testo rispecchi esattamente il concetto di fondo che sta dietro ad ogni canzone.
Tornando un attimo indietro nel tempo, Hole In The Sun fu un discreto shock per i fan dei Night Ranger e veder tornare la band a sonorità a lei più consone con il presente Somewhere In California ha fatto tirare un sospiro di sollievo a molte persone. Da quali basi era partito il precedente album?
Il modello di base attorno al quale è stato costruito Hole In The Sun era il semplice motto “cresci o muori”. All’epoca non ero ancora parte del gruppo, ma comunque so che gli altri ragazzi volevano esplorare nuovi territori ed in effetti in quell’album ci sono delle bellissime canzoni. La differenza sostanziale tra quel disco e l’ultimo è la filosofia di base, mutata in un più semplice “facciamo ciò che sappiamo far meglio”. In questo caso c’era la volontà di dimostrare chi sono veramente i Night Ranger.
Parliamo un attimo del Giappone. Si è sempre trattato di un buon mercato per voi e per il rock melodico in generale, quindi vorrei sapere da te cosa ne pensi del disastro che ha visto l’esplosione della centrale nucleare di Fukujima in seguito al terremoto ed allo tsunami che hanno devastato quella terra.
Neanche a dirlo, sono costernato davanti ad una tragedia di questa portata, così come lo siamo tutti noi. I fan da quelle parti sono meravigliosi ed hanno un’attenzione ai dettagli quasi maniacale, così come sono veramente appassionati per qualunque cosa noi facciamo. Li considero degli amici e, durante i due tour che ho avuto modo di fare in Giappone, ho incontrato moltissimi di loro che esprimevano grande entusiasmo per la nostra musica. Parlo a nome di tutti i membri della band quando dico che vogliamo tornare al più presto laggiù a portare un po’ di conforto e di positività a quella gente che tanto ci ha dato in passato.
Ok, ora torniamo a parlare di musica. Il prossimo anno ricadrà il trentesimo anniversario del primo album dei Night Ranger. C’è l’intenzione di festeggiare questo compleanno?
Noi festeggiamo ogni giorno il fatto di essere in grado di fare musica e so che gli altri la pensano esattamente come me. Ultimamente ho sentito ventilare l’ipotesi di un Dvd live, ma al momento è solo una prospettiva e nulla di più concreto.
Joel, tu fai parte del musical Rock Of Ages in veste di chitarrista. Cosa ne pensi del fatto che, nell’adattamento cinematografico dello spettacolo, sarà Tom Cruise a rivestire i panni del protagonista?
Credo sia una buona scelta. In fondo si tratta di una storia divertente, di una commedia, e credo che le persone dovrebbero più pensare a questo che non a sentire quanto bravo sia il cantante di turno, anche perché con tutti gli strumenti di cui dispone la tecnologia al giorno d’oggi ognuno di noi potrebbe diventare un ottimo cantante, quindi anche Tom Cruise (ride, nda)! Tornando seri, l’importante è che la musica venga fatta bene ed a livelli alti in modo che possa arrivare a tanta gente nel modo corretto, cioè come una storia divertente e “leggera”. A chi importa che Tom sia o no un bravo cantante, non è questo il punto.
Ultima domanda: sei a conoscenza del fatto che i Night Ranger vengono citati all’interno del cartone animato American Dad (l’episodio è “Custodia congiunta” della seconda stagione italiana)?
Oh si, Brad mi ha passato il link! La scena è stupenda, abbiamo riso di gusto tutti quanti (ride, nda)! D’altronde devi anche saper ridere di te stesso, altrimenti non andrai da nessuna parte.
N.B.: Le foto che ritraggono i Night Ranger dal vivo sono relative al concerto tenutosi il 21/06 all’Arena Fiere di Rho (Mi) e sono a cura di Massimo Ecchili.