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Pink Floyd: fuori il libro di Atom Heart Mother, l’album che cambiò tutto!

Di Stefano Ricetti - 4 Aprile 2023 - 10:43
Pink Floyd: fuori il libro di Atom Heart Mother, l’album che cambiò tutto!

Comunicato

Pink Floyd: fuori il libro di Atom Heart Mother, l’album che cambiò tutto!

In libreria dal 7 aprile.

Edizioni Tsunami,
collana Le Tormente (17)
18 euro, 216 pagine

Il cuore nuovo dei Pink Floyd

Giovanni Rossi racconta un momento particolare della storia dei Pink Floyd a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, l’allontanamento di Syd Barrett si era già consumato. Gli ultimi album prodotti erano gli iconici, ma non del tutto soddisfacenti per la band e per la EMI More e Ummagumma. A quel punto della loro carriera i Pink Floyd erano forse intenti (più o meno consapevolmente) a trovare sé stessi, superando (magari inglobandola in qualcosa di nuovo) la produzione psichedelica. Per rendere con maggiore efficacia la vicenda, l’autore sceglie di abbinare virgolettati di interviste d’epoca a dialoghi e ricostruzioni come in una sorta di romanzo storico rock in cui è però tutto vero o quasi.

E così ci porta nella Roma di quel periodo dove troviamo la band alle prese non solo con la dolce vita, ma anche con il maestro Michelangelo Antonioni che li volle per le musiche di Zabriskie Point! Anche se molti dei lavori di Nick, Rog, Dave e Rick furono scartati, da quelle sessioni nacque l’embrione di quello che sarebbe stato un album mitologico.

Ma affinché lo fosse, i nostri vollero inserire una folta parte orchestrale, quella che oggi conosciamo bene: la suite di Atom Heart Mother. Per farlo collaborarono con un compositore ben più abile di loro in quell’ambito con cui Roger Waters aveva lavorato per musicare un documentario sul corpo umano della BBC: Ron Geesin. Altro deus ex machina dell’album con la mucca in copertina fu John Alldis, direttore del coro che seppe dirigere l’orchestra meglio di Ron e della Band, dato che i musicisti classici spesso si indisponevano a dover suonare pezzi con band pop o rock.

Insomma non tutto fu semplice, nemmeno far passare l’idea di un album che recava solo una bella frisona, dal nome Lulubelle III, in copertina. Nessun titolo e nessuna band. Eppure l’album conquistò per la prima volta la vetta delle classifiche: primo in Inghilterra e quinto in Italia, andando anche a incuriosire Stanley Kubrick, che avrebbe voluto la suite per Arancia Meccanica. Non se ne fece nulla, ma i Pink Floyd erano ormai lanciati verso un successo planetario con o senza di lui.

Ricchissimo di fatti curiosi e insoliti e davvero coinvolgente e scorrevole, questo lavoro di Rossi è fondamentale per gli amanti della band e del rock britannico di quel periodo.