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Intervista Rain (“Amos” Amorati e Francesco Grandi)

Di Stefano Ricetti - 15 Marzo 2011 - 0:20
Intervista Rain (“Amos” Amorati e Francesco Grandi)

Intervista ai bolognesi Rain, storica band HM attiva fin dagli anni Ottanta, da qualche mese di nuovo sul mercato con il Dvd Come Back A-Live, in pratica la cronaca di un sogno americano che si avvera, Blackie Lowless – ops, Lawless – degli Wasp permettendo…

Buona lettura.

Steven Rich   

Come, dove, quando e per conto di chi è nata la possibilità di intraprendere un tour americano nientepopodimeno che con gli Wasp?

(AMOS – chitarra): Ciao Steven e ciao a tutti i lettori di TM. Bella li, allora molto semplice, … di sicuro non perché abbiamo vinto un concorso su un sito ahahahahah …eravamo da anni in contatto con varie agenzie di booking tra cui anche questa che ci ha proposto di aprire le date americane del tour degli W.A.S.P. poi quando l’agenzia ha fatto sentire la ns musica a Mr. Blackie lui non ha fatto storie… e con il preavviso di soli 2 mesi siamo partiti, yeah!!!!

Le spese ve le siete dovute sobbarcare completamente voi stessi?  

(Francesco – voce): le spese più consistenti sono state il noleggio in loco di backline e di furgoni per il trasporto, e i biglietti aerei; una parte ce le siamo sobbarcate noi ed una parte la nostra etichetta. Per quanto riguarda i pernottamenti che sarebbero stati a carico nostro e la benzina abbiamo fatto una patta col merch, eravamo partiti con circa 200 Cd e 100 magliette e abbiamo venduto tutto da paura!!!

Dalle immagini non trapela un grande “amore” scoccato fra Blackie e voi. Vuotate il sacco, senza ipocrisia, se possibile, please…

(Francesco): Lowless è un soggetto che vive nel suo personaggio di sempre, non si capisce se “ci faccia o ci sia” sul serio… fatto sta che esercita vita natural durante la parte della star anni ‘80: capricciosa, dispotica, egoista ed egocentrica, sfuggente nella vita quotidiana, più propensa a crearsi dei nemici piuttosto che degli amici, un po’ in sintonia con gli echi che rimembra il nome della band, è ovvio che qualche CHIARO sintomo di frustrazione dietro tutto questo c’è, ma non si può negare il fatto che una percentuale significativa del suo magnetismo sia dovuta proprio alla sua reputazione di “testa …calda”.

(AMOS): si io e lui siamo molto simili ahahahah anche io non faccio autografi a nessuno e nemmeno le foto, mah guarda in verità con lui ci ho parlato solo io una volta perché mi ha fatto salire sul loro tour bus, lui da li scendeva solo per i sound check e per i concerti, per il resto, non pervenuto. Quella mezz’oretta in cui mi sono trovato faccia a faccia con lui è stata educativa, mi ha parlato da padre a figlio, ho fatto tesoro di quello che mi ha detto e spero mi aiuterà in futuro.

In  generale, vi aspettavate che ci fosse più gente a vedere gli Wasp – e di conseguenza voi stessi?

(Francesco): No non direi, ci sono stati un sacco di sold out, incluse le tre date che quel furbacchione ha annullato. Direi proprio che il pacchetto W.A.S.P. + RAIN ai fini della visibilità ci abbia dato e stia continuando a dare buoni frutti, altroché, averne!

Gli stessi Wasp vi hanno gasato o deluso? Come ve li aspettavate e come li avete invece trovati?

(Francesco): Io non mi aspettavo nulla perché li conoscevo solo come grande nome heavy metal ma non li avevo mai ascoltati. A livello professionale sono senz’altro delle fottute macchine da guerra, la loro performance è sempre ad altissimi livelli sebbene durante il sound check per volere del Blackie il locale debba essere evacuato (forse perché la voce di Lowless si sente forte e copiosa ancora prima del suo ingresso on stage????…mah), a livello personale gli strumentisti sono tutti tranquillissimi, soprattutto il chitarrista Douglas con cui abbiamo fatto proprio baldoria, è una persona modesta e generosa.

(AMOS): per me sono veri idoli, i loro primi dischi mi piacciono di brutto e anche l’ultimo, hanno uno stile fico e personale, dal vivo sono perfetti, sempre, direi che valga la pena andarli a vedere, sempre!

Quale la location migliore dove vi siete esibiti e perché.

(Francesco): Senza dubbio la miglior location è stata quella dell’ultima data: il Key Club di L.A. a 100 metri dal Rainbow, locale pieno, pubblico “infoiato” a mille, eterogeneo dal punto di vista dell’età apparente, un sacco di gnocca come al solito (AHAHAHA) ma  sembravano ancora più belle, forse per il fascino pazzesco che lo stesso locale esercitava su di noi. Un classico locale rock  americano, dove ogni artista sul genere sogna di esibirsi sin da bambino oserei dire….Cazzo se chiudo gli occhi mi sembra di essere ancora là.

(AMOS): si LAS VEGAS e L.A. sono di sicuro state le date più prestigiose visto che purtroppo N.Y. è saltata 5 minuti prima dell’apertura del locale, con il sold out e la gente fuori dal locale in fila con il biglietto in mano, come si vede nel DVD, quello che non si vede è che saputo dell’annullamento ha preso a calci fino a mattina il tour bus degli W.A.S.P. ahahah cazzo che nottata, noi che manco centravamo un cazzo manco potevamo uscire dal locale, adesso mi fa ridere ma sul momento un po’ meno…

Stessa domanda per la peggiore.

(Francesco): Forse la peggiore è stata a St. Petersburg, l’unico posto dove ci è voluto tempo per caricare un po’ il pubblico, non c’era tantissima gnocca, abbiamo avuto qualche problema tecnico, l’accesso ai camerini era esclusivamente dal palco, noi lo abbiamo imparato solo quando è arrivato il momento di cambiarsi, chiaramente sul palco c’era la band che suonava prima di noi, i War Machine (canadesi) e di cambiarsi se n’è parlato alla fine della loro performance in tempi da record!!!

(AMOS): le date peggiori sono le 3 annullate, fanculo 3 ottime occasioni per dimostrare, come abbiamo fatto tutte le altre sere, chi cazzo sono i RAIN. Il problema poi è che nessuno ha mai capito i perché degli annullamenti, tutti all’ultimissimo minuto con i locali sold out… mah…

Avete avuto problemi logistici? Intendo, tribolazioni per trovare i club, per parcheggiare, per dormire etc etc…

(Francesco): Beh sì, triboli andati poi a buon fine ce ne sono stati… Ogni volta che lasciavamo una location puntavamo il satellitare al “Red Roof” più vicino al locale della serata successiva. “Red Roof” è una catena di motel con il più alto rapporto qualità prezzo e noi, i tre quarti dei pernottamenti li abbiamo fatti dentro questi motel. Una delle eccezioni è stata proprio a Los Angeles dove era tutto sold out e abbiamo dormito in un ostello gigantesco ed efficientissimo, le camere erano miste, lì mi sono reso conto che per quanto possiamo essere bifolchi noi italiani, c’è veramente di peggio. Comunque l’ostello ci ha salvati da una notte in furgone perché l’altra opzione era un albergo abusivo con letti sporchi, porte sbragate, puzza atroce nei corridoi di rancido, buchi di proiettili sui muri…insomma un problema grosso.

(AMOS): si un paio di volte abbiamo anche forato ma la bazza è che i gommisti negli USA sono davvero gentili ed economici

Francesco

 

Chi guidava il furgone?

(Francesco): il furgone lo guidava per lo più Andrea il batterista, ma quando era stanco, AMOS svegliava il “Gran Visir” (Massimiliano il nuovo chitarrista) e l’allarme rientrava. Il Driver non solo era responsabile dell’incolumità dei passeggeri, ma era anche continuamente a rischio di insulti, bastava sbagliare strada e cominciavano a piovere improperi e insulti pazzeschi anche a parenti e fidanzate. Chi stava dormendo (come Gino di default, o spesso anch’io) si svegliava dalle urla degli altri e rincarava la dose! (AHAHAHAHA che cazzo di scene le potete vedere nel DVD).

Vi spostavate unitamente agli Wasp o cosa?

(Francesco): Dopo la prima data, il Driver dei W.A.S.P. ci aveva preso in simpatia e ci ha consigliato di seguirlo, eravamo diretti in New Jersey, per noi sarebbe stato un tredici perché avremmo potuto muoverci con loro e ogni cosa sarebbe stata probabilmente più facile per noi. Il problema era che non aveva chiesto il permesso a Blackie, di essere così gentile e ben disposto nei nostri confronti. Così giunti nel New Jersey si è fermato in un parcheggio gigantesco, si è scusato e ci ha chiesto di continuare a viaggiare autonomamente, senza aggiungere altro, come se qualcuno gli stesse facendo, e/o gli avrebbe fatto il culo. Paradossalmente il driver non lo vedemmo più per 15 giorni. Mah…. Ovviamente dopo quell’episodio non ci spostammo più unitamente agli W.A.S.P.

Groupie: sono esistite? Gli Wasp ne avevano? Ne avete, eventualmente approfittato anche voi?

(Francesco):  di gnocca disposta a venire al sodo con i W.A.S.P., ma soprattutto con noi, ne abbiamo vista finché vuoi: al banco del merchandise, appena scesi dal palco… loro arrivavano lì da sole o a gruppi … Per forza appena finito il concerto, Lowless si barricava dentro al tour bus assieme ai suoi musicisti, senza nemmeno firmare un cazzo di autografo, e la gnocca dove vuoi che andasse? Al banchetto della rock ‘n’ roll band italiana. Ovvio. Per quanto riguarda le Groupies nella definizione tradizionale “anni 70” del termine, no non ne abbiamo viste. Stop.

Siete stati via dall’Italia per un bel po’, come avete fatto a far combaciare gli impegni di lavoro – quello vero, in patria – con le esigenze di un tour?

(Francesco): la risposta è molto semplice, chi è un dipendente ha preso tre settimane di ferie, chi è in proprio ha dovuto gestire telefonicamente e telematicamente i suoi sostituti e chi invece non lavorava proprio ha fatto ancora prima! AHAHAHAHAHAHA!

Qual è stata la più grande soddisfazione che vi siete levati all’interno dell’American Tour con gli Wasp?

(Francesco):  E’ stato “immenso”, suonare davanti a quello che di fama mondiale è il vero pubblico rock ‘n’ roll e nella maggior parte dei casi averlo fatto godere.  La conferma di valere artisticamente qualcosa per loro, è la mia e penso sia la “nostra” più grande soddisfazione.

 

Amos

E la delusione?

(AMOS): il fatto che ti arrivano in Italia le multe prese per divieto di sosta sul Sunset Strip ahahah

Quale invece la più grande difficoltà da superare?

(AMOS): guarda siamo una band rodata e di tour lunghi 3 settimane ne avevamo già fatto uno di spalla a BLAZE BAYLEY in Europa l’anno scorso, a sto giro davvero è stata un passeggiata, in fondo in america chi suona in una band si sente coccolato dalla gente comune, non come qui, ti rendono se possono la vita facile… che dire è un paradiso da quel lato li… più in generale onestamente pensavo che magari potevamo anche non piacere, temevo magari il confronto con gli stessi W.A.S.P. e le altre support band americane che di sera in sera si alternavano prima di noi, invece la gente si gasava solo con noi, le altre band USA le abbiamo spazzate via, incredibile, tutte le sere un sacco di persone ci facevano i complementi e volevano foto ed autografi.

Poi tipo quando anche mentre non suoni sei in giro per l’America e magari ti fermi a fare benzina, e il benzinaio ti chiede come mai sei da quelle parti, se sei di una band, dove suoni la sera, e magari se suoni li vicino questo davvero ti viene a sentire, impossibile in un altro paese, li tutto è già predisposto per il rock yeah! Mentre stavamo mangiando a Sayreville (NJ, paese natale di BON JOVI…) il pomeriggio in un locale specializzato in costolette di maiale, la cameriera ci chiede se eravamo noi i RAIN che aveva sentito il suo collega che sta in cucina alla radio e se era vero che avremmo suonato li quella sera, ci hanno persino regalato le magliette del locale e Francesco è salito sul palco con quella, troppo bello dai!

 

Rain in USA

 

Nel video vi si vede impantanati con il furgone, poi sopraggiunge un gentile americano in Jeep che vi porta in salvo. Come avete fatto a beccarlo?

(Francesco):  è stato solo puro culo!!!!! Incredibile! Venivamo da Reno in Nevada, stavamo andando a Las Vegas percorrendo la Route 66, proprio come nei fottuti film, abbiamo pensato bene di uscire dalla route per fare qualche ripresa sborona nel deserto, così abbiamo osato più del consentito come al solito e ci siamo arenati nella sabbia. Dopo aver menzionato ogni personaggio della Sacra Bibbia e svuotato il furgone di tutti i bagagli e backline al fine di renderlo più leggero, abbiamo visto arrivare questo ragazzo che si stava divertendo con la sua jeep sulla sabbia. In cambio di un nostro CD e di un milione di ringraziamenti (non di dollari) ci ha trainati, mediante una corda che portava sempre con se, fuori dalla sabbia, evitandoci ogni tipo di problema con Police e carri attrezzi (che non dovevano essere proprio gratis).

Amos, chi è la biondazza alla quale scrivi sulla pancia? Dove e cosa le hai scritto? La scena è stata riportata nel Dvd.

(AMOS): … this is the belly of the beast – ahahah si quella era proprio una vecchia groupie, voleva gli W.A.S.P. ma appena ci ha visto, ciao Blackie, ciao tutto, forza Italia, spaghetti e mandolino rules ahhah

Vi fate un mazzo tanto da tempo. Siete soddisfatti di quanto raccolto finora o vi aspettavate di più dopo tanti chilometri e sbattimenti?

(AMOS): io sono soddisfatto ogni anno la band cresce, e ci divertiamo sempre di più c’è poco da dire, per la strada abbiamo perso dei pezzi e mi dispiace tanto, ma sono stati anni bellissimi assieme a divertirsi e suonare, non chiedo di meglio. L’Italia ci ha dato tanto, forse tutto quello che ci poteva dare, io sono felice di essere italiano e andrò nel mondo a farlo vedere a tutti, dopo gli USA non ho più paura di un cazzo, siamo pronti per fare il giro del mondo, ultimamente sono davvero cazzi per chi suona dopo i RAIN!

Siete ancora in contatto con il Vostro ex singer Tronco? Di che cosa si occupa oggi?

(AMOS): si certo io lo sento e vedo quando possiamo perché cmq anche lui è molto preso dal suo lavoro in teatro e dalla sua famiglia.

(Francesco): Certo che siamo ancora in contatto con lui, siamo in ottimi rapporti, è stato ospite “d’onore” alla terza RAIN Crew Convention di Novembre 2010 e come al solito ha spaccato! Vogliamo molto bene a Tronco. Per il resto da quello che so io, canta come tenore al teatro di Modena.

Per Amos: la tua definizione di un’istituzione come Gino Zenari

(AMOS): Gianni è in primis un grande amico, non si è mai tirato indietro e mai lo farà, suona con il cuore, per lui è tutto, come per me. Andiamo molto d’accordo da sempre, fin dal mio ingresso nella band nel 1998, alla fine mi ha insegnato lui a stare sul palco, gli devo molto, e spero che in questi anni qualcosa di essere riuscito a dargli indietro in termini di fotta ed energia… quando è stato sostituito in qualche live per problemi familiari la sua mancanza si è sentita un casino, riesce cmq a dare sempre sicurezza e stabilità a tutta la band.. anche se ad uno sguardo superficiale sembra non faccia un cazzo ahahah

Bologna ha dato i Natali, negli anni Ottanta, a band di heavy metal che hanno fatto la storia dell’HM italiano. In rigoroso ordine alfabetico Crying Steel, Danger Zone e RAIN. Cosa pensate delle reunion dei due gruppi sopraccitati? In che rapporto eravate/siete con Loro?

(Francesco): Siamo in ottimi rapporti con Franco Nipoti “Penna bianca”, l’emblematico chitarrista dei Crying Steel, anche lui è stato nostro ospite alla terza RAIN Crew Convention e anche lui ha spaccato, inoltre Franco è un grande amico per tutti noi perché più volte ha sostenuto la nostra attività live con partecipazioni chitarristiche di vario genere. Per quello che riguarda la loro Reunion è sempre un piacere ed un sollievo pazzesco, penso che una mossa come quella sia la più grande dimostrazione di forza e perseveranza: Rock on & Never surrender! Grande Franco e grandi i Crying Steel.

Per quello che riguarda i Danger Zone io personalmente conosco solo Roberto Priori come gran chitarrista, ottimo sound engineer e persona a modo, sono sempre stato curioso di sentire i suoi Danger Zone anche perché tutti me ne hanno sempre parlato strabene, ma avendo io appena compiuto i 28 anni, ho avuto qualche problema a vederli dal vivo prima dello scioglimento… Sicuramente appena uscirà il disco lo acquisterò in vinile e li andrò a vedere on stage!!

(AMOS): si si come dice Fra i CS spaccano! Cazzo il loro disco “the steel is back” mi piace proprio un casino, fantastico davvero, metallo della Madonna. Per i DZ, sono molto curioso di rivederli, dicono di aver mollato a causa della venuta del Grunge, un po’ come tantissime altre formazioni verso gli anni 90… insomma cosa dire, vedremo come torneranno.

Molte volte però mi balla in testa una cosa e stavolta la voglio proprio dire: perché nessuno parla mai delle band che invece magari si sono formate proprio in quegli anni “bui” tra il 94 ed il 98 quando tutti stavano mollando e hanno traghettato il metallo underground fino ad oggi dando poi la possibilità a chi aveva mollato allora di ricominciare oggi?? Io sono sempre andato avanti e sinceramente ne vado molto fiero, i RAIN pure, certo con vari cambi di line up e allora? Noi siamo qui e ci siamo sempre stati, mai mollato per un cazzo e anche dopo di me avrei tanto piacere di passare il testimone a chi volesse portare avanti un certo tipo di sound e soprattutto di attitudine. Può venire il Grunge, o quel cazzo che vi pare e allora?? Si suona la sera/notte ed il modo per campare lavorando di giorno lo si trova sempre, si stringono i denti, non si seguono i pensieri di facili guadagni che non esistono mai. Poi a me il Grunge piace anche ahahaha, c’è di peggio nella vita dai! bella li, viva la FIGA!!!

 

 

A livello di vendite, come è andato Dad Is Dead?

(AMOS): non ho dati definitivi perché l’etichetta mi dice che di mese in mese le vendite aumentano sempre, ma siamo molto soddisfatti, di sicuro abbiamo sfondato le 5000 copie vendute, l’obiettivo che ci eravamo prefissati.

Avete in vista un nuovo album?

(Francesco): Abbiamo interrotto le pre-produzioni del nuovo disco per un progetto importante: l’antologia dei trent’anni della band, si tratta di una raccolta di vecchi brani completamente riarrangiati, più una bonus track inedita, alcuni dei vecchi brani risulteranno addirittura irriconoscibili, ne stamperemo una tiratura anche in vinile, non vedo l’ora. Poi riprenderemo a mano il disco nuovo, abbiamo già sei brani buoni, e andremo avanti…  L’attività live ovviamente sarà rallentata un minimo ma mai fermata, perché il contatto e il confronto col pubblico è sempre molto importante per noi.

(AMOS):  Chiudo consigliando a tutti di comperare il DVD che costa davvero poco, 13 euro con spese di spedizione incluse! lo trovate su www.crotalo.com oppure anche nei negozi di dischi, se non lo trovate richiedetelo, lì davvero ne potete vedere delle belle, ahahah! carichi dai!!!  www.raincrew.com

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti