Recensione libro: Da Satana all’Iperuranio, 35 anni di Black Metal
Da Satana all’Iperuranio. 35 anni di Black Metal in 101 dischi
di Antonio Lo Giudice
ISBN 9788897389330
pp. 228
ill. B/N
€ 15,00
Sin dal primo capitolo, intitolato non a caso iconicamente “Lay down your soul to the gods of rock’n’roll” (Venom docet), l’ultimo libro nato in casa Crac Edizioni relativamente all’Acciaio tradotto in note è capace di suscitare in chi legge una cifra di interesse ragguardevole. La lucida analisi sul fenomeno Black Metal da parte dell’autore si sviluppa in sole tre pagine, però sufficienti a inquadrare l’indiscusso protagonista di un volume di duecentoventicinque pagine e spiccioli.
A seguire l’altrettanto intrigante “Guida alla lettura e Avvertenze”, ove Antonio Lo Giudice, classe ’78, sgombra qualsivoglia dubbio riguardo la propria buona fede nel NON voler redigere una lista dei “Migliori dischi Black Metal”, ma di cercare di ricostruire l’evoluzione del genere indicando i lavori che hanno segnato un passo in avanti [cit.] all’interno del cammino del Metallo Nero. Sempre nello stesso spaccato, sottolinea altresì, con umiltà, che il libro non pretende di avere nessuno scopo “accademico” ma viceversa fornire eventuali spunti per l’approfondimento per i lettori più coinvolti.
Che Da Satana all’Iperuranio sia uscita atipica, in questo momento nel quale pare che si sia scatenata, fra alcuni addetti e meno addetti ai lavori la corsa per pubblicare prima degli altri volumi riguardanti “I cento migliori dischi” dei vari generi e sottogeneri della musica dura, lo si scopre poi man mano, durante la lettura. Lo Giudice, tramite una prosa scanzonata il giusto – ma competente, sia ben chiaro – analizza alla propria maniera i dischi che ritiene fondamentali all’interno di quel lungo percorso artistico che prese vita dai Venom di Wecome to Hell nel 1981 e che è ben lungi dal concludersi, semai lo farà. Il Black Metal, che piaccia o meno, vanta ancora parecchie frecce al proprio arco, a differenza di altri settori siderurgici ove l’immobilismo regna sovrano, con tutti i pro e i contro della situazione, beninteso.
Lungo le varie schede/recensioni l’autore si concede simpatiche licenze, ad esempio quando definisce gli Immortal come “I Manowar del Black Metal” andando a tracciare un solco ben evidente fra il proprio stile e quello lapidario-trombonistico molto in voga in altri contesti letterari. Va altresì sottolineato che lo stesso si lascia un po’ troppo prendere la mano dalla foga e incappa in qualche scivolone dettato probabilmente più dal proprio atteggiamento sanguigno e dissacrante che non dalla volontà di metter qualche espressione un poco sopra le righe nella sua esposizione. Quello che però riesce a mantenere con una certa continuità è “il tiro” del libro, operazione non così facile nel momento in cui si inanella un disco dopo l’altro. Il Black Metal viene trattato a 360°, fregandosene della presunta integrità declamata da qualche band, dando spazio, oltre che pressoché a tutti i mostri sacri, anche a molti gruppi non inscrivibili geneticamente nel genere ma che hanno contribuito a creare le fondamenta di quello che veniva definito come una fra le vie – o derive, per qualcuno – più estreme dell’heavy metal. Accanto agli obbligatori Mayhem, Immortal, Darkthrone, Dissection, Watain e “nutritissimissimissima” compagnia trovano quindi la propria collocazione anche Sodom, gli Slayer di Hell Awaits, Vulcano e molti altri. Ampio spazio viene dedicato, doverosamente, anche alla scena italiana e si chiude con tre interessanti testimonianze sul tema Black da parte di Agghiastru, Cadaveria e AC Wild dei Bulldozer.
Fra iperboli azzardate – una su tutte: la definizione di King Diamond – e trovate degne di nota – scoprirete colui il quale viene battezzato come “demo umano” – Da Satana all’Iperuranio risulta lettura stuzzicante, perché concepita e realizzata in maniera difforme dal tradizionale.
Stefano “Steven Rich” Ricetti