Recensione libro: “Heavy Bone – Diabulus In Musica”

Di Stefano Ricetti - 8 Febbraio 2011 - 0:10
Recensione libro: “Heavy Bone – Diabulus In Musica”

Heavy Bone – Diabulus In Musica
di Rizzi Enzo

Aaron Works

Genere: Fumetto d’autore

Prezzo: 9.90 €

Numero pagine: 98

Formato 30×21

www.tespi.it

Diabulus in Musica è l’ultima fatica del disegnatore e soggettista Enzo Rizzi, apprezzato autore della periodica rubrica qui su TrueMetal, un uomo “folgorato sulla via di Damasco” del Metallo tonante al compimento della maggiore età e che oggi, nonostante le primavere sul groppone si accumulino, non accenna ad arretrare di un millimetro la propria attitudine.

Già, perché per pensare, organizzare, gestire, scrivere testi, vagliare, delegare, incavolarsi e talvolta disegnare quest’ultima opera il Nostro ha dovuto sacrificare ore e ore del proprio tempo libero, visto che non lo fa di mestiere ma per diletto.  

Entusiasmo, tanta passione e dedizione alla sua creatura, quell’Heavy Bone che si occupa di eliminare rockstar per professione e in questo libro viene raffigurato non dal solo Rizzi ma anche e soprattutto da altri grandi artisti votati alla causa, a partire da Alessandro Orlandelli (aka Alex Horley) già al lavoro per Gene Simmons e Rob Zombie, autore della copertina del libro.

 

 

In quasi cento pagine il losco figuro puzzolente dai jeans attillati, insieme con le “dolci” creature che tiene amorevolmente in grembo – tale Rock e tale Roll, due abominevoli mostriciattoli violenti, aggressivi e assetati di sangue – si diletta nello svolgimento della sua missione agli ordini di un’entità superiore, residente nell’Hellsound. Non sempre ligio al dovere, il Nostro si concede qualche scappatella sentimentale, concedendosi alle lascivie di alcune intraprendenti signorine, senza però dimenticarsi dell’obiettivo finale del proprio impervio viaggio, attraverso le insidie di un cammino a tutto splatter, horror, pulp e Rock a 360°. Si, perché l’autore è poliedrico e non di solo HM si nutre.

Quindi, accanto alle immagini delle copertine che fanno capolino fra le varie tavole di band dure e pure come Saxon, Motorhead e Judas Priest, oltre ai capostipiti Black Sabbath, Led Zeppelin, Deep Purple e Jimi Hendrix trovano spazio, fra gli altri, anche i poster di The Who, Grateful Dead, Grand Funk, Rolling Stones, Yardbirds e The Doors. Ottima idea, poi, da buon italiano, far indossare ai ragazzi del primo episodio, realizzato da Rizzi stesso, le T-Shirt di Extrema, Death SS, Stormlord e anche Lacuna Coil…

Diabulus In Musica non è realizzazione per sola lettura, assolutamente! Va gustato soffermandosi sulle splendide immagini, che spesso assumono i contorni delle vere e proprie opere d’arte, quando le dimensioni e lo spazio fisico a disposizione lo permettono. A questo proposito soffermatevi ad ammirare il lavoro a tutto campo di Fabrizio Galliccia a pagina 31 piuttosto che quello di Arjuna Susini a pagina 64.

Scoprire i particolari, godersi i chiaroscuro di Alessio Fortunato, farsi rapire dalle diverse tonalità di grigio utilizzate dallo stesso Susini, passare da un autore all’altro riuscendo ad apprezzarne le peculiarità, soffermarsi sulla linearità del tratto di Lelio Bonaccorso, stupirsi dello spettacolare spaccato del Sunset Boulevard rappresentato da Walter Trono, per poi tornare indietro e riprendere il filo del discorso dopo tanto sognare, tutto questo è Diabulus. L’albo si chiude con una galleria di immagini griffate Andrea del Campo, Giuseppe Palumbo, Enzo Troiano, Luca Maresca, Andrea Rossetto e Francesco Biagini, più una mini intervista all’autore e una sua breve biografia.

Diabulus In Musica è arte fatta disegno al servizio di una trama surreale, che permette facilmente di perdonare un paio di refusi e un linguaggio talvolta gratuitamente sopra le righe.  

Dopo La Storia Del Metal a fumetti del 2009 Enzo Rizzi e il Suo Heavy Bone colpiscono ancora, con la chiara intenzione di avere in serbo altre sorprese nel medio termine.

Chiudo permettendomi di citare un pensiero riportato a pagina 3 del libro da parte di Paolo Di Orazio:

Recuperando preziose grammatiche degli splatter movies tanto care a Peter Jackson, Heavy Bone rappresenta la congiunzione finale, la sulfurea e felice fusione tra horror, metal e comics. Tutto questo in un prodotto italiano e non italiota, che ci riporta gloriosamente al fumetto nero estremo di fine anni ‘80”.


Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

 


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