Recensione Libro: It’s So Easy – Milano HM anni Ottanta

Di Stefano Ricetti - 19 Luglio 2009 - 9:31
Recensione Libro: It’s So Easy – Milano HM anni Ottanta

IT’S SO EASY – Morire e rinascere nella Milano heavy metal degli anni Ottanta

AUTORE: SANGRE DE LYN

EDITORE: CHINASKI

120 pagine

PREZZO DI COPERTINA € 10,00

http://www.chinaski-edizioni.com/

It’s So Easy è il racconto, romanzato ma senza esagerare, del percorso di Licia, una metallara credente e praticante di Milano che, in un crescendo di situazioni, viene, per alcuni anni della sua esistenza, rapita dal demone dell’heavy metal. La sua è una passione totalizzante, che si alimenta voracemente ogni giorno, a suon di frequentazioni, concerti e una lettura spasmodica di riviste specializzate. Il lasso temporale nel quale si svolgono i fatti abbraccia i favolosi anni Ottanta della capitale industriale d’Italia, quando il sogno di far evolvere la metropoli meneghina a città metallicamente consolidate come Los Angeles e Londra era ancora vivo. Entrare più di tanto nel merito della storia portante dell’opera sarebbe ingeneroso nei confronti di Sangre De Lyn, l’autrice,  già vocalist di sei band, che dopo anni di gestazione ha finalmente ricevuto la gioia di vedere il proprio libro campeggiare all’interno degli scaffali delle novità nelle librerie della propria città, anche se It’s So Easy è distribuito ovunque tramite la casa editrice Chinaski.        

Alcuni gruppi della Nwoihm fungono da assoluti protagonisti nelle vicende narrate. In primis gli Havoc di Dan “The Cat”, seguiti da Bloody Skizz e Bulldozer. Non mancano, poi, citazioni agli altri eroi del periodo quali Vanadium, Extrema e Royal Air Force, tanto per restare all’ombra del Duomo, ma trovano spazio anche Steel Crown e Crying Steel oltre ad altre band inventate per esigenze di copione.      

It’s So Easy riporta alla luce uno spaccato della Milano che non esiste più attraverso i dubbi, le angosce, ma anche le soddisfazioni di una metal girl al crepuscolo della propria adolescenza che si rende conto di diventare grande con ancora fieramente appiccicati come una seconda epidermide il chiodo, la minigonna di pelle, le calze a rete e gli stivali neri ormai consunti. Alla spensieratezza alimentata da titoli e testi altisonanti come Ace Of Spades, Denim and Leather e Ride The Lightning si iniziano ad aggiungere le incombenti responsabilità e le inevitabili prime scelte da effettuare. La convivenza fra spontaneità e nichilismo femminile risulta sempre più a rischio e la coerenza tende a prendere il sopravvento sui rigurgiti di gioventù lasciando dei segni indelebili. Le amicizie di un tempo iniziano a scricchiolare per l’incalzare della vita vera, altalenata da  compromessi e follie, che cozzano con gli ormai inattuabili dogmi da confraternita. La crudeltà sentimentale sembra avere il sopravvento sulla bella, anche se minuta Licia, ma…

Il racconto, talvolta, si rifugia nel semplicismo letterale e descrittivo senza però mai abbandonare lo spirito didascalico dell’opera, mantenendo un discreto “tiro” generale. Di assoluto valore la ricostruzione di itinerari, ambientazioni, citazioni e luoghi. Perdonabili, in questo senso, alcuni piccoli refusi.  

It’s So Easy è assolutamente consigliato a chi, almeno una volta nella vita, ha potuto respirare l’odore del cuoio e dell’acciaio milanese degli Eighties, fatto di puntate alle mecche del Metallo come Transex, Punto Rosso, Garage Prego o solamente generaliste come il Quick in galleria, prolungamento di Largo Corsia Dei Servi, posto poco dopo il Teatrino, terra di successo delle attrici hard Karin Schubert e Paola Senatore, tanto per citarne due diverse dalle solite, peraltro assidue frequentatrici del mitico locale per spogliarelli. Per tutti gli altri può costituire un corroborante e simpatico modo per trascorrere un paio d’ore piacevoli in compagnia di una trama a base di heavy metal, tratta dall’anima e dalla passione incondizionata di Sangre de Lyn.

Considerazione personale: mai e poi mai, negli anni Ottanta, avrei creduto in un’evoluzione così repentina della società. La stragrande maggioranza delle location trattate all’interno del libro, infatti, non esiste più. E con esse se ne è andato per sempre un modus vivendi. Di quel periodo resteranno per sempre gli indelebili ricordi di chi quei momenti li ha vissuti sulla propria pelle, come delle stigmate. Quando mi capita di ripassare in certi luoghi, come Via Dogana, dove oggi manco più ci passa il tram, una stretta al cuore si insinua tignosa.         
       
Sempre ottima e da rimarcare la scelta editoriale di Chinaski nell’utilizzo al 100% di carta riciclata per il confezionamento del libro. Il formato è assimilabile ai tascabili di qualche tempo fa, quindi di facile trasporto. Il prezzo contenuto, inoltre, è giustificato dalla relativa durata del racconto, sviluppato su centoventi pagine.   

Stefano “Steven Rich” Ricetti