Recensione libro: ”Medalllo di Emanuele Mandelli”
Medalllo
di Emanuele Mandelli
Formato 15×23 – Copertina Morbida – bianco e nero
Libro di 88 pagine + Dvd
15 Euro
A distanza di venticinque anni esatti, Emanuele Mandelli, giornalista che si divide fra passione scribacchina e lavoro in fabbrica, nonché grande appassionato di sonorità dure da circa tre decenni, racconta la storia di una sfigatissima band HM cremasca che ha sede, appunto, nella Città Giocattolo. E’ il 1986, le classifiche generaliste vengono popolate anche da uscite legate all’hard and heavy e finalmente l’ipotetico muro di Gerico – Helloween docet – crolla sotto la spinta di agguerriti gruppi di capelloni casinisti.
Lo scopo dello scalcagnato ensemble – realmente esistito, ma con un altro nome – è cercare di arrivare a suonare sulle assi di un palco vero dopo dodici mesi di alti e bassi, segnati da donne appiccicose, egocentrismo, tradimenti, concorrenza con gli altri act emergenti, momenti di apatia alternati a fasi di eccitazione totale. Insomma quello che più o meno sempre accade a dei giovani ragazzi che inseguono un sogno musicale fatto di borchie e acciaio.
L’opera è divisa in venti capitoli principali ove ognuno rappresenta un’uscita riguardante i dischi storici di quell’anno. Nell’ordine Helloween – Walls Of Jericho, Metallica – Master Of Puppets, Voivod – Rrroooaaarrr, Judas Priest – Turbo, Nuclear Assault – Game Over, Europe – The Final Countdown, Tankard – Zombie Attack, Candlemass – Epicus Doomicus (Dominus, sic!) Metallicus, W.A.S.P. – Inside The Electric (Elettric, sic!) Circus, Queensryche – Rage For Order, Cinderella – Night Songs, Motorhead – Orgasmatron, Bon Jovi – Slippery When Wet, Iron Maiden – Somewhere (Somwere, sic!) In Time, Slayer – Reign In Blood, Saxon – Rock The Nations, Kreator – Pleasure To Kill, Megadeth – Peace Sells (Seel, sic!) Who’s Buying, Yngwie Malmsteen – Trilogy, Destruction – Eternal Devastation.
Le vicissitudini dei Medalllo – moniker con tre elle nato la mattina del 1° gennaio 1986 da un urlo al cielo di tale Massimo, chitarrista in pectore raffreddato quanto basta per tramutare la “t” in “d” a suggellare gli ultimi spasmi di una squallida festa di Capodanno – si intersecano con le emozioni positive – e le delusioni – suscitate dall’acquisto degli ellepi sopraccitati. Per ognuno di essi viene riportata la copertina e sciorinate le antiche sensazioni dell’autore, combinandole con il lento arrancare della band coprotagonista del libro, pressoché totalmente discepola del verbo Iron Maiden. Coprotagonista perché le luci della ribalta vengono divise idealmente anche con l’anno 1986, definito dall’autore come il più fottutamente metallico che l’umanità abbia mai vissuto. Dichiarazione discutibile peraltro ampiamente motivata da Emanuele Mandelli all’interno della parte video descritta fra qualche rigo.
Se l’incedere degli avvenimenti in seno ai Medalllo, gruppo anche iconograficamente defecatorio, può ricalcare, con gli inevitabili distinguo legati al periodo storico, la storia di un combo HM alle prime armi, è bello ritrovare all’interno delle ottantotto pagine dello scritto situazioni ormai da preistoria della siderurgia applicata, come il tape-trading, le fasi di smontaggio di una musicassetta per tentarne la riparazione dopo le smagliature da ripetuti ascolti, le incavolature riguardo chi passava le MC con le registrazioni saltellanti o peggio ancora troncate di botto senza apparente motivo e le VHS di film a luci rosse di bassissima lega. Quelli erano gli anni nei quali il teenager medio italiano considerava la lingua Inglese straniera al 100%, alla stregua dell’Aramaico Antico e quello che predominava era il british idioma di stampo maccheronico Doc con una pronuncia da galera. Alla base di tutto il lavoro vi è la celebrazione per il gusto della scoperta, esercizio ormai in via d’estinzione anche per volere del Palazzo, fra una preview, un sampler, una prelistening e una pre – sa – il – cavolo che cosa… Medalllo si chiude infine con un paio di piccole licenze poetiche da parte dell’autore annidate fra il capitolo 21 e quello definito come bonus track.
Insieme con il libro vi è un dvd, intitolato Metallo Scaduto, a cura del filmaker Simone Parati, nel quale Emanuele Mandelli, in pieno trip no-look, durante tre serate a tema si cimenta in un lungo excursus sull’heavy metal tutto. Trattasi di viaggio a braccio, che merita attenzione anche solo per il fatto che il protagonista dimostra in modo anche tangibile di quanta passione metallica strabordi la sua vita, scorrendo pile e pile di riviste acquistate, montagne di Cd originali e cataste di Lp. La storia che viene raccontata è viva, reale, assolutamente non artefatta e proprio per questo non esente da qualche imprecisione, che però non riesce a scalfire quello che è lo spirito ma soprattutto la quantità di notizie corrette fornite. Per fare cose come questa ci vuole coraggio ed Emanuele Mandelli ha dimostrato di averne, pur di realizzare un affresco artigianale che sapesse raccontare l’atmosfera di anni formidabili per il Metallo.
Medalllo: opera naïf dal frequente refuso british ma fatta con cuore e competenza, libro per “chi ha indossato in vita sua almeno una borchia”, (cfr. pag. 5) scritto da uno che a inizio 2011 pensava di avere ancora pochi mesi di vita.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
Il lavoro, essendo una autoproduzione dura o lo si prende attraverso il servizio di print on demand che lo stampa (http://ilmiolibro.kataweb.it/) oppure più semplicemente si scrive alla e-mail dell’autore (ema.mandelli@gmail.com) e lo si richiede (15 euro comprese le spedizioni postali).