Report: Destruction – 21/12/08, Milano
Venticinque anni or sono, un trio di spavaldi kids del Baden-Württemberg assurgeva agli onori delle cronache con un’incisione, il perentorio mini-LP Sentence of Death, d’inaudita bestialità lirica e musicale. Era soltanto l’alba di una grande epopea dello speed / thrash metal, destinata tuttavia a tramontare nell’arco di un lustro. Allo scoccare del nuovo millennio, ricucito lo strappo tra i due generali, la marcia è ripresa: il gruppo è più saldo che mai e la sinfonia infernale non ha perso lo smalto degli esordi. D.E.V.O.L.U.T.I.O.N. – 25 Years of Total Destruction è una tournée orgogliosamente auto-celebrativa, concepita per ripassare da cima a fondo la carriera di una delle più grandi heavy metal band cui la Germania abbia dato i natali.
Federico Mahmoud
Foto di Gloria Baldoni
Il carrozzone del tour europeo – una sola data italiana fra le mura del Rolling Stone – porta a Milano altre due formazioni tedesche: Scared to Death, autori di un thrash metal piuttosto derivativo (l’esordio, manco a farlo apposta, s’intitola Deathstruction) e i più conosciuti Debauchery. Mancati per un soffio i primi, occorre stendere un velo pietoso sui più navigati macellai di Stoccarda, che con gli headliner convidono soltanto l’etichetta. Mezz’ora abbondante di death metal inoffensivo, stantio, prevedibile, che non suscita alcun interesse nella maggioranza dei presenti; paradossalmente, è la deriva hard rock degli ultimi pezzi a strappare qualche sorriso, se non altro per la spiazzante commistione mutuata dai Six Feet Under (influenza dichiarata dei Nostri). Troppo poco per una band che, tra assoli sconclusionati e growl ripetuti allo sfinimento, ha semplicemente rinnovato il fastidioso trend dei supporting act “piazzati” ad arte dalla label di turno. Chi ha orecchie per intendere…
Di tutt’altra pasta lo show degli headliner, decisi a corrispondere l’incitamento del pubblico con la proverbiale ferocia che li rende temibili su ogni palcoscenico. La potenza di fuoco è micidiale: Destruction è una macchina da guerra creata ad hoc per il concerto, dimensione nella quale trova quella prepotenza che talvolta le manca in sala d’incisione. Nella gelida serata meneghina rompe il ghiaccio D.E.V.O.L.U.T.I.O.N., primo di tre estratti dall’ultimo, omonimo full-length; gli altri sono Urge (The Greed of Gain) e Last Desperate Scream, una mazzata terrificante che esalta la prestanza del batterista Marc Reign. Procedendo a ritroso nella discografia del gruppo, accenni episodici alle produzioni più recenti (la violenta Soul Collector, da Inventor of Evil; Metal Discharge, dal precedente, omonimo album) fanno da collante tra i pilastri certificati del repertorio. C’è solo l’imbarazzo della scelta: Bestial Invasion, Eternal Ban, Life Without Sense… persino le hit di The Antichrist (Thrash ‘til Death, Nailed To The Cross) sono accolte col favore che si riserva ai cavalli di battaglia. Mike Sifringer comanda le operazioni nelle rasoiate chitarristiche di Death Trap, un classico dal brutale Infernal Overkill; dall’esordio su LP saranno “ripescate” anche Invincible Force, opener da manuale, Tormentor e Antichrist, incastonata con Release From Agony. Un secondo medley debutta sulle note di The Damned (un’insolita quanto azzeccata cover dei Plasmatics, registrata per l’EP Mad Butcher), rivisita Cracked Brain e sfodera, in calce, una magistrale Reject Emotions. Applausi scroscianti. Il ciclopico Schmier, dato per afono alla vigilia dello show, è un frontman che bada al sodo e conosce tutti i segreti per tenere in pugno la platea (comprese le tradizionali imprecazioni di rito). L’azione dei compagni è efficace per quantità e qualità: Mike Sifringer, tra i migliori songwriter della vecchia guardia teutonica, non abbisogna certo di presentazioni; Marc Reign, dal canto suo, giustifica nuovamente la fiducia accordatagli dai senatori, che l’ha reso il batterista più longevo nella lunga storia della band. Gran finale con fuochi d’artificio: Curse The Gods, Mad Butcher (preceduta poc’anzi dalla gemella The Butcher Strikes Back) e Total Desaster – di nome e di fatto – scatenano il finimondo, con sommo gaudio di Schmier. Ci sarà ancora tempo per la richiesta / promessa di portare i Destruction al Gods of Metal, prima di tributare i dovuti onori a una formazione che, incurante delle mode e delle condizioni in cui è chiamata alle armi, non lascia mai prigionieri sul campo.
Setlist:
Soul Collector
Bestial Invasion
D.E.V.O.L.U.T.I.O.N.
Eternal Ban
Life Without Sense
Urge (The Greed Of Gain)
Metal Discharge
Death Trap
Thrash ‘til Death
Antichrist / Release From Agony
Last Desperate Scream
Drum Solo
Tormentor
Invincible Force
The Damned / Cracked Brain / Reject Emotions
The Butcher Strikes Back
Curse The Gods
Nailed To The Cross
Mad Butcher
Total Desaster