Report: Municipal Waste (Pinarella di Cervia, 20/06/08)

Di - 8 Luglio 2008 - 0:00
Report: Municipal Waste (Pinarella di Cervia, 20/06/08)

Dopo aver dato buca in quel di Milano, causa l’annullamento del tour di supporto a The Haunted, i Municipal Waste sbarcano in Italia con un incendiario show da headliner. Teatro della prima il Rock Planet di Pinarella di Cervia, letteralmente messo a ferro e fuoco da un pubblico armato di tutto punto: materassini, tavole e quant’altro per scatenarsi al ritmo dell’agguerrito thrash metal a tinte hardcore proposto dai quattro di Richmond. Il risultato? Divertimento assicurato, botte da orbi e tanto sudore in una giornata di per sè caldissima. Con la speranza, subito fuori dal locale, di ripetere presto l’esperienza.

Valkirya.
Il Rock Planet ha da poco aperto i battenti quando Valkirya, band (presumibilmente) del circuito romagnolo, attacca a suonare di fronte a un pubblico sparuto. Detto che look e intenti sonori non vanno di pari passo, il gruppo si cimenta in un death metal piuttosto insipido e con sporadiche contaminazioni moderne, che invece di arricchire il materiale finiscono per esaltarne l’ambiguità. Rimandando a posteriori un giudizio sui contenuti, senz’altro migliorabili alla luce di un’età media molto bassa, colpiscono in negativo i limiti tecnici di una formazione che forse non è ancora pronta per reggere il palco con le proprie gambe. Spiace dare un giudizio così netto sulla scorta di una sola, breve apparizione, ma l’impressione a caldo è che ci sia tanto lavoro da fare.

Neurasthenia.
Di ben altra pasta lo show di Neurasthenia, complesso rodato e pronto a sostenere con merito l’esame del palcoscenico. Il combo felsineo continua a promuovere Possessed, debutto rilasciato lo scorso anno, ma sono già in corso i lavori per un seguito (The Omen) che dovrebbe far lievitare le quotazioni del gruppo. Di base c’è il thrash granitico di Assassination o The Last Order of God, primi brani a scuotere il pubblico e movimentare l’afosa saletta del Rock Planet; riuscita anche Thrash Is Back In Town, dall’incipit poderoso e ben congegnato. Nonostante una proposta che non brilla certo per originalità, i quattro Neurasthenia si mostrano collettivo affiatato e di presenza scenica, a partire dal massiccio frontman Neil. Interessante in chiusura l’esecuzione di Phobia, classico “recente” di marca Kreator che ben si amalgama con lo stile dei Nostri, in bilico tra aggressività e melodia. Resta, a conti fatti, un’esibizione positiva ed energica. Ne sentiremo parlare ancora.

Per chi, come il sottoscritto, segue le furie di Richmond dagli esordi, qualche anno prima che si scatenasse un’autentica mania trasversale a tutto l’underground mondiale, la calata italiana dei Waste era un autentico evento. L’occasione imperdibile per saggiare dal vivo la potenza del repertorio (in testa l’ultimo, ottimo The Art of Partying) e mescolarsi al centinaio di punk, thrashers e temerari in costume da bagno accorsi, mix difficilmente riproponibile altrove. E’ stata una festa breve ma intensa, senza esclusione di colpi: dall’incipit macellante di Headbanger Face Rip a Drunk As Shit, una mitragliata incessante di pezzi suonati a velocità siderali, con tanti errori ma altrettanta grinta; d’altronde nessuno, dall’ultimo della fila al manipolo di scatenati crowd surfers, ha badato un secondo all’esecuzione di Ryan Waste e compagnia. Tony Foresta si è letteralmente sgolato nell’arco del set, senza peraltro rinunciare a dirigere le operazioni tra il pubblico – compreso l’ormai famigerato “choose your side” che fa molto picchiaduro da strada. Volumi inizialmente bassi non hanno comunque frenato l’impeto travolgente dei numerosi pezzi in scaletta, da The Thrashin’ of the Christ (un titolo un programma) alla frenetica Beer Pressure, per citare due episodi tra i più esaltanti della serata; citazioni d’obbligo anche per Sadistic Magician (fenomenale per intensità e coinvolgimento dei presenti), Unleash the Bastards e Born to Party, accolte da un’autentica ovazione. D’altronde il vero spettacolo si è consumato sotto il palco, tra i fan più sfegatati del gruppo, che hanno sfruttato qualsiasi appiglio (dalle transenne a un improbabile quanto stoico coccodrillo gonfiabile) per inscenare un furioso stage-diving; Foresta e co. hanno evidentemente gradito il calore molto “latino” dell’audience, accogliendo a più riprese persone sul palco e accelerando ulteriormente i ritmi. Una gara allo sfinimento consumata in fretta, ma pienamente soddisfacente: chiedere alle facce stremate che intorno alla mezzanotte hanno lasciato il Rock Planet (spazio alla clientela ordinaria!). Facce da Mental Shock, per citare un altro cavallo di battaglia della scuderia Waste, anche se per molti calzerebbe a pennello il già citato Drunk As Shit.

Inesauribili sul palco, cordiali e disponibili prima dello show, i Municipal Waste meritano tutti i complimenti ricevuti finora; di loro si può dire tutto e il contrario di tutto, incluse le critiche (gratuite) di chi li bolla come band copia-carbone, ma dal vivo non c’è santo che tenga. Il pubblico se n’è accorto e ha tributato una degna accoglienza ai Nostri, compreso un saccheggio in piena regola al banchetto del merchandising (a prezzi davvero accessibili). Da non perdere!