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Riot (Mark Reale)

Di Stefano Ricetti - 31 Ottobre 2011 - 10:30
Riot (Mark Reale)

Reale Vs. Reale

Intervista a Marke Reale dei Riot realizzata da Federico Reale in occasione dell’uscita del nuovo album Immortal Soul.

Buona lettura.  

 

Ciao Mark! È un onore per me intervistarti. Il vostro ultimo album “Immortal Soul” rappresenta un ritorno alle sonorità di album come “Thundersteel” e “Privilege of Power”. Questa scelta è stata influenzata dal ritorno di Tony Moore o hai voluto tu stesso che suonasse così?

I membri della formazione di “Thundersteel” avevano un grande rapporto e una particolare formula per le canzoni, nonché un suono che il pubblico amava. Il merito del sound di “Thundersteel” è per gran parte attribuibile a Don che, grazie al suo background musicale e alla sua vena, ha infatti scritto molti dei pezzi di quell’album. Su “Immortal Soul”, quindi, si potrà ascoltare il suo inconfondibile stile. Tutti hanno partecipato alla scrittura di questo CD. Mike ha scritto e suonato ottimamente e Bobby naturalmente ha fatto uso del suo solito impressionante drumming e Tony ha fatto lo stesso per quanto riguarda la voce e i testi. Io stesso ho ricoperto un ruolo di secondo piano per la composizione! Sono molto fiero di questi ragazzi e non sarei sicuramente riuscito a fare tutto questo senza di loro.

“Immortal Soul” è un grande album, sicuramente uno dei migliori che abbiate mai fatto; quali sono le tue sensazioni a riguardo?

È un piacere suonare ancora insieme dopo così tanti anni ed è grandioso riportare alla luce questa formazione ed il sound iconico relativo. Non c’è nessun’altra line-up in dei Riot in grado di fare questo. Sono davvero orgoglioso di tutto ciò. “Immortal Soul” è un altro grande album nella tradizione dei Riot.

Credi che questa line-up durerà a lungo?

Per ora si! Vedremo cosa ci riserverà il futuro. Vogliamo fare almeno un nuovo CD e qualche show con questa formazione. Tony ha famiglia e uno stile di vita differente, quindi non è libero di girare come il resto della band. Faremo il meglio che potremo, sperando di portare felicità ai fan che desideravano un’altra uscita dalla line-up di “Thundersteel”. I Riot porteranno sempre grande musica alle masse, in qualsiasi via o forma.

La copertina di “Immortal Soul” è impressionante. Vedendo quelle mani spiritate innalzare la chitarra al cielo, ho pensato ad un tributo a Guy Speranza e Rhett Forrester. Pensavate a loro mentre realizzavate l’artwork?

La cover ed il titolo di “Immortal Soul” è una specie di testamento dei Riot, non moriamo mai, a prescindere dalle circostanze. Questa band si è ripresa da problemi manageriali e con l’etichetta, cambi di formazione e, come hai detto tu, le morti di Guy e Rhett, ma i Riot e la loro musica continuano a vivere. Ecco perchè Tony ha pensato che “Immortal Soul” sarebbe stato un gran titolo per il disco ed una Les Paul che ritorna dalla morte sarebbe stata una grande cover! Sentivamo di essere una sorta di riassunto di tutto ciò. Ci abbiamo pensato un po’ e finchè saremo in grado di scrivere grande musica, saremo qui per gli anni a venire.

 

 

Com’è stato ritrovarti con i tuoi compagni di vent‘anni fa?

È stato grandioso. Siamo come fratelli. Sapevamo di aver avuto un rapporto speciale, e l’occasione di riviverlo in questi giorni e in questa età musicale è veramente gratificante. Suono con Mike sin dalla fine di quel periodo, ma l’opportunità di farlo ancora con Tony, Don e Bobby è da brivido. Siamo ancora eccitati, e stiamo cercando di colpire la scena mondiale insieme ancora una volta, i Metal Soldiers sono tornati!

Con “Immortal Soul” la vostra discografia raggiunge il suo quattordicesimo capitolo. Sei fiero di questo risultato?

Sono molto fiero e onorato del fatto che la gente voglia ancora ascoltare la musica dei Riot dopo tutti questi anni. Finchè ce ne sarà richiesta, noi continueremo a creare grande musica ed a suonare per voi persone straordinarie. Non saremmo qui se non fosse stato per i fan, sicuramente. Noi abbiamo i più sinceri, dediti e rispettosi fan del mondo. Questa gente dimostra che l’Heavy Metal non muore mai, e saremo lì per combattere la lotta con la nostra musica. Non siamo mai stati alla moda e non ci siamo mai basati sull’immagine. Suoniamo la musica che ci viene dal cuore e continueremo per altri 14 album!

C’è qualcosa che rimpiangi nella tua carriera?

Non molto, ma certe decisioni manageriali all’inizio ci trattennero dall’essere il gruppo che saremmo diventati. Saremmo stati più famosi e nelle classifiche delle migliori band HM della nostra generazione se avessimo avuto la possibilità di lavorare con etichette che al tempo erano interessate. Ma essere in grado di comporre e suonare dopo tutti questi anni è semplicemente fantastico e molte altre band non possono dire la stessa cosa, sono molto fortunato e ho ben pochi rimpianti.

Ora rivolgiamo uno sguardo al passato. “Fire Down Under” era un album veramente violento per l’epoca in cui fu rilasciato. Eravate consci del fatto che stavate scrivendo una pagina importante nella storia dell’Heavy Metal? E come ti senti pensando al fatto che sei stato un vero e proprio pioniere musicale?

Effettivamente all’epoca non potevamo immaginare che “Fire Down Under” sarebbe diventato così iconico ed influente. Abbiamo semplicemente raccolto e messo insieme alcune grandi idee, così come avevamo già fatto con “Rock City” e “Narita”. Avevamo trovato una nuova sezione ritmica in Sandy Slavin e Kip Lemming e il disco finì per essere davvero pesante per gli standard di quel tempo. Anche la produzione era molto buona per l’epoca. Era uno di quei magici momenti dove tutto stava riuscendo, musicalmente parlando. Le canzoni e il sound ci hanno sicuramente messo in evidenza, così come successe con “Thundersteel” in un momento successivo della nostra carriera.

C’è un album del quale vai particolarmente orgoglioso (non solo per la sua qualità, ma anche per la sua influenza)?

Probabilmente i due che ho appena citato. “Fire Down Under”, perchè è stato fondamentalmente quello a darci notorietà, è stato molto influente per tanti musicisti e perchè “Swords and Tequila” era una grande canzone che ancora oggi viene trasmessa in radio e continuiamo a suonare dal vivo. “Thundersteel” fu un punto di svolta per i Riot. Avevamo avuto un gran successo con i primi tre album, poi quando arrivò Rhett la critica fu più divisa. Continuammo nella stessa direzione e col tempo il mondo musicale stava cambiando, così ci sciogliemmo. Quando uscì “Thundersteel” ci fu la rinascita dei Riot e del nostro nuovo ed aggressivo Heavy Metal sound. Queste sono le nostre uscite più riconoscibili.

Quali sono i vostri piani per il futuro? Dovranno passare ancora tanti anni prima di riavere un nuovo album dei Riot?

Se Dio vuole, saremo in grado di rilasciare ancora qualche album con questa grande line-up. Ci stiamo lavorando. Se i Metal Gods ci supporteranno, allora sarà fatto! Stiamo vivendo giorno per giorno lasciando che le cose prendano forma e si sistemino. Non è stato facile per via degli impegni e dello stile di vita di ciascuno di noi, ma speriamo di poter fare un altro album per l’anno prossimo.

Tony Moore canterà dal vivo anche le canzoni di Mike DiMeo?

Buona parte dello spettacolo sarà composto dai pezzi scritti da questa formazione, ma ovviamente contiamo di suonare i nostri migliori brani. Solitamente i più richiesti sono risalenti al periodo di “Fire Down Under” o “Thundersteel”. Suoneremo dei pezzi da “Thundersteel” e “Privilege of Power”, altri da “Fire Down Under”, “Narita” e “Rock City”, e ovviamente altri ancora da “Immortal Soul”. Lo stile di Tony si adatta meglio a questi due periodi della storia dei Riot, ma forse ci sarà qualche sorpresa!

 

Siete eccitati al pensiero di tornare in Italia?

Assolutamente sì! È stata una grande emozione suonare in Italia per la prima volta, e non vedo l’ora che la gente ci veda con questa nuova formazione! La line-up di “Thundersteel” vi spazzerà via! L’abilità musicale è superba. La band è in ottima forma e la scelta delle canzoni farà saltare la vostra testa! E le vostre orecchie! Haha! Voi sarete musicalmente sorpresi e noi siamo molto eccitati.

Cosa ricordi del concerto con i Virgin Steele a Biella di qualche anno fa? Sei ancora in contatto con David DeFeis?

Ci siamo divertiti molto ed è stato fantastico andare in tour con i Virgin Steele. Ovviamente Frank Gilchriest è poi entrato nella band, ma per quanto riguarda Dave e gli altri ragazzi non mi sono più sentito con loro dopo il tour. Grandi persone e grande band.

Mark, pensa un po’ che caso strano: il mio nome è Federico Reale e sto intervistando te, Mark Reale!

L’avevo notato, e ho pensato che fosse grande! Forse siamo fratelli perduti! Questo non fa altro che dimostrare da dove proviene il mio patrimonio culturale. Amo suonare nei posti in cui risiedono le radici dei Reale. Essendo di New York, dove ci sono molti italiani, ho sempre avuto musicisti italiani nella band e ancora oggi tre di noi vengono dall’Italia! Poi ci sono un tedesco ed un polacco!

L’intervista è finita! Grazie mille per la tua disponibilità, finisci come desideri lanciando il tuo messaggio ai lettori di TrueMetal.

Grazie a te Federico! Sto cercando di reintrodurre la line-up di “Thundersteel” tra le masse. Vieni a vederci in tour con gli Hammerfall o visita il nostro nuovo forum su www.riotrockcity.com. Il nuovo CD “Immortal Soul” sorprenderà molta gente che credeva non potessimo tornare con il sound Progressive Power Metal che avevamo in passato. Questi sono musicisti di prima qualità, l’abilità musicale, la creatività, il cameratismo e la magia sono ancora qui 20 anni dopo!

Ci vediamo presto e shine on Metal Soldiers! Ciao!

Federico “Federico95” Reale