Vario

The 69 Eyes (Jyrki 69)

Di Fabio Vellata - 31 Ottobre 2012 - 17:30
The 69 Eyes (Jyrki 69)

A pochi giorni dall’uscita del nuovo album “X”, abbiamo avuto l’occasione di intavolare una lunga chiacchierata con Jyrki 69, leader e fondatore dei gothic rockers The 69 Eyes, constatando che, in effetti, non sempre l’abito fa il monaco.
Contrariamente ad un’immagine oscura ed un po’ snob, Jyrki si è, infatti, rivelato un interlocutore piacevole e spigliato, ben lontano dallo stereotipo del darkettone silenzioso e di poche parole…

Intervista a cura di Tarja Virmakari e Fabio Vellata

 

Ciao Jyrki, sono Tarja, benvenuto su Truemetal.it!
Il vostro nuovo album “X” esce tra pochi giorni. Come ti senti ora, proprio prima del lancio?

Ciao Tarja, e grazie!
Anche se questo è il nostro decimo album, mi sento sempre ugualmente entusiasta. Non è diventata una routine per nulla! Possiamo dire, infatti, che questa volta l’entusiasmo è “diverso” e che ci sentiamo quasi come se fosse Natale.
Il nostro ultimo album è uscito tre anni fa, ma questo è il primo che possiamo pubblicizzare tramite i “social network”, cioè, è il nostro primo cosiddetto “facebook album”.
Una cosa molto eccitante! Ti faccio un esempio: il nostro primo singolo è uscito 2 settimane fa, e via facebook ed altri social network abbiamo avuto il feedback immediato da tutto il mondo: in precedenza, succedeva che le prime impressioni sulla validità di un pezzo, non arrivavano che durante le serate live. L’ approccio di questo tipo è molto stimolante!
Siamo comunque un gruppo oldschool, e perciò so che non tutti i nostri fan utilizzano i social network, così come l’utilizzo varia da paese per paese.
Per questa ragione non vedo l’ora di scoprire come il nostro pubblico reagirà durante le serate.
Ammetto che come autore delle nostre songs, è stato divertente, però, hey, la verità la realizzeremo solo negli show dal vivo!

Prima di proseguire, posso chiederti del titolo dell’album? Perchè avete scelto “X”?

L’idea iniziale deriva dall’Italia, quindi trattandosi del nostro decimo album, dall’ordinale romano. Suoniamo da 23 anni, e non abbiamo mai fatto feste per i nostri 10 o 20 anni, anche perché abbiamo sempre pensato che un nuovo album è, in realtà, come un nuovo inizio.
Durante la nostra carriera abbiamo imparato molto, ed  i nostri brani sono diventati una garanzia di qualità. Guardiamo sempre avanti, e non rimaniamo troppo ancorati ai ricordi del passato.
Con questo decimo disco, pensavamo tuttavia fosse giunto il momento di festeggiare almeno un po’.
L’idea di usare gli ordinali romani, non è certo particolarmente nuova, ma secondo noi l’effetto era quello giusto, considerato tra l’altro, che nell’album ci sono solo 10 pezzi!

Non so perché, ma il titolo “X” mi ha fatto pensare agli “X-files”…

Ahah ma è fantastico! Siamo come un mistero da scoprire sempre nuovo! Bella questa!
Per l’”X” ho trovato una valanga di altri significati… “x” è considerato come un bacio, negli sms. Poi tieni presente che le canzoni di questo cd sono molto personali: il mio rapporto con la mia ex-fidanzata si è rotto circa 2 anni fa e da lì ho preso tante atmosfere e temi per i miei nuovi brani. Si è trattato forse della prima volta in cui ho coinvolto le mie questioni personali nel songwriting. Quindi, in tal senso “x” può anche riferirsi ad un rapporto “ex”.
Ma questo che hai detto tu, questa cosa dell’ “X-files”, beh è davvero divertente! Mi piace proprio!

Come sono cambiati i vostri obiettivi dall’esordio agli inizi degli anni novanta, ad oggi, periodo che vi annovera tra le grandi realtà del gothic rock europeo?

Hmmm, quando abbiamo iniziato a suonare era il 1989, quindi ci possiamo considerare un gruppo degli anni ’80. E la nostra musica era allora, un po’ come quella degli Hanoi Rocks e dei Lords Of The New Church. In effetti quando questi 2 gruppi si sono sciolti, abbiamo voluto cogliere una sorta di “eredità di sangue”.

I nostri testi nei primi anni erano spesso tipo “horror movies”, un aspetto che derivava dall’ammirazione per The Cramps e Ramones. Poi con il secondo album, il gothic ha però cominciato a scorrere copioso e per adattarmi e calarmi ancora meglio nella parte, ho voluto provare a cantare con toni più bassi.
In quel periodo oltretutto, se ti capitava di andare in un locale dove suonavano gruppi glam e gothic, non c’era nessuna differenza tra il pubblico: i due generi erano considerati un po’ come la stessa cosa. La nostra intenzione originaria era proprio questa: unire rock’n roll e gotico.
Prima di trovare il nostro sound tuttavia – quello che desideravamo – ci sono voluti almeno una decina d’anni. Tutto è derivato dall’incontro con un produttore valido, Johnny Lee Michaels, che è riuscito ad integrare le tastiere alla nostra musica, portando più melodia nell’arrangiamento.
Ed a quel punto, le stazioni radio hanno iniziato a passare le nostre canzoni tanto da poter raggiungere il disco d’oro.
Era un periodo in cui anche altri gruppi finlandesi cominciavano a diventar famosi all’estero e noi siamo usciti in scia. Eravamo presentati come gruppo rock gotico, ma anche la componente rock era forte e predominante: per esempio, in Italia eravamo più conosciuti come gruppo glam.
Già negli anni 90 i nostri fan italiani ci avevano organizzato delle serate a Roma, Milano, Verona, Brescia.

La nostra intenzione sin dall’inizio, era tuttavia quella di esportare un’immagine diversa della Finlandia, un paese conosciuto come un po’ silenzioso e popolato da gente che non ride o parla molto. Volevamo essere diversi, con più vivacità e suonare puro rock gotico, che per noi era, appunto, semplicemente “Rock”. Ed è a quel punto che una casa discografica tedesca ha inventato una definizione precisa per il nostro genere: “Goth and Roll”. Ci è piaciuta subito!
Ora siamo felici: negli ultimi 10 anni abbiamo suonato dappertutto nel mondo, e sia i vecchi fan che quelli nuovi ci hanno sempre accolto a braccia aperte.
Abbiamo fatto davvero bei tour, e abbiamo collaborato con tante persone interessanti.
Non potremmo sperare in meglio, insomma!

Ascoltando X, non abbiamo potuto non constatare un ammorbidimento piuttosto marcato dei toni, rispetto al precedente album “Back In Blood”. Molto meno hard rock, chitarre più smorzate e decisamente più Gothic: a cosa è dovuto questo cambio piuttosto drastico?

La scorsa primavera eravamo in tour, per promuovere il nostro album recente, Back In Blood, registrato ad Hollywood e pieno di rock duro, orientato allo sleaze.
Era sempre stato un nostro sogno quello di registrare un cd di quel tipo: avevamo appositamente contattato il produttore americano Johnny Lee Michaels perché volevamo avere un’aggressività “americana” nell’album. Ci serviva, insomma, esprimere la nostra massima potenza.
Era proprio quello che volevamo trasmettere con quell’album specifico.
Per due anni di seguito siamo stati quasi sempre in giro con un tour che ci ha portato tanti nuovi fan: lo scorso anno abbiamo girato il mondo con due gruppi glam svedesi, Hardcore Superstar e Crashdïet. Con loro abbiamo fatto anche tre serate in Italia.
Mentre organizzavamo la setlist, insieme ai nostri classici pezzi melanconici avevamo naturalmente incluso alcuni brani dei più duri, estratti proprio da Black In Blood e ci chiedevamo: “chissà cosa ne penseranno i fan più devoti delle altre due band”…?
Per nostra grande sorpresa –  ad esempio a Milano, davanti a 1500 persone – tutti li hanno accolti bene, dimostrando di apprezzarli davvero molto.

Per dire, che non rinnego nulla di quanto fatto con il nostro cd precedente…penso però che proprio il nostro lato melanconico sia quello migliore. Quello che fuoriesce in modo quasi “naturale.” E più spontaneo.
Quindi quando abbiamo cominciato a scrivere dei nuovi pezzi, abbiamo voluto riprendere la strada più soffusa… nel momento poi, in cui ci siamo trovati in Svezia per registrare l’album, lì abbiamo raccolto il giusto mix per il sound… noi finlandesi siamo riconosciuti dalla “malinconia”, ma dalla Svezia arriva la “melodia”.
Ed ecco il risultato che si sente in “X”: un disco molto musicale e melodico. Un cd in cui, tra l’altro, ci tengo a sottolinearlo, abbiamo inserito nuovamente le tastiere.
Secondo me, X, contiene alcune delle nostre più belle song scritte sinora…

Appunto, volevo chiederti anche dei testi che come sempre, sono incentrati su temi di amore e morte. Sono argomenti che senti particolarmente affini alla tua personalità o, dopo molti anni, si tratta semplicemente di un qualcosa che è diventato come una sorta di “marchio di fabbrica” essenziale nella musica dei 69 Eyes e di cui non potresti comunque fare a meno?

Ahah, non credo sia diventato proprio un nostro marchio di fabbrica…
Ma mi ricordo che quando ho iniziato a dare interviste per il nuovo album, qualcuno mi ha fatto notare che una delle nostre tracce contiene la parola “love” nel titolo, e sono rimasto stupito…!
Il nostro album precedente aveva più parole come “dead” e “death”, ed orbitava molto intorno alle storie di vampiri, vicende horror. Insomma, cose di fantasia.
X invece, racconta più della vita reale. È più sentimentale: e visto che ho già 43 anni, mi è sembrato giusto fare una volta tanto, un album incentrato sulle emozioni.
Ho notato ad ogni modo, che alcuni pezzi di “X” hanno un effetto particolare tra i nostri fan: credimi, ho visto persone piangere durante alcuni show. Ora che abbiamo appena lanciato il video “Red”, in molti hanno addirittura commentato di aver concluso l’ascolto del brano con le lacrime agli occhi…
Anche tu, essendo finlandese come me, sai che è molto difficile sentir dire ad un finlandese “ti amo” (ahahah)…
Insomma, non vedo davvero l’ora di constatare di persona come reagirà il pubblico ai suoni morbidi ed ai temi toccanti di questo nuovo cd.

Potrei dire che la vera protagonista del disco è la mia voce: la mia voce conduce le melodie, e canto solo per “te”. Cioè, per “chi” mi ascolta.
Ammetto che in studio non era facile registrare e cantare delle situazioni che raccontano di momenti di depressione e tristezza. Tant’è che dopo una settimana in studio, ho esclamato: “è terribile, non ce la faccio più a cantare, piangere e piagnucolare da solo in albergo di notte!” Ahahah!

E ti credo! Ma credo anche che così sei riuscito a metterci tutto quello che serviva per creare l’atmosfera delicata dell’album…

Si Tarja, hai ragione, sono d’accordissimo. Non c’era un altro modo per fare quest’album: dovevo viverlo al 100%.
Ed ecco perché sono davvero curioso di vedere l’effetto che farà ai nostri fan.
Anzi, in studio scherzavo, ridendoci su: “Nuclear Blast dovrebbe regalare fazzoletti come gadget inclusi nella confezione del cd!” Ahahaha!!!

E perchè no! Via, possiamo insomma considerare “X” come una specie di intimo avvicinamento al vostro genere futuro?

Diciamo che si tratta di un lavoro “borderline”. Un disco confidenziale, come se io cantassi nel tuo soggiorno, con l’idea che ci siamo solo io e te.  C’è un’atmosfera intima, più diretta, tra i brani e l’ascoltatore.
La costruzione di un album così diverso, è forse dovuto anche al fatto che circa un anno e mezzo fa abbiamo sostenuto un tour acustico in Finlandia. Quindi immagina: due chitarre acustiche, basso acustico e il batterista che suonava con le spazzole. Ed è stato un bel successo!
Di certo anche questo ha dato una certa spinta per la stesura delle composizioni, è stato un po’ il “punto di partenza”.
Lasciami dire una cosa, prima di proseguire: secondo me, negli ultimi anni si è verificato un fenomeno poco piacevole nel metal. Sono quasi “sparite” le vere song con il contenuto. Ci sono solo dei riff veloci, batteria iperpotente, e urla selvagge.
Ma dov’è la canzone?
E poi ci si stupisce quando i gruppi degli anni ‘80 riempiono gli stadi… il fatto è che in tanti non comprendono il vero motivo: quelli hanno ancora “la canzone”, non solo il suono iper-tecnologico. I veri artisti riescono ancora ad offrire le “vere” canzoni. Scritte con un contenuto che può durare nel tempo.
Con questo non intendo affermare che nei generi metal più estremi non esistano ottimi pezzi: però consentimi, trovo ridicola questa sorta di competitività da gara, tipo “vince chi arriva primo al traguardo”… come avessero paura di rallentare e gestire il brano con calma.
Ma perché? È bello evolversi e notare che quando esci con un nuovo album, puoi magari trovare una nuova generazione di ascoltatori tra il pubblico.
È questo che ti conferma il fatto che la strada che hai scelto è quella giusta.
O almeno, per noi è così!

Parliamo del tour, e specialmente delle date in Italia. Avete già qualcosa fissato?

Si, per il momento so che faremo 3 date in Italia, a Roma, Milano e a Treviso, se mi ricordo bene…

…ed adesso alcune domande dai vostri fan, prima da Eva ed Eleonora dal vostro “Italian Official Fan Club”.

– “X” celebra il vostro decimo album. Qual’è il ricordo più caro che ti porti dentro di questa vostra carriera fino adesso, e guardando alle aspettative che avevate all’epoca cosa si è avverato e cosa invece non ancora?

I miei migliori ricordi sono piuttosto freschi.
Sono un fan dei film horror, il nostro nuovo video “Red” sarà pubblicato tra qualche giorno e l’introduzione del video sarà curata da Elvira, Mistress Of The Dark. Ho già visto la sua parte ed è fantastica: per il momento posso pensare solo a quel video e non vedo l’ora che esca.
Mi piace pensare che tutto quello che abbiamo fatto in questi anni sia stato un continuo rinnovamento: il “nuovo” è stato sempre meglio del “vecchio”.
Preferisco sempre guardare in avanti, alle nuove cose. Spero ad esempio, che nel futuro i The 69 Eyes siano più coinvolti nei film e cinema. O come autori di qualche colonna sonora o come band che suona nel film.
Ecco, questo è davvero il mio sogno proibito.
Per il resto abbiamo praticamente già realizzato tutti i nostri desideri. Tuttavia, questo “trasferimento” nel mondo della cinema, ci stuzzica proprio tanto…

Adesso una domanda da Lexxy e Selina:

-Pensate di ripetere nel futuro la collaborazione con Johnny Lee Michaels?

In effetti per questo cd abbiamo provato a rifare qualcosa con lui, ma non ha funzionato nel giusto modo. Così abbiamo preferito non proseguire. Ad ogni modo, spero in futuro di poter collaborare ancora…
Sempre parlando di cinema, per “X” abbiamo inciso una canzone che è finita nel serial TV “Sons Of Anarchy”, in cui era coinvolto anche Johnny Lee. L’episodio non è ancora passato in TV: aspetto con curiosità la puntata. Ed ovviamente le novità a cui questo esperimento potrà condurre!

 

Jyrki, so che abbiamo già sforato il nostro tempo disponibile…

(Jyrki spontaneamente continua, senza aspettare la fine della frase…)
A proposito, sai che sono un grande fan dell’Italia ed ho studiato italiano all’università in Italia?
E pensa che qui è appena uscito un nuovo vino rosso di Verona, Valpolicella Ripasso. È inevitabile, io in Italia mi sento a casa…

Ma allora dai, la prossima intervista la faremo in italiano…!

Speriamo, ben volentieri!

Jyrki, è stato un vero piacere chiacchierare con te. Aspettiamo di vedere presto i The 69 Eyes sul palco da queste parti e di ascoltare il vostro nuovo album X, magari, brindando con un buon vino rosso 🙂

Grazie a te Tarja e a Truemetal! (e poi in italiano:) “sono molto lieto di questa intervista. Saluti a tutti i nostri fan, ci vediamo presto! Ciaoooo”

 

Tarja Virmakari & Fabio Vellata

 

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Discografia The 69 Eyes:

    1992 – Bump’n’Grind
    1994 – Motor City Resurrection
    1995 – Savage Garden
    1997 – Wrap Your Troubles in Dreams
    1999 – Wasting the Dawn
    2000 – Blessed Be
    2002 – Paris Kills
    2003 – Framed in Blood – The Very Blessed of the 69 Eyes
    2004 – Devils
    2007 – Angels
    2008 – Hollywood Kills – Live At the Whisky A Go Go
    2009 – Back In Blood
    2012 – X
 

Sito Ufficiale The 69 Eyes