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Thy Majestie (Claudio DiPrima e Dario Grillo)

Di - 25 Ottobre 2002 - 23:12
Thy Majestie (Claudio DiPrima e Dario Grillo)

Facciamo due chiacchiere con Claudio Diprima e Dario Grillo, rispettivamente batteria e voce dei Thy Majestie, power metal band siciliana, da poco reduce dalla sua seconda fatica in studio, “Hastings 1066”.

Intanto mi complimento con te per la scelta del concept. Com’è nata l’idea di un album incentrato sulle vicende del 1066
 
Claudio: Ti ringrazio!  L’idea del concept sulla battaglia di Hastings mi è venuta dopo un viaggio in Inghilterra. Sono molto affascinato dalla storia medievale e così una volta lì decisi di fare un giro per visitare alcuni castelli (l’Inghilterra è piena di castelli medievali stupendi!). Decisi inoltre di andare a visitare Hastings e più precisamente la cittadina di Battle (dove avvenne effettivamente lo scontro). Rimasi affascinato dall’atmosfera che si respirava lì  e tornando in Italia proposi a ragazzi della band un concept storico su un argomento che mai prima d’ora era stato trattato , appunto “la battaglia di Hastings del 1066 d.C.” .
Sicuramente una scelta che ci distacca dal filone fantasy e che dovrebbe in un certo senso aiutarci (insieme alla nostra proposta musicale) a distinguerci nell’ormai saturo pentolone del power italiano ed  internazionale. Penso che per ora procederemo su questa strada, il nostro prossimo disco sarà un altro concept storico, probabilmente su Giovanna D’Arco, ma ancora stiamo valutando  la situazione.

Pensi di poter descrivere in poche parole il vostro sound? Vi sto chiedendo praticamente di etichettarvi da soli… 🙂

Dario: allora, io direi che facciamo un epic-prog-power-symphonic-celtic-folk-opera-medieval-gothic-grogorian-metal…eh-eh…soddisfatto? a parte gli scherzi, noi  cerchiamo sempre di inserire nelle songs un po’ tutte le nostre influenze musicali individuali e questo non fa che rendere difficile una netta classificazione della nostra musica in un filone preciso. Certo si tratta di Power Metal in linea generale però non penso che nessuno possa accostare il nostro sound con quello   degli Hammerfall per esempio. Anche se ci muoviamo in un territorio affine, le sfumature e le divergenze musicali sono abnormi.

Claudio:  se vogliamo essere sintetici il nostro sound è: epico, maestoso e coinvolgente.

Una provocazione. Come pensi che possa accogliere “Hastings 1066” il power-metaller medio italiano?
 
Bella domanda… Se devo essere sincero, penso che “Hastings 1066” possa piacere anche di più a chi ascolta musica un’attimino più complessa  che al “power-metallaro-medio”  come lo hai definito tu. Questo perché reputo che la nostra musica un pò distante  dalle cose proposte da Stratovarious, Avantasia, Sonata Arctica ecc… Secondo me “Hastings 1066” è un album complesso che ha bisogno di molti ascolti prima di essere apprezzato interamente e quindi chi è abituato ad ascoltare roba più assimilabile e diretta potrebbe storcere il naso. Mi è capitato proprio di recente di captare pareri discordanti a tal proposito anche tra amici miei i quali hanno apprezzato di più il nostro debutto proprio per questa “commercialità” che ad “Hastings 1066” manca. Tuttavia penso che la musica migliore sia quella che a primo impatto ti lascia un po’ perplesso e che solo successivamente ti riesce a dare grandi emozioni (predi per esempio “The Divine wings of Tradedy” dei Symphony X). A grandi linee mi viene in mente la differenza che intercorre tra musica pop commerciale usa e getta e la musica classica. Quest’ultima anche se ha un seguito inferiore sicuramente ha lasciato il segno nel tempo. Ma è stato sempre il grande dilemma dell’arte: i veri artisti sono coloro che magari incontri per strada, che non hanno un soldo e che nessuno considera mentre gente che non ha il minimo talento magari è al  primo posto in classifica nelle charts.

Claudio: Io penso che “Hastings 1066” sia  si un album complesso ma che comunque non perda mai di vista le melodie facilmente assimilabili ed i ritornelloni che si stampano in testa a primo ascolto. Quindi diciamo che è la giusta  mistura di roba un po’ “easy listening”  con qualcosa di più “colto” che può piacere anche a chi non ama il power-metal “facile”  ma è alla ricerca di sonorità più progressive.

Io ho sentito, nel vostro modo di approcciare al metal, una predilezione per  soluzioni di classe, tipiche di band piuttosto “sopraffine”. Penso ai Royal Hunt, su tutti. Cosa puoi dirmi a riguardo?

Dario: Questa domanda si ricollega a quello che ho appena detto. Non ci piace essere banali e preferiamo  sempre il gusto  alla tecnica senza capo né coda in una composizione. Secondo me i dettagli sono qualcosa che fanno diventare un buon album ,un grande album. E’ proprio questa ricercatezza che ti permette di crescere come musicista ma non tutti la sanno apprezzare. Io per esempio intravedo un certo gusto nell’arrangiare i brani soprattutto in band quali i Royal Hunt, i Kamelot, i Dream Theater, i Giant e pochi altri. Il mondo metal  ha un approccio musicale molto “grezzo” se vogliamo e sono pochi quegli artisti che hanno un buon gusto. Mi rendo conto tuttavia che si tratta di gusti. Magari c’è a chi piace l’istintività e la “sporcizia” musicale ed è anche una posizione che rispetto  però io la vedo in modo diverso.

Altra provocazione. Pensate di spingere sugli innesti progressivi per distaccarvi ulteriormente da un genere che tuttavia sembra non conoscere periodi di crisi?

Dario: Guarda, noi non componiamo a tavolino. Posso solo dirti che sicuramente il nostro terzo album avrà un sound abbastanza scuro ma non sarà una fotocopia di “Hastings 1066”. Ci saranno sempre soluzioni di classe, parti prog, atmosfere tetre e angoscianti ma posso dirti che ci sarà ancora una volta un’ evoluzione notevole da parte nostra. Siamo tutti dei musicisti in continua crescita e vogliamo poter essere considerati al pari di nostri più noti colleghi internazionali. Io sono più che sicuro che la nostra terza fatica sarà l’album più completo e maturo dei Thy Majestie. Aspettate ancora qualche anno. Avremo modo di riparlarne.

Mi fai un nome di un gruppo straniero e di un gruppo italiano sul quale ti senti di scommettere per il futuro del metal?
 
Claudio: beh ormai il metal si è frazionato in così tanti sottogeneri che sarebbe riduttivo citare una sola band, ti posso rispondere per quanto riguarda il nostro filone: straniero… mmm… i Manowar! Tengono alta la bandiera del metal da quasi 20 anni ormai e saranno ancora loro a mantenerla alta ancora per un bel pò secondo me. Italiano… non vale se dico Thy Majestie vero (ahah)!? No dai a parte gli scherzi, secondo me attualmente la band che  rappresenta l’Italia nel mondo, che continuerà a farlo per un bel pezzo e su cui punto sono i Rhapsody. Nonostante qui in Italia godano delle antipatie di gran parte della gente (che comunque poi alla fine compra i loro dischi lo stesso!), per la serie “nessun è profeta a casa propria” ,  alla fine è innegabile che siano una grandissima realtà italiana.

I 5 dischi metal ai quali devi di più?
 
Claudio :
Iron Maiden : Seventh son of a seventh son
Iron Maiden : Somewhere in Time
W.A.S.P : The crimson idol
White Lion : fight to survive
Skid Row : Skid Row
 
sono tutti dischi legati a particolari momenti della mia crescita di “metallaro” !

I vostri fan possono sperare di vedervi dal vivo accompagnati dal Coro del Teatro Massimo di Palermo, dal momento che gioca un ruolo primario nell’album?

Dario: Dal coro del Massimo?  Eh-eh..mi sembra alquanto improbabile visto che soltanto loro sono un centinaio. Nessun panico cmq, suoneremo con un registratore minidisk per riprodurre le parti corali e alcune orchestrazioni. Siamo abituati da sempre a suonare  col metronomo e continueremo a farlo. Dal vivo siamo molto metallari e non ce li vedo proprio tutti quei coristi che cantano con me. Preferiamo un approccio più heavy e quindi dal vivo aspettatevi più chitarre e più sudore! La dimensione “live” vi mostrerà una band diversa da quella che suona sul disco.

Ti propongo uno spunto di riflessione. Mi capita ormai spesso di imbattermi in vere e proprie gare: se da una parte si gioca a chi è più metallaro, dall’altra c’è una corsa a dichiararsi non metallaro. Perché quello del metallaro è uno stereotipo così amato/odiato secondo te?
 
Io non ci faccio caso onestamente. Molti amici mi chiamano metallaro ma non me la prendo di certo. Amo l’heavy metal, perché dovrei vergognarmene? Semmai capisco che in una società come la nostra ormai il vestirsi in una determinata maniera può implicare un certo disgusto da parte di una bella fetta di “benpensanti” ma anche lì il problema non sussiste. C’è chi si dice “metallaro” e  veste con chiodo e borchie e chi ama il metal ma preferisce solamente l’approccio musicale a quello esteriore. Io rispetto qualunque modo di vivere la parola “metal” ma sarebbe stupido attribuire a questa frase un significato fideistico e ottuso.
Secondo me non esiste uno stereotipo del “metallaro-medio” che odia il mondo , che puzza, che si veste male e che si droga…insomma queste sono cose da film o da anni ottanta. Ogni persona è differente dall’altra e sarebbe stupido etichettare la gente in base al tipo di musica che ascolta o da come si veste. Penso che la mancanza di cultura porti a certe classificazioni. Se la gente perde tempo dietro queste discussioni vuol dire che probabilmente non “conosce” di cosa parla. L’ignoranza è il vero male del mondo, credimi. Una persona colta non si ferma all’apparenza e ama la realtà nella sua diversità e complessità. Io la penso così quindi di conseguenza non mi pongo nemmeno il problema.

Claudio :  Io mi ritengo “metallaro”  e mi vanto di esserlo , soltanto che ultimamente si bada più all’esteriorità che ad altro. “Metallari” lo si è nell’animo e non bastano 4 borchie e 4 catene per essere metallari quando nemmeno si sa cosa sia  la parola METAL

Nell’attesa della possibilità di vedervi dal vivo, vi rinnovo i complimenti e ti lascio l’ultima battuta per i lettori di Truemetal.it. Grazie.

Dario: grazie per l’attenzione ragazzi!

Claudio: grazie a Trumetal.it per l’intervista ed un saluto a tutti , stay metal!