TM Blast Beats #7: Flo Mounier (Cryptopsy)
A cura di Stefano Testa, batterista membro degli Ananke, insegnante presso il centro Km33 di Trezzo Sull’Adda (Mi) e presso la Zona Played di Mezzago (Mi).
www.myspace.com/stefanotestadrummer – www.myspace.com/anankeit – www.ananke.it
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NUMERO 7
TM Carta d’Identità |
|
Nome | Flo |
Cognome |
Mounier |
Anno di Nascita |
1974 |
Gruppi | Cryptopsy |
Siamo ormai arrivati al settimo numero di TM Blast Beats, ne abbiamo fatta di strada!
Il protagonista di questa puntata sarà uno dei più leggendari batteristi death mai esistiti, e cioè il drummer dei Cryptopsy, Flo Mounier. Nel corso della sua carriera il canadese è riuscito a ritagliarsi un ruolo fondamentale nel panorama death, sfornando uno stile tanto personale quanto stupefacente, accoppiando ad un drumming estremo elementi originali ed unici.
Nella band sin dal 1993, ha pubblicato con i compagni un buon numero di album, tra i quali vi consiglierei sicuramente il caposaldo “None so vile” insieme al più sperimentale “Whisper supremacy”, ma fondamentalmente non c’è un loro lavoro in cui il nostro ospite ci abbia deluso.
DRUMMING
Il drumming di Flo è chiaramente improntato su di un death classico, dove doppia cassa e blast beats assumono un ruolo fondamentale per la maggior parte delle esecuzioni. Chiaramente questi grooves presentano una velocità smodata sia con il canadese sia con tutti i colleghi che ne fanno uso.
Ma al contrario di molti altri, Flo non pare utilizzare tecniche specifiche per la loro esecuzione ma semplicemente aumenta la velocità a seconda del tempo, portando bacchette e pedali all’impatto attraverso colpi singoli a qualunque numero di Bpm. Basterebbe questo a farci rimanere basiti di fronte alla sua preparazione tecnica e fisica, ma in realtà si tratta solo di una piccola parte di ciò che è il suo drumming.
Flo sa fondere a questi elementi death particolari sonorità latin e jazz, sia nei fills sia in strofe più suonate.
Ovviamente il suo set, di cui parleremo in seguito, è farcito di elementi indirizzati in questo senso. E’ facile dunque imbatterci in blast dove quello che potremmo definire l’ostinato si caratterizza per rapidi cambi che vanno da un classico ride a piatti come uno stax o un mini china, oltre ad effetti digitali.
Un altro elemento che si evidenzia in modo palese, e forse anche il più impressionante, è la quasi completa mancanza di schemi rigidi e semplicistici all’interno delle esecuzioni. Sto parlando ovviamente della diversità e della varietà di grooves che Flo mette nei suoi lavori, in tutto il materiale che il canadese ha sfornato non sono riuscito a trovare parti di suonato in cui le battute si ripetano senza particolari differenze. Anzi, risulta estremamente difficile dividere i pezzi in strofe, bridge e ritornelli, il Mounier-drumming li farcisce di una quantità tale di fills, cambi e spostamenti di rullante che dovremmo avere sott’occhio lo spartito per poter comprendere il loro svolgimento. Capiamo quindi che a tutte le peculiarità già conclamate, si va ad aggiungere un cervello degno di un computer; ripetere tali esecuzioni in modo pressochè identico tra loro durente le sessioni, studio o live, necessita di una concentrazione e di una proprietà di visualizzazione dei pezzi a dir poco incredibile. Nei numerosi video presenti in rete potrete facilmente constatare la cosa.
Veramente particolari sono poi le sezioni di intermezzo tra le parti più tirate, dove la faccia jazz del suo stile assume spesso un impronta primaria, staccandosi completamente dai canoni preponderanti del death e proiettandolo verso nuove direzioni, anche grazie alla già citata farcitura del set.
Infine proponiamo un breve spazio pubblicitario a favore del suo dvd didattico, in cui il nostro ospite spiega in modo preciso moltissimi altri aspetti del suo drumming e della sua attività, dalle tecniche usate ad esercizi di riscaldamento con e senza set, fino a giungere persino allo stretching!
DRUMSET
Il drumset di Flo è quanto di più intricato mi sia mai capitato di incontrare, almeno tra i kit usati stabilmente a livello di band di professionisti. Un numero spropositato di pezzi suonabili ed un hardware tra i più scenografici e complicati mai visti ne fanno a mio avviso una vera corazzata più che una batteria.
La cosa più interessante è che all’interno di cotanta confusione esiste un preciso filo logico seguito nel suo assemblaggio, questo set è stranamente ma visibilmente cucito addosso a Flo, permettendogli di esprimere le tante sfaccettature del suo stile veramente appieno.
Pearl Hardware
4 eliminator pedals
2 snare stands
1 throne + stand
1 hihat adapter clamp
1 eliminator hihat pedal/stand
1 eliminator remote hihat
1 clave block and stand
20 pc 50 clamps
Icon drum rack (Redge custom rack)
6 tom arms
12 boom cymbal stands
1 mini hihat boom stand holder
1 remote hihat boom stand holder
Pearl Masterworks Drums
Cassa 22”x18”
Cassa 22”x18”
Tom 8”x8”
Tom 10”x9”
Tom 12”x10”
Tom 13”x11”
Tom 16”x14”
Rullante 13” Sensitone
Rullante 14” Free-Floating Metal
Remo Heads
Tom Emperors coated top/ambassadors clear bottom
Rullante princiale Emperor coated top/ambassador clear bottom
Rullante secondario Ambassador coated top/ambassador clear bottom
Cassa Power stroke clear beater side/ambassador black front
Electronics
Roland SPD 20
2 DDRUM triggers for bass drums
Sabian Cymbals
14” HH crash
2x 16” ozone crashs
17” AA stage crash
18” AA medium crash
18” Evolution crash
18” Ozone crash
21” Raw bell dry ride
18” B8 pro china
14” AA mini china
12” AA mini china
12” AA fusion mini hi-hats
13” AA hihats
14” AA sizzles hi-hats
8” AA splash
10” Max stax
10” HH splash
10” AA splash
Vic Firth Sticks
Vic Firth Signature sticks (F1)
Già partendo dai fusti, questa batteria ci fa capire che non sarà un impresa semplice districarci nella sua complessità. I tre tom frontali non presentano stranezze, ma già abbassandoci al primo timpano sospeso ci accorgiamo di come la sua misura non rientri proprio nel susseguirsi della scala misurativa che ci saremmo immaginati. Infatti appena sotto il tom da 12” compare lui, un grosso timpano da 16” a far impennare il tutto. Spostandoci di poco a lato troviamo un altro “intruso”, un tom da 13” con una pelle battente trasparente, a differenza dei suoi fratelli che utilizzano singolarmente pelli sabbiate. Fortunatamente almeno le casse, il rullante principale e quello secondario rientrano in schemi per cosi dire normali, sia nelle misure che nelle pelli. Passando al piattume la situazione prosegue però verso vie ancora più imbarazzanti: se dovessimo analizzare soltanto la parte inferiore non saremmo particolarmente colpiti, o meglio, nonostante la grande varietà di piatti presente noteremmo una disposizione semplice con i Crash, Splash e Stax sopra ai tom, due Hi-Hat e Ride senza pretese e un China comunque non eccessivo. Ma alzando lo sguardo le carte in tavola cambiano radicalmente: nella parte alta compaiono questi strani e sicuramente non molto commercializzati China e Mini China che, aggiunti al resto della ciurma, rendono il parco piatti estremamente particolare. Guardando ad essi è impossibile poi non notare ciò al quale sono agganciati, una vera e propria impalcatura. Esatto, ho detto impalcatura! Denominare rack quest’opera assemblativa sarebbe davvero riduttivo, non mi sentirei nemmeno di introdurla in ciò che normalmente è chiamato Hardware se non fosse per gli evidenti marchi Pearl. Un numero spropositato di barre, mezzaste, agganci e panoramici simile penso di averlo incrociato poche volte, potrebbe fare concorrenza al set di Mike Portnoy. Ovviamente nel pacchetto sono comprese anche sciocchezze come l’asta Hi-Hat, un remote Hi-Hat e un paio di Pearl Eliminator.
Per concludere non potevamo certo pensare che il buon Flo rinunciasse a qualcosa di intricato anche nei componenti elettrici no? Oltre ad evidenti e necessari trigger sulle casse, notiamo sulla sinistra del set un modulo Roland SPD 20, con il quale le possibilità sonore del set si espandono a livelli inimmaginabili, lo potrete notare nei video allegati.
Che altro dire, volete chiamarla ancora “Batteria” o come me optate per un più indicato “Astronave”?
VIDEO
“Drum solo”
“Foot and Hand Techniques”
“Mutant Christ”