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Vision Divine, Michele Luppi’s Heaven (Michele Luppi)

Di - 14 Luglio 2005 - 14:14
Vision Divine, Michele Luppi’s Heaven (Michele Luppi)

Ce li avete i pop corn ed una buona birra al vostro fianco? Il mio consiglio è di stamparvi questa intervista kilometrica e di mettervi comodi sul divano (sempre se potete e se non siete al lavoro) immergendovi nella lettura delle sensazioni di un artista italiano che farà molta strada all’interno ed all’esterno del nostro paese: Michele Luppi. Buon divertimento.

Ciao Michele un saluto a te innanzitutto e i miei complimenti per la magnifica voce che ti appartiene! Il tuo arrivo nei Vision Divine è stato come un fulmine a ciel sereno… Tutti convinti dell’impossibilità di poter sostituire degnamente Fabio Lione con un altro cantante italiano, ed ecco tirato fuori dal cilindro “questo” Michele Luppi… Ti confesso che una gran parte di coloro che seguono l’Heavy Metal e che ti hanno sentito su Stream of Consciousness (me compreso) lo hanno fatto per la prima volta… meglio tardi che mai no?

Ciao anche a te! E grazie… Sei molto gentile… Tardi nel senso che ritieni io sia “vecchio”? Ah, ah, ah… Ti dirò che molti “Metallers” mi conoscevano già per via dei Mr. Pig… Non ti nascondo che il fatto di entrare a far parte di in una nuova realtà come quella dei Vision Divine mi ha comunque dato la possibilità di farmi vedere a tanta gente nuova, soprattutto all’estero. Sono felice di essere stato “il Prescelto”.

Eppure, sarà anche un nome nuovo nell’Heavy Metal, ma non lo è di certo per ciò che riguarda la Musica in generale. Chissà quanti utenti non sanno che hai partecipato a due Tour mondiali di Umberto Tozzi in qualità di tastierista e corista e di aver lavorato con artisti del calibro di Maurizio Solieri (Vasco Rossi), Andrea Braido (Laura Pausini, Vasco Rossi, Zucchero ed Eros Ramazzotti tanto per citare i più famosi), Glenn Hughes ed Ian Paice…
Insomma, Michele Luppi non è l’ultimo arrivato giusto? Come sei arrivato a queste conoscenze e collaborazioni?

Ognuno cerca di dare il meglio, indipendentemente dalla figura che ricopre. Il fatto di fare tante esperienze diverse a livello professionale mi ha aperto molto le vedute riguardo la musica in generale e soprattutto su “il come farla”. Sono giunto a questi contatti in modo semplice, portando i miei demo a vari concerti, suonando spesso live facendomi vedere il più possibile… La maggior parte delle volte ti telefonano per “ingaggiarti” dopo aver visto un tuo concerto o perchè hanno sentito parlar bene di te… Alla fine, se lavori seriamente e quel che produci è buono la gente ti chiama, soprattutto ora che girano pochi soldi; si ha bisogno di tanta professionalità per far tornare a galla la figura del Musicista, quello vero (sempre che si cerchi qualcuno di professionale…). Dai alla gente buona musica suonata bene e uno show come si deve e prima o poi riempirai i locali. Il concerto ha un fascino che mai sparirà… Credo sia importante anche farsi trovare pronti agli occhi di chi ha più esperienza di te; a loro non gliela fai! Tanto vale farti conoscere per quello che sei, senza cercare di “sembrare migliore”… Poi è chiaro che ti devi esporre, altrimenti non si va da nessuna parte.

Sfogliando il libretto di “Strive” ho notato quelle splendide fotografie che ti ritraggono quando eri un bambino… Cosa ricordi del Michele che fu? Come hai intrapreso la strada musicale che oggi stai percorrendo a pieno regime?

Il Michele che fu? Mi riconosco molto nel mio attuale batterista Dani Morini; un’enorme passione per la musica tale da far sembrare inutile tutto il resto! Ho sempre dato la precedenza a quel che mi piaceva fare, senza però ignorare la parte “dura” dell’apprendere una qualsiasi disciplina; troppo facile continuare a fare solo quel che già ti viene bene. In realtà fino ai 12 anni volevo giocare a pallone, come tutti del resto. Poi ho capito di avere potenzialità, ma che dovevo lavorare sodo se volevo diventare un Musicista serio. Ho cominciato come tastierista in varie band Hard Rock… Poi, quasi per caso, ho iniziato a cantare. Non ho mai abbandonato gli strumenti perché sono fondamentali nella formazione musicale della voce. Mi sono applicato tanto, tutto qui. L’unica cosa di rilievo forse è il fatto che ho la fortuna di avere un orecchio particolarmente sensibile e questo lo devo solo ai miei genitori.

Quanti e quali strumenti suoni?

Suono in ordine di “confidenza sullo strumento” Tastiere, Chitarra Ritmica (alla Paul Stanley!), Basso e Batteria, quest’ultima in modo decisamente ridicolo!

Personalmente, che riscontro hai ottenuto dopo la pubblicazione di Stream of Consciousness?

Ottimo sia a livello di stampa specializzata che di pubblico. Le recensioni mi hanno dato tante soddisfazioni, anche se è il pubblico ai concerti il vero banco di prova. Avendo però impostato il mio percorso musicale più sull’aspetto “concerti” che su quello “dischi” ero più curioso di come la gente avrebbe accolto il disco in se… Sai, quando cambi cantante è sempre una tragedia, vedi Van Halen, Iron Maiden citando casi di gruppi “grossi”. Tutto sommato mi è sembrato di cantare il primo disco di una band nuova che annoverava tra le proprie fila veterani del Metal come Olaf, Oleg e il Tower.

Michele Luppi’s Heaven è un progetto che avevi in mente da molti anni, ci sono brani che hai scritto molto tempo fa (1998, 1999 ed addirittura 1993) e che sei riuscito a rendere pubblici soltanto oggi anche perché li avevi accantonati per lavorare su altro… Quanto pesa, da questo punto di vista, il lavoro fatto coi Vision Divine e con la Scarlet Records? Senza lo slancio ed il loro aiuto, saresti riuscito comunque a realizzare quello che è il tuo “paradiso”?

L’esperienza coi VD è stata indubbiamente d’aiuto. Cantare su “Stream…” mi è servito molto a formare ulteriormente la parte “maschia” della mia voce. Inoltre ho potuto conoscere Stefano e Filippo che hanno creduto da subito nel mio progetto. Grazie a loro “STRIVE” uscirà in tutto il mondo… Sul piano prettamente musicale invece il mio album solista sarebbe venuto fuori esattamente com’è, anche perché buona parte del lavoro era già stata terminata prima che mi chiamasse Olaf.

Cosa suonate precisamente nei Mr Pig? Non ho mai avuto il piacere di presenziare in uno dei tantissimi concerti che fate con quella band…

E cosa aspetti?!? Coi Mr. Pig abbiamo dato vita ad una specie di “Rivoluzione Rock” nei locali dove solitamente si suonano cover di Vasco, Liga e marchette da classifica. C’è voluto un po’, ma finalmente gli amanti del Rock hanno cominciato a riempire questi locali pretendendo “Concerti Veri”. Suoniamo brani dei Dream Theater, Mr. Big, Europe, Kiss, Led Zeppelin, Deep Purple e tanti altri, oltre ai brani del mio disco naturalmente. Il nostro è un concerto vero e proprio, con tanto di assoli di tutti… Niente “medley castra canzoni”… Il tutto condito da una buona dose d’ironia e voglia di smitizzare certi stereotipi, in modo da non prendersi troppo sul serio ed allentare un po’ la tensione…  Si suona per più di 2 ore ogni volta… L’unica cosa seria è la musica stessa e il modo di proporla; è importante avere un proprio “Sound”; dopo tanti anni insieme posso dire che abbiamo raggiunto quest’obiettivo che sfocerà in un disco di pezzi originali che vedrà la luce l’anno prossimo.

Che idea ti sei fatto dell’Italia dell’Heavy Metal? Segui la scena da molto tempo?

Seguo il Metal dal primo numero di HM con Ozzy in copertina (circa 1985!). Sono sempre stato il “Rockettaro” in ogni situazione musicale dove prendevo parte, anche se i VD sono la prima band Metal vera e propria, se si escludono gli esordi. Alla fine degli anni ’80 infatti poche band suonavano, e quando lo facevano si trattava spesso di materiale proprio… I tempi sono cambiati… Oggi parti suonando le cover. C’è un lato positivo in tutto questo: oggi i gruppi suonano in media molto meglio di allora… Le strutture sono apprezzabili anche se i dettagli (impianti, luci ecc.) non sono sempre all’altezza delle situazioni. Oggi che frequento l’ambiente Metal da più vicino, trovo ci siano grandi differenze tra quel che si dice e/o scrive rispetto a quella che è la realtà dei fatti. Abbiamo in Italia un pubblico molto attento e critico e questa penso sia una grande fortuna… Non a caso gente come i Dream Theater (che non propongono certo musica “facile”) hanno fatto fortuna soprattutto qui da noi. Si tende troppo spesso ad essere esterofili penalizzando ingiustamente i gruppi nostrani. Parlando in generale (secondo me naturalmente) bisognerebbe essere meno invidiosi e crederci di più.

Cominciamo a parlare di “Strive” Michele, ho un bel po’ di curiosità da soddisfare; prima fra tutte l’argomento liriche: sei passato cantando testi malinconici, pieni di odio ed in generale filo-depressivi come quelli di Stream per approdare su testi che esprimono emotivamente l’esatto contrario… Amore, speranza nel futuro e gioia di vivere… Nettissima la differenza dei due stati d’animo rappresentati uno da Olaf e uno da te. Questa è la tua vera dimensione Michele?

Certo. Per quanto riguarda “Stream…”, Olaf ha scritto la Storyboard tutto da solo. Io ho scritto “testi provvisori” che gli passavo, testi che scrivevo seguendo le sue tracce mentre scrivevo le linee melodiche. Alcune frasi sono rimaste invariate, le altre da lui adattate al senso della storia, perciò non c’è niente di mio a livello di “idee”. I testi di “STRIVE” invece sono un vero e proprio inno ai riferimenti da te citati (amore, speranza nel futuro e gioia di vivere…), quello che, anche con la voce e i gesti cerco di trasmettere dal vivo. Non è retorica da oratorio bensì quel che penso veramente senza alcuna vergogna. Nonostante i brani siano stati scritti diverso tempo fa mi ci ritrovo ancora, forse con una punta di innocenza in meno. Non sono un “duro”… Cerco solo di essere forte!

Dimensione che vale per i testi ma pare valga anche per il genere: l’AOR è la musica che più preferisci, mi sbaglio? Chi sono gli artisti che maggiormente apprezzi relativamente a questa scena?

In realtà l’AOR è la musica che “mi viene naturale fare”, soprattutto per quanto riguarda la fase compositiva. Dagli amanti del genere è un po’ considerata come “La Musica più Bella in tutto e per tutto”! L’AOR è paragonabile alle Playmates; è tutto bello e abbondante a prescindere… Crescendo impari ad apprezzare altre cose (magari meno invitanti) ma rimane un certo gusto per “il bello”. Sicuramente tutto questo ha a che fare con l’amore che nutro nei confronti di bands come gli Europe, a mio avviso i maggior esponenti del genere. In realtà ho cercato di apportare oltre ai cori, gli assoli “studiati” e tutto il resto alcuni elementi per farne la musica di oggi e non la riesumazione di un qualcosa che non c’è più. Un esempio di questo “upgrade” potrebbe essere la scelta dei suoni della batteria: negli anni ’80 il rullante sembrava un cazzotto dato dalla coppia Bud Spencer & Terence Hill, la cassa un battipanni su un tappeto e così via! Scherzi a parte, su “STRIVE” sono presenti anche le influenze di 2 artisti tra i miei preferiti che poco hanno a che spartire con il Melodic Rock, ovvero Seal e Bruce Hornsby. La voce l’ho voluta “presente” come nei dischi pop senza quintali di effetti… Per quanto riguarda gli arrangiamenti, ho cercato di creare strutture non banali e ricce di spunti… Il prodotto finale è di stampo AOR, anche se le mie influenze sconfinano in generi apparentemente estranei da quest’ultimo. Non ha senso rifare quel che è già stato fatto; al limite si dovrebbe portare avanti “attualizzando” un genere nato 20 anni fa in modo da poterlo rendere interessante anche alle nuove generazioni.

Se potessi disporre di una Delorean carica di plutonio (e so di per certo che sai che cosa sia, ho letto il tuo messaggio sul booklet) con quale “periodo musicale” ti piacerebbe misurarti? C’è una band del passato per la quale vorresti esserne il frontman?

Vorrei essere il quinto elemento dei Kiss… Andrei a conoscere Paul, Gene, Ace & Peter nella cantina della 23esima strada a NY durante la stesura del primo “Kiss”. Vorrei aver vissuto gli anni ’70 in pieno e non viverli “di riflesso”… Poi una volta ricco, avrei cominciato a sfornare negli anni ’80 dischi AOR a più non posso!!!!! Dai, non voglio pensarci; torniamo alla realtà!

La produzione riservata a “Strive” è assolutamente perfetta, pare quasi di ascoltare un cd di un massimo esponente pop, dove i lavori per la creazione del tutto si svolgono in una miriade di studio e con mezzi economici altissimi. Niente di tutto questo presumo da parte tua, come sei riuscito ad ottenere un suono simile?

Grazie. Questo è uno di quei complimenti che preferisco in assoluto. Come diceva Jannacci “ci vuole orecchio”! Pensa che in studio, durante il mix, io e Robby Priori, chitarrista col quale ho mixato “STRIVE”, eravamo soliti a considerare “da pilla” (pilla =soldi) ogni nuovo apporto decisivo nella scelta dei suoni!  La verità è che oggi i mezzi per realizzare qualsiasi cosa sono alla portata di tutti. Certo, ho pure investito anche qualche migliaio di €uro in attrezzature varie… Non ho certo usato una Sound Blaster! Ora dispongo di un ottimo studio dove seguo ogni parte del lavoro a parte la ripresa delle batterie che registro altrove. Ci vuole solo la voglia di raggiungere il meglio ogni volta senza accontentarsi di un risultato già buono. Come dico spesso “fare un disco è una cosa seria”, un qualcosa che dura per sempre. E poi un po’ di presunzione non guasta: se qualcun altro riesce ad ottenere certi standard perché non dovrei riuscirci io? Naturalmente ci vuole tanta pazienza… Ma il risultato paga, te l’assicuro! Comunque se avessi ricevuto 1 € per ogni ora passata sul computer oggi sarei miliardario, non scherzo.

Trust, il brano di apertura del tuo solo album, è a mio parere il più rappresentativo dell’intero lavoro, nonostante i numerosi ottimi capitoli presenti. L’amore è il soggetto del pezzo, amore che dici essere inesistente senza il rispetto reciproco e senza credere negli altri. Hai avuto qualche esperienza negativa che ti ha portato a descrivere questi stati d’animo? Sei d’accordo con me quando dico che Trust è un pezzo fondamentale di “Strive”?

Assolutamente sì, ed è per questo che l’ho messo come primo brano! Comunque te lo 6 ascoltato bene il mio disco… Hai letto il booklet, i testi…  Ne sono lusingato. Trust parla principalmente di come sia difficile gestire alcuni rapporti personali con chi non rispetta in modo adeguato gli spazi di una persona che fa un lavoro come il mio. Spesso molti non considerano affatto il “fare il Musicista” come un lavoro, e questo crea incomprensioni con amici, fidanzate ecc… Di esperienze negative a livello umano ne ho avute e continuerò ad averne… Come tutti del resto! Meno male che ci sono quelle positive!!! Forse se me ne sbattessi di più le palle nei confronti di certe cose (menate) starei senz’altro meglio. Ci sto lavorando…

Feel Alive invece ha un inizio che definirei quasi country con quella harmonica che risalta sugli strumenti e con la tua voce che scandisce per bene le parole “Twenty-four years have gone by”… Che ricordo hai dei tuoi 24 anni? Hai trovato chi ti ha fatto sentire vivo? (credo tu ti riferisca ad una donna visto che parli di come il gentil sesso utilizza il cervello nelle relazioni amorose)

Oggi avere 24 anni è un po’ strano. Mi spiego. Non 6 ancora uomo e allo stesso tempo non 6 più un bambino… Ho scoperto nel tempo che l’unica persona che mi può far star bene sono io. Non bisogna aspettarsi troppo dagli altri…  Allora scopri che le ragazze hanno un metodo “deviato” per scegliere i compagni, che gli uomini perdono la stima di se stessi affogando i dispiaceri nei Bar… Come disse Paul Stanley (sempre lui!) “Everybody’s got a reason to live, but it can’t be your love”. È vero. Credere è importante per non lasciarsi andare, anche se a volte pensi di non aver capito niente… Come sto andando? Come mi vedi in versione seriosa? (assolutamente perfetto uahauaahauahaaauaha ndg)
A quell’età cominci a capire che non sono tutti buoni e che c’è anche gente malvagia come mai avresti immaginato; una volta arrivati al bivio si sceglie. Vasco dice che non esistono buoni e cattivi; io credo di sì, una linea netta che li separa c’è. “Feel Alive” rappresenta una qualsiasi richiesta d’aiuto di chi abbiamo accanto, la stessa richiesta che ignoriamo ogni giorno nei confronti del prossimo e che ci viene a sua volta ignorata. (mi piace da morire quando Michele paragona i suoi pensieri con quelli di artisti ultra-famosi: ha ragione quando parla di autostima ndg)

Ho notato che nei brani di “Strive” tendi a ripetere il ritornello di turno all’infinito, succede per esempio in “Always Remember You”,  in “Tell me About it”, in “Stars”, in “Time for Love”… E’ un marchio di fabbrica prestabilito oppure è la naturale concezione di quello che è il tuo pensiero sull’AOR?

Non ci ho mai pensato… Adesso che me lo fai notare però… Forse voglio rendere i ritornelli più immediati per bilanciare il fatto che alcune strutture non sono proprio da “canzoncina”… Comunque non c’è un motivo ben preciso, mi sono venuti così. D’ora in poi ci farò caso!

“The Castle inside my Head” è senza ombra di dubbio uno dei miei brani preferiti. Mi piacerebbe capire quale sia il “castello mentale” che ti sta a cuore tanto da dedicargli un brano… Anche qui torniamo a parlare di amore non è vero?

Certo. A volte per il bisogno di “dare” si perde la concezione della realtà… E ti fai dei viaggi allucinanti che avvengono però solo nella tua testa! Certo non costano niente ma creano solo delusioni. Oggi sono molto più realista di allora, fin troppo. Sono molto affezionato a questo brano: lo vedrei molto bene come colonna sonora di qualche film… (anche io: assolutamente stupendo! ndg)

Ho letto da qualche parte che porterai i brani di “Strive” sul palco con i MR. Pig. Ci sarà la possibilità di sentirne qualcuno ai concerti dei Vision Divine?

Ho già iniziato a promuovere “STRIVE” coi Mr. Pig e continueremo a farlo anche dopo le prossime uscite! Coi Vision non credo li suoneremo, nonostante l’etichetta sia la stessa e che sia Olaf che Oleg suonano su un brano, anche perché altrimenti se dovessimo suonare anche i brani dei Labyrinth non ci basterebbero 5 ore di show! A parte tutto si tratta di un Sound decisamente differente e forse è meglio tener separare le 2 cose…

Restiamo sull’argomento live e veniamo alle note dolenti, non vorrei esagerare coi complimenti e provo ad evidenziare una critica a mio modo di vedere costruttiva: ti definisci un live performer più che uno strumentista da studio ma ho notato che nei concerti dei Vision Divine sei praticamente statico sul palco e, se devo essere onesto, indipendentemente dalle perfette performance vocali, non è il massimo da “vedere”. Forse preferisci catturare l’attenzione del pubblico con lo sguardo evitando movimenti esagerati stile Bruce Dickinson? Magari mi sbaglio ed è un semplice fatto di concentrazione?

Può darsi tu abbia ragione… (non è facile accettare queste critiche, complimenti Michele! ndg) È la prima volta che mi viene detta questa cosa. Il fatto è che non cerco di fare il “piacione” sul palco. Mah, dipende… Di certo non metto su il contachilometri prima di salire sul palco! Scherzi a parte lascio che  i “movimenti” sul palco avvengano in modo del tutto naturale… Ci sono diversi fattori limitanti come l’ampiezza dei palchi (coi VD siamo in 6 mentre nei Mr. Pig siamo in 4) e dal fatto che i brani sono tutti molto impegnativi a livello vocale… Una cosa è certa; prima di tutto ci tengo a cantare nel miglior modo possibile! Il mio problema principale nel perseguire questa cosa è che se l’audio non è buono tendo a rimanere fermo per ogni “spezzone di brano”, perché ad ogni spostamento corrisponde un cambio radicale di intonazione generale che mi manda “fuori”… L’orecchio assoluto a volte è una “pugnetta”, credimi… Magari se mi muovessi di più mi calerebbe un po’ la pancetta!!! Ci penserò! È anche questione di confidenza che si ha con gli altri membri della band… Coi Mr. Pig suono da sempre, coi VD avrò fatto 30 concerti… Lo sguardo? Non ci penso… Cerco più che altro di “spedire” le note in faccia a chi mi ascolta nel modo che ritengo più giusto…

Che idea ti sei fatto dello split tra Olaf Thorsen ed i Labyrinth? Il “capo” della vostra band parla ancora della sua vecchia fiamma quando prova con voi?

A volte capita. Nonostante lo split, Olaf conserva un gran bel ricordo dei suoi trascorsi e succede che, parlando, ci regali “perle” di ogni tipo, come ognuno di noi fa riferendosi alle altre band con le quali ha avuto a che fare in precedenza. Dopo tanti anni di militanza in quella band è normale che ne parli, anche se Olaf resta una persona molto riservata.

Ho recentemente intervistato un tuo famoso collega: Roberto Tiranti dei Labyrinth. Gli ho chiesto cosa pensa dell’ultimo album dei Vision Divine ed in particolare di Michele Luppi… Questa la sua risposta: “Buon disco. Ottimo cantante, persona degna di grande rispetto”. Bene, rigiro la domanda a te: che ne pensi di Freeman? E di Roberto?

Anche Freeman è un buon disco, nonostante sia lontano dalla mia concezione di “produzione all’americana”(a perfetto Michele, siamo in due a pensarla esattamente in questo modo, ndg). Roberto è un collega che stimo molto… Stiamo parlando di un musicista molto versatile dotato di una gran voce… Si è fatto un gran mazzo per arrivare dov’è e lo rispetto tantissimo per questo. Sono felice di averlo conosciuto e gli auguro di continuare così. A volte si ha bisogno di trovare complicità tra chi come noi fa un lavoro dove l’invidia uccide senza alcun motivo tutti i rapporti umani… Poi a detta di tanti ci somigliamo sotto vari aspetti! Magari abitassimo più vicini!

Un altro tuo collega che sicuramente hai già sentito nominare (:D), Fabio Lione, ha pubblicato sul suo sito ufficiale quattro brani di Stream of Consciousness cantati ovviamente da lui; si tratta di Colors of My World, Out of the Maze, La Vita Fugge e Version of the Same. Quanto c’è di vero nel fatto che sia stato lui a scrivere le linee vocali dei brani dell’album?  Ti ha dato fastidio la pubblicazione di quei pezzi che “ti appartengono”? In che rapporti sei con Fabio, se di rapporti si può parlare?

Guarda, ho già risposto diverse volte a questa domanda. Sul booklet c’è scritto tutto… Quando sono arrivato erano state scritte 6 linee melodiche (la metà). La restante parte l’ho composta io e, anzi, in fase di stesura Olaf e Oleg mi hanno riempito di consigli utilissimi. Oltretutto, a parte i demo che hai sentito che sono stati in parte riscritti, le restanti linee erano decisamente abbozzate. A questo punto ci tengo a precisare che ho registrato tutto da solo nel mio studio ogni singola nota cantata, e che ho deliberatamente riarrangiato le linee a mio piacimento, comprese le complesse strutture corali… Questa è la verità. Punto. Chiunque sostiene il contrario mente spudoratamente. Non capisco che bisogno c’era di alzare tutto questo polverone. Se ascolti “STRIVE” alternandolo a “Stream…” è facile capire chi ha scritto cosa (verissimo, è assolutamente palese ndg). Poi, ripeto, è tutto scritto nel CD e trovo offensivo sostenere il contrario. Infine,  non mi ha assolutamente dato fastidio che abbia pubblicato quei demo anche perché in parte quei brani sono suoi… Io sinceramente non l’avrei mai fatto a pochi mesi dall’uscita del disco stesso però d’altro canto per il fan può rappresentare una chicca avere le “2 Versions” per citare un nostro brano. A Lione è stato riconosciuto tutto, credimi. Attualmente non ho rapporti con lui.

Curiosità tecnica personale Michele: può essere una voce nasale profonda e ricca di pathos?

Certo. La voce è lo strumento più complicato di tutti, così ricco di sfumature che qualsiasi suono prodotto suscita sensazioni diverse per ogni persona diversa. Le sensazioni dipendono in particolar modo dal nostro background… E ognuno di noi ne ha uno suo. A me le voci nasali non piacciono per niente, eppure Ramazzotti vende tanti dischi… Spero comunque ti riferissi a cantanti di altro, ehm,  spessore… Il pathos è puramente soggettivo… Il fatto che esistano tante voci diverse tra loro lo trovo stupendo… Sai che 2 maroni se cantassero tutti allo stesso modo?

Mi piacerebbe che mi commentassi le band che ti elenco di seguito:

Journey

Conosco molto bene i Bad English che adoro… Nonostante il mio amore per l’AOR non ho mai ascoltato i Journey come si potrebbe pensare… A parte un paio di songs.

Rush

Grande gruppo. Fondamentali per chi vuole mantenere un’approccio serioso senza sconfinare nel solito prog. Hanno uno stile molto definito e mi piace molto come canta Geddy Lee.

Labyrinth

Una band ormai divenuta storica nel panorama internazionale. Peccato che Olaf non ne faccia più parte.

Rhapsody

Ho ascoltato solo una volta in macchina da Olaf il loro ultimo CD e devo dire che è prodotto molto bene.

Gamma Ray (questi te li metto solo perché sono i miei preferiti, non hanno un filo logico come per le altre quattro :D)

Mai ascoltati… Sorry! (AAAAAARRRRRRGHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH ndg)

Come suonerà “The Perfect Machine” dei Vision Divine? Puoi rivelare qualche anticipazione agli utenti di Truemetal che seguono con calore la band?

A giudicare dalle basi che mi sono state date ti posso dire che sarà più duro rispetto a “Stream…”, anche se avendo scritto solo 4 cantati fino ad ora ritengo sia un po’ presto per parlarne… Non vorrei sparare cazzate! In Agosto mi chiuderò nel mio Studio 24 ore su 24… Ti farò conoscere gli sviLuppi al più presto! (geniale 😀 ndg)

Il dvd è stato pubblicato, è giunto il momento di un live album visto le decine e decine di concerti fatti nel giro di un anno? Cosa ci racconti in merito a Stage of Consciousness?

È stato registrato a Reggio Emilia il 16 Aprile scorso… La location non era delle più adatte per realizzare un tale progetto … Ci siamo comunque rimboccati le maniche e, grazie ai 2 nostri amici Maximus e Big Leo, abbiamo fatto in modo di ricavarne il meglio possibile. È stato fatto un buon lavoro di remix audio, e anche un po’ di post-produzione… Ci saranno inoltre interviste ad ognuno di noi e altro. In Giappone uscirà a fine Settembre in contemporanea con “STRIVE”.

Michele Luppi’s Heaven avrà un seguito?

Certo. Non prima di aver pubblicato il primo CD dei Mr. Pig però! I pezzi ci sono già…

Vediamo come te la cavi con questa: What is the secret of life, Michele?

Il segreto della vita è la vita stessa. Sta a noi plasmarla e renderla ricca di bei momenti; è compito nostro e di nessun altro…

Direi che siamo al termine dell’intervista, ho invitato Roberto Tiranti al mio matrimonio e mi ha rivelato che se non ha particolari impegni verrà dalle mie parti a cantare per quel giorno tra un annetto circa… Visto che ho fatto 30 faccio 31 e invito anche te, così costruiamo un inedito duetto da copertina… che ne dici? Ho speranze? (chiedo scusa ai lettori visto che li sto tediando con questo benedetto matrimonio, abbiate pietà di me :D)

Assolutamente sì!!! Fammi sapere quando e sarò dei vostri! Sempre che non abbia concerti lo stesso giorno naturalmente… Magari facciamo come Hughes & Coverdale, sai che bello? (Muoio e due, possiamo fare anche un Ramazzotti – Celentano chissenefrega :D,  a questo punto siete tutti invitati :D… ndg)

Hai tutto il tempo che vuoi per terminare a modo tuo questa lunghissima intervista, e soprattutto per salutare i fan della nostra web-zine che hanno speso parole meravigliose riguardo la tua voce…

Grazie a tutti. Sappiate che ogni volta che esprimete un giudizio, nel bene e nel male contribuite non poco a cambiare le cose. Mi sono state dette tante cose belle… Spero di meritarle! Ci vediamo in giro!

Non ho altro da aggiungere, credo basti anche a voi quanto avete letto qui sopra. Un calorosissimo saluto ed un grazie a Michele!

Gaetano “Knightrider”Loffredo