White Skull: Tales from the East… il racconto del concerto di Mosca
Tales from the East… WHITE SKULL live at Teatrclub Moscow, 27th october 2014
Preludio
La vibrazione del telefonino mi avvisa di un messaggio in arrivo. E’ da parte di Max Zorzi (infaticabile manager dei White Skull): “Tutti in ordine con i passaporti, possibile data in Russia”.
Siamo ad inizio agosto e si sono appena conclusi gli ultimi open-air estivi della band: Mantova, Vicenza e lo straordinario Music for Emergency di Bergamo. Sapevo che per le prime date indoor di autunno Max stava preparando qualcosa di molto speciale ma mai mi sarei aspettato di sentir parlare di Federazione Russa !
Dopo un giro di telefonate con il Capitano Tony Mad e lo stesso Max, mi viene spiegato che alcuni organizzatori di Mosca si stanno muovendo molto seriamente per avere un concerto degli Skull nella loro città! Rispondo: “Yeah! Non resta altro da fare se non sistemare il passaporto e affilare le asce!”.
Partenza
E così ci ritroviamo a Verona, aeroporto Catullo. La data è quella di domenica 26 ottobre 2014. L’appuntamento è fissato alle 11:45. Arrivo puntuale, gli altri sono già in fila. Ci sono tutti: Tony, Alex, Federica, Jo e Danilo. A completare la crew si contano: Gabry (ormai da tempo fonico ufficiale della band), Kalo (da sempre al merchandise) e naturalmente lo stesso Max.
Il viaggio aereo è di quelli che prevedono il servizio ristoro. Pesce o Pollo? Succo di Arancia o pomodoro? Le hostess hanno modi cortesi mentre ci chiedono cosa preferiamo, ma le domande che ci frullano nella testa sono altre: Cosa ci aspetta a Mosca? Cosa ascoltano ì metallari russi? Quanta gente ci sarà al concerto?
Domande che avrebbero trovato risposta il giorno seguente. Il concerto è fissato al Teatr, un locale vicino al centro della città. Si suona alle 20:00, almeno così c’è scritto in cartellone e sulle locandine che sono girate in rete.
Mosca
Quando atterriamo è già buio pesto. Ci informano che la temperatura è sotto lo zero ed il fuso orario vuole che si portino avanti le lancette di 2 ore. Quindi sono circa le 18. Usciamo dal gate ed incontriamo il nostro referente: Alexi. Da subito Alexi si rivolge a noi con un modo di fare molto garbato e socievole. Il suo Italiano è ottimo (tanto da rimanere un po’ perplesso ed incuriosito quando gli capita di ascoltare i discorsi in vicentino stretto che si fanno tra noaltri). I modi gentili di Alexi sono anche risoluti in quanto ha già fatto i biglietti per prendere il treno che in una mezz’ora ci porterà in centro.
La stazione di Mosca è imponente, all’uscita ci si mostra una città con palazzi moderni illuminati con una moltitudine di luci colorate. L’aria fredda si sposa male col “calore” che si percepisce attraversando la città. Lo facciamo con un pulmino messoci a disposizione dall’organizzazione che ci ospita. L’autista ci sta velocemente portando in hotel (velocemente per davvero… non ho capito a quanto siano fissati i limiti di velocità ma le strade a 5-6 corsie permettono di correre parecchio, tanto che il Mozzo ha riferito di aver intravisto sul cruscotto un 120 km/h prima di un incrocio n.d.r.)
Arriviamo in centro, ai piedi di un edificio davvero imponente ed illuminato a giorno. Si alza una sbarra ed entriamo. Il furgone si ferma davanti all’ingresso principale e l’autista (che non parla inglese) ci fa segno che siamo arrivati. Scendiamo dal furgone e ci rendiamo conto di essere di fronte all’Hilton hotel di Mosca!
La struttura è davvero impressionante, una torre centrale che si staglia nel cielo appoggiandosi ad un edificio più largo che gli fà da imponente basamento. Entriamo e la hall è un capolavoro di architettura barocca con forti riferimenti gotici. Il soffitto, alto almeno 7 o 8 metri è un trionfo di rifiniture in legno illuminato da enormi lucernari di vetro.Semplicemente impressionante!
Alexi ci tira la manica del Bomber per riportarci sulla terra e ci ricorda che abbiamo giusto il tempo di sistemare i bagagli e darci una rinfrescata, siamo attesi a cena da Maxim, vero artefice della nostra presenza in quel di Mosca.
La cena
Alle 20 siamo di nuovo nella lussuosissima hall, Maxim è già presente. Ad uno ad uno ci presentiamo con strette di mano e sorrisi, il clima è davvero cordiale. In tempo zero siamo nuovamente lanciati nel traffico moscovita, 15 minuti dopo siamo all’ingresso di un delizioso ristorante armeno. All’interno c’è una festa, tavole piene di cibo, musica e gente che balla. Veniamo portati in una zona più riservata, ad attenderci una tavolo prenotato già imbandito con antipasti di verdura e salumi speziati. Ci chiedono se vogliamo birra o vino. Noi andiamo di birra ma immancabile e ben gradita compare la vodka ad accompagnare la nostra scelta. Seguono antipasti di pesce e della focaccia.
Un’altra vodka? Si, grazie.
Arriva la grigliata di carne, una vera leccornia tanto da fare esultare Danilo non appena viene servita in tavola.
Altra Vodka? Grazie… anzi no: spasibo!
Al tavolo ci raggiunge un ragazzo, dice di lavorare per un importante portale metal russo ed è assolutamente elettrizzato per il concerto di domani. Ci porta un regalo: una splendida caricatura della band realizzata da un fan e affidatagli per essere consegnata in questa occasione. Il regalo è davvero gradito tanto che tra i ragazzi nasce una simpatica diatriba su chi se lo potrà tenere. La cena prosegue tra un bicchiere di vodka e l’altro.
Maxim ci racconta che la voglia di organizzare un concerto degli Skull a Mosca gli è venuta quest’estate, quando si trovava in ferie sul Garda. Aveva sentito del Music for Emergency di Cenate (BG) e quindi aveva raggiunto il festival nella giornata di sabato. Catturato dalla prestazione live del Teschio ed a conoscenza della buona fama che i nostri godono in terra russa non ha perso tempo e ha cominciato a lavorare per questa data. Piacevolmente lusingati dalle parole di Maxim alziamo un’altra vodka:
Alla salute! Anzi no: na sdarovie!
Piazza Rossa
Il risveglio è ad ore confortevoli. Pensavamo di doverci svegliare molto presto per visitare il centro ma ancora una volta i nostri ospiti ci hanno preceduto organizzandoci la giornata. Abbiamo appuntamento con Alexi alle 11, c’è quindi il tempo per un abbondante colazione prima del rendez-vous nell’elegante hall. Usciamo in strada con qualche minuto di ritardo, ad accoglierci una splendida giornata di sole e scarsi decimi di grado sopra lo zero! Ci muoviamo a piedi perchè la metropolitana è dall’altra parte della strada. Ed è subito una grande sorpresa: la stazione della metro è un vero e proprio museo di arte sovietica. Un susseguirsi di volte incastonate da preziosi mosaici e bellissimi lampadari in vetro lavorato. Non fosse per i treni avrei avuto l’impressione di essere in un importante museo o in qualche palazzo del potere!
Prendiamo un treno e dopo un paio di stazioni scendiamo. Risaliti in superficie si apre davanti a noi un enorme piazza delimitata da edifici di colore rosso. Chiedo al nostro accompagnatore se siamo in piazza rossa, Alexi mi sorride e mi dice: “Non ancora, questo è solo passaggio per entrare”. Non appena mettiamo piede in piazza rossa mi rendo conto di quanto sciocca fosse stata la mia domanda. Solo visitando la “Piazza Rossa” si può capire cosa significa essere al centro di una nazione grande come un continente. Ci si sente spaesati, sospesi tra Europa ed Asia. L’austera parete rossa del Cremlino, con la sua imponente torre si scontrano con i variopinti colori dell’incredibile basilica di S. Basilio. Facciamo un paio di foto di gruppo e un ragazzo di una scolaresca in visita ci nota: (impresa non difficile visto che tutti indossiamo bomber neri griffati “White Skull” e colbacchi in stile “Totò, Peppino e la malafemmina”) “I know you, I like your music”. C osì si fanno un po’ di foto anche con i ragazzi in gita!
Il centro
Abbandoniamo la red square e ci portiamo in una zona più commerciale del centro. Lì incontriamo Maxim. Il suo vestito elegante si scosta molto dalla pacchianità dei nostri colbacchi ma è lui a scusarsi per l’abbigliamento distinto:” ho degli incontri di lavoro, purtroppo non posso restare con voi ma ci vediamo più tardi.. e prometto che stasera mi vestirò come si conviene”. Prima di lasciarci ci porta davanti ad una trattoria:” non è la cena di ieri ma si mangia comunque benone”…
Pranziamo al self-service. Ognuno sceglie tra ricche insalate, primi piatti di pasta o riso e secondi di carne. Birra per tutti ma stavolta niente vodka, ormai è tempo di pensare al concerto.
Il locale
IL Teatr è un locale vicino al centro. Si presenta con una facciata nera picchiata direttamente sul marciapiede. Non ci sono parcheggi o ingressi secondari. Scarichiamo gli strumenti ed entriamo. Ad accoglierci è Andrey, fratello di Maxim. Ci vengono mostrati i camerini e l’accesso al palco. La struttura ricorda un piccolo teatro, con tanto di distinzione tra platea e galleria rialzata. Mi chiedo quanto costi un biglietto e quindi mi informo. Mi dicono che per il concerto di stasera un ingresso semplice costa 1600 rubli (circa 30 euro) mentre i posti “V.I.P” in galleria con tanto di tavolo riservato arrivano a costare fino a 120 euro!!
Le operazioni di soundcheck procedono spedite ed i ragazzi sono concentrati come nelle occasioni migliori. C’è elettricità nell’aria e la voglia di tutti è quella di offrire uno show che ripaghi la grande stima dimostrata fin’ora daparte degli organizzatori. Giunge l’ora di aprire al pubblico. Il palco viene chiuso da un sipario e noi rimaniamo nella zona camerino (dove ci fanno trovare birra fresca e tramezzini). Passano i minuti e sono curioso di vedere com’è il movimento di gente.
Raggiungere la hall del locale dal palco non è più possibile: oltre allo spesso sipario viene rimossa la scaletta che permetteva l’accesso diretto. Al suo posto un transenna di quelle tipo antisommossa. Faccio un giro tra porte, portine, scale e ripostigli. Ritrovo l’ingresso e subito dopo la biglietteria aperta. Risalgo il corridoio che da l’accesso alla zona sotto il palco ma prima di accedervi devo mostrare il pass al servizio d’ordine ( che oltre a chiedere i tickets non lesinano di perquisire tasche e borse degli avventori). Il colpo d’occhio è assolutamente buono. In mezz’ora si è già fatta parecchia gente… do un occhio anche alla galleria ed anche lì i primi tavoli sono già occupati. Tra il pubblico scorgo un sorridente Maxim (finalmente vestito a dovere con una longsleeve di Under This Flag) ed il reporter conosciuto la sera prima al ristorante. Riparto per tornare nel backstage. Voglio fare rapporto di quanto visto al Capitan o ma quando lo raggiungo in camerino c’è già entusiasmo, dall’altra parte del sipario si è da poco organizzata una prima fila e sono già partiti dei cori:”White Skull, White Skull…”
Il concerto
Parte l’intro (è quello della tournèe di The Ring) e c’è subito una prima ovazione. La seconda arriva con l’apertura dei tendaggi bordeaux. Il palco è una trincea capeggiata dal vessillo militare del teschio. Ben visibili sono anche lo scudo di Federica ed il classico logo bianco col moniker “White Skull”. I tamburi di guerra accompagnano l’ingresso dei ragazzi ed il pubblico reagisce alzando le corna al cielo. Si parte: ”Tales from the north” ed è subito entusiasmo nelle prime file! Entra Federica e attacca cattiva come solo lei sa essere ma i presenti non sono da meno ed il feeling è da subito quello delle serate goduriose. Al primo ritornello se ne ha la prova: tutti (ma proprio tutti) i presenti cantano ogni sillaba che la singer vicentina intona. L’assolo di Danilo fa esplodere il primo headbanging nelle prime file. Non siamo che al primo brano ma la sensazione è netta: questo concerto sarà un successo! Fini sce Tales e gli Skull decidono di non aspettare agli applausi : si salta tutti insieme sulle note della celebre “Cleopatra”. Anche in questo caso i ritornelli sono un coro all’unisono. É davvero una grande festa. Il terzo brano è “War After War”, tratto dall’ultimo “Under this flag”. Mi chiedo se questo pezzo verrà apprezzato come i primi due classiconi della discografia W.S ma non c’è niente da fare… questi Russi sono legionari con le contropalle e dimostrano di conoscere alla perfezione anche l’ultima fatica del Teschio!
Gli Skull allora attaccano a testa bassa:High Treason, Hunted Down,The Dark Ages e The killing Queen sono canzoni che non fanno prigionieri ed il Teatr è una bolgia!
Con Red Devil si torna a respirare. Il cambio di scenografia con il video ufficiale proiettato in sincrono alle spalle della batteria Di Alex Mantiero crea un effetto davvero efficace. Ormai la band è di casa e Tony decide di sfidare Federica dividendo il pubblico in due parti e chiedendo di urlare “Red Devil” solo per lui. Federica ovviamente non ci sta e quindi incita la sua parte a fare di meglio. Il risultato è scontato: a vincere sono gli Skull ed il finale cantato
all’unisono è da pelle d’oca!
Si prosegue senza il minimo calo di entusiasmo. In un comunicato video Tony e Federica avevano promesso uno show che ripercorresse l’intera discografia targata White Skull e così è. After The Battle chiude in bellezza quello che fin’ora è stato un concerto perfetto.
Ma il pubblico Russo è troppo competente ed esigente per non sapere che manca ancora qualcosa all’appello. Torna fortissimo il coro:”White Skull, White Skull…” con quella cadenza tipica dell’accento sovietico.
I bis si aprono con “what up” unica cover “ufficiale” inserita nell’album “Embittered”. A seguire quello che personalmente considero il vero e solo inno Italiano: l’immortale “The Roman empire”. Il Teatr è un in trionfo dell’heavy metal made in Italy. Sono tutti in piedi, anche quelli in galleria. L’ultimo brano è annunciato da alcuni ragazzi in prima fila, Federica lo dedica a tutti i presenti, perchè come sottolinea al microfono: Asgard protegge i
guerrieri!
Il meet & greet
Finisce il concerto, nel backstage sono grandi sorrisi e la soddisfazione è palpabile. Tony annuncia che dopo una serata così può anche ritirarsi ma Maxim (davvero entusiasta) gli dice che non se ne parla proprio! Giusto il tempo di bere qualcosa ed arriva Andrey a prelevare la band. C’è un meet and greet che li aspetta nella zona merch. Lo straordinario affetto dei presenti è confermato anche in questa occasione. Una ventina di minuti dove i ragazzi non
hanno mai smesso di firmare autografi e fare foto con chiunque chiedesse… ed erano davvero tanti visto che ad un certo punto la band è stata letteralmente portata via dallo stesso Andrey: Now stop! It’s enough.
Il tempo di una birra nel backstage e si comincia a sistemare. Nel frattempo Maxim ci invita a passare nel suo ufficio dove l’idea è di ordinare pizza e finire le numerose lattine di birra rimaste in frigo. Usciamo dal teatr verso mezzanotte e mezza ( che sembra presto per le abitudini italiane ma il concerto era cominciato 4 ore prima) All’uscita (10 gradi sotto zero) troviamo un gruppo di ragazzi che noncuranti del freddo ci ha aspettato per avere ancora qualche
autografo e un paio di foto.
Il ritorno
Il volo che ci riporta in Italia parte intorno alle 10:30. Abbiamo dormito poco o nulla visto che il pizza-party improvvisato negli headquarters dei nostri ospiti si è piacevolmente protratto tra fiumi di birra, vodka e altre bevande locali non meglio identificate ma comunque ottime. Ad accompagnarci all’aeroporto l’onnipresente Alexi. Gli chiedo che ne pensa del concerto, alza il pollice e risponde: “ma-gni-fi-co”. In terra russa il nostro Capitano, Sir Tony Mad,è probabilmente più famoso di Celentano. Anche sul treno che porta fuori Mosca viene riconosciuto da un distinto passeggero ed è “costretto” a posare per l’ennesima foto.
Al gate d’imbarco salutiamo Alexi… lui ci abbraccia ad uno ad uno e ci saluta in modo più appropriato:”Arrivederci…amici”.
Ed è proprio questo il termine più corretto per riassumere questa trasferta nella Federazione Russa: “amicizia”.
Arrivederci AMICI… anzi no: Dasvidania!
White Skull