Wotan (Vanni Ceni e Mario Degiovanni)
Intervista con Vanni Ceni e Mario Degiovanni raccolta da Marco “Dreki” Turco.
Tra gli alfieri dell’Epic Metal più eroico, i Wotan sono senza ombra di dubbio una delle band portabandiera della scena italiana. Hanno alle spalle un percorso pluridecennale, votato da sempre al Metallo Epico più vero e puro sulla scia dei maestri del genere (i ManowaR), vissuto con coerenza, passione e attitudine. Il loro ultimo e splendido EP, “Bridge to Asgard”, è lo spunto per una chiacchierata con il condottiero Vanni Ceni (voce) e l’ascia della band Mario Degiovanni (chitarra).
Buona lettura.
Una splendida immagine di Vanni Ceni durante un concerto
Ciao guerrieri, e benvenuti su Truemetal.it. Direi di cominciare dal vostro ultimo EP, “Bridge to Asgard”: avete voglia di presentare il lavoro ai lettori?
(Mario) Ciao Marco, e ciao a tutti i lettori di Truemetal.it! “Bridge to Asgard” è un CD composto da 6 canzoni (sarebbero 5, ma la title track è inclusa in due versioni differenti) alle quali teniamo molto e che non potevano essere incluse nel prossimo album (di cui si parla più avanti, ndr) perché non inerenti al tema appunto, tranne “Hagen” che sarà riproposta in un’altra versione; cosi abbiamo deciso di entrare in studio e registrarle, anche per interrompere un silenzio discografico che durava da 4 anni. Il CD è stato registrato, come Epos, nello studio “Octopussy“, e abbiamo cercato di migliorare ancor di più la produzione, siamo infatti molto soddisfatti del risultato finale.
(Vanni) Ma non ci accontentiamo, per il prossimo vogliamo fare ancora meglio, budget permettendo ovviamente, diciamo che la ricerca dei suoni migliori è senza fine… è un po’ il nostro Graal.
In moltissime vostre canzoni torna il tema del “coraggio del guerriero”, la forza che spinge a non cedere. Quale significato date a questo concetto? Per voi è solo un riferimento ai cliché dell’Epica, o c’è di più?
(Mario) In effetti è un tema che ricorre molto spesso, ma come immaginerai non è solo un riferimento alle gesta eroiche specifiche, è molto di più… è la vita da affrontare che ognuno di noi ha davanti. Tutti si possono immedesimare nello spirito del guerriero e dell’eroe, da chi pensa di essere diverso dalla massa o essere un alieno nel mondo del lavoro, della scuola, famiglia, salute… tutto!
(Vanni) Sì, diciamo che noi descriviamo nelle nostre canzoni in chiave allegorica quello che è la vita di tutti i giorni. Anche se per fortuna viviamo in tempi relativamente più pacifici rispetto al passato, è innegabile che la vita sia una lotta quotidiana, uno sforzo continuo per andare avanti, e il nostro messaggio è questo: non importa che tu sia più o meno forte, quello che conta nella vita è che tu non ti arrenda. Magari nella vita non otteniamo quello che vogliamo, le cose ci vanno storte… ma l’importante è combattere . Il vero vincente è colui che non si fa sconfiggere dalla vita: per questo nelle nostre canzoni si trovano figure di eroi che alla fine magari soccombono, ma soccombono dopo aver combattuto strenuamente. A volte non possiamo cambiare il nostro destino, ma l’importante è provarci sempre con dignità.
Da sinistra a destra: Lorenzo Giudici, Sal Oliveri, Mario Degiovanni e Vanni Ceni
Nella canzone “Goyatla (The Last Battle)” volgete lo sguardo a un’ambientazione non troppo frequente, per una band Epic Metal: le tribù dei nativi americani. Non ho potuto evitare di pensare a un’altra canzone, “Spirit Horse of the Cherokee”, di una certa band newyorkese che suppongo a voi sia molto cara… era un riferimento voluto?
(Mario) Eheh la band è sicuramente a noi molto cara, ma in questo caso li abbiamo preceduti. “Goyatla” è stata la mia prima canzone composta e registrata con la mia prima band, gli Stonehenge, nel 1991. Originariamente si chiamava solo “The Last Battle” e sono stato ispirato dalla visione del film “Balla coi lupi”, all’epoca appena uscito. Questa canzone ha avuto una storia lunga e travagliata, fu ripresa e modificata nel 1994 quando all’epoca suonavo nei Warhammer (progetto che durò un paio d’anni dove alla voce c’era Joe – meglio conosciuto come Deathmaster dei DoomSword… anzi ricordo proprio che Joe fece diventare quel brano, da una canzone di 4 minuti quale era inizialmente, una canzone di 9!). Infine è stata da noi ripresa per inserirla in “Bridge to Asgard”: Vanni ha cambiato tutto il testo (è rimasto solo il tema degli indiani ) ed abbiamo ulteriormente stravolto la parte musicale. Praticamente se ascolti la versione del 1991 fai fatica a riconoscerla !
Nell’EP avete incluso una vostra versione di “Ja Nuns Hons Pris”: ballata in langue d’oil scritta nientemeno che da Riccardo Cuor di Leone. Personalmente, considero un vero tocco di classe l’inclusione di questo brano. Ma… come accidente vi è venuto in mente di -passatemi la terminologia- “fare una cover” del Cuor di Leone?
(Vanni) In effetti questa canzone è stata un po’ un azzardo. Sicuramente non saranno in tanti ad apprezzarla (a me ha fatto impazzire! ndr), anche perché per rispettare quella che era un po’ l’atmosfera della musica medievale abbiamo deciso di suonarla con pochi strumenti acustici, alcuni addirittura antichi come la viella e il liuto, che sono molto suggestivi ma che hanno suoni molto meno definiti e assimilabili ad un orecchio moderno. Però era un sogno nel cassetto che avevo da tempo: che cosa c’è di più epico di una vera canzone medievale scritta da un vero fior di guerriero come Riccardo Cuor di Leone?
Wotan live
I Wotan hanno alle spalle una storia di oltre 20 anni: guardando indietro per un attimo, come rivedete gli esordi, e cosa ricordate di questi due decenni e più di marcia? Quali sono stati i momenti salienti, più significativi, più difficili e più gloriosi dell’esistenza dei Wotan?
(Vanni) È stata davvero una lunga marcia, una vera traversata del deserto…. sicuramente per quello che mi riguarda i momenti più difficili sono stati quelli relativi ai primi 8-9 anni: anni funestati dalle continue defezioni di componenti della band. Posso dire che gli anni migliori sono quelli vissuti con l’attuale formazione: l’intesa è quasi assoluta, sia a livello musicale che di amicizia… ci divertiamo davvero un casino, i nostri tour sembrano le ‘zingarate” dei protagonisti del film “Amici miei” con relativi scherzi da veri bastardi ahaha!
(Mario) Eh, qui si potrebbe raccontare per ore… Se chiudo gli occhi e penso, mi vengono in mente solo cose belle e positive. Parto dalle cose difficili che sono più poche: sicuramente il periodo in cui registrammo il demo di 4 canzoni “Under the sign…” quando cercavamo, invano, una casa discografica che ci volesse produrre il primo full length. Mi ricordo i viaggi con Vanni e le telefonate fatte per cercare qualcuno interessato ai Wotan… Oppure le difficoltà per riuscire a suonare live – ma questo capita spesso anche ora, e a volte è frustrante non riuscire ad esibirsi dal vivo in Italia. Le cose salienti e significative… in ordine sparso, ti posso dire: la prima volta che siamo andati a suonare ad Atene, nel gennaio 2002 durante una tempesta di neve, con i fans che sono venuti a piedi per chilometri pur di assistere al concerto; l’aver conosciuto, collaborato e diviso il palco con Ross The Boss (per chi non lo sapesse: chitarrista e co-fondatore dei ManowaR, ndr) per me non si può spiegare a parole, se penso solo che i Manowar erano – e sono – il mio gruppo preferito da quando ho 13 anni! Poi ancora: aver suonato con i Virgin Steele in Olanda nel 2005, il concerto ad Oslo organizzato da alcuni fan; aver suonato due volte al Keep It True; infine, ma non meno importante, tutti i viaggi che ci facciamo insieme per suonare. Tra di noi c’è un feeling particolare e cosi il tutto risulta sempre very very funny! Ogni situazione, anche le più ostiche come tornare in macchina dalla Germania (Swordbrothers Festival) col termometro che segnava -15° e relativa tempesta di neve, l’abbiamo vissute sempre divertendoci!
Mario Degiovanni on stage
Voi siete due fra le persone a cui ho sempre sognato di fare questa domanda: cos’è, per voi, l’Epic Metal?
(Vanni) Penso che l’Epic Metal stia al resto dell’Heavy Metal come la musica di Wagner stava al resto della musica classica dei suoi tempi. Ciò che lo contraddistingue è la sua potenza evocativa, ascolti una “Secrets Of Steel” e davvero ti sembra di essere al cospetto di Conan ! L’Epic è qualcosa che ti coinvolge in maniera totale, nelle viscere , qualcosa di molto “sturm und drang”, pieno di passionalità… la quiete e la tempesta.
(Mario) Premetto che non sono un amante delle (sotto)etichette, tant’è vero che ancora oggi quando mi chiedono che genere suono rispondo semplicemente Heavy Metal. Epic Metal per me è più specifico di una singola canzone, una canzone che parla di gesta di eroi, di battaglie, di una leggenda o di un preciso fatto storico, unitamente ad una musica molto evocativa, dove gli strumenti, che sia un oscuro tempo marziale, o una veloce cavalcata di batteria, oppure un arpeggio drammatico o un solenne riff di chitarra, mettano in risalto la voce.
Nella mia recensione di “Bridge to Asgard” ho scritto (e ne sono convinto) che oggi, nel 2011, lo scettro dell’Epic appartiene senza ombra di dubbio all’Italia. Abbiamo un’armata di guerrieri che fa spavento: Wotan, DoomSword, Holy Martyr, Martiria, Rosae Crucis, Battle Ram, Icy Steel, Dark Quarterer, Etrusgrave, Adramelch… Condividete questo giudizio? Cosa pensate della scena Epic Metal di oggi, e di quella italiana in particolare?
(Mario) Penso che tu abbia ragione: abbiamo un concentrato di ottime band qui in Italia, e ognuna con una propria identità, chi con maggiori influenze progressive, chi darkeggianti e oscure chi più classiche etc. L’ ultimo cd dei Doomsword, per esempio, è davvero eccezionale. Poi magari esistono delle belle realtà anche fuori dall’Italia, anzi ne sono certo, è solo che magari non si conoscono.
(Vanni) Concordo pienamente con Mario. Quello che fa riflettere è che qui in Italia a queste band non venga riconosciuto il giusto merito. Mi è capitato di vedere alcuni di questi gruppi suonare in Italia davanti a una cinquantina di persone a dir tanto… e sapere poi che in Grecia, per esempio, riempiono i locali. Anche se le cose sono notevolmente migliorate non c’è ancora quell’amore per le realtà locali che si trova negli altri paesi europei.
Cosa bolle ora in pentola in casa Wotan? All’EP seguirà un full length? Quali appuntamenti live avete in programma per promuovere “Bridge to Asgard”?
(Mario) Sì, il full length sarà un concept album incentrato sul poema germanico “Nibelungenlied”. È un album al quale stiamo lavorando da 4 anni, abbiamo già ultimato praticamente tutte le canzoni, ed essendo molto lungo sarà certamente un doppio album. Contiamo di registrarlo nei primi mesi del 2012. Quest’estate non abbiamo preso parte a concerti perché ci stavamo concentrando sulla stesura del nuovo album al quale teniamo moltissimo. Abbiamo in programma un concerto a Cipro il 28 dicembre. Di progetti ce ne sono sempre molti, si parlava anche di girare il video di “Thermopiles” sul luogo della battaglia… Vogliamo fare anche qualcosa di speciale per il 2013, essendo il 25° anniversario della nascita della band.
(Vanni) Sì, il prossimo album si intitolerà “Nibelungenlied (The Song Of Nibelungs)”, e sarà ispirato all’omonimo poema epico cavalleresco del 1200. Ogni canzone sarà la trasposizione degli episodi salienti del racconto, che è molto suggestivo con le sue storie di draghi, spade magiche e nani custodi di tesori. Però quello che mi piace di più di quest’opera medievale, rispetto alla primigenia saga nordica (la versione più antica, la “Nibelungensaga”, è pre-cristiana), è il suo essere pervasa dello spirito cavalleresco: i vari personaggi sono tutti psicologicamente molto complessi ma tutti accomunati dalla devozione all’etica e all’onore cavalleresco.
Grazie mille per la disponibilità, guerrieri: a voi la conclusione!
(Mario) Grazie a te Marco per la bella intervista e a Truemetal.it per lo spazio dedicatoci. Non posso che ringraziare tutti i nostri sostenitori, e per chi ancora non ci conosce un invito ad ascoltare le nostre canzoni !
(Vanni) Die with sword in hand!!
Marco “Dreki” Turco