Power

Live Report: Ancient Bards + Kalidia + At the Dawn @ Rock Planet (RA) 26/11/2016

Di Luca Montini - 28 Novembre 2016 - 10:00
Live Report: Ancient Bards + Kalidia + At the Dawn @ Rock Planet (RA) 26/11/2016

ANCIENT BARDS + KALIDIA + AT THE DAWN
26/11/2016 @ Rock Planet, Pinarella di Cervia | Live Report
 

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Di rientro dal “10 Bardic Years Tour”, la gloriosa Black Crystal Sword torna a casa, nell’amata Romagna. I riminesi Ancient Bards hanno infatti scelto il Rock Planet di Pinarella di Cervia come data finale, unica in Italia, di un tour che li ha portati dal nord Europa al Paese del Sol Levante. Ad accompagnarli due promettenti e giovani band del panorama power tricolore: i toscani Kalidia e gli emiliani At the Dawn. Occasione assolutamente imperdibile per ogni appassionato, in un centro Italia mai troppo attivo in quanto a proposte per l’affamato pubblico di musica pesante, che riesce a risollevarsi grazie al duro lavoro ed alla grande passione di chi organizza questo genere di eventi, nei confronti dei quali è doveroso un sentito ringraziamento. Il martello degli dei echeggia per la riviera romagnola, mentre i guerrieri del metallo accorrono al Rock Planet in una fredda serata di novembre.

 

Terra in vista! Neanche il tempo di avventarmi sulla prima birra della serata che il combo emiliano sale sul palco, alle ore 22.45, sulle note di “The Day when Heroes Die”. Avevo già ascoltato il disco del 2015, “Land In Sight” (che fa seguito al debut “From Dawn to Dusk” del 2013), che i ragazzi portano sul palco con grande determinazione, mentre già la transenna è presa ed una quarantina di persone sono già disposte per essere inondate dalle note dei symphonic metallers At the Dawn. Not bad. La prima cosa che colpisce l’ascoltatore rispetto alla produzione in studio è la grande potenza della chitarra ritmica di Michele Vinci che macina riff con buona personalità sul lato destro del palco, supportato dalla sezione ritmica di Vittorio Zappone (basso) e Mattia Ughi (batteria). Dall’altra parte è Michele Viaggi a sparare solos sulle note più alte della sua chitarra. Molto convincente anche il lavoro di  Stefano De Marco al microfono, che con lo scream finale sulla titletrack dell’ultimo album si prende i meritatissimi e doverosi applausi degli astanti. Buoni anche i suoni, ben bilanciati da inizio serata. Confermata quindi l’ottima impressione che ci avevano fatto con i due lavori in studio. Avanti tutta!!

01. The day when heroes die 
02. Through a darkened sky 
03. Tiger within 
04. Brotherhood of Steel 
05. Land in sight

 


 

Dal mare aperto al regno di Kalidia. Dopo un celere cambio di strumenti i nostri salgono sul palco. Il quartetto lucchese propone un power metal melodico con venature gothic. I ragazzi si lanciano grintosamente all’arrembaggio, con il drumming del talentuoso Dario Gozzi al quale si affianca uno scatenato Roberto Donati, sul palco col suo basso dallo shape aggressivo. Più riservato il chitarrista Federico Paolini, che all’aleggiare furente dinanzi al pubblico sembra preferire la pulizia tecnica del riffing e dei solos. Perfettamente a suo agio e padrona del palco la regina di Kalidia, la bella frontwoman Nicoletta Rossellini, irrefrenabile nel suo headbanging in continui incroci con il bassista da un lato all’altro della scena. Molto morbide e godibili le sue linee vocali ed interpretate con personalità, buoni i vibrato “fabiolioneschi”, forse in alcune occasioni potrebbe tenere un po’più a lungo la nota in chiusura del verso. I Kalidia propongono un inedito oltre a quattro brani dal debut “Lies’ Device” (curiosamente assente la titletrack, dalla quale è stato estratto un bel video), disco del 2014. Peccato per le tastiere campionate, che in brani come “The Lost Mariner” avrebbero caricato ancora di più il pubblico. Al termine dello show, i Kalidia si confermano come una giovane realtà molto promettente, dalla quale ci aspettiamo quanto prima un nuovo lavoro, più maturo del debut, forti dell’esperienza maturata on the road. All around the new life just begin…

1. The Frozen Throne (inedito) 
2. Reign of Kalidia
3. Harbinger of Serenity
4. The Lost Mariner 
5. Black Magic
 

I concerti degli Ancient Bards sono sempre un grande spettacolo. Li avevo sentiti l’ultima volta qualche mese fa Bologna, in tour con i Rhapsody di Luca Turilli, band dalla quale i riminesi hanno sempre tratto grande ispirazione. Ritrovo nuovamente sul palco sei amici con tanta voglia di divertirsi assieme al proprio pubblico, che risponde con altrettanto divertimento in una serata dalle forti tinte epiche. Come poteva essere altrimenti?
Il tour per i dieci anni della band non poteva che implicare una setlist abbastanza variegata, con una selezione accorta dei brani più rappresentativi di questo decennio bardico.
Le trombe dell’assedio risuonano con il riffing serrato di “Across this Life”, tratta dall’ultimo album “A New Dawn Ending”: un vero fendente ben assestato per scaldare immediatamente il pubblico. I ragazzi esibiscono la solita, grande professionalità, con la voce dei bardi Sara Squadrani ad ammaliare e conquistare i presenti narrando le vicende di Daltor il cacciatore di draghi e del malvagio Sendor. Il funambolico duo Bertozzi-Garattoni è un vero e gustosissimo spettacolo di potenza e follia. L’attenzione più ammirata, tuttavia, cade sempre sulla sei corde del maestro Claudio Pietronik, che nei suoi solos dall’alto coefficiente di difficoltà, suonati con uno stile ed un tocco inconfondibile, continua a distruggere l’autostima di generazioni di chitarristi (si scherza, eh!). Lo show procede tra cambi di tempo, cavalcate al doppio pedale sulle ritmiche dei velocisti Federico Gatti e Martino Garattoni e momenti più rilassati, sempre supportati dalle melodie alla tastiera di Daniele Mazza. Al debut album “The Alliance of Kings” è dedicato il trittico “Only the Brave”, “Lode al Padre” e “Faithful to Destiny”: cantare tutti in coro le parti in italiano di questi due brani è assolutamente impagabile. 
Dal secondo disco sono attinte l’avvincente “Valiant Ride” e la titletrack “Soulless Child” (preceduta dall’intro in italiano “Dinanzi al Flagello”), la chiusura della setlist è invece affidata alla ballad, nonché ultimo singolo della band, la struggente “In My Arms”, a parere di chi scrive un vero capolavoro.
Non potevano però i ragazzi esimersi dal suonare i due brani più rappresentativi della loro carriera: l’encore è infatti composto dal singolone “The Birth of Evil” col quale l’avventura dei bardi riminesi è iniziata dieci anni fa, e l’aggressiva “Through my Veins” in cui il growl di Simone Bertozzi la fa da padrona.

Si conclude così uno spettacolo memorabile, che ognuno di noi porterà con sé per i mesi a venire… o almeno fino al prossimo concerto dei bardi: l’avventura continua!
 
01. Across this Life
02. Flaming Heart
03. Only the Brave
04. Lode al Padre
05. Faithful to Destiny
06. Valiant Ride
07. Soulless Child
08. In My Arms
 
Encore
09. The Birth of Evil
10. Through my Veins
 

Live report a cura di Luca “Montsteen” Montini