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Live Report: Angra + Simple Lies @ Pinarella di Cervia (RA) 25/07/2015

Di Luca Montini - 2 Agosto 2015 - 20:15
Live Report: Angra + Simple Lies @ Pinarella di Cervia (RA) 25/07/2015

ANGRA + SIMPLE LIES
25/07/2015 @ Rock Planet, Pinarella di Cervia (RA)
 

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Nonostante il ritardo, le difficoltà e gli impegni, non potevo esimermi dallo scrivere due parole sulla strana serata dello scorso sabato 25 luglio, ed eccole qui.
Stremato da una settimana lavorativa devastante – Rossini mi perdoni – muovo quasi febbricitante verso Pinarella di Cervia per l’attesissimo show degli Angra. Arrivo a cinque minuti dall’avvio alle danze, in perfetto orario, per quanto lo stesso possa dirsi abbastanza improbo: le 23.05. Del resto è estate, è caldo, molto caldo, siamo in Romagna, la notte è giovane ed i truzzacci sono rintanati al Cocoricò (ancora per poco, visto che ora ha chiuso fino a dicembre), per fortuna. Non mancano nemmeno i fuochi d’artificio, che mi becco in autostrada in direzione Gatteo A Mare ad appena 10Km dall’evento. Trovo immediatamente parcheggio, la fila per entrare al locale è praticamente assente. Strano. Che fine hanno fatto i metallari della riviera? 

 


 

In effetti il locale è abbastanza vuoto, ricordo tutt’altre folle per band come i Dark Tranquillity. Sul palco comunque i Simple Lies hanno appena iniziato a suonare, e fanno ben leva sul pubblico delle prime file, abbastanza caldo. Ottima la prova dei bolognesi, con brani attinti sia dal primo lavoro “No Time to Waste” (2012) che dal prossimo disco “Let it Kill”, in uscita a breve. I ragazzi coinvolgono con grande abilità il pubblico, anche grazie ad un Alessandro “RUBB-O” Rubino decisamente sul pezzo, sborone e strafottente ma anche molto abile e rabbioso al microfono, capace di arrivare a note altissime con sorprendente facilità; il frontman presenta quasi tutti i brani suonati, come “Sunday Morning Apologies” (sul nefasto risveglio domenicale dopo una notte da leoni),  “Symmetry Of Love”,  “Freak Show” e “1 2 3 Fear”. Piacevolissimo anche il guitar work di Alberto “JACK H” Molinari, estremamente preciso e tecnico alle sei corde e capace di attirare a sè l’attenzione dei presenti. Un sound pesante ma al contempo melodico, quello proposto dai ragazzi, che pare aver pienamente soddisfatto gli astanti, me incluso. Non sbagliava il Furlan redazionale nella sua attenta disamina del debut.

 


 

“Houston, we have a problem”
 

Dopo un rapidissimo smontaggio della strumentazione dei Simple Lies, i tecnici sul palco iniziano ad affaccendarsi con aria abbastanza stranita. Qualcosa non va. Passano i minuti mentre viene riprodotto praticamente tutto “Strike” (2009) debut album dei The Baseballs, giovani tedeschi che si sono divertiti a risuonare brani come “Umbrella” (Rihanna), “Bleeding Love” (Leona Lewis), “Hot n Cold” (Katy Perry) “Don’t Cha” (Pussycat Dolls) e “This Love” (Maroon 5) in chiave rock’n roll anni ’50 – e non siamo al Summer Jamboree di Senigallia. Gustoso intermezzo, ma quando arrivi ai Maroon 5… ci siamo capiti, insomma. 
Nel frattempo i soundcheck si susseguono, esce pure il giovane Bruno Valverde a saggiare la situazione in zona batteria con aria abbastanza timida e sconvolta, ma niente da fare. Pare che anziché la band carioca, il mattatore della serata sia un simpatico tecnico con una buffa maglietta con su scritto “It’s a PUCCIO thing, you wouldn’t understand”. Hypotheses non fingo. L’attesa perdurerà dalle 23,55, orario di inizio previsto, alle 00,30, con quasi un’ora di gap con la band precedente.
Il problema? Secondo quanto spiegherà poi il buon Fabio Lione al microfono, tra le sue pochissime battute della serata (data la fretta), pare che tutti i suoni impostati nel mixer durante la prova del pomeriggio si fossero inspiegabilmente volatilizzati, magari cancellati da un gremlin, da un nano di Richard Benson o da qualche malefico truzzetto romagnolo.

La band sale comunque sul palco con professionalità e coraggio, sfornando una prestazione esemplare già dall’opener “Newborn Me”, attinta dall’ultimo album e preceduta da una breve intro. Kiko Loureiro pulito e tecnico come non mai, simpaticissimo e sempre molto coinvolto Rafael Bittencourt, bravo anche nel suo chorus di “Storm of Emotions”, impassibile e roccioso Felipe Andreoli al basso. Grande curiosità della serata, almeno per me, il mostruoso Bruno Valverde, che suona con un’aggressività ed una potenza inaudita e del tutto inaspettata per un ragazzetto della sua stazza (classe 1990), come già potuto ampiamente apprezzare da studio. Fenomeno.
Menzione obbligatoria anche per l’ospite d’onore Alessio Lucatti dei Vision Divine alle tastiere, che compare pure alla voce “Special Guests” sull’ultimo album per i keyboard arrangements. Il pisano si è pure preso i complimenti di Kiko sul palco in occasione di “Holy Land” – grande classico ripescato a sorpresa per questo tour.
Suoni abbastanza impastati, con la chitarra di Rafa decisamente spompata e col buon Kiko che si recava ripetutamente presso il suo amplificatore per regolare manualmente i volumi. Presumo non si potesse fare molto di meglio, date le circostanze – eppure la serata fila senza ulteriori intoppi, con un Fabio decisamente in forma ed un pubblico di ‘pochi ma buoni’, in fremente attesa di attingere il gustoso sapore e calore di ogni singola nota del combo brasiliano. Del resto la musica degli Angra è vera e propria magia d’oltreoceano.
Bravissimi i ragazzi a recuperare tempo, peraltro evitando il giochino classico ‘uscita + bis’, chiudendo il concerto alle ore 01:30 e sforando di soli quindici minuti sui permessi degli organizzatori. Peccato per qualche taglio necessario alla setlist del tour, in particolare: “Perfect Symmetry”, “Silent Call”, “Waiting Silence” (uffa!!) ed “Angels And Demons”.
Bilancio della serata decisamente positivo, comunque, almeno da un punto di vista musicale. Peccato al solito per le poche presenze, considerato che una band di questo calibro meriterebbe molto, molto più pubblico – poi noialtri del centro Italia non possiamo poi lamentarci se i concerti li fanno tutti al nord. 
Salutiamo quindi la Dea del Fuoco in questa serata un po’ atipica, e non parlo del caldo, peraltro ottimamente gestito e climatizzato del Rock Planet. Si ritorna a casa, con la consapevolezza rinnovata di esserci trovati dinanzi ad una band di veri professionisti, poiché è davvero in questi momenti che si realizza appieno la capacità prestazionale e di adattamento di una grande band come gli Angra.

 
Setlist
1. Newborn Me
2. Acid Rain
3. Spread Your Fire
4. Lisbon
5. Storm Of Emotions
6. Angels Cry
7. Final Light
8. Holy Land
9. Nothin’ To Say
10. Rebirth
11. Unfinished Allegro/  Carry On 
12. Nova Era

 

Live report a cura di Luca “Montsteen” Montini