Death

Live Report: Arch Enemy + Behemoth + Carcass + Unto Others @Alcatraz, Milano – 12/10/2022

Di Davide Sciaky - 14 Ottobre 2022 - 17:36
Live Report: Arch Enemy + Behemoth + Carcass + Unto Others @Alcatraz, Milano – 12/10/2022

Arch Enemy + Behemoth + Carcass + Unto Others
@Alcatraz, Milano – 12/10/2022

Qui puoi vedere le nostre foto del concerto.

Mercoledì sera è arrivato in Italia l’”European Siege” il possente tour che ha fatto attraversare il nostro continente ad Arch Enemy, Behemoth, Carcass e Unto Others.
Possente sia a livello musicale, ovviamente, che anche di produzione, cosa evidente già all’ingresso dell’Alcatraz di Milano dove i fan hanno incrociato i camion con cui Behemoth e Arch Enemy portano in tour tutta la loro attrezzatura.
Negli anni gli headliner di questa serata hanno avuto un successo commerciale sempre più vasto permettendo loro di imporsi come veri e propri gruppi classici per le nuove generazioni di metallari (e non solo), e di diventare un’introduzione al Metal più estremo per tanti. Non stupisce quindi che il grande pubblico accorso questa sera abbia un’età media probabilmente più bassa che in tanti altri concerti Metal.

Ad aprire le danze troviamo gli Unto Others, giovane gruppo americano che per la prima volta sbarca nel nostro Paese. La loro musica è un Gothic Metal decisamente interessante, ma forse un po’ fuori tema in una serata dedicata a musica più estrema. Il pubblico non rimane comunque indifferente e, nonostante la sala si stia ancora riempiendo, ci sono abbastanza acclamazioni da far sorridere il cantante/chitarrista Gabriel Franco che afferma, “E’ la nostra prima volta in Italia… mi sa che torneremo”. Non vediamo l’ora di sentire gli Unto Others, magari anche da headliner, in modo da poter dedicare la giusta attenzione a un gruppo che nella sola mezz’ora a disposizione ci ha sicuramente colpito.

Salgono quindi sul palco i Carcass, vere e proprie leggende del Death Metal che fa strano vedere relegati al ruolo di gruppo di apertura. Fa ancora più strano pensare che il chitarrista che con loro ha suonato due degli album più amati della band, “Necroticism” e “Heartwork”, è lo stesso Michael Amott che qualche anno dopo fondò gli Arch Enemy con i quali trovò, come dicevamo prima, un grande successo nella scena Metal. Senza dilungarci troppo in elucubrazioni sull’ordine dei gruppi della serata, i Carcass fanno un ingresso in gran stile con “Buried Dreams” che riscuote subito grande entusiasmo nel pubblico.
Sebbene il tempo a disposizione non sia tantissimo, gli inglesi lo mettono a frutto abilmente suonando un mix di brani dei due sopracitati classici, e dell’ultimo uscito, “Torn Arteries”. E allora tra una “This Mortal Coil” e una “Corporal Jigsore Quandary” nel pubblico parte il primo mosh pit e la sala dell’Alcatraz si scalda sul serio. Dal palco Jeff Walker lancia plettri come fossero coriandoli, suonando occasionalmente il basso con le dita quando si ritrova sprovvisto di plettro, mentre la sua voce potentissima e cavernosa ruggisce. Al suo fianco il fidato Bill Steer macina riff e assoli di grande classe e qualità. Anche i nuovi brani funzionano bene dal vivo e ci convincono pienamente rendendo l’esibizione 40 minuti davvero intensi.

Al termine della performance degli inglesi viene calato un telone che copre il palco mentre viene allestito per i Behemoth. I polacchi ormai da anni hanno intrapreso un percorso che li ha allontanati dalla furia primordiale e grezza dei primi anni, per portarli a fare show e musica sempre più rifiniti ed elaborati. Allo scoccare dell’ora X, il telone viene animato da un inquietante video che proietta la faccia di Nergal mentre delle luci dal fondo proiettano le sagome dei musicisti ormai arrivati sul palco. Quando il telo viene calato troviamo tre imponenti strutture di metallo in corrispondenza dei microfoni, la massiccia batteria di Inferno sul fondo, e una band pronta a scatenare l’inferno.
Si inizia con “Ora Pro Nobis Lucifer” che stabilisce subito l’atmosfera incendiaria dello show. I musicisti sono scatenati, e soprattutto Nergal e Orion sono particolarmente dinamici continuando ad andare da un lato all’altro del palco a incitare i fan. Il secondo brano, “The Deathless Sun”, ci presenta per la prima volta la musica dell’nuovo album, “Opvs Contra Natvram”, ennesimo centro dei Behemoth. Essendo co-headliner con gli Arch Enemy, i polacchi hanno un tempo relativamente limitato e suoneranno solo 12 pezzi, ma la setlist bilancia con maestria le nuove canzoni, in tutto ne saranno suonate quattro, e brani più vecchi, tra i quali non possono mancare classici come “Conquer All”, “Ov Fire and the Void” e “Blow Your Trumpets Gabriel”. Non mancano le sorprese, e con “No Sympathy for Fools” la band recupera un brano che, prima di questo tour, non suonava da più di 15 anni. Come dicevamo prima, i Behemoth da anni hanno reso i loro show sempre più elaborati (e memorabili) e quindi su “Bartzabel” ritroviamo il copricapo barocco che Nergal aveva inaugurato già nell’ultimo tour, mentre sulla nuova “Versvs Christvs” vediamo Nergal usare un incensiere mentre sale sul palco indossando un costume inedito. Proprio su questa canzone troviamo una performance insolita del frontman che si aggira sul palco con fare inquietante con un microfono in mano quando canta le parti che non richiedono la sua chitarra. L’ennesimo classico, “Chant for Eschaton 2000”, conclude un concerto non particolarmente lungo, ma ugualmente intensissimo. Ci spiace solo non aver potuto sentire, forse proprio a causa dello scarso tempo a disposizione, alcuni brani essenziali come “Slaves Shall Serve” e “O Father, O Satan, O Sun!”.

Setlist:

Ora Pro Nobis Lucifer
The Deathless Sun
Ov Fire and the Void
Thy Becoming Eternal
Conquer All
Daimonos
Bartzabel
Off to War!
No Sympathy for Fools
Blow Your Trumpets Gabriel
Versvs Christvs
Chant for Eschaton 2000

Preparandoci all’arrivo degli Arch Enemy a coprire il palco viene calato un altro telone. Quando arriva il momento, la band inizia a suonare “Deceiver, Deceiver” e nell’istante in cui si sente la voce di Alissa White-Gluz il telo cade, amplificando ulteriormente l’esaltazione dei fan. Non che ci fosse bisogno di altri stratagemmi dato che il pubblico va in delirio dalla prima nota che esce dalle casse.
Una macchina ben oliata, gli Arch Enemy macinano riff su riff, “War Eternal”, “My Apocalypse”, “Handshake With Hell”, “The Eagle Flies Alone” si susseguono potentissime in un alternarsi di brani vecchi e nuovi. Le canzoni nuove sono tante, la band decide di dedicare ben sei pezzi su 14 suonati questa sera al nuovo album, “Deceivers”. La scelta si rivela azzeccata perché da un lato i fan dimostrano di aver decisamente apprezzato quest’ultimo disco, e dall’altro i brani funzionano bene dal vivo e si amalgamano in maniera efficace con le altre canzoni della scaletta.
Gli occhi di tutti sono puntati su Alissa, la talentuosa cantante che dal suo ingresso nel gruppo nel 2014 ha subito conquistato i fan con la sua presenza scenica e innegabile talento. La vocalist canadese è un concentrato di energia e continua a saltare e muoversi su e giù per il palco senza la minima esitazione nel suo possente growl, che occasionalmente alterna a cantato pulito che le riesce ugualmente bene. Se è la cantante ad attirare la maggior parte dell’attenzione del pubblico, il fenomenale chitarrista Jeff Loomis si ritaglia i suoi momenti sotto i riflettori su assoli suonati con grande stile come se fossero la cosa più facile del mondo. D’altronde l’ex Nevermore ha avuto a che fare con musica ben più complessa nella sua carriera. Dall’altro lato del palco Michael Amott si dimostra ancora una volta una certezza ed è trascinante nel suo entusiasmo. Tanto grande è il talento sul palco quanto l’energia sotto, e i fan dimostrano la propria conoscenza dei testi cantando a gran voce senza farsi scoraggiare dal cantato in growl.
Con dodici album all’attivo sarebbe stata dura per gli Arch Enemy rappresentare l’intera discografia in scaletta, in particolare con un disco nuovo da promuovere, ma, come per i Behemoth, ci sarebbe piaciuto poter sentire qualche pezzo in più. Per non scontentare nessuno, comunque, la band chiude il concerto con “Nemesis” e “Fields of Desolation” e i nostri pensieri su cos’altro avremmo voluto sentire svaniscono immediatamente mentre per l’ultima volta questa sera facciamo headbanging.

Come dicevamo, questa sera abbiamo visto un pubblico mediamente più giovane del solito, e l’energia è stata tanta, tantissima, sia da parte della band che dai fan. Se questo concerto è un’indicazione dello stato del Metal oggi, possiamo dire senza timore che il nostro genere preferito è in gran forma!

Setlist:

Deceiver, Deceiver
War Eternal
Ravenous
In the Eye of the Storm
House of Mirrors
My Apocalypse
The Watcher
The Eagle Flies Alone
Handshake With Hell
Sunset Over the Empire
As the Pages Burn
Snow Bound
Nemesis
Fields of Desolation