Live Report: Azerate 218 (Gorizia, 15/11)
Azerate 218
Pieffe Factory (Gorizia), 15/11/2008
Report a cura di Nicola Furlan
Foto a cura di Silvia ‘Hira’ Rossi
Un gelido e oscuro weekend di fine novembre: quale miglior occasione per presenziare all’esibizione degli Azerate 218, neonata band nostrana che annovera tra le proprie fila Asmodeus D.D., ex batterista dell’avantgarde metal band triestina Absentia Lunae. Nell’ormai nota e florida scena del triveneto, ecco un altro nome che quasi certamente farà parlare la critica nel prossimo futuro. Azerate 218 è autore di un black metal violento, influenzato da spunti death che, non raramente, sfociano in una sorta di avantgarde tanto caro alle nuove promesse mondiali, Deathspell Omega su tutte. Suoni distinti, buona partecipazione e un clima favorevolmente stimolato da ottime birre, sono gli ultimi elementi che incorniciano una serata davvero piacevole.
Un intro atmosferica e infernale introduce la setlist della serata, per l’occasione costitutita da soli brani inediti, contenuti nel full length di debutto previsto per il prossimo anno, e da una cover dei polacchi Behemoth, nello specifico Christians to the Lions (contenuta nel disco del 2000: “Thelema.6”). Quest’ultima è eletta omaggio a una band che di certo ha influenzato i nostri nel modo di interpretare potenza, violenza e groove. Elementi ben incastonati nei sette pezzi suonati e che metteono in evidenza, oltre alle capacità dei singoli, una spiccata attitudine votata all’estremo in merito a testi, songwriting e alla capacità di ricreare atmosfere maligne.
Nell’occasione, spiccano le prove ritmiche del chitarrista Absu T.D. e del già nominato Asmodeus D.D., devastante macchina metronomata che i più ferrati in materia ricorderanno dietro le pelli degli Absentia Lunae nel disco targato 2006, “In Vmbrarvm Imperii Gloria”. Ce n’è davvero per tutti. Come accennato, i pezzi ostentano sonorità violentissime che sanno di black, death, senza nemmeno trascurare qualche accenno thrash in grado di conferire accattivanti attimi di groove. Tali contributi stilistici disegnano un scenario avantgarde di tutto rispetto, tanto vario quanto definibile una proposta che già inquadra la band nei posti importanti del panorama produttivo nazionale di questo ricercato genere.
La ricchezza stilistica dei brani proposti permette d’assistere a uno show diretto e gustoso, privo di cali di tensione o filler ridondanti, da molti spesso abusati al solo fine di determinare certi mood ipnotici, ma che alla lunga rischiano di stancare piuttosto che coinvolgere. Niente di tutto questo. Imposing My Will, Our Traces Remind The Past o la devastante Anti riportano alla memoria gli spunti più vincenti della scena estrema degli utlimi cinque anni, stilemi molto ben assimilati dal quartetto nostrano. Gli Azerate 218 sembrano parlare chiaro, ma sopratutto sembrano delineare con fermezza un percorso intriso di atmosfere capaci di incutere interesse e curioso timore in chi decide di affacciarsi al loro panorama. Da vedere.
Setlist:
Intro
In Empire Remembrance, Imposing My Will, Genocyanosis Paradigma, Our Traces Remind The Past, Christians to the Lions (Behemoth cover), Anti, Where Memoriers Fade to Tragedies, Humanitas Detestabilis
Outro