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Live Report: Brainstorm, Mob Rules, Gloryful – Lubiana (Slovenia) – Orto bar (29.1.2019)

Di Matteo Orru - 3 Febbraio 2019 - 12:02
Live Report: Brainstorm, Mob Rules, Gloryful – Lubiana (Slovenia) – Orto bar (29.1.2019)

Ci sono bands che nel loro piccolo han fatto la storia del metallo nel recente passato e, nonostante continuino a produrre lavori di una qualità disarmante non riscuotono,  inspiegabilmente, il successo che meriterebbero.

Senza nulla togliere a nessuno concentriamoci sui panzer Brainstorm che, freschi del loro nuovissimo Midnight Ghost (clicca qui per leggere la recensione) e in compagnia dei sempreverdi Mob Rules e dei più giovani Gloryful, stan mettendo ferro e fuoco l’Europa ma, guarda a caso, l’Italia, per l’ennesima volta, è stata snobbata. Tuttavia questa volta la fortuna cerca di non voltarci le spalle e Lubiana, a soli 90 km da casa nostra, ospita magicamente una data che ha il gusto dell’imperdibile.

Da quando dieci anni orsono mi sono trasferito in queste zone di Italia, ai confini dell’Impero, ho imparato ad apprezzare e ad amare la cultura musicale che esiste in una nazione così piccola e poco popolosa come la Slovenia che, a differenza della “grande” Italia, oltre essere diffusa in maniera più omogenea su tutto il territorio, dedica il giusto spazio e importanza che un movimento culturale dovrebbe avere.

Dal metal classico a, soprattutto, quello più underground si rivolge un’attenzione oltre le più rosee aspettative e lo si evince anche dalle varie e organizzate strutture messe a disposizione per tali eventi. La venue che ospiterà la data del Midnight Ghost Tour 2019 questa volta è il mitico Orto Bar, un noto locale della capitale slovena sito non distante dal centro.

Si tratta di un piccolo locale che ospita circa 400 persone esagerando ma dotato di qualsiasi tipo di servizio: dal bar fornito di qualsiasi tipo di drink a prezzi, ovviamente, più ragionevoli dei canonici 5 euro a birra (minimo) italiani, al guardaroba, alla sala fumatori con vista sul palco, ad altri luoghi adibiti come disimpegno per una chiacchierata e la socializzazione.

Deposto i piumini, e subìto uno sbalzo termico tra fuori e dentro di 200 gradi, ci imbattiamo in maniera brutale e decisa a rifornirci di birra e dare sfogo alla nostra passione di collezionismo nel banco merchandising fornito davvero di ogni ben di Dio.

I Gloryful però scalpitano e dopo 10 minuti appena, in perfetto orario con la scaletta, attaccano in maniera chirurgica.

Gloryful

Il combo di Gelsenkirchen, fautori di un power metal che più canonico non si può e derivativi  al massimo, sono arrivati questo gennaio al loro quarto disco sulla lunga distanza e, grazie ai cori antemici e urla da battaglia, riescono a coinvolgere i sinora non molti presenti in maniera decisa e concreta.

Johnny La Bomba è un singer carismatico e vestito più da skater che strizza l’occhio al post grunge che da defender, ma tant’è! La sua voce è potente ma di sicuro non sprizza personalità così come la proposta della band in se che, nel deliziarci con inni al metallo più puro come Brothers In Arms e Gloryful’s Tale, risulta essere onesta e genuina, come il vero metallo d’annata dev’essere ma di sicuro non fa gridare al miracolo!

Finito lo show non lunghissimo ma sufficiente a scaldare gli animi dei metalhead presenti, foto di rito e via al cambio palco per l’arrivo degli osannati Mob Rules, dei quali gran parte dei presenti sfoggiava con orgoglio t shirts e felpe di tutti i tipi.

Mob Rules

Pure i ragazzi di Wilhelmshaven, in giro da ormai un ventennio, non hanno mai riscosso il successo meritato al pari dei Brainstorm, cosa inspiegabile visto e considerato la qualità costante della proposta delle band in campo classic metal robusto e pompato.

L’ultima fatica in studio, The Beast Reborn, è uscita da qualche mese e si è rivelato un album di pura dinamite con la solita classe Mob Rules tendente spesso e volentieri al power ma con classici riferimenti nostalgici.

Palco pronto, luci spente, ed ecco che Klaus Dirks, unico superstite della formazione originale, fa il suo ingresso trionfale con Ghost Of A Chance, opener del fortunato The Beast Reborn; suoni equilibrati e ben definiti nonostante la location ovviamente non sia il Teatro Alla Scala, la band sembra in palla e cerca di tenere il palco al meglio grazie soprattutto all’esperienza di Klaus, sempre sugli scudi. Da notare il nuovissimo innesto alla sei corde, il giovane Sönke Janssen , che se la cava discretamente bene nonostante non abbia il metallo pluriennale sulle spalle come i suoi compagni di viaggio.

La scaletta pesca un pò a destra e sinistra della folta discografia della band anche se, purtroppo, in alcuni casi le scelte di alcuni pezzi, nonostante la resa ottimale su disco, dal vivo risultano leggermente fiacche e di poca presa sul pubblico; avendo a disposizione un ora forse avrei preferito due diversi pezzi ma non è il caso di formalizzarsi.

Di tutt’altro piglio i nuovi brani: delle sassate di metallo classico di Serie A, con una anthemica Sinister Light e una potentissima Children’s Crusade il cui riff iniziale ricorda più che vagamente quello dei maestri inglesi Maiden di Futureal.

Sarà il freddo e i mali di stagione ma, negli ultimi tre pezzi il buon Klaus ha accusato dei leggeri cali di voce, evidenziati da un ingombrante sciarpa che indossava durante il meet n’ greet post show, ma nulla di eclatante tanto che il pubblico ha continuato ad alzare birre e corna al cielo venerando i propri beniamini.

Una performance piacevole per una band che può permettersi di dire la sua come e quando vuole e che vive una seconda giovinezza.

Setlist:

  1. Ghost of a Chance
  2. Somerled
  3. Black Rain
  4. Sinister Light
  5. My Kingdom Come
  6. The Last Farewell
  7. Children’s Crusade
  8. On the Edge
  9. (In the Land Of) Wind and Rain
  10. Hollowed Be Thy Name

 

Brainstorm

Necessaria visita ai WC per poi ricaricare la tanica di birra perché i tedeschi più americani di Germania sono davvero next e, manco a dirlo, parte l’intro e i nostri attaccano con Devils’Eye, prima song dell’ultimo fortunato Midnight Ghost. Se tutta la band è sul palco, non lo è Andy B Frank.

L’ex Ivanhoe ed ex Symphorce si fa desiderare sino all’attacco della strofa e non appena mette piede sullo stage è festa grande. Ora il locale è bello colmo e il clima è da settimo girone dell’inferno: suoni potenti e tiro pazzesco per i ragazzi che spingono come delle macchine da guerra programmate per uccidere.

La scaletta del tour prevede buona parte di brani estratti dal nuovo disco (se fosse per il sottoscritto non ne avrei saltato neppure uno considerata la qualità della nuova fatica), ma c’è spazio per tutta la discografia tralasciando soltanto Memorial Roots e On the Spurs Of The Moment insieme alle primissime release, spaziando dalla orientaleggiante Shiva’sTears, alla tuonante Firesoul, dalla power ballad All These Words sino a toccare il non eccelso ma pur sempre valido Scary Creatures con The World To See. Certo è che se si fosse dovuto omaggiare tutta la discografia non sarebbero bastate due ore, ma Torsten e ciurma riescono comunque a deliziare i palati più desiderosi.

Andy B Frank si dimostra ancora una volta un autentico mattatore di folle nonché grande intrattenitore conversando col pubblico e gli altri componenti della band tra una canzone e l’altra sottolineando come, nonostante l’influenza e la febbre (che è costata il taglio di un pezzo alla scaletta) e le evidenti difficoltà in alcuni momenti dovuti alla tosse, teneva a non voler saltare la data slovena e incoraggiava costantemente il pubblico a dargli una mano con un tuonante coro all’unisono “Fuck the Flu!”.

Nonostante questo piccolo inconveniente la prova di Andy, manco a dirlo, si è dimostrata perfetta e senza sbavature, a sottolineare che nel power sia uno dei singer più preparati e di maggior qualità esistenti, dotato di una professionalità pazzesca (quanti avrebbero saltato lo show per un mal di gola?).

Si potrebbe parlare per ore e ore di quanto sono bravi e di quanto sono fighi, certo è che i Brainstorm hanno spaccato le ossa a tutti i presenti facendoci cantare e divertire grazie a un’ottima dose di ironia (Andy ha scherzato tutto il concerto sulla sua influenza strappando applausi e sorrisi da chiunque) e oltre un ora di vero metallo e acciaio.

Il dopo serata è stato all’insegna di foto, autografi e qualche chiacchiera con i sempre disponibilissimi ragazzi delle band, che ha reso ancora il tutto più piacevole e umano prima di calare il sipario su una serata davvero memorabile.

Con la speranza di vederli pure in terra italica ci dirigiamo tra il freddo, la neve e il gelo a casa, stanchi ma soddisfatti con un’unica consapevolezza: TRVE METAL NEVER DIES.

 

Setlist:

  1. Devil’s Eye
  2. Worlds Are Comin’ Through
  3. Falling Spiral Down
  4. Shiva’s Tears
  5. Revealing the Darkness
  6. Highs Without Lows
  7. The Pyre
  8. Jeanne Boulet (1764)
  9. All Those Words
  10. Firesoul
  11. Ravenous Minds
  12. The World to See
  13. Fire Walk With Me

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