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Live Report: Kalidia + Wicked Asylum + False Memories @ Legend Club, Milano 31/07/2021

Di Roberto Castellucci - 6 Agosto 2021 - 22:37
Live Report: Kalidia + Wicked Asylum + False Memories @ Legend Club, Milano 31/07/2021

Live Report a cura di Roberto ‘Bob’ Castellucci

Milano, quartiere Affori. Individuo il Legend Club dopo una bella camminata in un parco cittadino, posto a metà strada tra la più vicina fermata della Metropolitana e il luogo in cui, finalmente, potrò nuovamente godere di un po’ di sana musica dal vivo. Le note di “Fear of the Dark” degli Iron Maiden accompagnano il mio primo ingresso all’ampio dehor del locale, piacevolmente immerso nel verde. La curiosità generata dall’esplorazione di un live club a me ancora sconosciuto viene amplificata dall’emozione di poter assistere, dopo quasi due anni di astinenza, a un concerto vero e proprio. L’ultimo a cui ho assistito, per amor di cronaca, risale a Novembre 2019: gli headliner The Exploited erano stati preceduti sul palco dalle eccezionali Maid Of Ace, indiavolato quartetto inglese di Punk Rock tutto al femminile. Il collegamento tra quella data e il concerto di oggi è lampante: la serata al Legend è stata organizzata mantenendo un filo conduttore ben preciso, vale a dire la cospicua presenza femminile nelle formazioni dei tre gruppi presenti. Per chi crede nel destino la riflessione è presto fatta: il mio primo concerto durante il periodo della pandemia, esattamente come fu per l’ultimo pre-pandemia, sarà animato e impreziosito dalle note e dalla voce di ottime musiciste. Certo, c’è una bella differenza tra i due eventi, oltre alla leggerissima diversità negli stili musicali proposti: la data odierna, come tutte quelle organizzate durante l’estate 2021 dal Legend Club nell’ambito della rassegna “Il Legend Club siete voi”, avrà luogo nel rispetto delle norme anti-Covid. Sono impaziente di sperimentare sulla mia pelle l’emozione di seguire un concerto inevitabilmente “tranquillo”, in cui ogni spettatore dovrà occupare un posto a sedere, prenotato con largo anticipo, dal quale non ci si potrà né alzare in piedi né allontanare, se non per necessità urgenti. Nel frattempo, essendo arrivato con una buona ora e mezza d’anticipo, mi ritrovo a cercare con lo sguardo il bancone del bar, seguendo un inconsapevole automatismo sviluppato dopo 25 anni di concerti: è proprio una bella soddisfazione scolarmi una birra (o due, se non tre…) nel dehor del locale in attesa dell’apertura dei cancelli. Intanto, a pochi metri di distanza, i diffusori chiudono “Fear of the Dark” per passare ai Dire Straits, che con il loro classico intramontabile “Sultans of Swing” mi scortano verso il fondo del boccale; seguono i Creedence Clearwater Revival con la loro lunga versione di “I Heard It Through The Grapevine”, che a loro volta mi conducono verso la seconda sosta davanti agli spillatori. Manca ancora un’ora all’inizio delle danze, e la sensazione di trovarmi nel posto giusto si fa sempre più forte man mano che gli spettatori iniziano ad arrivare sul posto. Le mascherine ci sono, le distanze si rispettano, eppure l’impressione è che in realtà non sia cambiato nulla rispetto a due anni fa: nell’aria si sente quella familiare voglia di divertirsi e di condividere l’esperienza che da sempre caratterizza gli eventi live. I minuti passano, la prima esibizione delle 21:00 con i Kalidia si avvicina, inizia a rompersi il ghiaccio tra gli spettatori e si scattano le prime foto con i musicisti che attendono il loro turno seduti ai tavoli. Entro nel locale cercando il mio posto numerato, guidato dalla luce oscura proiettata dalla spada di Arthas Menethil conficcata nel palco: trattasi della sobria asta del microfono di Nicoletta Rosellini, cantante dei Kalidia. La spada è ben conosciuta dai fans della serie di videogiochi Warcraft 3 e da tutti i metalheads che hanno apprezzato l’album dei Kalidia pubblicato del 2018, “The Frozen Throne”, ispirato dall’omonima espansione per Warcraft 3 data alle stampe nel “lontano” 2003. Ma ora, silenzio in sala: lo spettacolo sta per iniziare…

KALIDIA

La serata inizia col botto, signori, e che botto! Espressione di Power Metal allo stato di grazia, la musica dei Kalidia fin dalle prime note di “Frozen Throne” scalda gli animi con un’energia eccezionale e accarezza (con guanti in maglia d’acciaio) le orecchie dei presenti. Giovani e meno giovani, scommetto che tanti vorrebbero potersi alzare per scatenare un gioioso mosh pit, trascinati dalla precisione e dai ritmi serratissimi delle canzoni dei Nostri; ci si accontenta di alzare le mani al cielo, ma che diamine, dopo tanto tempo siamo di nuovo di fronte a un palco e non è il caso di andare troppo per il sottile. Nicoletta Rosellini coglie al volo questa sensazione dicendo “è da un anno e mezzo che non ci vediamo“…esatto, e l’obiettivo è  spassarcela il più possibile! Missione particolarmente semplice, oltretutto, specialmente quando la scaletta dei Kalidia procede con un’ottima selezione di brani estratti dall’album “The Frozen Throne”: dalla robusta e cadenzata Circe’s Spell” si passa alla cavalcata di “To The Darkness I Belong” e alle epiche “Black Sails” e “Orpheus”, concedendo al pubblico rarissimi momenti di tregua. Il ritmo rallenta con l’intensa ballad “Midnight’s Chant”, ma l’attimo di respiro dura poco: i Kalidia riprendono l’assalto sonoro con la trascinante e coinvolgente “Black Magic”, unico brano estratto dal loro primo full-length, “Lies’Device”, riregistrato e ripubblicato nel 2021 in attesa della pubblicazione del terzo disco. Nicoletta a questo proposito ci conferma che le parti di batteria del terzo album sono già state registrate, quindi…aspettiamo con impazienza! Il concerto, purtroppo di breve durata, ci consegna una band in grande spolvero e desiderosa quanto noi di ritornare ad animare le notti live che tanto ci mancavano. Bravi Kalidia!

FORMAZIONE

Nicoletta Rosellini – voce

Federico Paolini – chitarra

Roberto Donati – basso

Dario Gozzi – batteria

TRACKLIST

1 – Frozen Throne

2 – Circe’s Spell

3 – To The Darkness I Belong

4 – Black Sails

5 – Orpheus

6 – Midnight Chant

7 – Black Magic

Un unico appunto riguardante la qualità delle immagini presenti nell’articolo: le normative anti Covid, come già accennato poco fa, impediscono ai presenti di alzarsi dalla sedia e girovagare per il locale alla ricerca del punto di vista perfetto per gli scatti fotografici. A questo si aggiunge l’effetto delle macchine del fumo, che riversano copiosamente la loro nube purpurea azzoppando ulteriormente le limitate potenzialità fotografiche del mio glorioso ma vetusto smartphone. Nessun problema, in ogni caso: mi rifarò durante l’aftershow

 

WICKED ASYLUM

Potenti, rocciose, le Wicked Asylum non le mandano certo a dire, distribuendo con energia e passione abbondanti mazzate sonore per il piacere di tutti i presenti. La scaletta prevede la riproduzione di quasi tutti i brani del loro full-length di esordio, “Out Of The Mist”, con la sola esclusione di “Choke and Die”, ottava traccia del disco. Il lettore curioso che non conosce ancora le cinque temibili ragazze potrà approfondire l’argomento leggendo la recensione di TrueMetal della loro opera prima, uscita nel 2020: la tracklist dell’album viene riprodotta sul palco rispettandone la successione dei brani. Si parte senza compromessi con “Sold(ier)” e “Bleeding Rust” per poi venire bersagliati da un lancio di…palloncini colorati, giocosa introduzione al brano “Split”, il cui bel videoclip è rintracciabile in rete. Ovviamente ne consiglio a tutti la visione, così come consiglio la visione del videoclip del brano “Threnody”, intenso e disperato con i suoi inserti ritmici terremotanti, eseguito a due voci dalla cantante Banshee Wicked (al secolo Veronica) e da suo fratello Riccardo, che per l’occasione sale sul palco ed esegue le parti vocali maschili della canzone, esattamente come accade nella versione originale. Si prosegue con la ballata “Sun Will Rise”, si accelerano i BPM con “Out Of The Mist” e ci si sfoga con l’ultima “The Meadow Of Sins”: l’impatto live della band è piacevole e fragoroso, e il contrasto tra la possanza dei suoni e la voce pulita e cristallina della cantante funziona alla grande. Ho gradito molto il momento assolutamente non preparato a tavolino prima dell’esecuzione di “The Meadow Of Sins”: nella mia copia della scaletta, di cui mi sono opportunamente impadronito durante l’aftershow, si legge “pausa lunga” prima dell’ultimo brano. La batterista Viola evidentemente fatica molto a rispettare l’indicazione, e probabilmente con un po’ di premeditazione, proprio durante un lungo sorso d’acqua destinato al recupero dell’ugola di Veronica, inizia a battere i 4, causando l’ira funesta della cantante e dando vita a un simpatico siparietto che tradisce i 12 anni di collaborazione e di ferrea amicizia tra le due ragazze. Ebbene sì, sono anche questi gli elementi che rendono godibile un concerto…

FORMAZIONE

Veronica “Banshee” – voce

Federica Luna Arreghini – chitarra ritmica

Roberta ‘Freyja’ Meneghini – chitarra solista

Viola Cioppa Fai – batteria

Chiara Mascetti – basso

TRACKLIST

1 – Sold(ier)

2 – Bleeding Rust

3 – Split

4 – Threnody

5 – Sun Will Rise

6 – Out Of The Mist

7 – The Meadow Of Sins

FALSE MEMORIES

Il quintetto, attivo dal 2015 e reduce di alcuni cambi di formazione avvenuti nel corso degli anni, presenta questa sera al Legend Club il secondo album “The Last Night Of Fall”, anch’esso recentemente recensito nelle pagine di TrueMetal…e alla faccia della presentazione! Raccogliendo i brani in ordine sparso rispetto alla tracklist del disco, la scaletta del concerto li propone tutti, con una band determinata ad eseguirli con una vitalità e una precisione eccezionali. La minuta cantante Rossella Moscatello, entrata nella line-up del gruppo dal 2018 e autrice dei testi dell’album, sfodera una potenza ed un’estensione vocale tali da lasciare gli astanti a bocca aperta: su sua stessa ammissione, dopo più di un anno di “silenzio”, la voglia di tornare a suonare dal vivo è talmente grande da fornire a lei e agli altri elementi del gruppo un’inesauribile carica emotiva che si trasmette a tutti i presenti. Gli acuti della cantante, in particolare durante l’appassionante brano “Voices” (non a caso scelto come singolo estratto da “The Last Night Of Fall”), minacciano di sfondare il tetto del Legend e di sicuro fanno vibrare le molte anime del pubblico, che segue ipnotizzato le coinvolgenti atmosfere evocate dai False Memories. L’impianto dark/goth dei brani scivola più che volentieri verso sonorità intense e pesanti che si alternano a momenti delicati e sognanti, il tutto arricchito da manifeste suggestioni prog e talvolta persino doom. Il pubblico evidentemente gradisce la varietà degli stili proposti e, ormai viziato dalle ottime esibizioni precedenti e dalla convincente performance dei False Memories, chiede a gran voce un bis che viene immancabilmente concesso dai cinque lombardi. Quanto mi mancavano queste tradizioni!

FORMAZIONE

Rossella Moscatello – voce

Francesco Savino – chitarra

Moreno Palmisano – chitarra

Gianluca Zaffino – basso

Emanuele Cossu – batteria

TRACKLIST

1 – Deep Breath

2 – Rain Of Souls

3 – The Illusionist

4 – Voices

5 – Erased

6 – Don’t Forget

7 – White Crows

8 – Hysteria

9 – Black Shades

10 – Unfaithful Dream

11 – Sea Of Nothingness

A proposito di tradizioni, non posso evitare di spendere due parole su quanto è avvenuto dopo le esibizioni: le cantanti delle tre bands, forti del loro ruolo di portatrici sane di microfono e quindi dispensate dalle fatiche dello smantellamento dell’attrezzatura on-stage, dopo aver abbandonato il palco si sono subito fiondate verso il banco del merch per diffondere il Sacro Materiale dei loro gruppi, favorendo momenti di relazione col pubblico e acconsentendo a tutte le richieste di fotografie e autografi che venivano loro avanzate. Il sopraggiungere delle colleghe e dei colleghi musicisti, posticipato di pochi minuti, ha ulteriormente accresciuto il livello di condivisione e di socialità, mandando il sottoscritto e tutti i fans in brodo di giuggiole come non si vedeva da tempo. Il ricordo della serata rimarrà sicuramente impresso nella memoria di tutti i presenti, non solo grazie alla bravura delle band che si sono succedute sul palco, ma anche per l’esito positivo di questa prova generale di ritorno alla normalità. Se ancora non si è intuito come e quanto io abbia apprezzato la serata, lascio alle ultime immagini il compito di dimostrarlo, con buona pace di mia moglie che non poteva immaginare certi imprevedibili frutti del famigerato Green Pass…a risentirci al prossimo concerto!

(Bob e Nicoletta dei Kalidia)

(Bob e Veronica delle Wicked Asylum)

(Bob e Rossella dei False Memories)

(Wicked Asylum)