Vario

Live Report: Megadeth, Lacuna Coil, Katatonia, Messa @ AMA Music Festival, Romano D’Ezzelino (VI), 27/08/2023

Di Marco Donè - 31 Agosto 2023 - 11:00
Live Report: Megadeth, Lacuna Coil, Katatonia, Messa @ AMA Music Festival, Romano D’Ezzelino (VI), 27/08/2023

Live Report: Megadeth, Lacuna Coil, Katatonia, Messa

AMA Music Festival, Romano D’Ezzelino (VI)

27 agosto 2023

L’estate sta volgendo al termine e con essa anche la stagione degli eventi open air. Tanti sono stati gli appuntamenti in questa pazza estate 2023, ma una delle date più attese era senza ombra di dubbio domenica 27 agosto, serata conclusiva dell’AMA Music Festival, a Romano D’Ezzelino, in provincia di Vicenza. Sì, perché nella sua ultima giornata l’AMA Music Festival – caratterizzato da sette serate che hanno spaziato in tutti i generi musicali – ha visto Megadeth, Lacuna Coil, Katatonia e Messa come protagonisti, ovvero quanto di meglio il metallo pesante nazionale e internazionale possa offrire al momento. Un appuntamento che definire imperdibile è dire poco e a cui, ovviamente, noi di Truemetal.it abbiamo risposto presente!

 

 

Live report a cura di Marco Donè

Photo Report a cura di Michele Aldeghi

 

Arriviamo all’AMA Music Festival attorno alle 17:00 e, dopo una birretta fresca degustata in parcheggio, attendiamo l’apertura dei cancelli, prevista per le 17:30. Fa impressione la coda di appassionati in attesa di entrare, un particolare che rende quasi certa un’affluenza importante in questa ultima giornata dell’AMA Music Festival, completamente dedicata alle sonorità più dure. L’area concerti è situata nel parco di Villa Ca’ Cornaro, un’immensa distesa verde allestita per dare il massimo comfort ai presenti. Arrivati all’ingresso incontriamo alcuni amici e addetti ai lavori con cui scambiamo alcune chiacchiere. Ci accorgiamo, però, che è già tempo di andare sotto il palco: i Messa stanno entrando in scena.

 

MESSA

Una delle tradizioni dell’Italia cattolica è l’andare a messa la domenica e alle 18:20, quando i Messa salgono sul palco dell’AMA Music Festival, possiamo dire di aver rispettato tale consuetudine. Beh, più o meno. Battute scontate a parte, i Messa sfruttano al meglio la mezz’ora a loro disposizione, puntando sull’ultimo lavoro “Close”, pubblicato lo scorso anno e che tanti apprezzamenti ha riscosso in tutto il Vecchio Continente. L’orario a cui il gruppo italiano si esibisce non è certo l’ideale per il personalissimo doom, carico di pathos, proposto dai Messa. I quattro, però, dimostrano di saperci fare e nonostante risultino un po’ statici, regalano una prestazione di valore, raccogliendo consensi, in particolare con ‘Dark Horse’ e la conclusiva ‘Rubedo’. I suoni, considerando l’orario e il fatto che siamo a inizio serata, risultano buoni. Da segnalare, poi, la scelta di avere dei volumi educati, una decisione che ci accompagnerà per tutta la serata. Durante lo show dei Messa più volte abbiamo tenuto d’occhio l’ingresso all’area concerti, rimanendo impressionati dalla fiumana di gente che si stava riversando all’interno dell’AMA Music Festival. Sotto il palco, infatti, il numero di fan è aumentato minuto dopo minuto, permettendo ai Messa di avere un discreto pubblico. Buon inizio di serata.

 

 

KATATONIA

Sono circa le 19:15 quando i Katatonia fanno il loro ingresso in scena. La formazione svedese si presenta priva Anders Nyström, con una line-up atipica a quattro elementi. I suoni migliorano e i Katatonia esibiscono tutta l’esperienza maturata in trent’anni di carriera. La band capitanata da Jonas Renkse è avvezza a calcare i grandi palchi estivi e sa come coinvolgere a dovere il pubblico. Il quartetto (per oggi, n.d.a.) sfoggia una grande presenza scenica, potendo contare su un Niklas Sandin in forma smagliante. Da sottolineare, poi, l’ottima prova di Daniel Moilanen alle pelli; insomma: è tutto il gruppo a essere in palla. I Katatonia puntano in particolare sull’ultimo “Sky Void of Stars”, uno dei dischi più esaltanti usciti in questo 2023. Si parte subito a mille con una splendida ‘Austerity’, seguita da una spettacolare ‘Colossal Shade’. Il pubblico, ormai numerosissimo, risponde con grande partecipazione. I Katatonia continuano a sparare cartucce importanti, come ‘Bird’, il cui splendido ritornello viene cantato a gran voce dalle prime file. Bello il momento in cui Jonas Renkse dialoga con il pubblico, parlando delle bellezze dell’Italia, citando i Lacuna Coil e, alzando un bicchiere al cielo, il buon vino. Lo show dei Katatonia scorre che è un piacere, regalando grandi emozioni, grazie anche ad alcuni classici immortali come ‘Forsaker’, ‘My Twin’ e la conclusiva ‘July’. Sono circa le 20:10 quando i Katatonia salutano un pubblico entusiasta per quella che si è rivelata una gran prova. Guardando l’area concerti, intanto, è davvero un piacere vedere l’AMA Music Festival stracolmo di gente.

 

 

LACUNA COIL

Sono le 20:30 quando si spengono le luci del palco e dalle casse dell’impianto esplode l’intro che sancisce l’ingresso in scena dei Lacuna Coil. I cinque aprono le danze con una terremotante ‘Blood, Tears, Dust’ e bastano le battute iniziali del loro show per capire che, questa sera, i Lacuna Coil ci regaleranno una prestazione indimenticabile. La prova dei Nostri, infatti, si rivela adrenalina pura, con una Cristina Scabbia in assoluto stato di grazia. Suonare davanti a una folla oceanica come quella presente all’AMA Music Festival credo abbia trasmesso energie e sensazioni fortissime ai Lacuna Coil, caricandoli a mille. Sì, perché l’affluenza ora fa davvero impressione: una vera e propria marea umana, che in nome del metallo, si è impossessata di Romano D’Ezzelino. Un aspetto che viene sottolineato dalla stessa Cristina, quando ci svela che la serata odierna è quella con maggiore affluenza dell’intero AMA Music Festival. Continua dicendo che, quando le chiederanno come sia la scena metal in Italia, lei riporterà proprio questa esperienza. Lo dice indicando il pubblico, facendo esplodere in un boato l’intero festival. La scaletta dei Lacuna Coil pesca a piene mani da “Black Anima” e “Comalies XX”, alternando bordate del calibro di ‘Layers of Time’ a classici immortali come ‘Heaven’s a Lie’. Non possono mancare alcuni passaggi da “Karmacode” – l’album che ha consacrato i Lacuna Coil al grande pubblico – da cui i Nostri propongono la splendida ‘Our Truth’ e la cover dei Depeche Mode ‘Enjoy the Silence’, cantata a squarciagola da tutti i presenti. I suoni fanno un piccolo passo indietro rispetto ai Katatonia, ma poco importa: l’AMA Music Festival è in totale balia del gruppo italiano che, oltre a saper coinvolgere la folla con maestria, regala una prova maiuscola, sentita e carica di pathos. Cristina, poi, è un fiume in piena: il desiderio di godersi la serata è evidente, tanto da lasciarsi andare in più di qualche sketch con i fan presenti nelle prime file. Come quando le chiedono se farà il duetto con Mustaine in ‘A tout le monde’: lei risponde: «Non posso dire nulla, comunque sì». Svelerà che la sua famiglia è di origini venete e, sebbene sia nata a Milano, per lei il Veneto è casa. Vi lascio solo immaginare la reazione del pubblico a questa frase. Ci stiamo avvicinando alle battute conclusive dello show e i Lacuna Coil piazzano la nuova ‘Never Dawn’, proponendo poi ‘Tight Rope XX’ e ‘Swamped XX’, per chiudere con la splendida ‘Nothing Stay in Our Way’. Il quintetto di Milano saluta e ringrazia i fan in totale estasi e immortala la serata con l’ormai rituale foto dal palco. Quello messo a segno dai Lacuna Coil è uno show che definire riuscito è dire poco. Da sottolineare, poi, che con quasi trent’anni di carriera e un curriculum che può vantare esibizioni sui palchi mondiali più prestigiosi, i Lacuna Coil riescono ancora a emozionarsi per un live. Credo non serva aggiungere altro.

 

 

Setlist:

Blood, Tears, Dust
Reckless
Layers of Time
Heaven’s a Lie XX
Our Truth
Now or Never
Veneficium
Enjoy the Silence (Depeche Mode cover)
Never Dawn
Tight Rope XX
Swamped XX
Nothing Stands in Our Way

 

MEGADETH

C’era un po’ di preoccupazione per la tenuta meteo visto che le previsioni, verso le 22:00, davano per certo un acquazzone. Di pioggia e vento non abbiamo visto traccia, ma sul palco dell’AMA Music Festival, attorno alle 22:15, si è abbattuto un autentico uragano di nome Megadeth. Dopo l’inizio di ‘Prince of Darkness’, usato come intro, il quartetto americano è entrato in scena con ‘Hangar 18’, spazzando via tutto e tutti. I Megadeth hanno offerto una prestazione che ha rasentato la perfezione, sia dal punto di vista tecnico, che per la resa sul palco. La scaletta proposta da Megadave e compagni è ormai consolidata, e poggia su alcuni classici immortali della storia della musica dura, a cui si è aggiunta di recente ‘We’ll Be Back’, dall’ultimo “The Sick, the Dying… and the Dead!”. I Megadeth ci hanno quindi deliziato con pezzi del calibro di ‘Weak up Dead’, ‘My Darkest Hour’, ‘Sweating Bullets’, ‘Tornado of Souls’, ‘Symphnoy of Destruction’, canzoni suonate con un tiro micidiale, che hanno immediatamente incendiato l’atmosfera. Sul palco i quattro appaiono affiatati come mai prima, muovendosi con mosse coordinate, offrendo uno show in cui nulla è lasciato al caso. Appartengono alla vecchia scuola e sanno benissimo come tenere la scena. Se poi tutto questo lo fai con un’aggressività e una convinzione fuori dal comune, beh, hai la vittoria in pugno. E stando alla reazione del pubblico possiamo dire che i Megadeth non hanno semplicemente centrato il bersaglio, lo hanno completamente abbattuto. La sintonia tra Mustaine e Loureiro è ormai un dato di fatto, ma a impressionare è un LoMenzo in formato extraterrestre. Il bassista, forse, non riuscirà a entrare nel cuore dei fan come c’è riuscito Ellefson, ma dal vivo è un’assoluta garanzia. Senza scordare quel rullo compressore alle pelli di nome Dirk Verbeuren. Da segnalare qualche strano blackout avvenuto all’amplificazione esterna nel corso dello show: piccoli momenti di silenzio, durati giusto una frazione di secondo, ma che si sono fatti notare. Il pubblico, però, se ne frega altamente, è completamente stregato dai Megadeth: canta a squarciagola ogni ritornello, risponde con enfasi ogni qualvolta Mustaine ne chieda la partecipazione, inneggia a più riprese ai propri beniamini. Va detto che uno degli enigmi della serata era la voce di Mustaine, sia per i problemi di salute avuti dal chitarrista-cantante nel corso degli ultimi tempi, sia per alcune perfomance dello scorso anno, in cui Megadave è apparso in forte difficoltà. Beh, stasera, pur non essendo il Mustaine dei tempi d’oro, Dave si è rivelato in forma, offrendo una prestazione convincente e abrasiva. Il buon Dave, inoltre, è apparso sereno, soddisfatto dalla risposta del pubblico e consapevole che gli attuali Megadeth sono una corazzata che non teme il confronto con nessuno. Proprio questa serenità lo porta a essere loquace, tanto da svelare di aver acquistato casa in Italia. Si diverte a chiamare il pubblico “vicini” e racconta che ha subito imparato due parole in italiano: prostitute e stronzo. Nel corso dello show, poi, scopre che tra le prime file c’è qualcuno che festeggia il compleanno e dopo avergli fatto gli auguri, intona al microfono “Happy Birthday”. Tornando al live, i Megadeth addolciscono il tiro con la splendida ‘Trust’, a cui segue ‘A tout le monde’, che vede Megadave duettare con la Cristina Scabbia nazionale, in uno dei momenti più suggestivi della serata. I Megadeth chiudono il proprio set con una massacrante ‘Peace Sells’, per poi lasciare il palco. Giusto qualche minuto di attesa – in cui il pubblico intona a più riprese il coro “Megadeth” – e il quartetto americano ritorna in scena con il colpo di grazia: ‘Holy Wars… The Punishment Due’. Una prova devastante quella offerta dai Megadeth, un’esibizione che i presenti ricorderanno per molto tempo. Il giusto coronamento di una serata pienamente riuscita.

 

 

Setlist:

Prince Of Darkness (intro)
Hangar 18
Wake Up Dead
In My Darkest Hour
Sweating Bullets
Dread And The Fugitive Mind
Angry Again
We’ll Be Back
Dystopia
Trust
A Tout Le Monde (with Cristina Scabbia)
Tornado Of Souls
Symphony Of Destruction
Peace Sells

Encore:

Holy Wars…The Punishment Due

 

CONCLUSIONI

Ce ne torniamo a casa con il sorriso stampato sulle labbra, e non siamo i soli: chiaro segnale di come la serata conclusiva dell’AMA Music Festival abbia regalato tonnellate di qualità. E chi se ne frega che ci sia stato qualche problemino con i suoni: Messa, Katatonia, Lacuna Coil e Megadeth hanno offerto quattro show superlativi, per quella che si è rivelata una vera e propria escalation di classe e attitudine. Il plauso va all’organizzazione, sia per i nomi coinvolti, che per la gestione dell’area, in particolare per aver saputo offrire numerose zone ristoro, evitando che si venissero a creare spiacevoli code. E con la marea umana presente non era così scontato evitare le code. L’ultima considerazione va alla grande affluenza riscontrata, in cui, oltre ai vecchi leoni, abbiamo potuto notare tantissimi ragazzi, un qualcosa che fa ben sperare in previsione futura. Il vecchio motto metal will never die torna prepotentemente di moda.

Marco Donè

 

 

Photo report
Megadeth @ AMA Music Festival 2023

 

Lacuna Coil @ AMA Music Festival 2023

 

Katatonia @ AMA Music Festival 2023

 

Messa @ AMA Msic Festival 2023