Death Thrash

Live Report: Necrodeath + Nerocapra @ Ziggy Club, Torino – 24/05/2025

Di Roberto Castellucci - 18 Giugno 2025 - 11:00
Live Report: Necrodeath + Nerocapra @ Ziggy Club, Torino – 24/05/2025

Sto per trascorrere una serata che difficilmente dimenticherò. Mi sto dirigendo a Torino per assistere ad un’importante calata dei Necrodeath in terra sabauda. Si tratta dell’unica tappa torinese del ’40 – Last Tour of Hate’,  l’ultimo tour nella quarantennale carriera di un gruppo che non ha certo bisogno di presentazioni. In casi come questo gli studi umanistici si fanno sentire: mi torna infatti in mente la frase ‘Le Roi est mort, vive le Roi‘ (Il Re è morto, viva il Re). Questa locuzione tradizionale francese veniva usata per annunciare il decesso di un re e contemporaneamente celebrare l’insediamento del monarca successivo. Questa sera allo Ziggy Club si festeggerà la prima parte di questa frase e si resterà in attesa del compimento della seconda, anche se sarà molto difficile per qualunque altra band italiana colmare il vuoto che i Necrodeath lasceranno nel cuore degli appassionati. Lo storico combo ligure si appresta infatti ad abbandonare le scene dopo la pubblicazione dell’ultimo, ottimo albumArimortis” e lo svolgimento di una lunga spedizione di conquista di molti palchi italiani ed europei.

Seguo i Necrodeath fin da quando misi le mani su quel capolavoro senza tempo intitolato “Mater of All Evil“; da allora non ho mai smesso di apprezzare il loro Black/Thrash Metal maligno e aggressivo, esattamente come hanno fatto e ancora stanno facendo migliaia di metalhead in giro per il mondo. Sono consapevole che questa sarà con ogni probabilità l’ultima occasione in cui potrò godermi la band dal vivo: è imperativo pertanto caricarsi per bene e gli spillatori di birra dello Ziggy, come sempre, capitano a fagiolo. Mi aspetto che il locale stasera accolga il pubblico delle grandi occasioni e noto con enorme piacere parecchi ragazzi molto giovani, la cui presenza mette sul piatto per l’ennesima volta non solo la longevità, ma anche la trasversalità della ‘nostra’ scena musicale. Vedere assembrati nella stessa sala metallari poco più che adolescenti ed esponenti della ‘vecchia guardia’ è uno spettacolo a dir poco edificante.

Il palco verrà occupato in primis dai piemontesi Nerocapra, che purtroppo conosco di nome ma non di fatto. Non ho mai avuto il piacere di ascoltare la loro musica prima d’ora e, come impone il mio giurassico atteggiamento old school, ho resistito alla tentazione di ascoltare preventivamente la loro produzione per non rovinarmi la sorpresa. Questi ‘salti nel buio’ culturali che ancora mi ostino a compiere, pur vivendo in un’epoca in cui sono sufficienti due o tre tap sullo smartphone per reperire in pochi secondi intere discografie, rappresentano un piacere proibito, quasi un atto di resistenza per ritardare il più possibile l’inesorabile avanzare dell’incorporea modernità digitale.

Nerocapra

I Nerocapra annunciano l’inizio del loro show imprecando a gran voce dall’area destinata ai banchi del merch, in modo che la marea del pubblico si apra permettendo loro di accedere al palcoscenico. Quale miglior introduzione? Dopo un rumoroso riscaldamento degli strumenti i musicisti danno il via al loro assalto. Il ‘salto nel buio’ che ho voluto effettuare con i Nerocapra va inteso nel vero senso della parola: la musica del quartetto è annichilente. Una sottile linea rossa mutuata dal Black Metal old school arricchisce le fondamenta stilistiche Death Metal del gruppo, che prepara egregiamente il terreno ai Necrodeath autorizzando i molti scalmanati posizionati di fronte al palco a scambiarsi le prime furiose mazzate nel pit. Una furtiva occhiata alla scaletta dei quattro deathster mi stupisce positivamente: i titoli delle canzoni sono scritti in italiano. Ogni artista deve esprimersi usando l’idioma che preferisce, ci mancherebbe altro; si tratta però di una scelta coraggiosa e poco frequente che merita tutto il rispetto possibile. Come ci insegnano i veterani conterranei Distruzione la lingua italiana, declamata in growl, può raggiungere livelli di malvagità notevoli.

La band è attiva dal 2003 e ha sfornato 4 album tra il 2011 e il 2023. La scaletta del concerto è stata costruita pescando brani da tutti i full-length diffusi finora, con un occhio di riguardo per l’ultimo “La Serpe in Seno” pubblicato nel 2023. Il Death Metal dei Nerocapra non nasconde soltanto una vena Black: l’incessante wall of sound prodotto dal quartetto non disdegna qualche scivolata verso sonorità affini alla galassia Grind/Hardcore. I Nerocapra, d’altronde, nascono a Torino, una delle roccaforti della galassia Punk tricolore. Non sfugge, in questo senso, una certa predisposizione al contatto con il pubblico, caratteristica che generalmente emerge quando si assiste alle esibizioni di molti gruppi appartenenti alla scena HC. Un locale dalle dimensioni ridotte come lo Ziggy, inoltre, favorisce senza dubbio un fecondo scambio di emozioni tra artisti ed astanti, a prescindere dall’appartenenza sottoculturale dei soggetti. Il cantante ad un certo punto si accorge di un giovane fan che gli porge un paio di occhiali da sole. Non si fa pregare e con un bel sorriso accetta l’invito, inforcando gli occhiali fino alla fine del brano per condividere un allegro minuto di goliardia con i presenti. Pochi attimi dopo questo divertente imprevisto Flegias, voce dei Necrodeath, fa la sua comparsa nel pit con una birra in mano ed un’espressione di approvazione sul volto. Questi lodevoli siparietti si verificano in una serata che andrebbe studiata a fondo da tutte quelle persone che affollano gli scranni del potere senza aver mai imparato valori ‘insignificanti’ come il rispetto, la condivisione pacifica e la modestia.

I Nerocapra, dopo aver mostrato egregiamente al pubblico ciò di cui sono capaci, raggiungono la fine della scaletta suonando “Stifling Scream”, una cover con cui la band omaggia gli Omicidio. Ci si riferisce ad uno storico gruppo originario di Nichelino, in provincia di Torino, reincarnatosi oggi con il nome Nihili Locus, che condivide con i vecchi Omicidio e gli attuali Nerocapra il batterista Roberto Ripollino. Chiunque abbia pensato ai Nerocapra come una semplice ‘band di riscaldamento’ si è dovuto ricredere in fretta…i piemontesi hanno offerto uno show all’ultimo sangue, galvanizzati con ogni probabilità dall’importante compito a loro affidato: introdurre l’ultimo spettacolo torinese dei Necrodeath.

SCALETTA

“Al 7° Grado”

“Grido Mai Udito”

“La Serpe in Seno”

“Fame d’Aria”

“Decomposizione Precoce”

“Dietro Una Porta le Mille Porte”

“La Fortezza”

“Mefisto Manna”

“La Casa della Carne”

“Il Sole in Terra”

“Epikick”

“S.A.”

Necrodeath

Il batterista Marco ‘Peso’ Pesenti sale sul palco quasi in sordina, ottenendo l’attenzione del pubblico con la sua sola, discreta presenza. Spetta a lui introdurre il concerto con alcune veloci parole. Apprendiamo dalla sua voce che nel 1985, il 25 maggio, i Necrodeath suonarono a Torino per la prima volta. Oggi, esattamente 37 anni dopo, lo faranno per l’ultima. ‘Qualcuno c’era?’, chiede Peso, ottenendo risposta affermativa da un piccolissimo numero di persone. Tutti gli altri sono fan guadagnati nel corso degli anni; la loro presenza conferma la bontà della proposta musicale dei Necrodeath e la loro relativa immortalità. I fatti umani, come spiegava il giudice Falcone qualche decennio fa, hanno un inizio, un’evoluzione e, prima o poi, anche una fine. La band si ritirerà dalle scene nel giro di un anno ma la musica rimarrà…come rimarranno i ricordi di serate distruttive come questa! Peso si ritira e si sposta dietro alle pelli, senza scordarsi di augurare buon divertimento a tutti e invitare gli scalmanati nel pit a non farsi male.

Una minacciosa introduzione strumentale risuona nello Ziggy mentre sul telone alle spalle del batterista scorre un video che ritrae tutte le copertine dei dischi del gruppo. La fine del video decreta la fine della tranquillità: i Necrodeath, come è giusto che sia, non hanno nessuna intenzione di far riposare il pubblico: la tripletta iniziale composta da “Hate and Scorn”, “Forever Slaves” e la mitica “Necrosadist” fa capire subito a tutti in che ‘inferno’ siamo finiti. Ed ecco, giustamente, la riproposizione di “Inferno” dall’EP “Neraka” e “Master of Morphine” da “100% Hell”. In buona sostanza si ripercorre quasi tutta la storia discografica della band, come era prevedibile vista l’eccezionalità dell’evento. Con i primi cinque brani, oltre ai due dischi citati, il gruppo ha già evocato “Mater of All Evil” e il seminale “Into the Macabre”. Tocca ora ai lavori più recenti, rappresentati finora soltanto da “Neraka” del 2020: in questa ‘seconda parte’ della scaletta si parte da “The Whore of Salem”, estratta da “The Age of Dead Christ” e dedicata ai leoni da tastiera che scrivono tutto quello che gli passa per la testa senza rendersi conto dei danni che rischiano di provocare, per poi approdare alla title track di “Triumph of Pain”. Durante l’esecuzione della canzone assistiamo ad un eroico stage diving di Flegias, seguito da un altrettanto eroico assolo del chitarrista Pier Gonella portato a termine a colpi di plettro, polpastrelli…e denti.

Il contatto di Flegias col pubblico è costante: i fan lo acclamano, lo accarezzano, lo accolgono tra le loro braccia e lui accoglie loro. Altro che Last Tour of Hate: sembra più un Last Tour of Love, considerando la stima e il rispetto reciproco che anima la band e i suoi fan. L’esecuzione di “The Creature”, eccezionale traccia di “Mater of All Evil”, arriva proprio in questo momento, come a voler cementare ulteriormente il legame di mutua dipendenza tra pubblico e musicisti. Dopo l’esecuzione della title track dell’ultimo disco, “Arimortis”, i Necrodeath propongono “Lust”, pescata da “Seven Deadly Sins”. Flegias afferma che la band ama molto questo disco, in cui i testi alternano italiano e inglese. Qualche paragrafo fa ho accennato al rapporto tra la nostra lingua e il Metal con i Nerocapra: sono anche queste corrispondenze a rendere completa e gradevole la fruizione di un concerto. Senza la qualità del materiale musicale, però, non si va da nessuna parte…il gran finale con “Storytellers of Lies” da “Arimortis” e la magnifica “Mater Tenebrarum” da “Into the Macabre” lo dimostra senza alcun dubbio. È degno di nota il breve commento con cui Flegias introduce “Storytellers of Lies”: ‘noi siamo dei vecchi di merda ma vogliamo lasciarvi un messaggio. Non fatevi fottere i soldi da gente che ve li prende senza darvi in cambio un cazzo’. Di chi parla esattamente il cantante? Uno sguardo al banco del merch allestito dalle due band, su cui abbondano CD, magliette, musicassette, vinili, toppe e altre manifestazioni tangibili del ‘mercato della musica’, mi fa venire il sospetto di aver capito benissimo a chi Flegias si sia rivolto…

Ho scritto ‘gran finale’? Non è esatto. Uno sguardo alla scaletta attaccata sul palco davanti al bassista Gianluca Fontana svela infatti la presenza di un encore. Un folto gruppo di giovani scalmanati, ben sapendo che la situazione non si può risolvere così facilmente, avanza una doppia richiesta urlando ‘se non fate l’ultima noi non ce ne andiamo’ e intonando un coretto che recita più o meno così: ‘Ehi, Necrodeath, portateci a puttane disoneste!‘. I membri del gruppo si salvano in corner rispondendo a quest’ultimo invito con un generico ma collaborativo ‘non abbiamo più l’età’. L’età per piantar su un macello infernale però c’è ancora: l’ultimo pezzo sarà un tributo piuttosto movimentato ai due gruppi che hanno maggiormente influenzato la musica dei Necrodeath. La band si lancia in un devastante medley composto da “In League With Satan” dei Venom e “Black Magic” degli Slayer. Alcuni degli avventori più giovani non riconoscono al primo ascolto i due brani e si lanciano occhiate dubbiose, causate dalla momentanea impossibilità di sapere a quale gruppo risalire per recuperare certi capolavori. Questi ragazzi avranno tutto il tempo per approfondire ulteriormente le basi del Metallo. Il tempo per gustarsi i Necrodeath dal vivo, invece, scarseggia sempre di più. Invito i Lettori a controllare sul web le date rimanenti del ’40 – Last Tour of Hate’ e a fare in modo di esserci: gli ultimi capitoli di una storia così importante non vanno soltanto letti ma vissuti. A presto!

SCALETTA

“Hate and Scorn”

“Forever Slaves”

“Necrosadist”

“Inferno”

“Master of Morphine”

“The Whore of Salem”

“Fragments of Insanity”

“Choose Your Death”

“Triumph of Pain”

“The Creature”

“Arimortis”

“Lust”

“At the Roots of Evil”

“Storytellers of Lies”

“Mater Tenebrarum”

“In League with Satan” – “Black Magic” medley