Live Report: Satyricon a Bologna
Martedì 8 dicembre, giorno dell’Immacolata Concezione. Forse non poteva esserci data migliore (a seconda dei punti di vista) per celebrare il metallo di stampo più oscuro con la calata italica del Finale In Black Tour, kermesse di tutto rispetto guidata dai Satyricon, con a supporto nomi del calibro di Shining e Dark Fortress. Ovviamente il piatto servito per la serata sarebbe stato ancora più succulento con la presenza dei Negura Bunget, defezionari a poche settimane dall’inizio del tour e sostituiti dai comunque buoni Posthum. In ogni caso, come vedremo, le note positive non sono di certo mancate, in una serata che ha lasciato soddisfatti la maggior parte dei presenti all’interno dell’Estragon.
L’onore (o l’onere) di aprire la serata spetta ai Posthum, formazione con
disco d’esordio pubblicato qualche mese fa e che propone un black metal di
fattura più “classica”. I suoni, inizialmente un po’ confusi, e la scarsissima
affluenza di pubblico non aiutano di certo i quattro norvegesi, che in ogni caso
portano a termine il proprio dovere nei pochi minuti a disposizione con
efficacia ed anche con una buona dose di freddezza, riuscendo comunque a
raggruppare sotto il palco una schiera di curiosi che, in ogni caso, dimostrano
di apprezzare la prova del combo scandinavo.
Ma il livello è destinato ad innalzarsi di colpo già con l’arrivo dei Dark Fortress. Anche in questo caso l’affluenza del pubblico lascia
piuttosto a desiderare, ma
i pochi presenti nel locale dimostrano di apprezzare in pieno l’esibizione della
band tedesca guidata dal singer Morean, il quale ricambia l’affetto del pubblico
felsineo sottolineando (in italiano) quella che per loro è la prima apparizione
nella nostra penisola. Ed è proprio lo stesso Morean a catturare le
attenzioni maggiori dei presenti, grazie soprattutto ad una prova vocale
d’ottimo livello e ad una presenza scenica che riesce a coinvolgere come si
deve. Non da meno anche la prova dei restanti componenti, capaci di dare vita ad
un concerto
pressoché perfetto e, soprattutto, convincente, che scorre via fra brani
estratti principalmente dall’ultimo Eidolon (datato 2008) più qualche
anticipazione dal nuovo Ylem, in uscita il prossimo 22 gennaio.
Altro fiore all’occhiello (anche se non per tutti, come vedremo) del Finale
In Black Tour è sicuramente la presenza degli Shining, band che o si ama, o si
odia, senza vie di mezzo, per la quale il pubblico bolognese riserva
un’accoglienza piuttosto tiepida. In ogni caso Kvarforth e soci non demordono, e danno
vita ad uno show che riesce comunque ad attirare l’attenzione di una parte dei
presenti per svariate motivazioni. Se da una parte le “effusioni” che lo stesso
Niklas riserva nei confronti del bassista Andreas Larssen lasciano piuttosto
perplessi, dall’altra c’è la prova a dir poco perfetta (ed entusiasmante) di una
band che riesce a soddisfare i pochi presenti sotto il palco. La scaletta della
serata è ovviamente incentrata sugli ultimi tre capitoli degli svedesi, a
cominciare dagli pezzi dell’ultimo Klagopsalmer (Vilseledda Barnasjalars Hemvist
e Plеgoande O’Helga Plеgoande su tutte), fino ad arrivare ad estratti dai
precedenti Halmstad e The Eerie Cold. Come si sa, già ascoltando gli ultimi
album in studio, i componenti della band sono dotati di ottime capacità tecniche,
che vanno ovviamente ad influenzare più che positivamente l’esibizione, mentre d’altro canto a
tenere alto il livello d’attenzione ci pensa un Kvarforth più carismatico del
previsto e autore di una prova vocale eccellente. Peccato solo per un pubblico
in gran parte indifferente che, ovviamente, aspetta solo ed esclusivamente
l’entrata in scena degli headliner.
E a chiudere la serata ci sono loro, i Satyricon, protagonisti indiscussi del
tour, per i quali l’affluenza del pubblico aumenta in modo decisamente netto,
anche se non esageratamente. Tralasciando le diverse opinioni che ognuno può
avere sul nuovo corso intrapreso da qualche disco a questa parte, c’è da
ammettere che la prova dei norvegesi pare da subito d’alti livelli, con i
singoli componenti in forma smagliante, soprattutto per quanto riguarda un Satyr
che dialoga spesso con il pubblico senza perdere efficacia dal punto di
vista vocale, ed un Frost perfetto a millimetro dietro le pelli. La scaletta è
ovviamente incentrata sugli ultimi lavori della band, a cominciare dall’azzeccatissima
e coinvolgente
apertura affidata a Repined Bastard Nation, seguita a
ruota da Now, Diabolical e The Wolfpack, pezzi che
non perdono il loro mordente anche dal punto di vista live. Brani eseguiti con precisione
chirurgica quindi, e con un’aggressività tale da cominciare a mietere le prime vittime
sotto al palco. Ottimi anche i suoni (come è stato anche per i gruppi
precedenti, del resto), che favoriscono non poco lo scorrere veloce dello show.
A rappresentare ancora l’ultimo The Age Of Nero ci sono anche
Commando, Die By My Hand e Black Crow
On A Tombstone, mentre d’altro canto la band non manca di riservare
qualche sorpresa per i più nostalgici con l’innesto di Supersonic
Journey (da Rebel Extravaganza) e Forhekset
(da Nemesis Divina). Immancabile l’encore affidato a
K.I.N.G., Fuel For Hatred e la giustamente
acclamatissima Mother North che pone fine ad un concerto
convincente su tutti i punti di vista, a confermare che i Satyricon,
nonostante il nuovo corso musicale intrapreso da un po’ di tempo a questa parte,
sono ancora capaci fornire un’ottima prova dal punto di vista dei live show.
Angelo D’Acunto