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Live Report: Satyricon @New Age, Roncade (Tv) 18/03/2018

Di Marco Donè - 23 Marzo 2018 - 16:00
Live Report: Satyricon @New Age, Roncade (Tv) 18/03/2018

Il colpo di coda dell’inverno, che ha riportato l’Italia a essere preda di temperature rigide e neve, viene accompagnato da un’altra dose di gelo, questa volta in musica, che coincide con la calata sul suolo italico dei leggendari blackster norvegesi Satyricon (qui la nostra intervista a Frost). Due sono le date previste in Italia per la seconda parte del “Deep Calleth upon Deep world tour” che, forse per una volontà “superiore”, trovano corrispondenza con l’ultimo weekend d’inverno. Così, in una fredda domenica di marzo, ci dirigiamo al New Age di Roncade, in provincia di Treviso, per assistere a uno degli show più attesi da tutto il nord-est metallico.

 

Live report a cura di Marco Donè

 

 

Dopo un viaggio andato un po’ a rilento a causa di traffico e pioggia, arriviamo al New Age verso le 21:00, perdendo, di fatto, lo show dei greci Suicidal Angels. Non ce ne voglia la band di Atene, abbiamo fatto del nostro meglio, ma il fato non ci ha aiutato. Entriamo così nel locale nel momento in cui si spengono le luci e, in sottofondo, parte l’intro che accompagna l’ingresso in scena dei Satyricon. Sono passati quasi tre anni dall’ultima volta a cui ho assistito a uno spettacolo della formazione di Satyr e Frost e il solo ricordo di quell’evento, di quello show, della magia vissuta, fa salire alle stelle l’adrenalina, pronto a rivivere un qualcosa di unico. Dando un rapido sguardo alla sala, notiamo subito, con gran stupore, che l’affluenza alla serata è al di sotto delle aspettative. Il New Age, infatti, si è riempito a metà, forse anche a causa del poco lasso di tempo passato dall’ultima calata italica della compagine norvegese, avvenuta lo scorso ottobre a Bologna. Poco importa, i presenti accolgono i propri beniamini a gran voce, pronti a lasciarsi trasportare e coinvolgere in un vero e proprio viaggio in musica. I Satyricon attaccano con ‘Midnight Serpent’, eseguendo poi in rapida successione ‘Our World, It Rumbles Tonight’, ‘Black Crow on a Tombstone’ e la title track dell’ultimo full length, ‘Deep Calleth upon Deep’. Qualcosa, però, sembra non funzionare. I suoni non sono ben bilanciati, penalizzando soprattutto le chitarre, che vengono leggermente coperte dal resto degli strumenti. Ma è la stessa band ad apparire “freddina”, non riuscendo a trasmettere quell’intensità cui ci ha abituato. Sia chiaro, i Satyricon suonano con precisione maniacale e, come al solito, spicca la grandissima prestazione di Frost alle pelli. Ma, come dicevamo, è dal punto di vista dell’intensità emotiva, del trasporto, che sembra mancare qualcosa. Satyr si agita dietro al suo tridente porta microfono ma, almeno per il momento, non sembra riuscire a conquistare gli astanti come ci ha abituato. Anche i session, che si uniscono a Frost e Satyr in sede live, sembrano limitarsi al proprio “compitino”, suonando con precisione le proprie parti e limitandosi a qualche headbanging, senza dare quel qualcosa in più. I presenti sembrano accorgersi di questo e, nonostante le prime file indiavolate, la reazione della platea, per gli standard cui i Satyricon ci hanno abituato, risulta un po’ compassata. Tra i presenti incontro una vecchia conoscenza che ha visto i Satyricon nell’esibizione di Bologna dello scorso ottobre. Mi dice che al momento non riescono a bissare quanto fatto in quella data e, guardandoci, il pensiero “speriamo recuperino nel prosieguo del live” credo sia balenato nelle menti di entrambi.

 

Arriva il momento del primo intermezzo, che vede i Satyricon entrare nel backstage e recuperare un po’ di energie, per uscire poco dopo. I nostri rientrano sul palco con ‘Repined Bastard Nation’ e ‘Nocturnal Flare’ che, nonostante dei suoni in fase di miglioramento, non si discostano molto da quanto fin qui detto. Proprio mentre iniziamo a preoccuparci per l’andamento della serata, arriva quella scintilla in grado di far scaturire un incendio. I Satyricon attaccano con ‘Commando’, tratta dall’ottimo “The Age of Nero”, e la reazione dei presenti è di quelle che lasciano il segno. Satyr, come se avesse accesso una sorta di interruttore, sfodera tutto il suo carisma e con la successiva ‘The Wolfpack’ il pubblico è in suo pugno. Sale sulle casse spia, chiede e ottiene la partecipazione di tutto il New Age come mai prima gli era riuscito nel corso di questa serata. Tocca poi a una magistrale ‘Now, Diabolical’, il cui ritornello, sotto l’egida guida di Satyr, viene cantato da tutti i presenti. Ora riconosciamo i Satyricon! Il tempo di un secondo intermezzo e i Nostri sono nuovamente sulle assi dello stage, dando ulteriore spazio all’ultima fatica discografica, da cui spicca una sentita ‘The Ghost of Rome’. Ovviamente non poteva mancare l’omaggio al glorioso passato della band. Satyr rispolvera la propria chitarra e i Nostri piazzano una convincente ‘Walk the Path of Sorrow’ e la strumentale ‘Transcendental Requiem of Slaves’, al termine della quale Satyr ripone lo strumento e, con una carica e convinzione fuori dal comune, chiama a sé il pubblico. È arrivato il momento che tutti stavano aspettando, Frost attacca con il blast beat e parte uno degli inni immortali del black metal, quella ‘Mother North’ con cui i Satyricon vengono identificati. Il pubblico risponde alla grande, seguendo le “indicazioni” del “direttore” Satyr. Subito dopo i Nostri entrano nel backstage e, come da tradizione, vengono chiamati a gran voce dai presenti. Il primo a salire sul palco è Satyr, con la sua chitarra, seguito poi dal resto della band. Ancora tre canzoni ci aspettano e si parte subito alla grande con ‘The Pentagram Burns’, seguita da un altro classico recente, la micidiale ‘Fuel for Hatred’ che, come da richiesta di Satyr, genera un mosh pit tra le prime file. Arriva un altro momento di pausa, in cui tutta la compagine norvegese si mette in fila al limite del palco, ricevendo il calore del pubblico. Come da tradizione, Frost inizia a battere il piede sulle assi, scandendo il tempo con cui il pubblico deve rispondere, chi battendo le mani, chi con dei cori, accelerando progressivamente. Manca ancora una canzone all’appello e, una volta che Frost ha riconquistato la posizione sul proprio trono, i Satyricon partono con la seminale ‘K.I.N.G’, che conclude definitivamente lo show, accolta alla grande dai presenti. Sono le 22:45 e questa è veramente la fine della serata. La band ritorna al completo al limite del palco, ringraziando e ricevendo l’omaggio dei fan. C’è però chi non ne ha avuto abbastanza e lascia partire il coro “We Want More”, segno che, dopo un inizio sottotono, i Nostri sono riusciti a sprigionare la carica che sono soliti trasmettere nei live. Il tempo è però scaduto e nonostante un Satyr che vorrebbe fare ancora un pezzo – la sua espressione non lascia dubbi al riguardo –, i Satyricon salutano il pubblico, dando appuntamento al prossimo show.

 

Conclusioni

 

L’esibizione in terra trevigiana non rientrerà forse nelle migliori performance dei Satyricon, ma l’espressione dei fan a fine spettacolo non lascia assolutamente dubbi: Satyr, Frost e compagni hanno portato a casa un’ulteriore vittoria. Nonostante un inizio sottotono, i Nostri, facendo ricorso alla classe che li contraddistingue e a tutto il mestiere ed esperienza accumulati nel corso degli anni, regalano un live di livello ai presenti. Si apre però una riflessione in merito. La prima parte del concerto, quella in cui la band non è riuscita a trasmettere e ricevere la solita intensità emotiva e ha visto una reazione compassata del pubblico, è stata caratterizzata da canzoni pescate per la maggior parte dagli ultimi due lavori griffati Satyricon. Mentre, quando i Nostri hanno proposto pezzi un po’ più datati, partendo da “The Age of Nero” e andando a ritroso, che fosse nuovo o vecchio corso, il pubblico ha sempre manifestato entusiasmo e Satyr e soci hanno saputo sfruttare al massimo la carica della platea (il mestiere e l’esperienza che citavamo in precedenza n.d.r.). Semplice coincidenza o segnale da non trascurare?

 

Marco Donè

 

 

Setlist:

Intro

Midnight Serpent

Our World, It Rumbles Tonight

Black Crow on a Tombstone

Deep Calleth Upon Deep

Intermezzo

Repined Bastard Nation

Nocturnal Flare

Commando

The Wolfpack

Now, Diabolical

Intermezzo II

To Your Brethren in the Dark

The Ghost of Rome

Walk the Path of Sorrow

Transcendental Requiem of Slaves

Mother North

 

Encore

The Pentagram Burns

Fuel for Hatred

 

Encore II

K.I.N.G.