Live Report: Saxon a Milano
Live Report di Saxon, Crimes Of Passion e Vanderbuyst all’Alcatraz di Milano il 22 maggio 2011.
VANDERBUYST
Mezzora di gloria sulle assi dell’Alcatraz di Via Valtellina a Milano per gli olandesi Vanderbuyst, forti del debutto omonimo del 2010, che deliziano il pubblico presente dalle 19.30 fino a quasi le 20 e danno appuntamento per un meet’n’greet vicino allo stand del merchandising dei Saxon dopo la fine del concerto di questi ultimi. L’accostamento con il tour degli Stallions di Sheffield sarà frutto di logiche evidentemente diverse ma è bello pensare che il Loro Hard Rock metallizzato tardo anni Settanta faccia da preludio al concerto degli inglesi tanta è l’affinità fra la proposta musicale di Jochen Jonkman e soci e quanto contenuto nell’eponimo “Saxon” del 1979. Energia e voglia di fare con un buon riscontro da parte dei presenti, un buon biglietto da visita per un gruppo con la terra sotto i piedi e il giusto atteggiamento.
CRIMES OF PASSION
Dopo un solo quarto d’ora si appropriano dello stage i Crimes of Passion da Sheffield, un album uscito nel 2008 intitolato RIP in bacheca e un cantante, Dale, molto assomigliante al chitarrista J.L. Battaglion dei Raf, beninteso ai tempi d’oro e con venti chili di capelli in più rispetto a oggi. Pose plastiche a go-gò da parte del Nostro e una buona prestazione di robusto Hard’n’Heavy per quanto attiene l’impatto globale degli uomini provenienti dallo Yorkshire, scaldando a sufficienza gli astanti che, minuto dopo minuto, divengono sempre più numerosi, senza peraltro far gridare al miracolo a fine serata. La cover di Holy Diver chiude la Loro performance alle 20.45.
SAXON
Ore 21.12. Il grande momento arriva accompagnato dall’intro che lancia la nuovissima Hammer Of The Gods, veloce opener anche del disco Call To Arms, perfettamente in linea con la pulizia del suono che negli anni è divenuta il trademark dei Saxon capitanati da Biff Byford e Paul Quinn. Che l’headbanging abbia inizio, quindi, corroborato dalla successiva e sempre incredibile Heavy Metal Thunder, un manifesto non solo degli Stallions Of The Highway di Sheffield ma di tutto l’HM mondiale.
Paul Quinn (Saxon) – Foto di Paolo Manzi
A seguire Never Surrender, con il buon Biff che da vecchio marpione se la cava alla grande nel momento in cui perde qualche battuta per il suo solito concedersi troppo al pubblico. Altra mazzata HM di IMMENSA PORTATA con la sempiterna Motorcycle Man e ulteriore assaggio da Call To Arms nelle note di Back to ’79, che anticipa l’effetto-concerto di Denim&Leather di un’ora buona.
I’ve Got To Rock (To Stay Alive) significa Saxon meet Ac/Dc e infatti il pubblico reagisce alla grande, soprattutto nella Sua forte componente femminile. Poi atmosfera da brivido con un uno-due costituito dall’epica Dallas 1 PM ma soprattutto dalla title track del nuovo album Call To Arms: magnetica, enfatica, insomma perfetta per un concerto con il cuore in mano. Biff coinvolto al massimo. Pelle d’oca.
Pronta rottura dell’incantesimo a opera della prima vera sorpresa della serata: Rock’N’Roll Gypsy dall’album Innocence Is No Excuse del 1985. Evitabile Demon Sweeney Todd poi adrenalina pura attraverso And The Bands Played On e a seguire un pezzo che i Saxon si tengono esclusivamente per Italia, Grecia e Spagna: Ride Like The Wind.
Cadenza marziale in The Eagle Has Landed, poi la coinvolgente new entry Chasing The Bullet e altro coniglio estratto dal cilindro per via di Play It Loud, direttamente dal giurassico superiore delle scalette italiane dei Saxon. A chiudere quasi due ore di concerto in totale classiconi a non finire della valenza di Denim And Leather, Princess Of The Night, Crusader, 747 Strangers In The Night, Strong Arm Of The Law e la “coconesggiante” Wheels Of Steel intervallati dai solo di Nibbs, Doug e qualche breve pausa dietro le quinte da parte di tutti e cinque. Innumerevoli gli Osanna e i cori di incitamento da parte del pubblico, con qualche variazione al classico “Saxon, Saxon, Saxon”, tanto che Byford a un certo punto non sa più nemmeno cosa rispondere, ridendoci sopra.
La notte dell’Alcatraz conferma ancora una volta che l’Aquila Britannica continua a veleggiare alta nei cieli che lambiscono le somme vette dell’Olimpo dell’heavy metal e non ne vuole sapere di abbassarsi di quota. I Nostri riescono ancora, magicamente, a radunare attorno a sé brufoli e zampe di gallina senza distinzioni di sorta confermando una trasversalità anagrafica che è segno di vigore e appartenenza al proprio tempo.
HM purissimo e Rock’N’Roll metallizzato: la ricetta giusta dei Saxon da trentadue anni a questa parte, una vera forza della natura. E’ ancora lontana la pensione per gli Stallions Of The Highway e stavolta l’Inps non c’entra nulla.
Sax-on!
Stefano “Steven Rich” Ricetti
Tutte le foto del Report sono a cura di Paolo Manzi (www.paolomanzi.it)