Rock

Live Report: The Cure + The Twilight Sad @Mediolanum Forum, Milano – 04/11/2022

Di Davide Sciaky - 7 Novembre 2022 - 10:23
Live Report: The Cure + The Twilight Sad @Mediolanum Forum, Milano – 04/11/2022

The Cure + The Twilight Sad
@Mediolanum Forum, Milano – 04/11/2022

Mancavano in Italia dal 2019, a Milano da ancora di più, da quando nel 2016 avevano suonato per due giorni consecutivi al Forum di Assago, luogo dove venerdì sono tornati per concludere il poker di date italiane di questi giorni.
Gruppi di questo calibro non suonano spesso così tante date nel nostro paese, ma da un lato i The Cure devono avere un particolare affetto per l’Italia (solo negli ultimi 10 anni ci hanno suonato più di 10 volte, con pure una pandemia nel mezzo) e dall’altro lato il nostro pubblico ha sempre dimostrato grande amore per la band inglese, ed infatti questa data milanese è sold-out già da tempo.

Ad aprire il concerto troviamo gli scozzesi The Twilight Sad, band scelta personalmente da Robert Smith alcuni anni fa e che in diverse occasioni è tornata ad aprire gli show dei Cure.
All’ingresso dei musicisti sul palco il Forum è ancora abbastanza vuoto, ma essendo un giorno settimanale non è così strano. La musica del gruppo viaggia tra il Post-Punk e lo Shoegaze, spesso dai toni oscuri e intimisti, ed è di ottima fattura. In pieno stile Shoegaze i musicisti… si guardano le scarpe, per l’appunto, sono completamente concentrati sulla propria musica e sembrano quasi persi nel proprio mondo, e questo non aiuta a coinvolgere il pubblico. L’unica eccezione è il cantante che si muove sul palco con movimenti esagerati e quasi goffi, come posseduto dalla musica.
Come spesso capita nei concerti di gruppi così grandi il pubblico è variegato, dai nostalgici fan di vecchia data, a chi vuole semplicemente vedere un grande evento, chi conosce ogni B-side mai pubblicata e chi conosce solo i singoli più famosi, e il risultato è che il gruppo di supporto inizialmente riceve poca attenzione.
Con il proseguire della performance, però, sembra che la band riesca a conquistare l’interesse degli spettatori e non manca chi applaude a tempo, chi filma qualche pezzo col cellulare e le acclamazioni tra una canzone e l’altra sembrano diventare più sentite. D’altronde, come dicevamo, la musica è di buona qualità e funziona bene a scaldare l’atmosfera in attesa degli headliner.

Dopo 45 minuti i Twilight Sad lasciano il palco e mentre la crew comincia a preparare l’attrezzatura dei Cure ci guardiamo intorno: il Forum è ormai quasi pieno, il pubblico va dai ragazzini forse al primo concerto di sempre a chi ha i capelli bianchi. Tantissime magliette dei Cure, perlopiù di tour precedenti, tante unghie colorate di nero e occhi truccati ispirati al look del frontman della band.
Insomma, dopo più di 40 anni gli inglesi risvegliano ancora l’anima gotica di tantissimi loro fan.

Durante l’attesa dagli altoparlanti esce un insistente suono di pioggia e, quando il palco è pronto e finalmente si spengono le luci, si aggiungono rombi di tuoni e sfarfallate stroboscopiche delle luci che mimano lampi mentre sui megaschermi dietro al palco compare un cielo stellato.
Uno dopo l’altro salgono sul palco i musicisti tra gli applausi, e tra questi troviamo Perry Bamonte, ritornato in formazione per questo tour dopo aver lasciato la band nel 2005.
L’ultimo ad arrivare è ovviamente Robert Smith che riceve anche l’acclamazione più grande. Si avvicina al bordo del palco a destra, poi pian piano lo attraversa tutto salutando i fan quasi timidamente, con piccoli gesti delle mani, le braccia abbassate, mentre la band inizia a suonare il nuovo brano “Alone”. Dopo essere arrivato all’estremità sinistra, Smith torna indietro, prende il microfono e comincia a cantare.
Meraviglia.
Tra l’ingresso compassato del frontman e la musica delicata e malinconica che apre il concerto si viene catapultati come in un’altra dimensione e non sembra di essere in un palazzetto a fianco ad altre migliaia di persone, ma semmai in un mondo isolato, solo sé stessi e la band.
Dopo un inizio così tranquillo si cambia musica con la seconda canzone, “Pictures of You”, grande classico che risveglia il pubblico dalla trance del primo pezzo e immediatamente tutti cominciano a cantare, come succede poi per “A Night Like This”, “Lovesong” e sostanzialmente per quasi tutta la serata.
I momenti più calmi, dal lato del pubblico, sono quando i Cure suonano nuovi pezzi, come l’ottima “And Nothing is Forever” che viene ascoltata dai fan con grande attenzione.
A 14 anni dall’ultimo disco gli inglesi sono quasi in procinto di pubblicare il nuovo album, “Songs of a Lost World”. Inizialmente Smith aveva dichiarato che sarebbe stato pubblicato prima del tour ma così non è stato; nonostante ciò la band suona ben cinque pezzi nuovi che sono quindi delle vere e proprie sorprese, sicuramente molto gradite da tutti i fan.
Da sempre noti per la lunghezza dei loro concerti, i Cure non fanno eccezione neanche oggi: l’età non più giovanissima e lo stop di diversi anni (prima dell’inizio del tour ad ottobre la band non suonava dal 2019) non hanno intaccato minimamente l’energia con cui suonano quasi senza pause tantissimi brani che coprono un po’ tutta la loro carriera.
Alle loro spalle, gli schermi alternano animazioni e le immagini della band, ripresa da diverse videocamere posizionate sul palco. Dall’atmosfera glaciale di “Cold,” accompagnata da fredde luci blu, al cielo stellato che compare sugli schermi per “At Night”, fino agli alberi che non possono che dipingere lo sfondo della meravigliosa, ipnotica “A Forest”, ogni canzone ha una propria cornice che la impreziosisce.
Proprio dopo “A Forest” i fan accorsi a Milano ricevono un regalo speciale e, in uno dei pochi momenti in cui Robert Smith si rivolge al pubblico per più di un veloce “Thank you”, il cantante annuncia un pezzo mai suonato prima, la nuova “A Fragile Thing”.
Del canto suo, il pubblico risponde sempre con enorme entusiasmo e tanti pezzi vengono cantati parola per parola, spesso strappando un sorriso sincero al frontman.
Quando la band lascia il palco chi non li conosce si potrebbe aspettare il classico encore di 2-3 canzoni, ma ovviamente dopo “solo” un’ora e quaranta i Cure non hanno nessuna intenzione di andarsene e nel doppio encore suonano altri 11 pezzi, inclusi grandi, immancabili classici come Faith, Disintegration, Friday I’m in Love e Boys Don’t Cry con la quale chiudono il concerto.
Nel mezzo non c’è spazio per le chiacchiere, solo qualche rapido ringraziamento (a volte in inglese, a volte un incerto “Grazie”), o al massimo due parole per introdurre le nuove canzoni. L’unica volta in cui Smith aggiunge qualcosa racconta, “Sapete, una volta parlavo fluentemente in italiano”, ma lascia perdere subito il discorso per tornare alla musica.
Ventisette pezzi intensissimi, tanto sentiti dalla band quanto dal pubblico, compongono questo spettacolo che lascia i fan in estasi. Al termine il pubblico acclama la band, Smith ritorna da dietro le quinte e ringrazia, rimane qualche momento sul palco felice, forse anche un po’ commosso, a osservare il suo pubblico.
“Grazie, questo è stato il mio concerto preferito finora, ci vediamo presto”, promette al microfono prima di lasciare per l’ultima volta lo stage.

Cupi, sognanti, potenti e spesso commoventi, i Cure hanno messo in scena uno spettacolo indimenticabile in cui, ancora una volta, si sono confermati tra i Grandi del Rock.

 

Setlist:

Alone
Pictures of You
A Night Like This
Lovesong
And Nothing Is Forever
Cold
Burn
At Night
Charlotte Sometimes
Push
Play for Today
A Forest
A Fragile Thing 
Shake Dog Shake
From the Edge of the Deep Green Sea
Endsong

Encore 1:

I Can Never Say Goodbye
The Figurehead
Faith
Disintegration

Encore 2:

Lullaby
The Walk
Friday I’m in Love
Close to Me
In Between Days
Just Like Heaven
Boys Don’t Cry