Heavy

Live Report: Vicious Rumors + Crying Steel + Vicolo Inferno @ Ziggy Club – 31/05/2024

Di Roberto Castellucci - 8 Giugno 2024 - 12:00
Live Report: Vicious Rumors + Crying Steel + Vicolo Inferno @ Ziggy Club – 31/05/2024

Thank God it’s friday, grazie a Iddio è venerdì. Credenti o meno, giovani o meno giovani, lavoratori o studenti, penso che chiunque abbia letto o sentito quest’affermazione almeno una volta nella vita. La serata di venerdì 31 maggio 2024, per il sottoscritto, si rivelerà ancora più bella del solito: il programma prevede infatti una sacrosanta zingarata in solitaria fuori dagli augusti confini della mia cittadina, con l’obiettivo di presenziare ad un bel concerto. Una volta ottenuto da moglie e figlio il permesso di assentarmi dal focolare domestico mi dirigo di gran carriera verso la mia destinazione: si tratta dell’ormai celebre Ziggy Club di Torino. Il bill del concerto odierno è composto da un’interessante tris d’assi: gli storici Vicious Rumors saranno anticipati dall’altrettanto storica band bolognese Crying Steel e dai validi imolesi Vicolo Inferno. Rivedo con molto piacere i Vicious Rumors: il gruppo statunitense, pur mantenendo tra le sue fila un solo rappresentante della formazione creatrice del mitologico albumSoldiers of the Night”, mi ricorderà un bel periodo della mia vita. Quando penso ai Vicious Rumors la memoria vola alla mia prima e finora unica trasferta concertistica al noto festival tedesco Wacken Open Air. Nel 2002 non ebbi solo la fortuna di vedere la band dal vivo nella terra benedetta di Wacken: feci addirittura un paio di velocissime chiacchiere con i membri del gruppo nella stazione ferroviaria di Amburgo, due minuti prima che partisse il treno che mi avrebbe riportato verso l’italica frontiera. Furono loro stessi a salutarmi, chiedendomi ironicamente da lontano ‘Hey! Eri al Wacken? Noi siamo i Vicious Rumors!‘ Indossavo la maglietta del Wacken e il mio giubbotto di jeans pieno di toppe metallare…da dove mai sarei potuto arrivare? Stasera rivivrò una piccola parte di quei ricordi di gioventù, aggiungendone però molti altri. Spoiler alert: tutte le band regaleranno ai presenti un’ottima prestazione!

I testi di David Bowie sulle pareti accolgono i clienti dello Ziggy Club

Alle 21 in punto il portone dello Ziggy si apre per lasciar entrare il manipolo di metallari in attesa. Noto che l’età media è abbastanza elevata e io di sicuro non posso far più nulla per abbassarla…la proposta musicale di stasera, effettivamente, sembra essere indirizzata più ad un pubblico maturo, considerando i monicker leggibili sui volantini e negli eventi online. Al netto dei molti cambi di formazione succedutisi nei tre gruppi, tutte le band presenti sono in giro da parecchio tempo: i Vicious Rumors sono nati nel 1979, i Crying Steel mettono a ferro e fuoco lo Stivale dal 1982, i Vicolo Inferno sono attivi dal 2003. Ebbene, dopo una serata come questa potrò confermare per l’ennesima volta che ‘l’età è soltanto un numero’. L’esperienza accumulata dai musicisti grazie agli innumerevoli concerti effettuati si sentirà eccome! Dopo aver superato le rampe di scale dello Ziggy e il tavolo della biglietteria, rispetto il consueto rituale fermandomi in primis di fronte agli spillatori di birra e in secundis davanti ai fornitissimi banchi del merch, concludendo tutte le operazioni preliminari giusto in tempo per l’inizio dello spettacolo. Via alle danze!

Vicolo Inferno

Il quartetto di Imola dedica un’abbondante metà della scaletta all’ultimo album, “Circles”, licenziato proprio in data odierna sotto l’egida della Rockshots Records. L’occasione per i quattro artisti è particolarmente ghiotta: esiste forse un modo migliore per festeggiare l’uscita di un nuovo album? Condividere il palco con due colonne portanti del Metal come i Vicious Rumors e i Crying Steel, senza dubbio, carica a dovere le batterie dei Vicolo Inferno, che giustamente non deludono le prime decine di appassionati accorsi allo Ziggy. È sempre difficile, e a volte persino riduttivo, cercare di inquadrare lo stile musicale proposto da una band. Ciò non toglie che, a beneficio di tutti coloro che ancora non conoscono i Vicolo Inferno, io ci debba comunque provare…il gruppo parte da una solida base Hard Rock sapientemente metallizzata, arricchita qua e là da echi di Sleaze Rock rimodernati e mescolati a sonorità che mi hanno in qualche modo ricordato gruppi come i Godsmack o gli Alter Bridge. Le canzoni si sviluppano tendenzialmente su ritmi moderati e cadenzati, capaci di evidenziare a dovere l’intensità emotiva trasmessa dai testi e dalle linee vocali. Il timbro graffiante e teatrale del cantante Igor Piattesi è caratterizzato da una certa potenza vocale e da una ragguardevole estensione: tutti i brani selezionati per la setlist di stasera godono del medesimo trattamento da parte del cantante, che si muove suadente sul palco mentre i suoi ’degni compari’ passano con disinvoltura da canzoni recenti a tracce pescate dai due precedenti dischi della band, entrambi rintracciabili nelle varie piattaforme online. Sto parlando di “Hourglass”, debutto discografico del 2013 da cui vengono estratte “Hangin on the Blade” e “Cold Moon”, e “Stray Ideals”, album del 2016 che contiene l’ultima canzone suonata dai Vicolo Inferno: “Unnameables. Giunti alla fase finale dello spettacolo la band lascia al pubblico il compito di scegliere quale brano suonare: preferiamo un pezzo più sleazy e veloce o qualcosa di più intenso e misterioso? Stavolta mi prendo un piccolo merito: a gran voce invoco il pezzo più veloce e vengo prontamente accontentato! I Vicolo Inferno propongono la succitata “Unnameables”, che insieme a “Suspended” mostra all’uditorio il lato più arrabbiato e ‘duro’ della band. Il pubblico ha avuto modo di ammirare una bella esibizione portata a termine da un gruppo conosciuto da pochi fra i presenti ma sicuramente meritevole di attenzione. Onestamente non avevo mai sentito nominare i Vicolo Inferno prima di stasera…col capo cosparso di cenere ammetto che si è trattata della proverbiale ‘bella scoperta’ in un panorama Underground tricolore notoriamente affollatissimo da ottime band. Fate come me, gentili Lettori: seguite i Vicolo Inferno approfittando dei collegamenti seguenti e date un ascolto alla loro produzione, non ve ne pentirete!

https://www.facebook.com/vicoloinferno

I Vicolo Inferno su Spotify

SCALETTA

“Hangin on the Blade”

“Cold Moon”

“Intro + Hidden”

“Suspended”

“Cold Surface”

“The Gift”

 “Unnameables”

Crying Steel

Il concerto di stasera è paragonabile ad un viaggio nel tempo: dopo essermi imbattuto nella piacevole  presentazione del nuovo disco dei Vicolo Inferno, datato 2024, la DeLorean artistica in cui mi sto per imbarcare mi porterà a fare un salto nel passato di una quarantina di anni. I Crying Steel, infatti, riprodurranno sul palco dello Ziggy (quasi) tutto il loro primo album pubblicato nel 1987, il leggendario “On the Prowl”. La formazione responsabile di far risplendere ancora una volta le note di quel disco è per i 4/5 la medesima accreditata nell’ultima pubblicazione discografica della band: il live albumLive and Thunder”, uscito il 28 febbraio 2024. La copertina di “Live and Thunder” ripropone, ammodernandoli, gli stessi personaggi presenti nell’illustrazione di “On the Prowl” inquadrati da un punto di vista differente. Sarà questa la molla che ha spinto il quintetto a ripercorrerne la tracklist? Sia come sia, mi sento particolarmente fortunato: la prima volta in cui assisto di persona ad un concerto dei Crying Steel coincide con la  celebrazione di un disco che, per mere ragioni anagrafiche, non ho mai avuto modo di acquistare e ascoltare direttamente nell’epoca in cui uscì. Accennavo poco fa ai 4/5 della formazione di “Live and Thunder”: alla voce, infatti, troviamo per l’ennesima volta nella storia dei Crying Steel un cantante ‘nuovo’: si tratta di Tiziano ‘Hammerhead’ Sbaragli, toscanaccio di ferro già attivo nelle band Etrusgrave e Angel Martyr nonché talentuoso insegnante di canto. Tiziano, stando alle sue parole, si limita a sostituire un futuro, eventuale cantante ‘titolare’ della postazione al microfono dei Crying Steel: sappiate però che a fine show saranno molti gli astanti a consigliarne l’assunzione a tempo pieno! Il cantante racconta di quanto sia emozionante trovarsi dietro al microfono del gruppo felsineo: dopo averli visti per la prima volta dal vivo di spalla ai Raven all’età di 22 anni, confessa, si è innamorato subito della loro musica. Cantare con i propri idoli e contribuire direttamente al loro benessere professionale non può che essere la coronazione del sogno di un appassionato di vecchia data. Rimane pertanto comprensibilissima e doverosa la presenza di un tablet fissato al microfono, dispositivo che ha la probabile funzione di ‘gobbo’ di promemoria per i testi. Soluzione interessante, poco invasiva e professionalissima: magari avessi potuto sfruttare un sistema simile quando da ragazzo mi mettevo anche io dietro al microfono! Si parla, d’altronde, di ripercorrere una pietra miliare del Metallo italiano: vietato sbagliare! Dal vivo l’impatto della musica contenuta in “On the Prowl” risulta ancora attuale, a riprova del fatto che il Metal, soprattutto quello di buona qualità, non invecchia mai. Dopo l’esecuzione della battagliera “No One’s Crying” appare chiaro come il cantante abbia ‘preso le misure’ del palcoscenico e abbia ufficialmente rotto il ghiaccio: prima di iniziare “Changing the Direction” Tiziano dichiara che questa è una delle canzoni che preferisce, talmente anni ’80 che imparerebbe a suonare la tastiera solo per aggiungerla al brano! La scaletta della serata segue paro paro la scaletta di “On the Prowl”, passando dalla rocciosa “Struggling Along” alle scanzonate “Fly Away” e “Upright Smile”, fino a quando il chitarrista Franco Nipoti, colonna portante dei Crying Steel insieme all’inossidabile batterista Luca Ferri, annuncia che è giunto ‘il momento di una ballata’. Fate attenzione quando i bolognesi Crying Steel annunciano un lento…la canzone viene presentata dal batterista ed ovviamente si tratta di una mazzata velocissima! Il brano risponde al nome di “The Song of Evening” e rappresenta per il cantante un’ottima occasione per tirare fuori lunghi acuti pericolosissimi per la tenuta del soffitto del locale. Prima della canzone successiva Tiziano dichiara che siamo arrivati ad un ‘momento relax, ambient, lounge’…non ci caschiamo più, ormai! I Crying Steel sembrano incapaci di riprodurre sul palco canzoni totalmente identificabili con i classici lenti strappalacrime: la traccia “Alone Again”, infatti, fornisce ai presenti un’ulteriore conferma di questa tendenza. Il brano è effettivamente un po’ più tranquillo rispetto a tutti gli altri, ma pur sempre di semiballad si tratta: le parti più intense e sentimentali vengono controbilanciate da schitarrate che con un classico lento hanno ben poco da spartire. A sorpresa la band attacca con “Shining”, sistemata stranamente prima della fine del concerto. Considerando che si tratta di un vero e proprio lento originariamente posto in chiusura di “On the Prowl” il pubblico si chiede quale altra sorpresa abbiano in serbo i cinque burloni: potranno mai i Crying Steel concludere lo show con un lento saltando a piè pari “Thundergods”? E difatti non abbiamo nemmeno il tempo di farci un paio domande: “Shining”, a quanto pare, annoia un po’ il cantante, che a metà esecuzione chiede ai presenti: volete “Shining”, mimando un accento melenso e strappalacrime…o “Raptor“, detto ruggendo? Ovviamente il coro degli astanti risponde “Raptor” senza minimamente preoccuparsi del fatto che il brano fa parte della tracklist di “The Steel is Back”, l’album che nel 2007 ha sancito il ritorno sulle scene della band. Il compito di chiudere l’esibizione spetta proprio all’apparentemente grande assente: la succitata “Thundergods”, indiavolata e famosa traccia che viene sorretta non solo dalla prestazione dei Crying Steel ma anche dai cori dei molti scalmanati che calpestano il pit. Dopo il piacevole concerto dei Vicolo Inferno e la buona prestazione dei Crying Steel l’asticella si è alzata parecchio: sapranno i Vicious Rumors mantenere il livello raggiunto dai colleghi?

https://www.facebook.com/CryingSteel

I Crying Steel su Spotify

Pagina Bandcamp: https://cryingsteel.bandcamp.com/

SCALETTA

“No One’s Crying”

“Changing the Direction”

“Struggling Along”

“Fly Away”

“Upright Smile”

“The Song of Evening”

“Alone Again”

“Shining”…”Raptor” (“Raptor” da “The Steel is Back”)

“Thundergods”

Vicious Rumors

I Crying Steel hanno dedicato lo show di stasera al loro disco “On the Prowl”? Ebbene, i Vicious Rumors non sono certo da meno! Stasera infatti la band californiana proporrà i brani del suo primo, indimenticabile album: “Soldiers of the Night”. La scaletta del gruppo non prevede proprio tutte le tracce del disco. I musicisti hanno scelto 7 brani di “Soldiers of the Night” e inseriranno nelle restanti 8 posizioni della setlist canzoni estratte dai lavori precedenti a “Concussion Protocol” del 2016. Non sono ancora sceso dalla DeLorean guidata dai Crying Steel e mi trovo nuovamente pronto per ripartire! Un’introduzione sinfonica minacciosa lascia il posto ad una base strumentale preregistrata, che se non ricordo male corrisponde al corto brano introduttivo di “Soldiers of the Night”,Premonition”. I musicisti salgono pian piano sul palco e con precisione svizzera si collegano alla base registrata, sostituendosi ad essa e proponendo l’immortale rasoiata “Ride (Into the Sun)”. In “Medusa“, il brano successivo, il cantante Brian Allen per la prima volta ‘presta’ il microfono al buon Geoff Thorpe, ultima colonna portante della formazione classica dei Vicious Rumors…dotato di una voce niente male! Non sarà la prima né l’unica volta in cui il cantante avvicina il microfono alla bocca dei membri della band e dei componenti del pubblico: spesso gli astanti si sentiranno chiamati in causa da Brian Allen, che con il suo sguardo invasato e il microfono sguainato minacciosamente sopra le teste dei presenti riesce a convincere chiunque a cantare in coro insieme a lui. Complice di questa libertà di movimento da parte del cantante è la conformazione dell’area concerti dello Ziggy, che praticamente non frappone ostacoli tra il palco e l’area destinata al pubblico. Addirittura, quando parte l’inno “Soldiers of the Night“, Brian Allen con un piccolo passo sfonda la quarta parete del palcoscenico, invadendo pacificamente il pit per avvicinare il microfono agli invasati là riuniti e permettergli di urlare a squarciagola il ritornello della canzone. Tra una capatina del cantante e svariati episodi di pogo selvaggio cerco di ritagliarmi una nicchia sufficientemente grande per riuscire a scattare qualche fotografia decente. Peccato che il batterista Gunnar Coston sia quasi totalmente ‘infotografabile’: se non lo vedessi con le bacchette in mano, seduto al posto che fu di Larry Howe fino a pochi mesi fa, lo scambierei per un fan che scapoccia senza soluzione di continuità per l’intera durata di ogni canzone. Geoff Thorpe dice che se in passato qualcuno gli avesse detto che nel 2024 i Vicious Rumors avrebbero costruito una scaletta basata sui brani di “Soldiers of the Night” lui gli avrebbe dato del pazzo. Evidentemente siano tutti pazzi, musicisti e fan, perché il locale è pieno di gente festante e preparatissima. Il cantante risparmia infatti parecchio fiato: gli scalmanati nel pit conoscono a menadito le canzoni di “Soldiers of the Night” e le cantano tutte nella loro interezza. Il soffitto dello Ziggy stasera subirà numerose sollecitazioni, minacciato a più riprese non solo dalle vibrazioni prodotte nel pit ma anche dagli acuti infernali del cantante dei Vicious Rumors. Il pogo continua imperterrito con “In Fire“, dopo un altro momento corale vissuto grazie a “March or Die”. Fino a “March or Die” la scaletta riprende esattamente l’ordine dei brani del disco. Si salta poi a “In Fire” e “Blistering Winds”, accorciando un po’ la tracklist dell’album, così da lasciare spazio a parecchi brani pescati dal resto della discografia della band. Ascolteremo molti grandi classici del gruppo: ci godremo “Digital Dictator”, la rabbiosa “Minute to Kill” e l’epica “Worlds and Machines”, presi ovviamente da “Digital Dictator”, fino ad arrivare ad “Abandoned” di “Welcome to the Ball” e “Murderball” di “Razorback Killers”. Ci concederanno i Vicious Rumors un attimo di respiro? Figuriamoci! Si finisce in bellezza con una tripletta di cannonate selezionate da “Vicious Rumors” del 1990: “Down to the Temple”, “Hellraiser” e “Don’t Wait for Me”. Gli amici scalmanati del pit, quelli che hanno cantato praticamente tutte le tracce di “Soldiers of the Night”, avranno nel frattempo perso la voce? Come no…eccoli che cantano dall’inizio alla fine il testo di “Down to the Temple“, canzone che Geoff Thorpe racconta di aver scritto durante un tour in Messico nel 1988. Con “Hellraiser” il pogo si ravviva: il pubblico nel pit viene aizzato ancora una volta da Brian Allen, che per l’ennesima volta scende dal palco continuando a cantare in mezzo alla gente. A questo punto Geoff Thorpe annuncia che non ci sarà nessun bis. Il gruppo è reduce da una sgroppata di 7 ore in autostrada e Thorpe non pensa che rimarranno ancora energie per un encore: daranno tutto ciò che hanno per l’ultima canzone e così dovremo fare noi! Il cantante esegue “Don”t Wait for Me” nel pit dalla prima nota all’ultima, unendosi in un virile, cameratesco e sudatissimo abbraccio a molti dei presenti…me compreso, ovviamente, che mannaja li pesci ho sempre la capacità di trovarmi nel posto giusto al momento sbagliato! Il giovane chitarrista Gunnar DüGrey lo sostituisce nel pit mentre Allen termina la sua prestazione in piedi su di un tavolo. Il caos messo in piedi da pubblico e band mi fa pensare ad alcuni partecipanti al concerto milanese dei Metallica di un paio di giorni fa, che prima dell’evento chiedevano preoccupati sui social ‘ma si poga al concerto dei Metallica?’. Mi piacerebbe proprio portarli allo Ziggy in una serata come questa!

https://www.facebook.com/ViciousRumorsThisIsMetal

I Vicious Rumors su Spotify

“Ride (Into the Sun)”

“Medusa”

“Soldiers of the Night”

“Murder”

“March or Die”

“In Fire”

“Blistering Winds”

“Digital Dictator”

“Minute to Kill”

“Abandoned”

“Worlds and Machines”

“Murderball”

“Down to the Temple”

“Hellraiser”

“Don’t Wait for Me”

Si conclude così un ottimo concerto, caratterizzato da una bella scoperta e da un paio di gradite, per quanto superflue, conferme. I Vicolo Inferno si sono fatti conoscere nel migliore dei modi, mentre i più navigati Crying Steel e Vicious Rumors hanno piacevolmente bombardato lo Ziggy Club con le uniche armi che vorremmo sempre vedere: professionalità, simpatia e voglia di divertirsi. Come sempre succede quando partecipo a concerti di alto livello, dopo la consueta birra della staffa, me ne torno a casa con la solita borsa piena di ricordini presi dal banco del merch e qualche selfie con i poveri musicisti che tendo a stalkerare bonariamente in tutti gli aftershow. E’ stata molto significativa la piccola chiacchierata che ho fatto con Franco Nipoti, che non ha mancato di notare la mia maglietta dei White Skull selezionata per l’occasione. Appena l’ha vista si è sentito in dovere di dirmi ‘hai addosso la maglietta di una grande band’. Bene, anzi, meglio, perché da questa sera in avanti, quando mi troverò a scegliere il dress code più adatto per i concerti, potrò scegliere la t-shirt di un’altra grande band: i Crying Steel! Grazie ai Lettori che sono arrivati fino a qui e a presto!