Report: Anathema, Demians (Treviso, 24/10)

Di Nicola Furlan - 1 Novembre 2008 - 11:02
Report: Anathema, Demians (Treviso, 24/10)

Anathema, Demians – New Age (Treviso), 24/10/08
Report e foto a cura di Nicola Furlan

Venerdì 24 Ottobre scorso il palco del New Age ha ospitato l’esibizione dei Demians e degli Anathema. I primi stuzzicavano la curiosità di chi, recentemente, ne ha colto entusiastiche recensioni da stampa e passaparola. Per chi non ne fosse a conoscenza, il loro disco, uscito lo scorso maggio, ha ricevuto distinti apprezzamenti anche da Steven Wilson dei Porcupine Tree. Gli Anathema erano invece attesi soprattutto per confermare o smentire le loro dichiarazioni in merito alla sempre più significativa distanza dalla scena metal che ne aveva caratterizzato gli esordi.
A dire la verità mi aspettavo un pubblico più numeroso, essendo stato colpito, la sera prima, dai numerosissimi presenti venuti ad acclamare il guitar hero Paul Gilbert. In ogni caso chi c’è stato ha avuto la fortuna di assistere a un concerto di elevata qualità. Un’esibizione di due ore durante la quale sono stati eseguiti più di 20 brani. In occasione della prestazione degli Anathema, poi, il lavoro dei fonici ha fatto il resto: la qualità acustica ha reso la performance ancora più emozionante. Il locale accogliente e la buona birra hanno infine costituito il corollario della piacevole serata. Ma andiamo ad analizzare nel dettaglio le esibizioni.

La serata è stata aperta dai Demians, combo francese che ha servito un antipasto di ‘new progressive rock’. Il mix di progressive rock, alternative, pop e atmosfere delicatamente gothicheggianti ha ben impressionato colpendo nel profondo l’ascoltatore. Le atmosfere dilatate e romantiche che la band è riuscita a riprodurre hanno dettato lo scorrere delle emozioni e creato un mood avvolgente capace di riscuotere ampi consensi. Durante il concerto i francesi hanno altresì alternato momenti più malinconici a stacchi di forte impatto sonoro, il tutto condito da accenni progressivi capaci di conferire personalità ai brani.

Trascinatore principe dell’esibizione è stato il chitarrista e cantante Nicolas Chapel, autore di una prestazione al microfono degna di nota. Il vocalist ha dimostrato una spiccata abilità nell’interpretare i pezzi più romantici e altrettanta energia nell’esprimersi in quelli più ‘hard rock oriented’. Per quanto riguarda i suoni, forse hanno lasciato un po’ a desiderare i bassi, probabilmente troppo caricati. Molto bene invece il set a opera del batterista Gaël Hallier, puntuale nelle ritmiche e preciso nell’esecuzione. Promossi senza alcun dubbio.

Setlist:
Sapphire, Naive, Unspoken, Temple, Earth, The Perfect Symmetry

Vincent e Danny Cavanagh sono stati un vero spettacolo: meravigliosi Anathema! Vincent, commosso sulle note di One Last Goodbye, Danny C. estremamente coinvolto nell’esecuzione di Are You There?. Porto a esempio quelle che più mi hanno coinvolto emotivamente, ma potrei spendere altrettante emozioni su ogni traccia proposta. Si respirava un’atmosfera particolare, capace di coinvolgere veramente lo spettatore. Sarebbe troppo semplicistico parlare di ‘successo’… l’esibizione della band di Liverpool è stata davvero sopra ogni aspettativa, anche in virtù della durata del concerto, per l’occasione più di due ore.

Tre pause di riposo hanno scandito la setlist: nel primo set si sono susseguiti sedici brani. Vincent Cavanagh ha urlato tutta la sua arte. Come anticipato, si è commosso, ha sofferto la profondità delle canzoni attraverso l’esperienza personale che le ha partorite, riuscendo a trasferire ai presenti tutto il valore intrinseco della musica. Da ricordare anche l’esibizione acustica personale ad opera di Danny Cavanagh su Are You There?. Nel mezzo Far Away, Angels Walk Among Us, A Simple Mistake, Anyone Anywhere, Empty e chi ne ha più ne metta…Il secondo lotto di brani ha visto in chiusura la proposta di uno dei pezzi più attesi dell’intera serata: Fragile Dreams, canzone acclamata dai presenti. Quando tutto sembra concluso, ecco arrivare l’ultimo encore, per l’occasione dedicato a un solo brano di chiusura: la cover di Comfortably Numb, canzone dei connazionali Pink Floyd (tratta da “The Wall” e scritta da David Gilmour). Difficile preventivare qualcosa di più bello per questa serata che si chiudeva, infine, meglio di quanto ci si aspettasse. Cosa chiedere di più?

Setlist:
Intro (Parisienne Moonlight), Deep, Closer, Far Away, Angels Walk Among Us, A Simple Mistake, Anyone Anywhere, Empty, Judgement/Panic, Shroud Of False, Lost Control, Regret, Hope, Temporary Peace, Flying, Are You There?
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One Last Goodbye, Angelica, Sleepless, Hindsight, Fragile Dreams
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Comfortably Numb (Pink Floyd cover)