Report: The Flower Kings, Hypnoise, 20/11/07 San Vendemiano (Tv)
Martedì 20 novembre 2007, Sonny Boy (San Vendemiano – TV): Hypnoise, The Flower Kings
A cura di Nicola “nik76” Furlan
L’intima cornice del Sonny Boy accomoda un pubblico non troppo numeroso, ma di certo consapevole che sul palco suonerà una band navigata, di sicuro godibile gusto tecnico e fresca dell’ultimo full-length “The Sum of No Evil” (uscito di recente via InsideOut).
Il clima che si respira è quello di un concerto da vivere con calma, da ascoltare con spirito critico e da osservare attraverso l’esecuzione dei singoli, non ultimo quello del batterista Pat Mastelotto drummer, dal 1994, dei famigerati britannici King Crimson di Mr. Robert Fripp. Il concerto parte tardi rispetto al ruolino di marcia, ma l’attesa è smorzata dalla possibilità di bere qualche bicchiere in un locale molto particolare, finemente curato, accomodante e dotato di una acustica eccellente come poche volte mi è capitato di sentire al chiuso. A supporto del combo scandinavo troviamo i veneziani Hypnoise già autori di due full-length nel 1999 e 2006 rispettivamente intitolati “Opium” e “St. Valentine’s Porno Bar”. Concluso questo breve Excursus informativo passiamo al palco.
I nostrani Hypnoise propongono un progressive rock davvero ben suonato, di rimando alle sonorità ’70, ma appensantito da una spiccata attitudine hard rock. Le soluzioni adottate sono ben elaborate ed il trio riesce ad esprimere nel tempo a disposizione tutto quanto ha da dare, canzone dopo canzone, senza mai una inflessione, mai un attimo solo che faccia pensare di aver davanti musicisti mediocri. Aspettarsi da una band di supporto questo non è poi così scontato, tantopiù se i riferimenti stilistici proposti hanno in Pink Floyd (per il datato) e Porcupinee Tree (per l’attuale) la loro fonte ispiratrice. Il singer Mike III ha una voce formidabile che passa dagli alti ai bassi con una facilità disarmante mentre le sezioni ritmiche per mano del bassista Sze e del drummer Frez sono impreziosite da strutture “groovy rock” che ben scaldano gli animi degli astanti pronti da lì a poco a godersi gli headliner. Mi sento di dare un giudizio ampiamente positivo al terzetto e consiglio di darci un ascolto se ve ne capita l’occasione.
Era la prima volta che presenziavo ad un live dei The FLower Kings, band che mi appassionò istantaneamente quando ascoltai i loro brani per la prima volta. Le atmosfere calde e progressive che sono capaci di riprodurre hanno sempre attivato in me il meccanismo del relax accompagnato al piacere di gustare delle strutture compositive ricercatissime e piene di variazioni. E’ proprio questo connubio di particolare qualità ad avermi spinto a sviscerare tutta la curiosità dell’osservarli on-stage e quindi a prendere mezza giornata di ferie per andarli a vedere ed intervistare. Mai investimento fu più azzeccato. L’esibizione della band svedese è a dir poco eccellente (il concerto è stato diviso in due parti nel cui inframezzo gli artisti si sono resi disponibili all’incontro con il pubblico per autografi e foto).
Dalla sinergia dei chitarristi cantanti Stolt/Froberg, alla tecnica sovraumana fusion oriented del bassista Jonas Reingold passando attraverso il caldo tocco fantastico e progressivo di Bodin (anche affabile tour manager) fino alla potenza di Pat Mastelotto (King Crimson) dietro le pelli, tutto va a determinare un mood vincente per una serata dal gusto ricercato e che si ricorderà a lungo, questo è sicuro. Viene riproposto quasi completamente l’ultimo full-length “The Sum of No Evil” (ad eccezione di One More Time), disco che avevo appena sentito un paio di volte, ma che, riproposto a quei livelli, altro non ha stimolato che la voglia di riposizionare ancora una volta il cd nel lettore dell’impianto durante il viaggio di ritorno a casa. L’opener Love is the Only Answer fà brillare gli occhi per la passione con cui viene eseguita e quasi da sola ha valso la scelta di presenziare alla serata veneta. Apprezzate anche le proposizioni di brani capolavoro come Babylon (tratto da “Adam & Eve”) e, nella seconda parte dello show, What if God is Alone (tratto dal penultimo e geniale studio album “Paradox Hotel”). Il tutto per oltre due ore di esibizione che ha lasciato a bocca aperta. Indimenticabili.
Setlist:
– Prima parte:
Love is the Only Answer
There is More to This World
Retropolis
Trading my Soul
I Am The Sun
Life in Motion
Flight 999 Brimstone Air
Babylon
– Seconda Parte:
Hudson River Sirens
Stardust We Are
What if God is Alone
Encore:
Blade of Cain
The Sum of No Reason