White Skull (tutta la band) e Live Report
Report del concerto tenuto dai White Skulla al Midian di Cremona sabato 7 aprile 2012 e a seguire mini-intervista alla band in attesa di quella ufficiale in occasione dell’uscita del nuovo album Under This Flag.
Buona lettura
Steven Rich
The White Skull
WHITE SKULL e ROCK’N’FLAMES live al Midian di Cremona, sabato 7 aprile 2012.
Live Report
“Prima” lombarda dei White Skull dopo il ritorno di Federica De Boni in quel del Midian, gran bel locale situato nella città che diede i Natali ad Antonio Stradivari, ossia Cremona.
Ad “aprire” per il “Teschio” vicentino i Rock’N’Flames, ensemble creato da Roccia, uomo-ovunque dello staff dei White Skull nonché bassista, con personaggi d’esperienza del calibro dell’ ex Tarchon Fist Luigi “Sange” Sangermano (SANGE:MAIN:MACHINE, voce), Pietro “Pacio” Baggi (Anticlockwise, chitarra), Simone Calciolari (Dark Ages, chitarra) e Daniele Gotti “Bubu” ( Methedras e Anticolckwise, batteria). Voglia di suonare, di divertirsi ma anche la consapevolezza di saperci fare, attraverso sei cover una più bella dell’altra con i Saxon a farla da padroni (747 Strangers In The Night e Princess Of The Night), poi Hell bent for leather (Judas Priest), Doctor Doctor (UFO), The Tower (Bruce Dickinson) e Black Night (Deep Purple). Grande la prova di Sange, al solito, ben coadiuvato dagli altri pard, compatti nonostante le poche prove sul groppone.
Nella foto: Sange
La grande attesa per i White Skull-classic si scioglie come neve al sole dopo l’intro di rito, quando la bionda di pelle nera vestita Federica De Boni attacca sulle note di HIGH TREASON, da Public Glory, Secret Agony del 2000 ed è come fare un salto indietro nel tempo. Il gruppo dei due “veci” Tony Fontò e Alex Mantiero evidentemente ha consolidato la formula vincente con Jo Raddi al basso e Danilo Bar alla seconda chitarra, tanto che, come le grandi band, quando suonano scatta quel click che fa partire da subito un muro di suono unico e con pochissime sbavature. L’armonia in seno ai White Skull è palpabile e il risultato alle casse lo conferma ampiamente. Si susseguono, nell’ordine, CLEOPATHRA, TALES FROM THE NORTH, EMBITTERED, FOREVER FIGHT, KRIEMHILD STORY, THE KILLING QUEEN, THE TERRIBLE SLAUGHTER per poi lasciare spazio all’unica anteprima tratta dall’album di prossima uscita Under This Flag: HUNTED DOWN. Ritmiche serrate, cattiveria diffusa e potenza, sempre. Sarà piacevole poter riassaporare la canzone su disco dopo averla gustata dal vivo.
Seguono MAID OF ORLEANS, IN CAESAR WE TRUST, THE DARK AGE, AFTER THE BATTLE per arrivare ai meritati bis: THE ROMAN EMPIRE, l’evitabile cover di WHAT’S UP di Linda Perry e tocca all’immensa ASGARD chiudere lo show. I White Skull sono tornati, l’opera di rodaggio continua senza sosta e le prossime date contribuiranno a consolidare l’alchimia che da sempre lega Federica De Boni al Teschio Bianco, una che dopo quattro figli e l’intensa attività di mamma lavoratrice non ha perso un grammo in estensione, chapeau!
Tony Fontò
Qui di seguito una mini-intervista realizzata nel backstage prima del concerto, in attesa di quella ufficiale in occasione dell’uscita di Under This Flag.
I pezzi del nuovo album erano già abbozzati oppure sono nati dopo l’annuncio del ritorno di Federica?
Tony e Alex – Dopo lo split con Elisa, senza sapere ancora del ritorno di Federica, abbiamo scritto tre brani anche in previsione dei provini legati alla ricerca di qualcuno di nuovo dietro al microfono. Dal momento in cui Max, il nostro manager, ci comunicò della volontà e possibilità di riavere Sister – ci chiamò da Verona e un attimo dopo era a Vicenza a cena con noi per darci la straordinaria news – e aver noi dato l’ovvio 100% di approvazione abbiamo iniziato tramite le nuove tecnologie a mandare a Federica i vari brani per capire cosa ne pensasse. Intanto noi si continuava a scrivere scambiandoci le varie impressioni tanto che, quando è arrivata in Italia, l’abbiamo subito messa sotto torchio per la preproduzione dell’album.
Si ,ok ma quei tre pezzi alla fine li avete messi poi nell’album?
Tony – Si, sono Bottled Mind, Lost Alone e Prisoners Of War.
E i testi?
Federica – In generale ci abbiamo lavorato poi successivamente e approfonditamente.
Riguardo la copertina del nuovo disco potete anticipare qualcosa?
Tony – Si, sarà improntata su di una bandiera color rosso sangue tendente al porpora – con in mezzo il classico teschio bianco dei White Skull – in quanto i testi trattano parecchio di argomenti legati ai vari conflitti, guerre militari incluse. Il rosso rappresenta il sangue versato inutilmente… E’ una bandiera che nulla ha a che vedere con l’universo piratesco.
Federica, durante le prime prove dopo il tuo ritorno riesci a quantificare la quantità di ruggine che avevi accumulato?
Zero!
Ti sei esercitata anche negli Usa, quindi?
No, però mettevo l’antiruggine sulle corde vocali tutte le sere prima di coricarmi! Ah,ah,ah!
Quali sono state le prime sensazioni durante il primo incontro e le prime prove con gli altri White Skull dopo tanto tempo?
Conoscevo due persone da una vita e altre due per niente… nonostante questo mi è parso di tornare a casa, ero molto a mio agio, è stato tutto naturale. Non mi è sembrato assolutamente che fossero passati così tanti anni.
Federica De Boni
Alex: come se fossi stata i ferie?
Si, esattamente! Per i concerti invece è stato diverso, la dimensione live si conquista sera dopo sera.
Come è andata con i “nuovi” Danilo e Jo?
La cosa mi preoccupava un po’ in quanto con le due “vecchie scarpe” Tony e Alex sapevo sarebbe filato tutto liscio! Ah,ah,ah! Comunque sia con Bar che con Raddi è scattato subito un gran feeling!
In che misura c’è stato il miglioramento della tua pronuncia inglese dopo anni in America? Mi spiego meglio: adesso che parli l’inglese come il vicentino ti sarai resa conto di come fosse la tua pronuncia prima di varcare l’oceano… com’era, onestamente?
Qualcosa bella vecchia produzione potrebbe essere corretta ma si tratta di particolari, in fondo la lingua inglese ha fin troppe declinazioni – americano del nord, del sud, inglese del nord, del sud, australiano, etc etc – e quindi è sempre difficile avere una pronuncia ufficiale. Non trovo errori eclatanti nella discografia passata dei White skull, ho sentito ben di peggio! Il netto miglioramento c’è stato nella stesura dei testi: tutto molto più fluido e naturale, ovviamente.
Hai preclusioni ad interpretare pezzi nati nel periodo nel quale nella band alla voce c’erano Gus piuttosto che Elisa?
No, assolutamente, se si tratta di brani validi non vedo perché non li si debba suonare con me!
Qual è stato il supporto ricevuto dalla tua famiglia nel momento in cui hai comunicato loro che saresti tornata a cantare con i White Skull?
Mio marito spingeva perché tornassi assolutamente a cantare nei White Skull, massimo supporto anche da parte dei miei figli, d’altronde sono nati in un ambiente dove l’heavy metal è sempre stato di casa!
Tony – il marito di Federica crede ciecamente in quello che fa lei e anzi ci raccomanda di suonare sempre quando si può!
Esiste un album della vostra discografia che può essere anche solo lontanamente accostato al nuovo Under This Flag?
Tony – Ci abbiamo provato ma è impossibile. E’ come parlare dei figli: si assomigliano ma hanno dei caratteri diversi. Gli album nascono in epoche diverse, situazioni diverse soprattutto stati d’animo della band differenti legati alla libertà d’azione piuttosto che alle forzature, con pressioni inevitabilmente di carattere discordanti.
Federica – è un album vario, ogni pezzo ha una sua caratteristica, nessun intro né brani strumentali: lo sento ininterrottamente da dicembre due volte al giorno!
Tony – forse perché sono anche stato coinvolto nella produzione ma è senz’altro l’album che ho ascoltato di più finora.
Stefano “Steven Rich” Ricetti