Progressive

TrueMetalStories: 3, quando il prog. riscopre se stesso

Di Roberto Gelmi - 15 Novembre 2017 - 12:00
TrueMetalStories: 3, quando il prog. riscopre se stesso

TrueMetalStories: la rubrica in cui presentiamo band giovani e pronte a sfondare, o band di lungo corso che ancora non hanno ricevuto il successo che meritano.

 

 

I 3 (conosciuti anche con il moniker per esteso Three) sono una band di scanzonati statunitensi, nata niente meno che in quel di Woodstock (NY) all’inizio degli anni Novanta. Nel lontano 1994 il trio composto da Joey Eppard (alla chitarra e al microfono), il fratello Josh Eppard (alla batteria) e Chris Bittner (al basso) decide di tentare la sorte proponendo musica inedita.

La scelta di un nome così curioso (e criptico nella sua concisione disarmante) è presto spiegata da Joe Eppard, il quale in un’intervista ha dichiarato che più volte ha pensato insieme ai compagni di cambiare moniker, ma alla fine ha sempre prevalso lo status quo numerologico. Il numero 3 a suo avviso ha qualcosa di unico, leggiamo da Prog Archives che:

“It is a reference to the construct of our reality as having predominantly 3 aspects. For example, we live in a 3 dimensional universe on the third planet from the sun, experiencing time as past, present and future in a form that consists of mind, body and spirit.”

É un rimando al concetto profondo della nostra realtà, che ha 3 aspetti predominanti. Per fare un esempio: viviamo in un universo a tre dimensioni, sul terzo pianeta del Sistema solare, percependo il tempo come passato, presente e futuro in una forma esistenziale che si divide in mente, corpo e spirito.

 

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Dopo un ottimo evento live a Woodstock nel ’94, il combo inizia a essere corteggiato dall’Universal Records e nel 1998 c’è la firma di un contratto discografico, ma che resterà inconcludente. Per poter incidere un primo album i 3 dovranno fare marcia indietro e affidarsi alla Planet Noise Records, un’etichetta marginale di musica indipendente, per poi trascorrere qualche anno nel limbo dell’autoproduzione. Nel 1999 esce Paint By Number, nel 2003 Summercamp Night. Nel frattempo, oltre ai problemi di etichetta, i 3 devono vedersela anche con diversi cambi di line-up, su tutti l’uscita di scena del batterista Josh Eppard nel 1999, entrato in forze ai cugini Coheed and Cambria (altra band favolosa), con i quali condivideranno più di un tour.

 

primi album

 

La dimensione ons tage, tuttavia, continua a portare lI gruppo a viaggiare negli States più volte, e alcune loro canzoni sono trasmesse alla radio, complice l’immagine poco sussiegosa che la band propone di sè. Joey Eppard trova il tempo per portare avanti anche una carriera solistica, con il debut album Been to the future del 2002.

 

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L’anno della svolta è il 2005, quando firmano per la prestigiosa Metal Blade (cosa c’entra il metal?!, direte), label per la quale viene ristampato Wake Pig alla fine dello stesso anno. Il terzo studio album (già edito da Planet Noise nel 2004) è il primo a ottenere maggiore attenzione dalla critica. Restano nella mente su tutte due canzoni, la breve e virtuosistica “Dregs” e la suite “Amaze Disgrace” (vedasi titolo ironico), con un lungo assolo di batteria.

 

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Nel 2007, a maggio e in ottobre, i 3 accompagnano nel tour nord americano i  mostri sacri Porcupine Tree, inframmezzando delle date, nelle quali aprono invece per gli Scorpions! Basta questo per capire su che azzardato confine musicale si colloca la band di Woodstock e comprendere l’incredibile elasticità adattativa del combo. Il 2007 è, infatti, l’anno del loro capolavoro a oggi, The end Is Begun, il platter più rappresentativo e poliedrico. Non può mancare nella discografia di ogni progster che si rispetti. Tra le soddisfazioni commerciali, va ricordato, altresì, che il video del pezzo “All That Remains” (tratto da The end is begun e animato da David Brodsky) raggiunge il sedicesimo posto tra le preferenze dell’MTV2’s Headbanger’s Ball 2007.

 

 

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E nel 2008 arriva l’ennesima svolta, che guadagna alla band ancor più visibilità. I 3 entrano nel roaster delle meraviglie del “Progressive Nation ’08“, affiancando per volere del vulcanico Mike Portnoy gli headliner Dream Theater, gli Opeth, e i conterranei Between the Buried and Me. Inutile dire che un simile bill avrebbe fatto faville anche in Italia, ma il Bel Paese vedrà calcare le scene da DT, Akerfeldt & Co, Bigelf e UnExpected (band queste ultime di certo originali, ma non dello stesso spessore).

 

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Il quinto album dei 3 esce nell’ottobre del 2009, s’intitola Revisions, l’artwork è spiritato e la tracklist una compilation di inediti ri-registrati per l’occasione e alcuni pezzi selezionati dai primi due dischi in studio. Revisions a detta della band doveva essere l’ultimo platter per Metal Blade Records, l’obiettivo dei musicisti era quello di firmare per Roadrunner Records (la stessa label di DT e Opeth), ma non se ne fece nulla. La storia dei 3 continua a essere sfortunata da questo punto di vista.

 

Three 3   Revisions artwork

 

 

 

Tornati nell’ovile Metal Blade, quasi esattamente a due anni di distanza esce il sesto studio album, The Ghost You Gave To Me, full-length discreto, lontano, però, dalla qualità stellare di alcuni pezzi di The end is begun.

 

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Stile

Qualche parola è doverosa per tentare di dare qualche coordinata di riferimento nel labirinto sonoro proposto dai 3. La band descrive la propria musica come “dark yet uplifting, spiritual without any connection to religion” (oscura ma confortante, spirituale, ma senza aver alcun rapporto con la religione). In effetti i testi sono spesso costellati di riferimenti oscuri, in sistematica dissociazione con la solarità della musica e degli arrangiamenti proposti (un po’ come per certi Marillion di ultimo corso). Joey Eppard è un chitarrista ineccepibile, forte di un’originalità indiscussa, merito della sua tecnica da autodidatta, che si è spinta in ambiti poco ortodossi (per un rocker) come il flamenco e lo slap guitar. I 3 hanno una marcia in più, proprio perché i loro pezzi presentano spesso inserti corposi di chitarra acustica, che danno loro un tocco di nitore aggiuntivo. Senza dimenticare, infine, il timbro vocale dello stesso Eppard, un falsetto originale e melodico, che riesce, quando vuole, a farsi aggressivo.

 

3 band

 

 

La pagina Wikipedia a loro dedicate ricorda che lo spettro di rimandi sonori presenti nella loro discografia è amplissimo. Riportiamo l’elenco (con riferimento alle song), davvero impressionante, anche per quanto riguarda sfumature minime: Hip hop (Don’t Even), R&B (You Call Me Baby), rockabilly (Paint by Number), blues (Bedroom in Hell), reggae (Brother), funk (Get 2Gether), psychedelic (Signs of Life), metal (These Iron Bones), pop rock (Live Entertainment), acoustic rock (Careless Kim), punk (Sawed Off Shotgun), progressive (Monster), flamenco (Bramfatura), experimental progressive (Dregs), rock ‘n roll (One Way Town), soft rock (Lay Down the Law), pop (Soul Reality), folk (The Game), experimental (Broadway Alien), progressive funk (Leaving on the Light), progressive metal (Only Child).

In definitiva una band dal sound ibrido, catalogabile solo per motivi di comodo nell’alveo prog. metal. Pochi gruppi musicali incarnano come i 3 il nuovo spirito dei tempi nell’epoca del folklore cosmico profetizzato da Edgar Morin. A tutti buona scoperta!