Recensione: 1988

Di Stefano Ricetti - 28 Febbraio 2007 - 0:00
1988
Band: Midway
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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68

Grazie a Luigi Mazzesi della LM Crotalo è finalmente possibile recuperare uno dei dischi che negli anni ha fatto più dannare gli incalliti collezionisti – e non sono pochi come potrebbe sembrare! – del materiale relativo alla NWOIHM. Midway 1988, come è facile arguire, risale appunto al 1988, anno nel quale il guitar hero Alberto Simonini dei Crying Steel unisce le proprie forze insieme con un altro personaggio di spicco del metallo tricolore: Red Crotalo Pedretti dei Revenge. L’insieme esplosivo di questi due chitarristi dà vita al progetto Midway, che coinvolge anche Fabio Di Fazio alla voce, Max Magagni al basso e Gianni Lorenzini alla batteria.

Fino a poco tempo fa 1988 risultava essere una di quelle chicche irraggiungibili che pochi eletti custodivano gelosamente. A quanto mi risulta l’unica edizione esistente risiedeva sulla vecchia, classica musicassetta. Prima di questo Cd, i Nostri ebbero il loro momento di gloria quando comparvero, con il brano Follow Your Dreams, all’interno della compilation 0721 Manicomio, un’altra semi-chimera degli anni Ottanta italiani. 1988, nelle intenzioni, doveva essere un prodotto da esportazione, una sorta di trampolino di lancio per i Midway che avevano le potenzialità per divenire il primo gruppo nazionale che finalmente poteva vantarsi di “avercela fatta”. La storia, purtroppo, come in molti altri casi analoghi, ha poi avuto un corso diverso e, a causa del solito ammasso di promesse non mantenute, speranze infrante etc etc anche i Midway sono poi rientrati nelle meteore dell’heavy metal italiano: grandi potenzialità ma pochi fatti concreti.

1988 si apre con quello che, a mio avviso, è il picco compositivo dell’intero album: Alone in the Night. Un brano pienamente convincente, che ricorda molto da vicino i migliori Dokken del periodo nel riffing delle chitarre, tanto che pare un estratto dal grande Tooth And Nail. Ottima la prova del singer Fabio Di Fazio che, grazie a un’interpretazione fiera e potente, conferisce al prodotto finale quel sapore di internazionalità che non era facile trovare nei dischi dell’epoca. I tre brani successivi, Once in a Lifetime, Shadow of Despare e Feel the Fire non graffiano a sufficienza e scorrono senza infamia e senza lode mentre Closed to Me risulta essere una discreta ballad, che unisce il nostro gusto neolatino con le sonorità americane più cromate.

Follow your Dreams è l’episodio più veloce del lotto che permette a 1988 di re-impennarsi, grazie anche all’ottimo chorus costruito da Pedretti&Simonini. La traccia numero sette, Falling Rolling, è il tributo dei nostri ai David Coverdale’s Whitesnake di 1987, con il buon Di Fazio che si carica sulle spalle l’intero fardello canoro del brano, evitando di ricorrere alle seconde e terze voci. Si chiude con Here Comes the Rain, l’unico pezzo nuovo del lotto, targato 2006. Niente di speciale, invero: le atmosfere “moderne” risultano essere sfilacciate rispetto al resto dei brani e non basta l’ottimo assolo centrale di chitarra, caldo e suadente, a risollevare le sorti di una traccia abbastanza debole.

Note di chiusura.
Il valore storico di 1988 è sicuramente notevole e, fin qui, niente di nuovo. Da citare poi l’ottima copertina, un poco fuori dai soliti stereotipi, da parte di Claudio Grilli. Personalmente gradirei sapere che fine ha fatto oggi un singer dotato come Fabio Di Fazio, per chi scrive la vera sorpresa di 1988 visto che di Simonini&Crotalo si conoscevano già i fasti. 

Non ho altro da aggiungere: gli amanti della NWOIHM non hanno altro da fare che accomodarsi…                                
          

Stefano “Steven Rich” Ricetti

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