Recensione: A knight at the opera

Di Damiano Fiamin - 12 Maggio 2014 - 19:53
A Knight at the Opera
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Anno: 2014
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75

Li attendevamo affamati al varco. Dopo una lunga attesa, oltre quattro anni, finalmente i Nanowar sono ricomparsi portando con loro un nuovo disco. Sebbene non fossero proprio spariti, dopo il folgorante “Into Gay Pride Ride“, i nostri hanno tenuto viva l’attenzione solo centellinando alcuni singoli, proposti sia sul web che in sede live. Cosa bolliva nel pentolone in acciaio inox di uno tra i gruppi che, dalla sua genesi, ha completamente polarizzato le opinioni del pubblico (e della critica, non a caso sono gli unici ad aver toccato entrambi gli estremi della nostra scala di valutazione)?
Nel corso degli anni, i cinque paladini del Vero Metallo hanno saputo ritagliarsi il loro spazio, arrivando a varcare gli angusti confini nazionali per diffondere nel continente un’efficace miscela di umorismo demenziale e musica ben suonata. Un risultato solo apparentemente sorprendente per un gruppo che, dietro leggerezza e demenzialità, nasconde risorse impensate.

Benché in ritardo, il quintetto festeggia il proprio decennale pubblicando questo “A knight at the opera”, una raccolta antologica in formato CD + DVD che raccoglie quanto di meglio prodotto dalla band in questi anni, in una veste rimaneggiata e rimodernata. La copertina, in perfetto stile Nanowar, è una summa di tutti i personaggi che, a vario titolo, sono orbitati intorno ai dischi realizzati in questi anni. Il libretto contenuto all’interno, piacevolmente sconclusionato e oculatamente raffazzonato, contiene un collage di foto, immagini e inserti che, accostati ai brani, ne rafforzano e chiariscono il contenuto.  

Oltre alle ri-registrazioni delle vecchie glorie, sono stati inseriti anche i brani che ci hanno fatto compagnia durante questi anni di attesa; a irrobustire l’offerta, troviamo quindi Feudalesimo e Libertà, inno dell’omonimo gruppo Facebook, nato dalla fusione tra la demenza dei Nani e la satira medievaleggiante contenuta nella pagina, la surreale Il Cacciatore Della Notte che, a cavallo tra Gianni Morandi e Piero Angela, ha sempre riscosso tanto successo dal vivo, e l’epica ode pentolara Giorgio Mastrota, una delle migliori intuizioni del gruppo, la cui popolarità è stata amplificata dal fortunato video di accompagnamento. A cappello, quattro versioni in lingue diverse dello stesso brano che rende l’inevitabile omaggio a uno dei topos costitutivi della mitologia del gruppo: l’omosessuale. Freud ne avrebbe di sicuro amato le ricercate liriche (e le raffinate allusioni del relativo video contenuto nel DVD).

La qualità complessiva del CD audio è decisamente buona; il restauro dei brani già pubblicati giova particolarmente a quelli più datati e registrati, magari, con una definizione piuttosto povera. Soprattutto il trittico proveniente da “Triumph Of True Metal Of Steel“, raschiata la scarna patina demo, sfoga tutte le potenzialità inespresse a causa della mancanza di esperienza e di risorse (ascoltate la nuova Poser per farvi un’idea). La selezione dei brani è, forse, uno degli aspetti meno indovinati dell’intera produzione: era davvero necessario inserire tre pezzi tratti dall’ultimo disco? In questi ultimi, infatti, la differenza con quanto già sentito è davvero minima. Nonostante la comprensibile volontà di ricoprire tutta la discografia del quintetto, sarebbe stato più interessante dare nuova linfa alle canzoni più vecchie.  

Il DVD è un prodotto più classico; al suo interno, troviamo una ripresa dell’esibizione della band all’elvetico True As Steel Festival di Buelach, i video finora prodotti dal quintetto e una serie di simpatici extra. Il comodo menù permette di navigare agilmente attraverso le varie sezioni, limitandosi però all’aspetto puramente funzionale. Per quanto riguarda il concerto, c’è poco da dire: sebbene risalga a qualche anno fa (2007), lo show è un ottimo esempio di quello che sono in grado di creare i cinque sul palco. Frizzi, lazzi e facezie si accompagnano a buona musica, in un’ora abbondante di divertimento. La qualità audio e quella video sono più che accettabili, anche se non eccelse; in alcuni momenti, la situazione diventa confusa, ma mai in maniera eccessivamente fastidiosa.
Tutto qui? Ovviamente, no. La vera chicca non è certo la raccolta dei video, nulla di più di quanto già disponibile su Youtube, ma la sezione extra, una serie di gemme oscure e pillole di follia che ricostruiscono, attraverso brevi clip, la storia della band, una sinergia espositiva che rafforza quanto già visto e ascoltato, fornendo però un nuovo punto di vista. Alcuni dei filmati erano già apparsi online, ma vederli raggruppati permette anche ai più distratti di apprezzare capisaldi della cinematografia metal come il primissimo video di True Metal Of Steel, grezzo come il demo da cui era tratto, o gli spot girati in occasioni di concerti rilevanti. Anche voi vi inchinerete di fronte a Mastro Mastrota, l’unico in grado di far indossare giacca e cravatta a questi zeloti del Vero Metallo.

Forse ci potevamo aspettare qualcosa di più da questo “A knight at the opera”. Dopo un’attesa così lunga, di certo speravamo in qualcosa di diverso.  Indipendentemente da ciò, valutando questo album per ciò che è, un’antologia celebrativa, non possiamo che promuoverlo a pieni voti. Nonostante qualche aspetto perfezionabile, già citato nella recensione, ci troviamo davanti a un prodotto davvero interessante. I fan di vecchia data non potranno che apprezzare l’excursus rievocativo: saltellando tra “inediti” e restauri, spaziando tra audio e video, ripercorriamo tutta la storia del gruppo, dalla genesi ai giorni nostri. E questo è forse il valore aggiunto che può far apprezzare il prodotto ai neofiti o a quanti hanno da sempre avuto un approccio discostante con il gruppo: oltre al valore musicale del prodotto, infatti, il CD e il DVD permettono di avere uno sguardo d’insieme sulla band. Riassumendone e concentrando origini e percorso, siamo in grado di capire chi sono davvero i Nanowar e, forse, di intuirne il futuro.

Damiano “kewlar” Fiamin

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