Recensione: A New Day’s Dawn

Di Paolo Beretta - 19 Aprile 2006 - 0:00
A New Day’s Dawn
Band: Pure Inc.
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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73

Certe volte per fare un album che si possa definire riuscito non serve cercare di sperimentare chissà quale formula sonora innovativa ma è sufficiente proporre una musica che sia capace di sprigionare forza ed energia a chi la ascolti. E’ questo il caso dell’hard rock/metal muscolare, dalle tinte moderne, facile e potente degli svizzeri Pure Inc. giunti, con il suddetto A New Day’s Dawn, al loro secondo album dopo un debutto abbastanza anonimo. Le canzoni minimali, quando non hanno più nulla da dire, terminano senza cercare di trascinarsi penosamente preferendo colpire fugacemente per poi darsi il cambio in un continuum sonoro estremamente piacevole della durata totale di 45 minuti diluiti saggiamente in 12 song.

Tecnicamente gli elvetici sanno il fatto loro e sebbene i virtuosismi siano quasi completamente assenti ciò non penalizza il prodotto finale che scorre nel lettore senza forzature. Produzione non pulitissima ed in sintonia con l’ottima voce del singer Gianni Postillo vero valore aggiunto della band essendo capace di catturare l’attenzione fin da subito con un cantato aggressivo, sporco e coinvolgente. In generale i Pure Inc. danno il loro meglio nei pezzi più tirati e pesanti. L’uno-due iniziale SaviourBreak Free è un ottimo esempio di quanto sia importante la proposta degli elvetici quando riescono a combinare la potenza dei riff con le melodie, semplici ma ficcanti, dei chorus avvalorati al meglio da Postillo. I’m Rolling Stone con una sezione ritmica sugli scudi, (in particolare il basso), e un gran lavoro di chitarra sembra essere scritta per la sede live e non è difficile immaginare il movimento delle mani a tempo chiudendo per un attimo gli occhi. Dopo un crescendo metallico di buona, ma non eccelsa, fattura come Burst e la pesante ma piatta Skinflint giunge il bel singolo I’ll Let You Go. Un lento che fa riprendere il fiato con un arpeggio, un cantato più tranquillo e linee melodiche di buona fattura che non necessitano del supporto di un banale assolo. Con Sick As I Am l’ugola di Postillo torna a stridere e i nostri riprendono il discorso sonoro lasciato in sospeso per una bella scarica battente di metallo. Crawling e Where’s Your God non godono dell’immediatezza della prima parte del disco e vedono il tentativo, in parte riuscito, di prodigarsi in cambi di tempo e linee melodiche – riff meno esplosivi. Chiude una ballad semi-acustica apprezzabile ma che di certo non può essere definita come il pezzo forte di un disco davvero ben fatto nel suo complesso.

A New Day’s Dawn offre momenti di pura estasi metallica. Certo ci sono degli alti e bassi ma questa formazione capitanata da un singer estremamente valido (ottimo anche il bassista) può sfondare con il suo metal minimale e muscolare. 45 minuti che mi sono piaciuti oltremodo e che fanno ben sperare per il futuro della formazione. Se, inoltre, avete la possibilità di andarli a vedere dal vivo fatelo, perché il sound si presta particolarmente per la sede live.

Top Songs: I’m A Rolling Stone, Break Free, Saviour.
Skip Song: The Thing You Left On Me.

Tracklist:

1. Saviour
2. Break Free
3. Blvd. Jam
4. I’m A Rolling Stone
5. Burst
6. Skinflint
7. I’ll Let You Know
8. The Thing You Left On Me
9. Sick As I Am
10. Where’s Your God
11. Crawling
12. New Day Dawns

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