Recensione: A Night at the Opera

Di Alessandro Calvi - 23 Marzo 2002 - 0:00
A Night at the Opera
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Anno: 2002
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85

Signore e signori siamo forse di  fronte  a un nuovo capolavoro. Difficile infatti definire in altro modo questo A Night at the Opera dei tedeschi    Blind Guardian. Appena uscito nei negozi già ha fatto molto  parlare di se. In primis  per il prezzo, molti rivenditori infatti pare abbiano  fiutato prima degli  altri il successo del disco facendocelo pagare in media  la sproporzionata cifra di 19 Euro. Eppure, nonostante il costo decisamente  non alla portata  di tutti, questo disco, in meno di una settimana dalla sua uscita è  riuscito a piazzarsi nei primi posti delle classifiche di vendita di gran  parte dei paesi europei, toccando il primo posto in Grecia  e lodevoli piazzamenti  in particolare in Germania, Italia e Spagna.
Insomma un disco che si presenta in maniera piuttosto convincente, ma lungi da noi l’idea di lasciarci influenzare, quindi, senza ascoltare più di tanto i dati di vendita, andiamo a inserire il suddetto cd nel lettore del nostro stereo.
L’intro della prima canzone Precious Jerusalem ci lascia subito spiazzati. Un ritmo di batteria simile non è proprio quanto ci aspetteremmo da un gruppo come i Blind Guardian, anzi, è più adatto a un gruppo prog, ma la potenza non si fa attendere per investirci con una serie di riff di chitarra in tutte le canzoni che ci lasciano estasiati.
Diciamolo subito però: quel breve pezzo di batteria semi prog dell’inizio non è la sola novità di tutto il disco, anzi, questo album è infarcito di tante novità nel suond dei tedeschi. Così tante sono le novità che anche le canzoni non sono per niente semplici. Le linee vocali sono piuttosto complesse con continui duetti della voce di Hansi con i cori come in Battlefield e poi per gran parte del disco.
Un altro particolare rilevante è rappresentato dal versante musicale.
Il disco infatti non è facile da inquadrare anche nella discografia dei Blind Guardian, non sembra infatti una diretta conseguenza del precedente Nightfall, ne un ritorno ai toni di Imaginations. Sembra piuttosto un passo avanti e di fianco rispetto a Imaginations, senza però rinnegare una buona parte dell’esperienza accumulata durante la stesura di Nightfall. Un esempio ne è Under the Ice che riesce a proporci un buon mix delle sonorità di entrambi i due dischi precedenti.
Come si diceva un disco per nulla facile al primo ascolto ma che è in grado di catturare piano piano l’ascoltatore un po’ di più a ogni ascolto. Non pensate di mettere su il disco e di ritrovarvi dopo neanche il primo ascolto a cantare i ritornelli delle canzoni nonostante la loro orecchiabilità. Sadly Sing Destiny è infatti una canzone che di orecchiabile ha molto a partire dal ritornello, ma come tutto il disco richiede una certa attenzione e più di un passaggio sul lettore per essere gustata al meglio.
Si parlava del versante musicale e infatti un punto forte dell’album sono le novità e le nuove sonorità sperimentate come i brani folk inseriti The Maiden and the Minstrel Knight che ci regalano più di un brivido in una canzone che si presenta a noi sotto le mentite spoglie di una ballad per esplodere con veloci riff e un ritornello trascinante.
Un ritorno alla potenza in classico stile Blind Guardian ci è offerto da Wait for the Answer, ci sembra di vivere un tuffo nel passato ma quasi subito si accorgiamo che ci sbagliavamo perchè benchè la potenza ci sia, la struttura della canzone rimane sempre molto complessa con tanti intrecci sia vocali sia musicali con i cori a mescolarsi, a duettare e a fare da contraltare alla voce di Hansi così come le chitarre e la sezione ritmica fanno di tutto per stupirci con strutture sempre nuove.
Di nuovo potenza e velocità per The Soulforged che ci presenta i Guardian con un pezzo che più degli altri strizza un occhio al passato della band senza però dimenticare l’esperienza fin qui accumulata e l’interessantissimo lavoro di song-writing compiuto per questo disco.
Su toni invece più dolci e lenti, anche se non ai livelli di una ballad, con saltuarie e improvvise accellerazioni e momenti di pura potenza è invece Age of False Innocence.
Veniamo poi ad uno dei miei pezzi preferiti di tutto il disco Punishment Divine, un pezzo potente in classico stile Blind Guardian con cori di unica epicità che donano spessore a tutto il pezzo riuscendo nel caso particolare a conquistare il cuore del sottoscritto.
Per quanto riguarda And Then There Was Silence il primo pensiero va a chi all’uscita del singolo che conteneva questa canzone lanciò il grido: ormai i Blind Guardian sono troppo commerciali. Ma essere commerciali significa fare canzoni di 15 minuti? A me non sembra granchè sensato come ragionamento. Inoltre ad ascoltare un po’ attentamente la canzone ci si rende conto che di prevedibile lì dentro c’è ben poco. Per quanto riguarda il testo poi riprende le parole della terza traccia Under the Ice per raccontarci della guerra di Troia. Indubbiamente un argomento un po’ nuovo per il gruppo tedesco che i nostri affrontano rendendo al meglio soffermandosi sul personaggio di Cassandra la veggente che prevede solo disgrazie.
Un’ultima nota per una piccola sorpresa nel cd e cioè la bonus track  Frutto del Buio, undicesima traccia che ci presenta  una versione cantata in italiano (incredibile ma vero!) di Harvest of Sorrow, la canzone uscita solo sul singolo. D’accordo,  la pronuncia di Hansi non sarà il massimo, ma apprezziamo lo sforzo  e il pensiero ricolto al pubblico italiano. Di bonus track ne esistono diverse, una per ogni paese in cui è uscito il disco, ognuna di esse è Harvest of Sorrow ma cantata nella lingua della pubblicazione, un lavoro non da poco.
Per concludere direi che se non ce lo avete ancora sul vostro scaffale state compiendo un grosso errore a non esservelo ancora recuperato in qualche modo. Il costo può essere per qualcuno un po’ proibitivo ma alla fine sono soldi spesi bene. Forse vi ci vorrà qualche ascolto in più del solito per apprezzare appieno questo disco ma vi assicuro che vi saprà regalare più di un momento di piacere.

Tracklist:
01 Precious Jerusalem
02 Battlefield
03 Under the Ice
04 Sadly Sing Destiny
05 The Maiden and the Minstrel Knight
06 Wait for an Answer
07 The Soulforged
08 Age of False Innocence
09 Punishment Divine
10 And Then There Was Silence

11 Frutto del Buio (bonustrack della versione italiana)

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