Recensione: A Storm to Come

Di Riccardo Angelini - 26 Gennaio 2007 - 0:00
A Storm to Come
Band: Van Canto
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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70

Hero Metal a Cappella.

Hero Metal a Cappella?

Hero Metal a Cappella!

No, non sono impazzito, sto solo cercando di attirare la vostra attenzione. Se siete arrivati a leggere almeno fin qui, vuol dire che per ora ce l’ho fatta. Onde non sprecare l’occasione, entriamo subito in argomento. Ve li ricordate i Neri Per Caso? Si presentarono a San Remo con una canzonetta (“Le Ragazze”, se la memoria non m’inganna”) semplice e molto orecchiabile, ma con una peculiarità che non mancò di colpire l’attenzione del pubblico. Niente strumenti, i ragazzi del gruppo cantavano, appunto, a cappella. Che cosa c’entrano i Neri Per Caso con Truemetal? È presto detto. Qualcuno ha pensato di applicare la stessa formula a un disco Heavy Metal. Folle? Forse. Ma vediamo meglio di che si tratta.

I Van Canto vengono dalla Germania, patria di Blind Guardian e Rage e Running Wild ed Edguy. Gente che di power metal se ne intende, eccome. Loro, i Van Canto, hanno scelto però il filone più epico e, verrebbe da dire, sinfonico. Il power metal delle cavalcate in doppia cassa infinita, delle tastierone pompose e dei cori esaltanti. Tipo quello dei mitici Rhapsody dei primi tempi, per intenderci. Con una piccola differenza: gli strumenti. Che qui non ci sono. Sì, avete capito bene. Niente chitarre, niente basso, niente tastiere. La batteria sì, quella l’hanno tenuta. Per il resto, cinque cantanti, tutti presi a urlare a squarciagola “rakka-takka” per imitare il suono ciccione di un riff di chitarra ritmica e a innalzare al cielo cori epici e maestosi al momento dell’ambito chorus (che più chorus di così proprio non avrebbe potuto essere).

Come dite? Vi sembra una stronzata? Beh, aspettate almeno di ascoltare le canzoni prima di dirlo. In effetti, il fatto è che questi ragazzi le hanno composte proprio bene. E suonate – pardon, cantate – in questo modo, anche se non sono certo il massimo dell’originalità, sono proprio divertenti. Diciamo pure che questi cinque cantanti sono dei professionisti, tutti forti di una buona esperienza maturata in altre band più o meno underground. Diciamo anche che la loro parte la fanno egregiamente: la tecnica vocale è più che buona, e dal canto suo il sound non sarà quello di una band di prima fascia ma resta di tutto rispetto, grazie anche alla qualità della produzione affidata al buon Juergen Lusky (che tra gli altri ha già lavorato con Axxis e Pink Cream 69).
Magari la quantità di materiale non è tantissima: su nove brani, due sono cover e uno è un’introduzione di circa un minuto e mezzo. Però i pezzi made-in-Van Canto hanno davvero un buon tiro. Vincente è stata senza dubbio la scelta di usare, oltre ai cori, anche due lead vocalist dalle buone qualità, uno maschile e uno femminile, che con leggera predominanza del primo si alternano a condurre il filo delle canzoni. Queste ultime, dal canto loro, si collocano tutto sommato entro i consueti canoni power, con i pezzi veloci e trascinanti come “King”, “The Mission” e “She’s Alive” a fare la parte del leone, e il lento “I Stand Alone” a spezzare un po’ i ritmi. Nulla di trascendentale, ma la stoffa c’è. E poi, ragazzi, gli assoli! Questi assoli di chitarra cantati sono qualcosa che andrebbe provato almeno una volta nella vita. Sempre che non siate troppo “grandi” per questo genere di cose. Magari qualcuno dirà che la cover finale di “Master of Puppets” se la potevano risparmiare, ma in fondo che male c’è se anche a loro piacciono i Metallica? Diciamo allora che i pezzi migliori sono quelli usciti dalla loro stessa penna, e chiudiamo qui l’argomento.

È il momento dell’autocritica. Chi pensa che l’Heavy Metal sia una cosa seria e seriosa, e che se non ci sono le chitarre non è veramente metal, e che con tutti i gruppi che si fanno il mazzo per emergere blablabla… allora passate direttamente alla prossima recensione, i Van Canto non fanno per voi. Se invece avete voglia di divertirvi magari provando qualcosa di veramente diverso dal solito, se per voi non conta soltanto il “che cosa” ma anche il “come”, se credete che in fondo un po’ di mazzo se lo siano fatto anche loro, allora provate a dare una chance a questi ragazzi. Potrebbero sorprendervi piacevolmente.

Intanto, da noi i Van Canto si beccano una piena promozione, con un bel sette di incoraggiamento: starà a loro dimostrare la costanza necessaria per non scomparire in breve tempo, come una delle tante comete che illuminano saltuariamente il firmamento metallico per poi eclissarsi nel nulla senza lasciare traccia.

Hero Metal a Cappella: ora abbiamo provato anche questa!

Tracklist:
1. Stora Rövardansen (1’33)
2. King (3’44)
3. The Mission (4’18)
4. Lifetime (4’49)
5. Rain (4’03)
6. She’s Alive (4’12)
7. I Stand Alone (4’44)
8. Starlight (4’40)
9. Battery (5’13)

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