Recensione: Addicted To Decadence

Di Carlo Passa - 11 Dicembre 2012 - 0:00
Addicted To Decadence
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
65

Göteborg non ha il Sunset Boulevard, ma un lungo viale percorso da placidi tram e costellato di ristoranti e negozi d’abbigliamento.
Eppure l’Hard Rock Café locale raccoglie, tra gli altri, memorabilia di una band come gli Hardcore Superstar. E se è altresì vero che la città manca delle lunghe spiagge oceaniche amate dai body builder e controllate dai baywatch californiani, va detto che ben supplisce con un paradisiaco arcipelago …e schiaffa Joacim Cans sulla copertina del numero natalizio della rivista comunale.

Con l’obiettivo di risciacquare la propria musica nel fruttifero mare sonoro scandinavo, i nostrani Naugthy Whisper hanno abbandonato i nebbiosi navigli milanesi per chiudersi negli Arnold Lindberg’s studio di Göteborg (In Flames, Hardcore Superstar, Evergrey) e registrare il loro secondo album sotto la sapiente guida di Johnny Lee Michaels (produttore noto soprattutto in virtù del suo lavoro con i The 69 Eyes).
Le radici della musica dei Naughty Whisper affondano nella ventata hard/glam scandinava soffiata dai vari Maryslim, Crashdiet e Backyard Babies, oltre che dai già menzionati Hardcore Superstar. Di proprio, la band italiana aggiunge venature gothic (i Sentenced fanno capolino qua e là) e suoni rock modernisti, questi ultimi evidenti soprattutto negli effetti applicati alla voce e in talune tastiere. Il risultato è un platter strabordante di ritornelli accattivanti furbescamente esaltati da una produzione che, se ha il pregio di far letteralmente esplodere il sound dei Naughty Whisper, denota tuttavia una certa monotonia, rischiando di appiattire le canzoni intorno a un canovaccio ripetitivo e, in ultimo, negando al disco quella varietà che il songwriting avrebbe meritato.

Dopo una breve intro, il disco sfodera subito uno dei pezzi migliori del lotto, ovvero quella “Welcome to my Nightmare” capace di ficcarsi immediatamente nella testa dell’ascoltatore grazie a un ritornello grandioso, che non mancherà di mietere numerose vittime in sede live. Altri buoni momenti sono “Into my Blood” (davvero coinvolgente) e “Poison White” (che ha un attacco decisamente heavy e una bella struttura dinamica).

Il resto si assesta su un livello discreto che non consente ai Naughty Whisper di distinguersi significativamente dai tanti (troppi) prodotti che invadono l’odierno mercato.
Lo ripetiamo: il limite del disco non è tanto nella qualità compositiva quanto nella ripetitività dei suoni lungo l’intero suo arco, oltre che in una apparentemente non ancora matura autocoscienza da parte della band, che, a tratti, fatica a gestire quella commistione d’influenze che davvero potrebbe essere il suo punto forte per emergere dalla massa.

In conclusione, “Addicted to Decadence” è un disco valido ma interlocutorio, che va auspicabilmente a concludere lo stadio da crisalide della band milanese, racchiudendo in sé caratteristiche che, se ben amalgamate e meglio valorizzate, permetteranno ai Naughty Whisper di trasformarsi nel giro di poco tempo in una colorata farfalla decadente.

Discutine sul forum nella sezione Hard Rock / Aor!

Tracklist:

01.    Addicted To Decadance
02.    Welcome To My Nightmare
03.    Damned Scratch
04.    Into My Blood
05.    My Own Demise
06.    Eternal Demon
07.    Poison White
08.    From Lust Till Death
09.    Everythings Not Lost
10.    Venom In Me
11.    Borderline
12.    (I Just) Died In Your Arms

Line Up:

Andy Star – Voce
Ashly X – Basso
Lexxy J – Batteria
Redox – Chitarra
 

Ultimi album di Naughty Whisper