Recensione: Adrenaline Rush

Di Francesco Maraglino - 29 Novembre 2014 - 10:07
Adrenaline Rush
Etichetta:
Genere: Hard Rock 
Anno: 2014
Nazione:
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78

I teutonici Wicked Sensation hanno cominciato a far ascoltare al mondo il proprio hard rock fortemente influenzato dalla lezione (magistrale) di Whitesnake e Blue Murder all’inizio degli anni zero – zero, grazie all’encomiabile esordio Reflected. Quel loro primo lavoro mise in luce, tra l’altro, oltre alla tellurica accoppiata di asce costituita da Michael Klein e Sang Vong, la rimarchevole voce “coverdaliana” del singer Robert Soeterboek.
Dopo quasi tre lustri, nel corso dei quali la band ha confermato le qualità della propria opera prima grazie ai successivi Exceptional e Crystallized, ecco che il monicker Wicked Sensation si ripropone al cospetto degli ascoltatori di certo hard rock grazie al nuovissimo “Adrenaline Rush”.
Il platter di che trattasi presenta una tutt’altro che irrilevante novità: pur rimanendo Robert Soeterboek a pieno titolo nella line-up del combo tedesco, per motivi personali del vocalist (spiegati in un’accorata lettera di accompagnamento per i propri ammiratori), tutti i brani sono cantati da David Reece, ben noto per i suoi trascorsi con Accept e Bangalore Choir.

L’opener King Of The World, però, mette subito in chiaro che le difficoltà non hanno compromesso in alcun modo la carica della band, com’è dimostrato da questo metal melodico dal ritmo arrembante. La stessa indomabile risolutezza è dimostrata anche da Same Old Situation, un rocker che fa pensare a dei Whitesnake incattiviti da innesti di Van Halen ed Extreme.
I sentieri hard rock tracciati dalle due chitarre elettriche sono battuti finanche dalla inquieta Desperate Nation e dalla “tosta” Leave Me Like A Fool, un rock duro cresciuto alla scuola di Deep Purple e Rainbow. Ancora dotato di un “tiro” travolgente è Adrenaline Rush, uptempo metal dalle connotazioni epiche e melodiche. Qui, in mezzo alle vorticose acrobazie delle sei-corde, fanno capolino anche venature power-metal, mentre la trascinante Angel In Black mette in luce solenni atmosfere memori dei Magnum.
Cascate di melodia marchiano pure Misery, melodic-rock che alterna rallentamenti ad accelerazioni,  Blue Painted Sky, traccia in mezzo al guado tra hard e avvincente AOR, e  No More Lies, cadenzato hard rock melodico.
Tutto Adrenaline Rush, in ossequio al titolo, regala, dunque, un profluvio di brani trascinanti ed energici, in cui le chitarre macinano riff e assoli senza tregua, e solo alla fine qualcuno imbraccia la chitarra acustica ed ecco arrivare l’immancabile ballad: si tratta di This Time, ed è commovente ed evocativa quanto basta.

Va rimarcato che nel full-length licenziato dalla label AOR Heaven, la voce del vocalist “reggente” Reece, pur se meno grato allo stile di David Coverdale dell’ugola del titolare del posto dietro il microfono della band, appare ben inserita in un sound caratterizzato dal gran tiro della sezione ritmica e da un impatto strumentale d’insieme compatto e massiccio, nonché rischiarato da fulminanti fughe di chitarre. L’album, dunque, pur non offrendo nulla di nuovo sotto il sole del rock duro, presenta tutte le caratteristiche per non deludere chi ha apprezzato, fino ad ora, i Wicked Sensation.

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