Recensione: All Around Me

Di Tiziano Marasco - 15 Dicembre 2011 - 0:00
All Around Me
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Anno: 2011
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58

Secondo disco per i bellunesi Seven Dark Eyes, a cinque anni dal debutto “Across the Dark Lands”. A farla da padrone, questa volta, è la novità del cambio dietro al microfono: in questo nuovo lavoro, infatti, la band abbandona le vocals maschili e si affida alla versatile ugola di Angela Castellani.

La voce ricorda abbastanza da vicino quella di Cristina Scabbia dei Lacuna Coil, tuttavia con frequenti cambi verso tonalità più acute.
La proposta musicale è quella del più classico dei gothic rock melodici: tastiere onnipresenti e riff di chitarra semplici e squadrati, sulla scia di gruppi come i già citati Lacuna Coil, oltre a Theatre of Tragedy ed altre band simili. A tutto ciò si aggiunge una batteria a martello, tal volta degna dei Cradle of Filth del periodo tardo.
La sensazione è quella di una band che vuole andare sul sicuro senza rischiare più di tanto, al contempo, però, ci offre musica fatta bene e con quella che sembra una certa dose di passione. Indiscutibilmente il gruppo ha discrete doti compositive, che si concretizzano in una manciata di ritornelli orecchiabili che rimangono subito in mente, primo fra tutti quello di “Lady of the Night”, che dopo due ascolti già si cantano a memoria.
Buone tracce sono anche “My Demon” e la sinistra “Nightmare”, con degli ottimi giri di tastiera, o la più tirata “The Death of Death”, ma, soprattutto, “Damned Love”. La opener, infatti, risulta essere il pezzo più interessante e sicuramente il meglio riuscito, con le sue atmosfere da horror d’altri tempi che richiamano vagamente i My Vision Bleak.
La titletrack “All Around Me” è un altro pezzo breve e isterico, dominato dagli acuti di cui si faceva menzione in apertura, in cui fa la sua comparsa un accenno di growl. Meritevole di attenzione, nella sua originalità, anche la inaspettata cover di una song di Madonna, cioè “Frozen”. Blasfemia? Non esattamente, perché, a ben guardare, si tratta di una canzone che non sfigura se coverizzata, a questa maniera, da un gruppo gothic. Un po’ di batteria in più, qualche chitarrone qua e là, una voce più impostata dell’originale (ci vuole poco); a tutto questo si aggiunga un’impostazione teatrale e si tolgano, invece, tutti i fregi sintetici tipici delle canzoni pop e il gioco è fatto. Esperimento malsano, insomma, ma riuscito, grazie alla giusta dose di giudizio. Altra ottima ballad è anche la successiva, indolente, “All Darkness Fall”. Niente di trascendentale, sia chiaro: semplice intro per piano e voce con l’irruzione, in un secondo tempo, delle chitarre con l’immancabile assolo, davvero molto buono.

Niente di trascendentale è, in fondo, il giudizio che si può dare un po’ a tutto il disco. I Seven Dark Eyes non propongono idee stravaganti o di rottura, preferiscono andare sul sicuro, forse fin troppo. Bisogna dare però loro conto che, almeno, riescono comunque a concederci circa tre quarti d’ora di musica discreta che coinvolge, allieta e non annoia. Il che, di questo tempi, sembra addirittura più che sufficiente.

Tracklist:
01 Damned Love
02 All Around Me
03 My Demon
04 The Death of Death
05 Lady of the Night
06 Frozen (Madonna Cover)
07 At Darkness Fall
08 The Window
09 Nightmare

Tiziano “Vlkodlak” Marasco

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