Recensione: Älvefärd

Di Daniele Balestrieri - 7 Aprile 2002 - 0:00
Älvefärd
Band: Otyg
Etichetta:
Genere:
Anno: 1998
Nazione:
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92

Era la primavera del 1995 quando Vintersorg, una delle voci più caratteristiche dell’intero panorama metal, decise di tirare su una band volta alla consacrazione del folk scandinavo. Riunitosi con alcune vecchie conoscenze (Matthias alle chitarre e Stefan alla batteria), con le quali aveva suonato nei Blackburning Evening, il proficuo cantante decise di creare un demo, la cui peculiarità catturò l’interesse della Napalm, che si assicurò probabilmente il progetto folk più riuscito della storia del metal scandinavo.

 

Älvefärd nasce dunque tra l’ottobre e il dicembre del 1997, e rappresenta probabilmente l’uscita più simbolica e intimamente profonda del folk. La copertina getta immediatamente l’ombra mitologica sull’album, popolato da folletti e oggetti, piante e stagioni che si animano e danzano al suono di violini e flauti. Il grande segreto di questo album, oltre all’eccellente songwriting, è anche la caldissima e profonda voce di Vintersorg, che risulta meno dura di quella che utilizza nel suo progetto solista (che porta il suo nome) e sicuramente meno articolato delle sue contribuzioni con gli eclettici Borknagar.

 

Aspettatevi moltissimo da questo CD, e le vostre aspettative non saranno deluse. La varietà folk nelle 12 canzoni vi emozionerà come poche volte vi sarà accaduto, e le gemme sono davvero incontabili rispetto al loro lavoro successivo, Sagovidars Boning, forse eccessivamente folk quasi da far scordare la parola metal. E invece l’album si apre con la leggendaria Huldran, forse la canzone più conosciuta degli Otyg, un duetto con la bravissima cantante Cia Hedmark, che aggiunge potenza e grande valore all’espressione artistica di quest’opera. Le chitarre ovunque sono preponderanti, con un buon lavoro di batteria e grandissima varietà vocale che si sposa in maniera eccellente con i violini, i flauti e le arpe da bocca, oggetto caratteristico delle antiche popolazioni nordiche. Vorrei segnalare tra le canzoni davvero importanti, oltre alla bellissima Huldran, la piccola epopea ambientale intitolata Ulvskrede. Il nome che porta deriva da una valle svedese, tematica molto comune in Vintersorg, il quale ha cantato altre canzoni legati alle valli interne della Svezia, una su tutte Ödemarkens Son.

 

Questa Ulvskrede (che si può tradurre come “la carica del lupo”) è una vera cavalcata “chiacchierata” nella quale Vintersorg non prende un attimo di respiro, ed è sorretta da una struttura melodica a tempo – controtempo davvero inedita e sinceramente molto evocativa. Inoltre non posso non citare l’ultima traccia, la più triste, Skymningsdans (“la danza del crepuscolo”), in cui dei cori dall’epica quasi bathoriana ci conducono in una foresta nebbiosa e innevata, mentre gli ultimi spiriti del giorno tornano negli alberi e i raggi del soli illuminano le punte degli alberi. Il CD tuttora è da annoverare tra i classici del folk puro, probabilmente è “IL” classico per eccellenza, visto anche il grande numero di musicisti coinvolti:Daniel Fredriksson (Basso – Chitarra Acustica); Mattias Markliund (Chitarra); Vintersorg (Vocals, Chitarra Acustica); Stefan Stroemberg (batteria), Samuel Norberg (arpa a bocca, uno degli strumenti più usati nel black/viking/folk scandinavo, simile allo scacciapensieri siciliano) e la eccellente violinista/cantante Cia Hedmark.

 

È un vero peccato che la fruibilità completa di questo album sia riservata a pochi: purtroppo le canzoni sono tutte in svedese, e sono ricchissime di riferimenti alla mitologia, alle leggende e alla geografia della Scandinavia: solo una mente allenata a questo tipo di riferimenti può goderne a un livello maggiore, senza nulla togliere al valore assoluto musicale di quest’opera. Inoltre, l’album si appresta a entrare nella leggenda, in quanto rappresenta l’opera di una band ormai sciolta, nel 2001, per mancanza di tempo (e voglia) del leader Vintersorg.
Se apprezzate il folk celtico è ora di fare un salto verso la durezza del metal e delle tematiche nordiche ed è garantito che ne rimarrete affascinati per anni. Se desiderate immergervi nelle mistiche lontananze del nord scandinavo non dovete farvi mancare questa piccola meraviglia della musica.

 

Daniele “Fenrir” Balestrieri

 

Tracklist:

 

1. Huldran
2. I Trollberg Och Skog
3. Älvadimmans Omdaning
4. Ulvskrede
5. Fjällstorm
6. I Höstlig Dräkt
7. Myrdingar – Martyrium
8. Allfader Vise
9. Fjälldrottningens Slott
10. Trollpiskat Ödemarksblod
11. Draugen
12. Skymningsdans

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